La basilica è strettamente legata al culto e alle tradizioni del Santo e come tale amata dai milanesi; è da sempre sede episcopale.

La genesi della chiesa è assai antica: il primo edificio era la Basilica Martyrum che conteneva il sepolcro dei santi Gervasio e Protasio e si trovava in prossimità di un cimitero cristiano. Fu eretta nel 379 sull’area dell’attuale basilica; aveva tre navate e un’abside, era priva di transetto. Per quanto molto dell’antica basilica sia andato perso, sopravvivono ancora nella chiesa vari reperti di epoca paleocristiana. Alla morte di Ambrogio, nel 397, il corpo venne sepolto nella chiesa. Alcuni secoli dopo, presso la chiesa venne eretto un monastero benedettino che rese necessarie alcune prime modificazioni alle strutture dell’edificio, ma cambiamenti più incisivi si ebbero a partire dal sec. IX, con la costruzione del campanile dei Monaci (a destra), col rifacimento di navate, abside e atrio. Nel XII secolo fu eretto il campanile dei canonici (a sinistra) Nel 1196 un crollo distrusse parte della navata centrale, che venne ricostruita. I rifacimenti si susseguirono nei secoli, con Ludovico il Moro, che affidò al Bramante la Canonica, con Carlo Borromeo, che volle la ridefinizione del tiburio, con gli affreschi del Tiepolo nel sacello di San Vittore in Ciel d’Oro. L’assetto attuale fu progettato attorno al 1860 da una commissione che si propose una ricostruzione della chiesa la più simile possibile all’edificio anteriore al crollo del 1196: furono rifatti pavimento, volte, arconi, tiburio e altri elementi; si cercarono le spoglie dei Santi e venne aperto un nuovo sacello, fu alzata e coperta la torre dei Canonici. Dopo la seconda guerra mondiale, fu ancora necessario procedere al restauro della chiesa per i danneggiamenti bellici.

 

ESTERNO

 

La basilica è posta ad un livello inferiore rispetto al piano stradale. Si accede all’atrio, che risale all’XI secolo, attraverso un portale in pietra. Sui tre lati gira un portico che costituisce il nartece del quarto lato. I capitelli dei pilastri, risalenti al Seicento, sono decorati con figure mostruose ed elementi vegetali.

La facciata della basilica è costituita da due loggiati sovrapposti: il già ricordato nartece in basso, sul quale si aproni i tre portali, e la loggia superiore con cinque finestre digradanti, inserita nella facciata a capanna di impianto romanico. I tre portali presentano architravi e decorazioni antichi: importante è, presso il portale sinistro, un Sant’Ambrogio preromanico.

 

 

 

 

INTERNO

 

E’ a tre navate di quattro campate con volte a crociera e chiuse dall’abside. Lungo le navate laterali si aprono varie cappelle. Sopra le arcate della navata centrale corre il matroneo. Il presbiterio è sopraelevato rispetto al piano della basilica e copre la cripta. All’inizio della navata centrale si trova la colonna del serpente, che regge appunto la scultura in bronzo di un serpente, opera bizantina del X secolo. Anche all’interno i capitelli, per la maggior parte risalenti al sec. XII, rappresentano una peculiarità della chiesa. Importanti pure le decorazioni del pergamo (sec. XII), a motivi naturalistici o tratti dai bestiari medioevali; sotto si trova il sarcofago cosiddetto di Stilicone, assai antico (IV sec.) con rilievi ispirati e scene bibliche o evangeliche. Al centro, si trova Cristo nella postura di magistrato romano, nell’atto di consegnare la legge (traditio legis), secondo una iconografia particolarmente cara al mondo tardoantico (si pensi al bel mosaico della cappella di Sant’Aquilino in San Lorenzo, che mostra Cristo e gli apostoli vestiti in toga, anche qui nell’atto di amministrare la giustizia).

Al centro del presbiterio si innalza il ciborio alzato su quattro colonne di porfido con capitelli marmorei e baldacchino ornato di stucchi; il periodo di costruzione del ciborio è incerto, ma sembra risalire al sec. IX.

 

Famoso è il paliotto o altare d’Oro, situato sotto il ciborio e realizzato da Volvinio in età carolingia: è formato da lamine d’oro o d’argento dorato lavorate a cesello e decorate da pietre dure e smalti che rappresentano scene evangeliche o scene della vita di sant’Ambrogio.

L’abside è coperta da una volta a botte e presenta un coro ligneo con tarsie policrome.

La cripta presenta una sala in cinque navatelle con colonnine di marmo rosso e un secondo ambiente dove riposano i corpi dei santi Ambrogio, Gervasio e Protasio.

 

Si ricordano inoltre, tra le molte e varie decorazioni, gli affreschi di Bernardino Lanino (storie della vita di san Giorgio) e del Bergognone (Cristo risorto tra due angeli) nelle cappelle laterali; inoltre rivestoni grande interesse i mosaici del sacello di San Vittore in ciel d’Oro, risalenti al sec. V. Il fonte battesimale, opera moderna, ricorda però un fatto storico di grande suggestività: la conversione di Sant’Agostino ed il suo battesimo, ad opera di Ambrogio, nel 387.

 

Il portico della Canonica, raggiungibile dalla navata sinistra, fu ricostruito dopo la guerra, ma risale al chiostro progettato dal Bramante: il chiostro rimase incompiuto perché Ludovico il Moro, il committente, decadde dal potere. Nel chiostro vennero poi inglobati altri edifici, tra cui la chiesa di san Sigismondo che tuttora sopravvive, pur restaurata anch’essa dopo la guerra. Dal Portico si accede al Museo di Sant’Ambrogio,  che contiene varie opere d’arte e reperti antichi.

 

Fonti:

Guida del Touring Club Italiano

 

 

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