Varie sono le ipotesi sull’origine della chiesa: secondo una tradizione la costruì il vescovo Eustorgio (315-331?) per esservi poi sepolto; egli vi aveva anche fatto portare da Costantinopoli le reliquie dei re Magi; secondo un’altra tradizione potrebbe trattarsi della basilica Porziana nella quale si rifugiò Ambrogio con i suoi fedeli, sotto assedio degli Ariani. Per una terza versione, invece, la eresse il vescovo Eustorgio II nel 515 in memoria del precedente Eustorgio, nel frattempo divenuto santo. Abbiamo notizie certe della sua esistenza, comunque, solo a partire dal secolo VII. Venne distrutta da Federico Barbarossa e ricostruita intorno al 1190. Subito dopo la ricostruzione fu data ai Domenicani; nei secoli successivi ebbe varie aggiunte e varie modifiche.

S. Eustorgio è per tradizione la basilica dove venivano accolti i nuovi arcivescovi e le personalità importanti, ad esempio Carlo e Federico Borromeo (seconda metà 1500).

 

 

 

 

ESTERNO

La facciata venne costruita nel 1862 in forme romaniche dall’architetto Brocca, che modificò le finestre e vari altri elementi; rimase invece invariata la loggetta a sinistra. Anche il fianco destro venne modificato nell’ottocento ed è caratterizzato dalle cappelle da esso sporgenti. L’abside semicircolare risale forse al secolo XI; ad essa è collegata la cappella Portinari esternamente composta da due edifici in mattoni. Il campanile risale alla fine del ‘200 ed è alto 75 metri.

 

 

 

 

 

INTERNO

L’interno è a tre navate di otto campate a volta a crociera, divise da pilastri a sezione cruciforme; le volte sono a crociera con cordonature cilindriche, i pilastri sono leggermente piegati verso l’esterno dando così l’idea di una navata centrale più ampia. I capitelli sono decorati a motivi naturalistici e richiamano per certi versi quelli di S. Ambrogio. Sono dell’undicesimo e tredicesimo secolo. Nella navata destra ci sono cappelle di una certa importanza e monumenti funebri, un trittico del Bergognone e alcuni affreschi. Importante è il monumento funebre di Stefano Visconti a forma di edicola con colonne tortili, progettato da Giovanni di Baltuccio. Nel transetto destro, oltre agli affreschi  della Strage degli Innocenti e dell’Epifania, troviamo l’accesso alla cappella dei Magi, dove un sarcofago tardo-romano custodisce ciò che resta delle reliquie dopo la parziale trafugazione del Barbarossa. Nel presbiterio si trova un’importante dossale marmoreo incompiuto sul quale appaiono le storie della Passione in nove quadri di vari artisti. Nella navata sinistra si trovano resti di affreschi e un altare settecentesco policromo. Una delle parti più importanti della chiesa resta comunque la cappella Portinari, iniziata nel 1462, ed eretta per il nobile fiorentino Pigello Portinari, che la scelse come sua sepoltura; vi venne anche sepolto, molto più tardi, S. Pietro da Verona. Non si conosce con esattezza l’architetto della cappella, che per tradizione viene identificato con Michelozzo. Lo schema della cappella è Brunelleschiano ma le decorazioni sono chiaramente lombarde.

 

Fonti:

Guida del Touring Club Italiano

 

 

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