Il Palazzo della Regione, più noto come grattacielo Pirelli, è la sede principale degli uffici della Giunta Regionale della Lombardia. Opera dell'architetto Gio Ponti e di una equipe di ingegneri di grande professionalità (tra cui Pierluigi Nervi), è un edificio moderno e internazionale e tuttavia classico, simbolo del boom economico della Milano del dopoguerra.


Il nuovo Pirellone


Costruito tra il 1956 e il 1960, rimane con i suoi 127,10 m. di altezza l'edificio più alto di Milano. All'interno dei suoi 30 piani trovano posto la sala del Consiglio Regionale e gli uffici di otto Direzioni Generali. I restanti uffici della Regione sono distribuiti tra le altre sedi situate a Milano e nelle province lombarde. 

Nel 1950 la società Pirelli decide di realizzare una nuova sede direzionale, che Alberto Pirelli già immagina essere un avveniristico grattacielo.
Tra le varie alternative viene scelta l'area di Piazzale Duca d'Aosta, dove sorgono i vecchi stabilimenti della "Brusada", anche perché impone minori vincoli architettonici. Nel giugno 1953, è pronto il preventivo a cura dello studio Valtolina Dell'Orto. L'importo totale ammonta a circa 3 miliardi e 600 milioni (650 per la struttura a rustico, un miliardo e mezzo per le opere di finitura, un miliardo e 100 milioni per gli impianti, 350 milioni per l'arredamento). La superficie preventivata è pari a 33.000 m², per un costo di 100.000 lire al mq. Ultimata la demolizione dello stabilimento della "Brusada", tra giugno e dicembre del 1955, si dava corso all'impianto di cantiere e alla preparazione dell'area con gli scavi e la bonifica del terreno. L'impresa prescelta fu la Bonomi, che per l'occasione si presentò in associazione con la Comolli. L'associazione "Bonomi Comolli SILCE SPA" poteva offrire sufficienti garanzie per la realizzazione dell'opera (l'Ing. Santo Comolli si era distinto per la costruzione del Grattacielo Piaggio di Corso Sempione a Milano). Il 12 luglio 1956 avviene la posa ufficiale della prima pietra. Il cantiere e i suoi lavori vengono gestiti direttamente dalla Pirelli attraverso l'istituzione di un ufficio dedicato: "Ufficio Nuova Sede",da Giuseppe Magnoni che faceva parte del disciolto servizio impianti, e dall'ing. Luciano Monteferrario, capocantiere. Solo la direzione lavori sarà affidata a degli esterni: gli ingegneri Valtolina e Fornaroli (e ai relativi studi).
Cuore e vanto del cantiere è l'impianto di produzione del calcestruzzo, studiato per rispondere alle necessità di confezionare a terra calcestruzzi con dosaggi perfettamente calibrati di cemento e inerti speciali. Gli impasti, dopo la pesatura, vengono trasferiti automaticamente e alternativamente alle due betoniere che lavorano in parallelo versando l'impasto direttamente nelle benne degli elevatori. Questo sofisticato sistema rese possibile la conclusione dei lavori con anticipo sul programma previsto e senza infortuni. Si è valutato che sulle fondamenta sarebbero gravate circa 60.000 tonnellate. Nei riguardi di quest'opera fu fatta una mirata campagna di comunicazione utilizzando quotidiani e stampa specializzata. La costruzione del grattacielo fu seguita dai mass media, dall'inizio del cantiere, luglio 1956, al compimento della struttura (getto dell'ultimo solaio 2 agosto 1958) fino all'inaugurazione avvenuta il 4 aprile 1960. il Centro Pirelli aveva una popolazione complessiva di 2000 persone circa; 1200 dipendenti dell'Azienda più la popolazione dei piani degli uffici e dei negozi affittati.


Panorama dall'ultimo piano del Pirellone

Nel 1978 il grattacielo viene venduto alla Regione Lombardia. Le trattative vengono condotte da Leopoldo Pirelli e da Cesare Golfari, l'allora Presidente della Regione. Nel Giugno 1978 fu approvata la legge regionale che dava mandato alla giunta di procedere all'acquisto (nonché alle necessarie ristrutturazioni). Il costo dell'operazione fu di 52 miliardi: 43 per la torre e l'autorimessa, 6 miliardi e 20 milioni per l'IVA, oltre a 230 milioni di oneri e spese tecniche (contratto, perizie, ecc…); infine un miliardo e 750 milioni per la dotazione di mobili e attrezzature. I principali lavori che hanno interessato il grattacielo da quando è stato acquistato dalla Regione Lombardia, sono stati la trasformazione del centro meccanografico nella nuova sala consiliare (la prima seduta è stata effettuata il 2 giugno 1980), la ristrutturazione dell'ingresso di rappresentanza, della presidenza, della vice presidenza. L'aspetto più cospicuo riguarda la trasformazione degli uffici e dei servizi nonché un generale adeguamento dell' impiantistica, affidata nel 1983 all' Intertecno con la supervisione dell'Architetto Bob Noorda. Il palazzo, dopo un completo restauro delle facciate esterne in curtain wall e degli spazi interni, è stato riaperto e da fine maggio 2005 è tornato ad ospitare la Giunta regionale e le sedute del Consiglio regionale, che rimarranno qui fino alla costruzione della nuova sede della Regione nella zona Garibaldi-Repubblica. L'ultimo piano (31°) del grattacielo, che verrà prossimamente aperto al pubblico, ospiterà un belvedere e delle mostre temporanee.


Pirellone colpito dall'aereo


Il 18 aprile 2002 un aereo da turismo pilotato dall'italo-svizzero Luigi Fasulo, 64 anni, si schiantò contro il 26° piano del palazzo, danneggiando gravemente la struttura esterna. Oltre a Fasulo, le vittime furono due dipendenti della Regione Lombardia. Oggi il 26° piano ospita un memoriale del grave incidente dedicato alle due vittime.
La tradizione vuole che nessun edificio in Milano possa essere più alto della
Madonnina del Duomo.
Sentimenti religiosi celano principalmente problemi strutturali: pochi metri sotto la superficie della città c'è una
falda freatica che esercita una forte pressione sugli strati rocciosi del sottosuolo.

 L'aumento della popolazione nell'ultimo secolo e il conseguente aumento dell'estrazione dell'acqua ha abbassato la linea della falda, aumentando vertiginosamente la fragilità del sottosuolo. Ergo, una costruzione più alta, e quindi più pesante, del Duomo, potrebbe non essere sopportata dal terreno e rovinare su se stessa.
Il Pirellone è più alto della Madonnina.

 Sul suo tetto il sentimento religioso ha fatto costruire un'altra Madonnina in oro, copia della sorella che sovrasta i marmi di Candoglia. Cosicché è proprio vero: nessun edificio a Milano può essere più alto della Madonnina.

 


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