IGNAZIO GARDELLA
30/3/1905-16/3/1999

Ignazio Gardella si è spento a Milano il 16 marzo 1999. Proponiamo qui una recente sua biografia per cominciare a scoprire il valore e la complessità di questo importante architetto del novecento italiano.

Sedia disegnata da Gardella
Sedia disegnata da Gardella

NOTA BIOGRAFICA (Da Monestiroli 1997, pp. 163-167)
*a cura di Edoarda de Ponti dello Studio Gardella

Ignazio Gardella nasce a Milano il 30 marzo 1905 da una famiglia dell'agiata borghesia genovese, la cui professione di architetto e ingegnere si tramanda già da quattro generazioni (e giunge oggi con il figlio Jacopo alla quinta): il bisnonno, allievo dell'architetto neoclassico Carlo Barabino, ne continuò l'opera a Genova nella prima metà dell'Ottocento; il nonno fu architetto anch'egli, e infine il padre Arnaldo, laureato in ingegneria civile, aveva uno studio a Milano insieme all'ingegner Martini. Le figure del padre e del nonno furono entrambe determinanti nel formare nel giovane Ignazio l'interesse e la sensibilità verso l'architettura. Durante gli studi classici del Liceo Berchet, Ignazio stringe le prime amicizie, tra cui quella con Corrado Corradi dell'Acqua con il quale, insieme a Gigi Caccia Dominioni, fonderà nel dopoguerra Azucena. Terminati gli studi classici al Liceo Berchet, nel '24 Gardella si iscrive alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano. Ma l'attrazione verso l'architettura è forte e infatti, oltre a tenersi al corrente di quello che succedeva in questo campo, stringe legami di amicizia con Giovanni Romano, Franco Albini, Ludovico Belgiojoso e Ernesto Rogers, giovani studenti di Architettura e futuri protagonisti del Movimento Moderno.

Alla morte del padre Arnaldo, nel 1929, Gardella deve occuparsi dello studio paterno e insieme all'ingegner Martini porta a termine alcune opere. Quando però consegue la laurea in Ingegneria, nel 1931, inizia la propria attività indipendente. Nel '33 sposa Aura Usuelli, figlia del primo trasvolatore delle Alpi in pallone, dalla quale avrà quattro figli: Jacopo, Costanza, Giovanna e Maria Teresa. Già con le sue prime opere Gardella acquista una grande e immediata fama. Così in questi anni rafforza le amicizie con Giolli, Pagano e Persico, il gruppo che si riconosce in "Casabella" e che lavora all'allestimento delle prime Triennali (dove Gardella vincerà numerosi premi e riconoscimenti, nel '36, nel '40, nel '47, nel '50 e nel '54), ma anche con letterati, come Elio Vittorini, Alfonso Gatto e Leonardo Sinisgalli, e con pittori e scultori quali Birolli, Marino, Messina, Radice e Veronesi. Negli anni trenta cominciano anche i primi contatti internazionali di Gardella: nel '30 fa un viaggio in Germania dove visita Diisseldorf, Monaco e Norimberga e soprattutto Francoforte, dove diviene amico di alcuni architetti della scuola di Francoforte; nel '38, insieme a Giuseppe Pagano, visita Svezia, Norvegia e Finlandia, dove incontra, tra gli altri, Markelius e Alvar Aalto, con cui stringerà una importante amicizia. Gli anni della guerra Gardella li trascorre tra Milano, la casa di Oleggio e Cervatto in Valsesia, dove fornisce saltuariamente aiuti alle formazioni partigiane. Questi sono anni in cui l'attività professionale è assai ridotta, ma è il periodo in cui elabora, insieme con altri architetti milanesi, il Piano A.R., un nuovo piano regolatore di Milano che sarà presentato nell'immediato dopoguerra, mirato alla definizione di un nuovo modo di concepire l'urbanistica e di ristrutturare la città. Con la Liberazione si aprono improvvisamente spazi per l'architettura: nasce a Milano il Movimento Studi Architettura (MSA), creato da Gardella insieme con un gruppo d'architetti progressisti, e a Roma l'Associazione Architettura Organica (APAO). La necessità di riunire gli architetti moderni veniva dalla consapevolezza che, come dice lo stesso Gardella, "l'orientamento non poteva essere più unico, ma che a Movimento Moderno era un insieme di ricerche e di linguaggio (in questo periodo, 1945-46, costruisce la casa "del viticultore" a Castana, vicino Pavia). Nasce il progetto, quindi, di riunificare in una sola Federazione (FAIAM, Federazione della Associazioni Italiane di Architettura Moderna) l'APAO, il MSA e gli altri gruppi minori, per ricomporre la frattura tra gli indirizzi "organici" e "razionalisti". Nel '47, ripresa ormai completamente l'attività professionale, partecipa al primo Congresso dell'INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) dove incontra Giuseppe Samonà, preside della Facoltà di Architettura di Venezia, che lo invitata a insegnare nella città lagunare.

Gardella inizia così nel 1949 l'attività di docente universitario che lo impegnerà per ventisei anni, fino al 1975, e crea quel rapporto speciale che lo legherà a lungo a Venezia, dove si era formato un gruppo di docenti eccellenti (oltre allo stesso Samonà, Albini, Belgiojoso, Scarpa, Zevi, Trincanato e altri). Nel frattempo Gardella, nel 1949, si laurea in architettura presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, e proprio qui compie tutta la carriera universitaria. Insieme a Samonà, Rogers e Albini, dal '52 al '56 dirige la scuola internazionale estiva del CIAM a Venezia, a cui partecipavano giovani architetti di venti paesi diversi e che si proponeva di occuparsi di temi progettuali specifici della città lagunare. Anche nel'59 farà parte, con De Carlo, Magistretti e Rogers, della delegazione italiana che all'ultima riunione del CIAM svoltasi a Otterlo presenterà quei progetti (la mensa Olivetti di Gardella) che scateneranno aspre polemiche con í sostenitori dell'ortodossia modernista. Dopo questo congresso si scioglierà di fatto la gloriosa istituzione dei Congressi Internazionali di Architettura Moderna. Nel 1950, inoltre, Gardella fa il suo primo viaggio negli Stati Uniti. Partecipa infatti a una missione di specialisti organizzata nell'ambito del Piano Marshall per lo studio delle strutture alberghiere e turistiche americane, in vista di una riorganizzazione delle stesse nell'Europa meridionale (Grecia, Italia, Spagna e Portogallo). Questi sono anche gli anni in cui Gardella costruisce alcune delle sue opere fondamentali: la casa per impiegati della Borsalino ad Alessandria (1950-52), la Casa Cicogna alle Zattere a Venezia (1953-62), la Mensa Olivetti a Ivrea (1953-59) e la Galleria d'Arte Contemporanea (PAC) a Milano (1947-54), nonché la casa d'abitazione ai "Giardini d'Ercole" a Milano (1949-54), sede del suo studio e della sua abitazione (collabora, in diverse occasioni, con Menghi, Zanuso e Anna Castelli Ferrieri, con la quale lavorerà a lungo, fino al 1973). Sono le opere con cui Gardella completa la sua revisione del Moderno, infrangendone le barriere stilistiche, tecnologiche e funzionali. Nel 1959 esce, pubblicato dalle Edizioni di Comunità, un saggio di Giulio Carlo Argan su Gardella: l'unico saggio che il critico abbia dedicato a un architetto italiano contemporaneo. Questo dimostra la fama che l'architetto aveva raggiunto e che si era consolidata con l'assegnazione del prestigioso Premio Olivetti per l'Architettura, ricevuto da Gardella nel 1955.

Gli anni Sessanta e i primi anni Settanta vedono Ignazio Gardella nel pieno della sua maturità professionale. Continua a insegnare ma si mantiene in disparte dal dibattito culturale che aveva ormai perso la grande tensione del dopoguerra. Questi sono anni in cui la sua attività cresce per varietà e per importanza di incarichi, ma anche in cui aumentano le collaborazioni interdisciplinari, necessarie per i grandi progetti affrontati in questo periodo. Del 1968 è, infatti, il progetto per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo ad Arese, prima esperienza di progettazione integrale, interdisciplinare; sempre dello stesso anno è il progetto per il concorso per il Teatro Civico di Vicenza; del 1975 è, invece, il progetto degli edifici per l'Università Nuova, sede della Facoltà di Architettura di Genova, che verrà realizzato nel 1989. Sono anche anni in cui i viaggi si moltiplicano: soprattutto in Italia e in Europa, per conoscere regioni e città minori, principalmente le regioni mediterranee e atlantiche, ma anche in Cina e a lungo per lavoro in Persia (per studiare un insediamento turistico sui monti alle spalle di Teheran). Nel 1978 Gardella fa una scelta radicale e trasferisce ad Arenzano, vicino a Genova, la sede della sua attività, pur continuando a vivere a Milano e mantenendovi sempre un piccolo studio. Le ragioni di questa scelta sono principalmente professionali: Gardella propone a un costruttore di Arenzano, Mario Valle, con il quale collabora da tempo, di creare una piccola società di progettazione, la Mario Valle Engineering, con cui l'architetto mantiene semplici rapporti di consulenza. Questa forma di organizzazione permette a Gardella di realizzare la sua idea di metodo di organizzazione del lavoro progettuale, garantendo insieme la capacità di affrontare complesse tematiche tecniche ma mantenendo sempre la "regia" dell'architetto sull'elaborazione del progetto. Nel 1979 Ignazio Gardella, su invito di Arturo Quintavalle, dona il proprio archivio disegni al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma. Anche gli anni Ottanta sono anni di grandi progetti: nel 1982 vince insieme ad Aldo Rossi, Angelo Sibilla e Fabio Reinhart il concorso per la ricostruzione del Teatro Carlo Felice di Genova, progetto che verrà realizzato nel 1990; nel 1983 progetta il fabbricato viaggiatori della Stazione di Lambrate; nel 1988 riceve l'incarico del Comune di Milano della sistemazione della Piazza del Duomo di Milano. Ignazio Gardella è protagonista e autorevole personalità di numerosissimi convegni, congressi, commissioni di studio e giurie di concorsi, sia in Italia che all'estero.

Nel 1986 è Visiting Professor per un corso semestrale alla G.S.D. dell'Università di Harvard, che allestisce anche una mostra delle sue opere. Tali manifestazioni si moltiplicano in Italia (alla Biennale 1980, alla Triennale del 1981 e del 1982, al P.A.C. a Milano nel 1990, ad Avellino nel 1996) e all'estero, fino alla prestigiosa personale alla Riba Heinz Gallery di Londra (1994), che suggella il riconoscimento dell'opera di Gardella anche a livello internazionale. Già membro dell'Accademia Nazionale di San Luca dal 1963, Gardella ne diviene Presidente nel biennio 1989-1990; viene nominato membro dell'Accademia Ligustica della Belle Arti di Genova, dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia e, per l'architettura, dell'Accademia Fiorentina della Arti del Disegno. Innumerevoli sono i premi e i riconoscimenti ricevuti da Ignazio Gardella: oltre al già citato primo Premio Nazionale Olivetti per l'architettura (1955), il Premio Fiuggi (1988), la Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte (1977), il Premio Speciale della Cultura della Presidenza del Consiglio per 1991 (1992), la Cittadinanza Onoraria di Alessandria (1993), la nomina a membro onorario del Royal Institute of British Architects (1995), la nomina a membro onorario dell'Accademia di Brera (1996), il Leone d'Oro alla carriera dalla Biennale di Venezia (1996), l'onorificenza del Presidente della Repubblica ai Benemeriti della Scienza e della Cultura (1997) e infine il prestigioso Riconoscimento del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali della necessità della tutela artistica della Casa Cicogna alle Zattere (1995), che per la prima volta pone il vincolo di tutela su un edificio moderno con meno di cinquant'anni di età.