L'igresso nord del Mausoleo di Augusto.

Al suo ritorno ad Alessandria, dopo la fine della guerra contro Antonio e la conquista dell'Egitto, nel 29 a.C., Ottaviano diede inizio alla costruzione di una grandiosa tomba all'estremo Nord del Campo Marzio. Il fine dinastico sembra evidente: con questo gesto Ottaviano si pone nella posizione di un sovrano ellenestico. Il modello da cui il sepolcro deriva ne è una conferma: fin dall'inizio esso assunse il nome di Mausoleo, cioè si collegò alla più celebre tomba di sovrano esistente, quelle del re Mausolo di Caria (metà del IV sec. a.C.). Tuttavia il modello architettonico ed ideologico era certamente assai più prestigioso: sappiamo che Augusto ad Alessandria si recò a visitare la tomba di Alessandro Magno, mentre si rifiutò di vedere quella dei Tolomei. Ora, la tomba di Alessandro era molto probabilmente un tumolo circolare. E' quindi perfettamente vano tirare in ballo a questo proposito i tumuli etruschi arcaici. Gli scavi, che ebbero luogo in varie epoche, ma soprattutto fra il 1936 e il 1938, hanno liberato il monumento, ridotto da secoli di saccheggi in condizioni deplorevoli, tanto che ne è perfino difficile la ricostruzione grafica. L'edificio, circolare, del diametro di circa 87 metri, è costituito da una serie di muri concentrici in conglomerato di tufo, collegati da muri radiali.

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Ricostruzione e pianta del Mausoleo di Augusto

Il basamento esterno, in travertino, era alto circa 12 metri e forse terminato in alto da un fregio dorico a metope e triglifi. Seguiva un enorme spessore di muratura, alleggerita da nicchioni con setti di muro radiale, non praticabili e colmi di terra. Altre due linee di muri, collegati da setti, formavano una seconda serie di concamerazioni; veniva infine il primo ambiente praticabile, al termine del lungo corridoio d'ingresso (3): un settore ad arco di cerchio, fronteggiato in origine da un alto muro di grande spessore, rivestito di travertino, nel quale si aprivano due ingressi (4). Questo muro, conservato solo in questo punto, costituisce certamente la sostruzione di un tamburo, che doveva emergere dal tumulo, creando un secondo ripiano: siamo quindi non già di fronte ad un semplice sepolcro a tumulo, ma ad una struttura complessa, a ripini sovrapposti, derivata in ultima analisi da monumenti funerari ellenistici. Al di là del muro, un corridoio anulare praticabile reggeva la cella anch'essa circolare, munita di un ingresso assiale (5) e di tre nicchie simmetriche, in corrispondenza degli assi (6,7,8). Al centro, un grande pilastro conteneva una stanzetta quadrata (9), che dovrebbe corrispondere alla tomba di Augusto: in significativa corrispondenza con la statua bronzea dell'imperatore che sorgeva alla sommità del pilastro. Nelle tre nicchie che si aprivano sull'anello più interno, c'erano le altre tombe: il primo ad essere deposto nel Mausoleo fu Marcello, morto nel 23 a.C., la cui iscrizione incisa, sullo stesso blocco di marmo su cui è anche quella della madre Ottavia, è stata scoperta nel 1927. Seguirono Agrippa, Druso maggiore, Lucio e Gaio cesari. Augusto raggiunse gli altri nel 14 d.C., seguito da Druso minore, Livia e Tiberio, mentre non sappiamo se Claudio e Vespasiano fossero sepolti qui. Caligola fece portare nel Mausoleo le ceneri della madre Agrippina, e dei fratelli Nerone e Druso Cesari. Nerone, come già in precedenza la figlia di Augusto Giulia, fu escluso dalla tomba dinastica. La porta dell' edificio che si apre a sud (1), era preceduta da 2 obelischi (2). Su due pilastri a lato dell' ingresso erano fissate le tavole di bronzo con l'autobiografia ufficiale di Augusto, la cui copia, incisa sulle pareti d'ingresso del tempio di Roma e di Augusto ad Ankara e in altri edifici delle province, è pervenuta fino a noi.