La Domus Aurea fu fatta costruire da Nerone in sostituzione della precedente Domus Transitoria, che era bruciata interamente nell'incendio del 64 d.C.  Suetonio scrive che una statua colossale, alta 120 piedi, immagine di Nerone, poteva entrare nel vestibolo della casa. Tutto era coperto di oro, ornato di gemme e di conchiglie. Le sale da pranzo avevano soffitti coperti di lamine d'avorio forate in modo da permettere la caduta di fiori e profumi. La sala più importante era circolare e ruotava come la Terra. Nei bagni arrivava acqua marina e solforosa. Gli architetti della Domus Aurea erano stati Severo e Celere e la decorazione era stata eseguita da Fabullus. La casa era ornata da statue predate in Grecia e in Asia minore. L'estensione approssimativa della casa era di ottanta ettari, e inglobava tutta la valle dove sorgerà poi l'anfiteatro Flavio, dove allora si trovava uno stagno. L'ingresso era situato sulla via Sacra. Al centro era la statua colossale di Nerone eseguita da Zenodoros alta secondo Plinio 119 piedi (30 metri circa). Oggi resta solo un padiglione, quello del colle Oppio, che deve la sua salvezza all'inserimento nelle fondazioni delle Terme di Traiano. In esso si possono notare aggiunte e restauri ad opera di Ottone e forse di Tito. Questa parte della casa fu abitata fino al 104 d.C., quando fu distrutta da un incendio: essa fu allora ricoperta dalle Terme di Traiano.

Guardando la pianta si notano due parti distinte dell'edificio: quella occidentale, organizzata intorno a un cortile rettangolare, composta di due bracci perpendicolari che racchiudevano una corte aperta verso la valle del Colosseo. A questo corpo, se ne affianca uno a est con ambienti disposti intorno a una grande rientranza poligonale, seguiti da un settore impostato a raggiera intorno a una sala ottogonale (16). Nella parte in cui i due complessi si incontravano vi è un insieme di ambienti monchi, distorti, irregolari; è quindi evidente che la parte orientale è stata aggiunta in seguito. L'ingresso attuale (1) è nel parco del colle Oppio. I muri di ingresso e quello di destra, fanno parte delle Terme di Traiano, mentre quelli in fondo e a sinistra, orientati diversamente e originariamente rivestiti di marmo, sono della Domus Aurea. Le colonne, tutte le crustae e i pavimenti marmorei furono tolti al momento della costruzione delle Terme di Traiano, nelle quali furono riadoperati. Dopo la costruzione delle terme, proprio al di sopra della Domus, essa fu probabilmente utilizzata come sotterraneo di servizio. Nella parte posteriore vi è un grande cortile porticato (2) sui tre lati, al centro di esso si trova il bacino di una fontana. La casa è perfettamente orientata verso i punti cardinali. Il lato occidentale consiste in una serie di ambienti intercomunicanti aperti verso il cortile interno. Ciò permetteva di creare giochi di luce durante l'arco dell'intera giornata; la luce, infatti, entrando dal cortile, si rifletteva sulle pareti e raggiungeva le sale più interne del palazzo grazie a finestre interne collocate nella parte superiore dei muri. Nei corridoi erano effettuate delle controsoffittature all'altezza di due metri circa, per accentuare il contrasto con l'ampiezza  delle sale più grandi.  Per ottenere questo effetto, le aperture e l'orientamento degli ambienti dovettero essere calcolati con una precisione stupefacente per i mezzi dell'epoca. Il gruppo di ambienti più importante, quello meridionale, è suddiviso in due appartamenti da una doppia sala centrale (5). Ai lati di questa aperte verso il portico, sono due sale munite di alcove (4,6) in cui si sono voluti identificare i cubicula (stanze da letto) della coppia imperiale. Due porte laterali all'alcova portano in due ambianti minori (7,8). Questi ambienti, bui e tetri, non danno oggi la minima idea della situazione originaria, quando dalle grandi porte, murate poi per la costruzione delle Terme, entrava a fiotti la luce attraverso il portico antistante, dal quale probabilmente si poteva godere la vista della valle, con il lago artificiale e i giardini che lo cingevano.  Il lato a est è costituito da un grande ninfeo (11), in asse con il cortile, verso cui si apre.


Stanza di Achille a Sciro: particolare della decorazione
parietale.

 

Le decorazioni presenti erano di livello altissimo; ciò ci è testimoniato, oltre che dagli scarsi frammenti di pittura conservati,da disegni di numerosi artisti rinascimentali. Molti di essi infatti, calandosi dall'alto attraverso fori praticati sul soffitto, venivano qui a ispirarsi per le loro opere e lasciavano anche la loro firma incisa (tra queste, quella di Raffaello). L'immagine che ricevevano della Domus Aurea così stravolta dalla quasi completa muratura degli ambienti, era quella di grotte: da qui deriva appunto, il termine grottesche per indicare le pitture della Domus.

Degno di nota è l'ambiente ottagonale. Esso è coperto da una cupola aperta. Le pareti sono quasi inesistenti, aperte in porte ampissime e disposte in maniera radiale. La sala absidata (17) è un grande ninfeo a cui giungeva acqua corrente attraverso un canale che passava per il corridoio attraverso un arco inclinato.

La Domus Aurea, rimasta chiusa per moltissimi anni a causa dei lunghissimi lavori di restauro, e in seguito abbandonata fino agli anni Settanta, è stata aperta al pubblico da poco tempo ed è visitabile solo in minima parte. In questi ultimi giorni parte considerevole delle controsoffittature è crollata disastrosamente privandoci di uno dei più preziosi e meglio conservati capolavori dell'arte romana e forse mondiale.

 

 


Le terme traiane furono costruite in parte sui resti della Domus Aurea, distrutta da un incendio nel 104 d.C. Per rendere solide le fondamenta fu necessario costruire muri e volte di sostegno e riempire completamente la Domus Aurea di terra. Il complesso termale, contrariamente a quanto riportato da alcune fonti, non fu iniziato da Domiziano: esso è un'opera interamente traianea, cominciata dopo il 104 e inaugurata il 22 Giugno del 109 d.C. Queste date sono confermate dai bolli laterizi. L'architetto fu Apollodoro di Damasco, l'autore del foro di traiano. Il complesso è il primo esempio di "grandi terme" in Roma: esso aggiunge infatti al corpo centrale un grande recinto con l'esedra che sarà imitato dalle successive Terme di Caracalla e soprattutto da quelle di Diocleziano. Le parti ancora esistenti sono: un'esedra e una sala biabsidata. Dell'edificio centrale restano: l'esedra della palestra orientale e l'abside di un'aula del lato sud. Al di sotto dell'edificio, verso il lato occidentale, è conservato un ninfeo forse appartenuto alla Domus Aurea.