E' un complesso archeologico di estrema importanza scoperto per caso nel primo ventennio del 1900; fu il regime fascista a provvedere alla creazione dell'area di scavi nel 1926 riportando alla luce quattro templi di età repubblicana. Gli edifici sorgono nella zona del Campo Marzio delimitata a Nord dall'Hecatostylum (il portico delle cento colonne) e dalle Terme di Agrippa; a Sud dagli edifici in relazione con il Circo Flaminio; a Ovest dal complesso costituito dai portici e dal teatro di Pompeo; a Est da una grande piazza porticata, la Porticus Minucia Frumentaria.

Il più a nord è il tempio A che si può attribuire al III secolo a.C., più recente di C. Il tempio subì radicali trasformazioni. Nel suo aspetto attuale, attribuibile all'età pompeiana, si presenta come un tempio periptero canonico con colonne di tufo e capitelli di travertino. Le colonne di travertino attualmente visibili sono da attribuire ad un più tardo restauro. Nel tempio A si può riconoscere o il tempio di Juno Curritis, o quello di Giuturna. E' preferibile l'identificazione con il tempio di Giuturna, sulla base del passo dei Fasti di Ovidio, che ricorda come questo tempio sorgesse in vicinanza dello sbocco dell'Acqua Vergine, cioè delle Terme di Agrippa.

 


 

Il tempio B è a forma circolare, costruito su podio, ha una scalinata solo anteriore, colonne corinzie di tufo con capitelli di travertino; subì importanti rifacimenti. Vicino a quest'edificio ci sono i resti di una statua femminile di marmo greco che rappresenta la divinità a cui era dedicato il tempio. In questo tempio si può riconoscere la Aedes Fortunae Huiusce Diei, la "fortuna del giorno presente".

 


 

Il tempio C è il più antico, ed è un edificio periptero (circondato da colonne) privo di posticum (cioè il colonnato sul lato posteriore), sostituito dal muro di fondo della cella. I muri di questa, in mattoni, e il mosaico pavimentale appartengono ad un restauro domizianeo, eseguito dopo il grande incendio che, nell'80 d.C., distrusse gran parte del Campo Marzio meridionale. Il tempio C può essere attribuito a Feronia, antica divinità italica che aveva un tempio nel Campo Marzio.
Il tempio D (visibile nella foto qui accanto sull'estrema destra) è il più grande, il più meridionale e più recente di A. Attualmente si presenta come un rifacimento tardo repubblicano, interamente in travertino, mentre la fase più antica appartiene probabilmente all'inizio del II secolo a.C. Può essere identificato con il santuario dei Lari Permarini.

 

La storia del complesso cultuale di Largo Argentina è assai complessa e resa più difficile dalla mancanza di seri scavi stratigrafici. Il tempio C era separato dal più tardo tempio A da uno spazio abbastanza ampio, che solo in seguito fu colmato dalla costruzione del tempio B. Questo isolamento degli edifici era sottolineato dall'esistenza di tre aree antistanti ai templi, sopraelevate di alcuni gradini rispetto al terreno circostante, al centro delle quali sorgevano le are. Si tratta quindi di complessi cultuali autonomi.