Romanzo di Nino (I sec. a.C.)
Scoperto da U. Wilchen nel 1893 screditò le teorie cronologiche precedenti e in particolare quella di Rohde. Dai pochi frammenti pervenuti emergono personaggi storici quali Nino, principe assiro, e sua cugina Semiramide. E` costante la presenza di topoi come naufragi o attacchi da parte dei pirati, per giungere, secondo i canoni del romanzo, al lieto fine.

 

Iambulo (I sec. a.C.)
Il suo nome è legato ad un' epitome in cui erano trattati viaggi avventurosi e fantastici avvenuti in area microasiatica. Il titolo del romanzo originale è ignoto.

Le meraviglie al di là di Tule di Antonio Diogene ( seconda metà del I sec. d.C.)
In 24 libri, è caratterizzato da una struttura intricatissima. Ne abbiamo pochi frammenti ed un sommario riportatoci dal patriarca bizantino Fozio. L'ambientazione non è più quella tipica del Mediterraneo, ma le avventure hanno luogo lungo le rotte del grande Nord e quindi l'attenzione di Antonio si rivolge in particolare a culti orfici e pratiche sciamaniche in uso in queste regioni. E' notevole la cura con cui l'autore compila una premessa ad ogni libro dell'opera in cui trascrive le fonti da cui sono state tratte le notizie riguardanti un mondo pressochè sconosciuto (ebbe la stessa preoccupazione nella Naturalis Historia Plinio il Vecchio, forse contemporaneo di Antonio). La struttura è metadiegetica e tanto complessa da giungere in alcuni punti alla presenza di cinque livelli diegetici sovrapposti. Attraverso una finzione documentaria piuttosto esagerata che ricorda molto la "Storia Vera"di Luciano di Samosata, Antonio sostiene che l'opera non sia altro che una lettera di un ufficiale di Alessandro che narra alla moglie il contenuto di un manoscritto rinvenuto a Tiro. La vicenda amorosa non è motore dell'azione, ma solo una delle tante avventure; inoltre le vicende narrate non riguardano due amanti, ma due fratelli che tentano di ricongiungersi, con una evidente deviazione dal topos classico del romanzo. L'interesse principale dell'autore per tutto il romanzo è in ogni caso la trattazione del meraviglioso, degli aspetti fantastici e non delle avventure stesse che passano in secondo piano. Vi è dunque la possibilità dell'esistenza di un filone in cui l'interesse per il fantastico era dominante su ogni altro tema.

 

Storie Babilonesi di Giamblico (forse contemporaneo di Marco Aurelio, 161-180 d.C.)
E' riportato ancora una volta da Fozio. La novità di questo romanzo non è nel tema trattato che riguarda ancora una volta la vicenda di due sposi: Giamblico narra di un Oriente molto poco convenzionale con ambientazioni estremamente innovative; inoltre è predominante l'aspetto macabro che insieme a quello fantastico viene fortemente sottolineato a discapito della componente erotica.

 

Storie Fenicie di Lolliano (11 sec. d.C.)
Lolliano fu probabilmente retore della II sofistica. La sua opera in parecchi libri è un chiaro esempio di letteratura di intrattenimento in uno stile concreto e poco elaborato. E' fortissima la componente erotica, tanto che nel I libro un personaggio racconta la sua prima esperienza sessuale con toni molto poco idealizzati. La presenza di questo genere di narrazione porta a pensare alla possibilità dell'esistenza di un filone di romanzi il cui scopo era descrivere la realtà non in termini idealizzati, ma più fedeli alla vita dell'epoca. La mancanza di altre testimonianze che avvalorino questa ipotesi è dovuta alla censura praticata in età bizantina a causa dell'eccessiva brutalità di tali romanzi. Tuttavia la prosecuzione di questo genere può essere ritrovata nella letteratura latina con Petronio, Apuleio e anche in Luciano.

 

Lucio di Patre (II sec. d.C. ?)
Il suo romanzo, totalmente perduto, fu probabilmente fonte di ispirazione per le "Metamorfosi" di Apuleio e per "Lucio o l'asino" di Luciano di Samosata, anche se non è chiaro l'ordine cronologico dei tre testi nè i rapporti di dipendenza che intercorrono tra essi.