AUTORE
Le notizie su Achille Tazio sono assai scarse. La fonte principale è il lessico bizantino Suda (X sec. d.C.) sul quale è detto "alessandrino" e autore di opere di carattere etimologico e miscellaneo, notizie entrambe non improbabili. Nella medesima voce lessicografica si dice che Achille Tazio si sarebbe convertito al cristianesimo, diventando persino vescovo: non è notizia totalmente da escludere e nemmeno va escluso il fatto che fosse a conoscenza, se non addirittura ammiratore della fede cristiana; senz’altro nel suo romanzo si coglie un influsso di dottrine neoplatoniche e mistiche.

Una seconda testimonianza è quella di Tommaso Magistro, che lo chiama "retore", cioè oratore, avvocato, il che è verosimile, anche se forse la notizia è desunta dalle parti conclusive del romanzo, spiccatamente giudiziali ed oratorie.

LA CRONOLOGIA
Non abbiamo testimonianze a riguardo, ma il romanzo si può datare nella prima metà del II sec. d.C. grazie al "papiro milanese", che criteri paleografici assegnano a tale periodo.

IL ROMANZO
La Suda lo definisce un romanzo erotico. E’ indubbiamente vero, anche se presenta delle differenze rispetto agli altri:

    Il carattere omodiegetico: la narrazione è condotta in prima persona, per cui il racconto si svolge intorno ad un personaggio principale che è anche il narratore, caratteristica che si può ritrovare nelle novelle milesie; affinità con i caratteri della "fabula milesia" presenta anche il personaggio della presunta vedova Melite.

    I personaggi: la figura di Clitofonte non è idealizzata, non ha quindi qualità che possano suscitare la lode o l’ammirazione del lettore; non si può parlare di parodia dell’eroe romanzesco, ma semmai del tentativo di Achille Tazio di essere vicino alla realtà e di osservarla talora con sorridente disincanto, grazie al suo spirito curioso, analitico, non portato alla idealizzazione.

  1. La frequenza di γνῶμαι, ἐκφράσεις, excursus, discussioni dottrinarie, orazioni e dibattiti giudiziari che evocano le controversiae delle scuole di declamazione, ampi soliloqui dei personaggi, che evocano le monodie euripidee.
    Inoltre l'impiego indistinto e privo di intenti moraleggianti di generi narrativi minori come favola, eziologia, novella, aneddoto, che è prova sia della connotazione più comica e più "realistica" del romanzo, sia della tendenza enciclopedica di Achille Tazio e del piacere dell’affabulazione. Pertanto l' autore è osservatore tanto della natura umana, quanto di quella del mondo; e se a noi moderni certe sezioni possono sembrare datate, quasi pause forzate che nuocciono alla levità del racconto, dovevano essere molto gradite invece ai lettori del tempo, oltre che , naturalmente, ai lettori medievali e bizantini.

  2. Lo stile: è sempre stato lodato dagli antichi come dolce, semplice; i periodi sono brevi, musicali, ma l'apparente semplicità è frutto di colta e studiata abilità retorica, evidente nel ricorrere costante di antitesi, parallelismi, chiasmi, omoteleuti, γνῶμαι...
    Il romanzo è volutamente privo di elementi nobilitanti come i richiami epici, mitici o storiografici; è invece ricco di situazioni da commedia e, come si è già ricordato, inserisce narrativa "minore" popolare, risultando particolarmente multiforme e disarticolato in mille inserzioni e aperture collaterali.

  3. Il rapporto con i modelli e con il genere romanzesco: Achille Tazio si distacca dai modelli letterari e dai topoi romanzeschi in modo persino spregiudicato. Basti osservare come vengono affrontati alcuni temi caratteristici: la castità, la fedeltà, la prova della verginità, la figura del rivale, la morte apparente (inserita ben tre volte nella vicenda), la magia...

In conclusione, si può affermare che Tazio opera un gioco disincantato sulle convenzioni romanzesche, che si attua in uno scarto iniziale rispetto alla norma, destinato poi a risolversi in modo originale nell' ambito della convenzione stessa. L’opera appartiene alla fase post sofistica e si configura come un "laboratorio di scrittura", l’autore gioca con sicurezza con i generi e con i meccanismi della neoretorica del II secolo d.C., con spiccata metaletterarietà.

INTRECCIO
I LIBRO Il narratore giunge a Sidone in seguito ad un naufragio e si reca al tempio per offrire un sacrificio di ringraziamento. Qui incontra un giovane, che si presenta col nome di Clitofonte e inizia a narrare la sua storia. Abitante di Tiro, si era innamorato di Leucippe, figlia di suo zio Sostrato di Bisanzio, ospitata in casa sua a causa della guerra mossa a Bisanzio dai Traci. Il cugino Clinia lo consiglia sull'arte amorosa, ma viene interrotto dalla tragica notizia della morte del giovinetto suo amante, durante una cavalcata. Seguono i lamenti funebri del padre del ragazzo e di Clinia. Clitofonte inizia il corteggiamento della fanciulla.

II LIBRO Clitofonte con l'aiuto del fidato servo Satiro, riesce finalmente a vincere le resistenze di Leucippe. Egli tuttavia era promesso alla sorellastra Calligone, mentre Leucippe aveva suscitato l'amore del giovane bizantino Callistene. Per ottenerla, questi decide di rapirla, ma per errore trascina via con sé Calligone. Dopo qualche tempo, i protagonisti stabiliscono un convegno notturno, ma trovano come ostacolo il servo di Leucippe Conope e la madre Pantea. I due amanti fuggono insieme a Satiro e a Clinia. Si imbarcano e durante la navigazione conoscono il giovane Menelao.

III LIBRO Scoppia una tempesta, a seguito della quale apparentemente solo Leucippe e Clitofonte sono sopravvissuti. Ritornati sulla terra ferma, si imbarcano di nuovo, e viaggiano verso Alessandria lungo il Nilo. Catturati in un assalto dai predoni, Clitofonte viene presto lberato dai soldati; Leucippe invece, è stata già portata via per essere sacrificata. La notte, Clitofonte assiste impotente all'uccisione dell'amata e tenta il suicidio per il dolore. Lo fermano Menelao e Satiro, che gli rivelano che in realtà Leucippe non è morta, grazie ad uno stratagemma da loro architettato. Nel frattempo, l'assalto decisivo dell'esercito contro i predoni viene rimandato a causa di un infausto presagio.

IV LIBRO Lo stratega dell'esercito, al quale si sono uniti, si innamora di Leucippe; ella, però, riesce a tenerlo lontano, finchè egli non trova la morte in battaglia. Intanto un altro suo spasimante, cercando di conquistarla con un filtro d'amore, le causa un'improvvisa follia. Clitofonte riesce a guarirla grazie all'antidoto fornito da uno sconosciuto, Cherea. Finalmente i predoni vengono sconfitti e il Nilo torna navigabile.

V LIBRO Cherea, segretamente innamorato di Leucippe, decide di rapirla durante una gita a Faro. Durante l’inseguimento, Clitofonte assiste alla sua decapitazione e ne raccoglie dal mare il corpo. Tornato ad Alessandria, dopo qualche tempo, incontra per caso l’amico Clinia: egli infatti non era morto nel naufragio, ma quando era tornato a Tiro aveva saputo che il padre di Leucippe l’aveva concessa in sposa a Clitofonte. Informa inoltre il giovane che Sostrato stava per giungere lì ad annunciargli la felice decisione. Clitofonte è disperato e Satiro, Menelao e Clinia gli consigliano di sposare Melite, una ricca vedova perdutamente innamorata di lui. A malincuore egli accetta, a patto che il matrimonio non venga consumato prima dell’arrivo a Efeso, per non mancare alla memoria di Leucippe. Ad Efeso, Melite affranca una schiava di origini libere, ridotta in terribili condizioni dall’amministratore Sostene, che viene licenziato. Mentre continua a respingere la moglie, Clitofonte viene a sapere che quella schiava è proprio Leucippe, che lo accusa di esserle stato infedele. Intanto Melite manda nei campi Leucippe per procurare un filtro d’amore per Clitofonte. Improvvisamente però, si ripresenta il marito di Melite, Tersandro, scampato in realtà al naufragio. Clitofonte viene imprigionato nella casa. Melite lo fa fuggire, solo dopo averlo convinto a concedersi a lei.

VI LIBRO Clitofonte fugge travestito da Melite. Sostene intanto, per vendicarsi di Melite, rapisce Leucippe e decide di affidarla al padrone Tersandro per allontanarlo dalla moglie, ma mentre lo conduce dalla ragazza, incontra Clitofonte e lo rinchiude in prigione. Giunto presso Leucippe, Tersandro cerca di conquistarla ma ella lo respinge commuovendolo. Melite placa il marito sostenendo che Clitofonte non è il suo sposo ma è solo un ospite e che anzi ha per moglie Leucippe. Per avere una conferma Tersandro torna dalla fanciulla che resiste al suo tentativo di farle violenza.

VII LIBRO Tersandro in preda all’ira lascia Leucippe, avendo compreso che non sarebbe mai riuscito a possederla. Escogita quindi di mandare in prigione da Clitofonte un uomo che gli faccia crederere che Leucippe sia morta per mano di Melite. Egli si dispera e, in vista del processo, decide di accusare se stesso e Melite sia di adulterio sia di omicidio. Così avviene; Clinia cerca inutilmente di discolparlo davanti al tribunale. Melite, a dimostrazione della propria innocenza, mette a disposizione la sua ancella perché testimoni sotto tortura e vuole che anche Tersandro faccia lo stesso con Sostene. Questi fugge immediatamente a Smirne, ma per errore lascia aperta la capanna dove era rinchiusa Leucippe. Dal momento che anche Sostene risulta scomparso, Clitofonte viene accusato della sua morte. Il giovane viene quindi condannato alla tortura e alla morte. In quel momento, però, giunge una processione di Bizantini, grati ad Artemide per aver vinto la guerra. Fra loro si trova anche Sostrato e la condanna di Clitofonte viene dunque sospesa. Intanto il sacerdote della dea annuncia che una fanciulla si è rifugiata nel tempio e Sostrato, giunto lì, riabbraccia la figlia Leucippe.

VIII LIBRO Clitifonte, liberato, è ospite del sacerdote e qui narra a Sostrato tutta l’avventura, fin dalla fuga da Tiro e sottolinea l’intatta verginità di Leucippe. Dopo alcuni giorni, riaperto il processo, Tersandro pronuncia un discorso in cui si lamenta del fatto che Clitofonte sia ancora vivo e che, pur essendo un assassino (Sostene è ancora introvabile ), sia stato ospitato dal sacerdote nel tempio. Questi lo accusa di empietà e di essere lui stesso il vero uccisore di Sostene. Tersandro chiede che vengano messe alla prova la verginità di Leucippe e la fedeltà matrimoniale di Melite, lasciando il giudizio al dio Pan e alla dea Artemide. Gli oracoli risultano entrambi favorevoli, così Tersandro è costretto a fuggire, condannato all’esilio, dopo che anche Sostene è stato catturato. Leucippe racconta come sia sopravvissuta alla decapitazione dei predoni di Cherea e Sostrato spiega come Calligone abbia sposato il rapitore Callistene, lasciando così Clitofonte libero da ogni promessa. Leucippe e Clitofonte salpano per Bisanzio dove si uniscono in matrimonio.

LIVELLI DIEGETICI
Narratore onnisciente eterodiegetico

Il narratore incontra Clitofonte
  • ἔκφρασις su Sidone
  • ἔκφρασις sul fregio del tempio

Narrazione di Clitofonte

  • excursus di Clinia contro le donne e sull'amore
  • ἔκφρασις sul cavallo di Caricle
  • ἔκφρασις con descrizione del giardino
  • excursus sull'amore in natura
  • excursus sul dio Dioniso
  • excursus sulla porpora
Conope narra la favola del leone e dell'elefante
Satiro narra la favola della zanzara e del leone
  • ἔκφρασις sui πάθη di Leucippe
  • Agone sull'amore omosessuale ed eterosessuale
  • ἔκφρασις sui quadri di Andromeda e Prometeo
  • Analessi: Menelao racconta l'inganno delle viscere
  • excursus sul mito della Fenice
  • excursus sul cavallo del Nilo
  • excursus sulle proprietà terapeutiche dell'elefante
  • ἔκφρασις su Alessandria
  • ἔκφρασις sul mito del tessuto di Filomena
  • Analessi: Clinia racconta come è scampato al naufragio
  • excursus sulle lacrime delle donne
  • excursus su ira e amore
L'uomo scelto da Tersandro racconta l'assassinio di Leucippe
  • excursus sulle ferite inferte all'anima
  • Analessi: Viene raccontata la fuga di Leucippe dalla capanna di Tersandro
  • ἔκφρασις sulla zampogna e sul mito di Pan
  • Agone: discorsi di accusa e di difesa di Tersandro e del sacerdote davanti al tribunale
  • ἔκφρασις sul mito di Eutinico e Rodopi
  • Analessi: innamoramento di Calligone e Callistene