KATERINI

Un breve compendio sulla religione greca

Katerini è il villaggio da cui si ha una magnifica visione del monte Olimpo, ritenuto la dimora degli dei.

Introduzione Divinità olimpiche Concezione del mondo
Sacrifici Sacerdoti L'oltretomba
Etica Influssi di altre civiltà Conclusione

 

INTRODUZIONE
La religione greca ha origini antichissime. Fin dall’età preistorica, prima ancora di emigrare nella penisola balcanica che assunse il nome da loro, gli Ellenici adoravano gli dei celesti, cioè gli dei che vivevano in cielo, ma che li seguivano per proteggerli.

La popolazione autoctona della penisola balcanica venerava, presumibilmente, gli dei legati alla terra, come tutti i popoli agricoli primitivi.
La religione degli invasori ebbe il sopravvento, tuttavia assunse alcune delle caratteristiche della religione del popolo natio, in particolare si può notare che gli dei hanno caratteristiche antropomorfizzate.

 

CONCEZIONE DEL MONDO
All’origine di tutto vi era il caos (in greco = baratro, abisso). Da questo stato primordiale e informe, sorse progressivamente il cosmo.

Innanzitutto si formò il Tartaro, luogo delle tenebre e della notte; poi sorse la terra, Gea, e da lei nacquero il cielo, Urano, e il mare, Ponto.
Dall’unione della terra e del cielo nacquero poi Crono e Rea. Dall’unione di questi ebbero origine Zeus, Era, Poseidone, Demetra ed Estia.
Crono divorava i suoi figli temendo che avrebbero potuto detronizzarlo, ma dopo la nascita di Zeus, Rea decise di porre fine a questi sacrifici. Diede a Crono una pietra, questo la inghiottì senza rendersi conto dell’inganno. Quindi Rea nascose il piccolo dio a Creta dove fu cresciuto dalla capra Amaltea cui Zeus fece dono della Cornucopia. Diventato grande spodestò il padre e gli fece riportare in vita i fratelli. Crono venne soccorso dai fratelli Titani, ma Zeus ebbe la meglio e li confinò nel Tartaro, mentre seppellì nelle isole vulcaniche i Giganti, che tentarono anch’essi la scalata all’Olimpo.
La religione greca concepiva il mondo come diviso in tre parti: il cielo e la terra, il mare e il mondo sotterraneo. Il primo era governato da Zeus, il secondo da Poseidone, il terzo da Ade.

 

LE DIVINITA’ OLIMPICHE
Le divinità olimpiche, cioè che risiedevano sul Monte Olimpo, erano dodici.


Testa colossale di Zeus, risalente al II secolo a. C.

ZEUS: Divinità principale dei Greci era il capo e sovrano dell’Olimpo. Egli era dio del cielo e dei fenomeni celesti, aveva vari appellativi: KERAUNOS, cioè che dispone del tuono, POLIEUS, cioè quando presiedeva l’ordine politico, HORKIOS, cioè come tutore dei giuramenti e dei patti, KTESIOS, cioè come dispensatore della proprietà, HERKEIOS, come patrono della casa e della famiglia, XENIOS, come protettore degli ospiti e degli stranieri, HIKESIOS, come protettore di coloro che chiedono aiuto.
Il principale tempio di Zeus si trova ad Olimpia, nel Peloponneso. Nella cella (NAOS) di questo celeberrimo tempio era custodita una statua della divinità in oro ed avorio (CRISOELEFANTINA) alta più di 13 m., ad opera di Fidia.

ERA, dea della terra, ricevette l’appellativo di BOOPIS (dagli occhi bovini). Costei era molto gelosa nei confronti del marito e fratello Zeus. Era aveva anche la funzione di protettrice del matrimonio, della maternità e della famiglia. Il tempio a lei dedicato è l’herarion, il più antico fra i templi greci conosciuti, risale, infatti, al 716 a.C..

POSEIDONE, detto HIPPIOS (signore dei cavalli), era il patrono dei pescatori e da lui dipendevano la sorte dei naufraghi, i terremoti e le tempeste marine. Il simbolo della sua potenza era il tridente, forgiatogli dai Ciclopi suoi figli. Il più celebre tempio di Poseidone si trova in Attica a Capo Sunio e risale al V sec. a.C..

ARES era il dio della guerra, figlio di Zeus ed Era, egli era il padre di PHOBOS, il Timore, e DEIMOS, lo Spavento, che lo seguivano ovunque.


Afrodite di Milo, del III secolo a.C.

Amante di Ares era AFRODITE, dea dell’amore e della bellezza. Secondo Esiodo nacque dalla spuma del mare vicino all’isola di Cipro, da cui derivò l’appellativo di Ciprite. Afrodite era sposa di Efesto, ma poi preferì unirsi ad Ares, da cui ebbe un figlio: EROS.

DEMETRA, dea della fertilità, dell’agricoltura e dei frutti della terra. Madre di Persefone, si vide strappare la figlia da Ade, che le diede il permesso di frequentarla per sei mesi l’anno. In questi sei mesi la dea era felice e la stagione rispecchiava il suo animo, quindi primavera ed estate; quando la figlia raggiungeva il marito negli inferi diventava sempre più triste, autunno e inverno. Questa leggenda è contemplata nei Misteri Eleusini. Demetra, infatti, quando era alla disperata ricerca della figlia, rapita da Ade a sua insaputa, fu ospitata ed aiutata dal re di Eleusi e per ricompensarlo aveva insegnato a suo figlio Trittolemo il modo per fare il pane.

APOLLO, figlio di Zeus e di Latona, aveva due epiteti: IATROS (medico); AGYIEUS, cioè protettore della strada e delle case. Apollo è una delle divinità più complesse dell’Olimpo: egli era dio della morte e della luce, della legalità e dell’ordine, del diritto, della pace, della purezza dei costumi, ma era anche dio dell’armonia, inventore della lira, custode delle arti, signore delle Muse. Il suo tempio si trova a Delfi dove dava gli oracoli tramite la Pizia, o pitonessa, cioè la sacerdotessa.


Gruppo raffigurante Afrodite, Eros e Pan, risalente
al II secolo a.C.

ARTEMIDE, sorella gemella di Apollo secondo alcuni, secondo altri era figlia di Demetra. Era infatti considerata triforme: in cielo era Selene, in terra Artemide e negli inferi Persefone. La prima ipotesi è la più accreditata. Artemide, la vergine della caccia, dalla glaciale bellezza e simbolo di castità era un amazzone. Circondata dalle sue Ninfe servitrici, regnava sui boschi, paludi e sorgenti. Il tempio a lei dedicato si trova a Efeso ed è considerato per la sua bellezza e imponenza, nonché per le sue dimensioni, una delle sette meraviglie del mondo.

ERMES era invece il messaggero degli dei, nonché protettore dei viandanti, dei mercanti, dei pastori, degli oratori e dei ladri. Era figlio di Zeus e Maya. Il suo epiteto era PSYCOPOMPO, accompagnatore delle anime, in quanto conduceva le anime dei defunti verso l’Oltretomba.


Copia romana dell'Athena Parthenos di Fidia.

Un’altra dea olimpica era ATENA figlia prediletta di Zeus, nata dal suo cervello, era infatti la dea della saggezza e della scienza. I suoi epiteti erano PALLADE e GLAUCOPIDE (dagli occhi lucenti). A lei era dedicato il Partenone, ad Atene (in greco parthenos significa vergine) realizzato nell’età periclea (444-429 a.C.).

EFESTO, figlio di Zeus ed Era e fratello di Ares, era considerato il dio del fuoco e della metallurgia, era quindi il fabbro degli dei.

ESTIA, figlia di Crono e Rea, era la dea del focolare domestico e protettrice della pace familiare e veniva venerata nel focolare domestico.


ALTRE DIVINITA’ DI RILIEVO:

ASCLEPIO
dio della medicina, figlio di Apollo e Coronide, figlia del re dei Lapidi.
DIONISO o BACCO, dio del vino e della vegetazione, era figlio di Zeus e Semele.
ERIS, sorella di Ares, era la personificazione della discordia, di cui ricordiamo la storia della mela d’oro causa della guerra di Troia.
ADE, signore del regno dei morti, aveva due epiteti: POLIDEKTES e POLIDEGMON (colui che riceve molti ospiti).
PERSEFONE figlia di Zeus e Demetra, sposa di Ade, era la regina degli inferi e dea della vegetazione.
ELIOS era figlio del titano Iperione e di Theia, e fratello di EOS e SELENE, il dio del sole. Il suo cammino è preceduto da Eos, dea dell’aurora, e seguito da Selene, dea della luna.
NIKE era invece la dea della vittoria in guerra e negli agoni sportivi e musicali.
URANO, padre dei titani e Crono, che lo detronizzò, era il dio del cielo.
GEA, la terra, madre e sposa di Urano, era progenitrice di tutte le divinità.
CRONO, dio del tempo, dopo essere stato detronizzato dal figlio e relegato nel Tartaro, si riconciliò con questo e divenne padrone dell’isola Beata, nonché custode del tempo.
ERACLE, figlio di Zeus e Almena, era la personificazione della temerarietà e della forza. Egli dovette subire le dodici fatiche impostegli dalla matrigna Era:

  1. strangolare il leone;
  2. uccidere l’Idra di Lerna a nove teste;
  3. catturare la cerva di Crimea;
  4. cattura del cinghiale di Erimanea;
  5. uccidere gli uccelli rapaci di Stinfalo;
  6. pulire in un solo giorno le immense stalle del re Augia;
  7. catturare il Minotauro di Creta;
  8. catturare le cavalle di Diomede;
  9. conquista della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni;
  10. rubare i tori del Gigante Gerione dai tre corpi;
  11. conquistare i pomi dorati delle Esperidi;
  12. catturare il cane Cerbero, guardiano degli inferi.

 

I SACERDOTI
Nella maggior parte delle città avevano costruito templi e templi, e i sacerdoti acquisivano maggior importanza. Questi addetti alla cure della casa degli dei erano gli unici a poter entrare nella cella, dove era custodita la statua del dio. I sacerdoti erano quelli che interpretavano gli oracoli. Facevano i sacrifici, esaminavano le viscere degli animali, il volo degli uccelli e i movimenti delle foglie, per prevedere il futuro.

I SACRIFICI


Cratere a colonnette, raffigurante un sacrificio ad Ermete.

I Greci per chiedere aiuto alle divinità, per placarle, o per ingraziarsele, erano soliti compiere dei sacrifici o delle offerte. Quando venivano sacrificati degli animali una parte delle carni veniva bruciata, un’altra distribuita gratuitamente al popolo.


L’OLTRETOMBA

Ad ovest della terra, tra le correnti dell’oceano, sorgeva l’Ade, il mondo sotterraneo abitato dalle divinità dei morti. Il regno degli Inferi era circondato da mura di ferro, con portali anch’essi in ferro attraverso i quali Ermes Psycopompo, con la sua verga d’oro, accompagnava i defunti.

Per entrare nell’Oltretomba i defunti dovevano essere stati sepolti, perché in caso contrario l’anima avrebbe dovuto vagare senza pace per cent’anni. Superate le porte degli Inferi, i defunti varcavano le acque dello Stige, il fiume dell’Ade. Quest’ultimo sfociava a sua volta nel Cocito (un fiume importante figura tra quelli dell’oltretomba: il Lete dove le anime dei morti si tuffavano per dimenticare la loro vita passata). Dal Cocito si giungeva poi al lago Acheronte. Qui vi era Caronte il vecchio barcaiolo che traghettava i defunti che avevano ricevuto sepoltura, ai quali era stato posto in bocca un oblo di bronzo, con cui pagare il pedaggio. Sulla riva opposta del lago viveva Cerbero, il cane dalle tre teste che sorvegliava il regno dei morti. In seguito le anime buone venivano condotte nei Campi Elisi, mentre quelle cattive nel Tartaro a scontare pene atroci, ne ricordiamo due: una fu quella di Sisifo, leggendario fondatore di Corinto, perfido e avaro, fu condannato a spingere sulla cima di un monte un enorme macigno che, in prossimità della cima, rotolava inesorabilmente verso il basso, da cui l’espressione "fatica di Sisifo", cioè fatica inutile; l’altra quella di Tantalo, re dell’Asia Minore e figlio di Zeus. Abusando dell’ospitalità di Zeus, rubò il nettare divino durante un banchetto a cui era stato invitato, per offrirlo in un banchetto di mortali, fu quindi costretto a soffrire la fame e la sete, pur essendo circondato da magnifici frutti che ad ogni suo tentativo di afferrarli si ritiravano, proprio come l’acqua in cui era immerso fino al mento.

 

L’ETICA
Le principali virtù morali per i Greci erano la SOPHROSYNE, cioè l’equilibrio, e l'EUSEBEIA, ovvero la devozione e il timore divino. Invece il peccato più grave di cui ci si poteva macchiare era l'HYBRIS, ovvero la superbia, l’arroganza, l’orgoglio che non rispettava le leggi umane e divine. Nella maggior parte dei casi la causa dell’hybris era il benessere, perché da esso derivavano la presunzione e, quindi, l’abbagliamento.

Un’altra colpa molto grave era l'ASEBEIA, ossia l’empietà, il comportamento contrario alle leggi morali. Essa era considerata come un sacrilegio nei confronti delle leggi divine e un’esplicita violazione delle leggi umane.

LA PREDESTINAZIONE
:
La Moira (il Fato) era il destino, l’entità suprema che decideva l’andamento della vita di chiunque. Gli dei non le si potevano opporre, ma potevano ritardarla o mitigarla.

Al mito della predestinazione appartengono altre divinità: le Parche, che erano tre, Cloto, colei che tesseva la vita; Lachesis, che dava a ciascuno ciò che gli spettava; Atropo, che tagliava il filo della vita.

 

INFLUSSI DI ALTRE CIVILTA’
La religione greca subì in particolar modo l’influsso della civiltà egizia, ad esempio nel mito di Iside, dea dell’abbondanza e della fertilità.

I Greci, inoltre, tendevano a far propri gli dei delle popolazioni che sconfiggevano, le quali "ricambiavano" importando gli dei greci.

 

CONCLUSIONE
La religione greca si basava in particolar modo sulla natura. Essa, infatti, era per i popoli antichi motivo di mistero, di ammirazione e di riverenza; possiamo quindi dire che gli dei furono "inventati" per spiegare i fenomeni naturali e solo in seguito assunsero caratteri morali e concetti (Nike, Eris, Estia). In base a ciò possiamo dire che la classe che presiedeva alla religione, i sacerdoti, e che quindi aveva l’esclusiva di poter comunicare con la divinità, poter interpretare e volgere a suo piacimento il responso. Con l’avvento della religione cristiana che tende a pianificare tutte le classi su un piano morale, la religione greca ha avuto un calo inesorabile, lasciandoci però varie testimonianze culturali, letterarie e architettoniche di gusto raffinato e squisita fattura.

 

BIBLIOGRAFIA