Nella nostra analisi della Phèdre abbiamo seguito i nuclei tematici proposti da
Orlando nella sua lettura in chiave psicanalitica della tragedia di Racine.
1. Il perché di una scelta di metodo
Che cosa il nome di Freud e la psicanalisi hanno a che fare con la
lettura di una grande opera poetica?
Né la biografia dell'autore, né la psicologia della sua creazione possono essere
decisive per la comprensione di un opera perchè l'opera non è un discorso che l'autore
rivolge a sé ma ad altri.
La Phèdre è un messaggio che va da un destinatore (Racine) a dei destinatari.
In quel messaggio, che è il testo, un destinatore scomparso da secoli continua ad
incontrarsi all'infinito con i destinatari che si avvicendano sempre; la sola costante è
il messaggio e il messaggio deve essere spiegato.
La psicanalisi servirà a farci comprendere meglio un oggetto fatto di parole.
Freud, realizzando la scoperta dell'inconscio, ha denunciato un linguaggio là dove non se
ne sospettava l'esistenza (lapsus) e lo ha decifrato dove era indecifrabile (sogni).
L'inconscio parla attraverso fenomeni nevrotici usi involontari del più normale
linguaggio umano, la parola fa parte di questa logica coerenza in quanto su di essa si
basa la terapia freudiana, e lo stesso Freud
analizza il motto di spirito incentrando l'interesse sul significante anche
indipendentemente dal significato.
Francesco Orlando si chiede in che misura il linguaggio poetico abbia qualcosa da spartire
con l'inconscio.
2. La definizione della negazione
freudiana
L' importanza della componente linguistica viene analizzata nel saggio di Freud che illumina sul significato
speciale che può assumere nella psicanalisi
un fenomeno di lingua come la negazione.
L'autore precisa il significato del concetto freudiano di rimozione: essa è l'operazione
mediante la quale un individuo cerca di respingere dall'io cosciente o di mantenere
nell'inconscio un contenuto di immagini, pensieri, ricordi legato ad una pulsione.
Un contenuto di immagini o pensieri rimossi può penetrare nella coscienza sotto
condizione che si lasci negare. La negazione è un modo di prendere coscienza del rimosso,
è una soppressione ma non è accettazione del rimosso. La negazione si attua se un
desiderio, una passione è inconfessabile perché una ragione (morale, politica,
religiosa) impedisce di accettarla dall'io cosciente.
Unico modo di confessare ciò che è inconfessabile è negarlo che corrisponde
all'espressione letteraria del non mi piace, che è la manifestazione
linguistica del fenomeno: dividendo in due parti l'espressione non mi piace
:
non corrisponde alla non accettazione del rimosso (rimozione)
mi piace invece rappresenta la soppressione della rimozione (rimosso).
3. Il modello della negazione
freudiana e la Phèdre
L'argomento della Phèdre è ardito: un'amore adultero e incestuoso provoca come
conseguenza una calunnia che condanna a morte un innocente.
Ciò sarebbe inoffensivo se il personaggio fosse presentato come odioso, invece nella
Phèdre è inevitabile simpatizzare con la protagonista e identificarsi con lei.
Lo scandalo della Phèdre consiste nell'identificazione emotiva con Fedra a cui il poeta
aveva voluto che lo spettatore non sfuggisse.
Si dirà che i diritti morali sono salvaguardati da una catastrofe tragica che punisce il
male; e non poteva essere diversamente perché per Racine l'arte deve ispirare virtù. Ma
il rapporto spettatore personaggio non si esaurisce nella condanna morale. Se i contenuti
(incesto, adulterio, calunnia) sono moralmente e socialmente inaccettabili avremo
complicità fittizia e un'accettazione provvisoria che ricorda il concetto di negazione
freudiana .Cosa succede sotto lo schermo della finzione poetica?
Il modello della negazione freudiana è applicabile ai rapporti:
Messaggio/destinatore: in questo rapporto l'individuo Racine condanna i contenuti mentre l'autore nel testo solidarizza con l'illecito. Lo schermo della poesia ha permesso il modello della negazione e la proiezione e la sublimazione dei conflitti più profondi dell'autore stesso. La finzione poetica dunque rappresenta il NON attraverso cui l'autore ha potuto dire certe cose.
Messaggio/destinatario: la stessa analisi del punto 1. si può ritrovare qui. E' anche vero che la fruizione dell'opera d'arte è influenzata dal periodo storico, ma sono costanti alcune reazioni del destinatario nei confronti del testo.
Al posto di rimozione/rimosso verranno ora utilizzati i termini
repressioni/represso che per la loro genericità possono essere applicabili alla
dimensione sociale.
L'incesto è secondo la teoria freudiana del complesso di Edipo l'oggetto del divieto per
eccellenza. Sia la psicanalisi che l'antropologia pongono nel divieto dell'incesto il
fondamento della civiltà. Nel testo viene portato in primo piano l'amore proibito ma
Fedra porta in sé un istanza sovversiva perché il suo desiderio si rifiuta di lasciarsi
subordinare a mete sublimate (cosa necessaria per la civiltà).
Il desiderio di Fedra non ha limiti, è integrale, assoluto, gratuito, fine a se stesso,
è perverso nel significato che Freud da alla parola.
La repressione sociale viene interiorizzata col solo esito possibile: la morte. La voce
della repressione non è meno forte del represso.
Non corrisponde alla non accettazione del represso (repressione) che
equivale alla finzione poetica.
Mi piace corrisponde alla soppressione della repressione (represso) che
equivale alla solidarietà con i contenuti non conformi all'ordine costitutivo.
Secondo questo modello l'arte corrisponde al represso reso fruibile. La poesia quindi si
presta come voce per tutto ciò che resta soffocato dal mondo così com'è . La poesia è
da un lato conservatrice (ritorno del represso reso innocuo dalla sublimazione e dalla
finzione) dall'altro è invece sovversiva (questo represso è infatti reso fruibile). Il non
rappresenta la non accettazione del represso, cioè la repressione (che equivale
alle negazioni simboliche).
Mi piace invece è la soppressione della repressione, cioè il represso
(ciò che costituisce il desiderio di Fedra).
Il complesso delle negazioni simboliche ha grande importanza ed è più imponente e ricco
che non l'espressione del desiderio di Fedra, anche se il desiderio tanto più è negato
tanto più si afferma con forza.
4. Il problema storico del mito e le negazioni
simboliche
Lobbiettivo del discorso è, quindi, individuare nel testo della Phèdre tutte
le possibili negazioni simboliche rispondenti al modello della negazione freudiana
espresso nei termini di repressione/represso che sono secondo Freud i termini della
dialettica della civiltà.
Ciò porterà a vedere come il linguaggio abbia qualcosa da spartire con la logica
dellinconscio.
Si ricercherà dunque nel testo una coerenza simbolica: il concetto che simboli
assai diversi tra loro possono contenere raporti di equivalenza o di opposizione non
facilmente ravvisabili dalla coscienza, eppure certi.
Il rapporto di negazione esiste parallelamente nella coscienza morale del singolo
personaggio e nel mito che egli ha alle spalle.
Il mito è lo scandalo dellirrazionale. Racine trasfigura gli scandali mitici
insensati in uno scandalo maggiore, ma dotato di senso: lo scandalo dellarbitrio
divino e della predestinazione umana.
Il mito contribuiva a neutralizzare il ritorno del represso nellopera darte.
Fedra, se non fosse stata nel mito, avrebbe creato problemi di ordine morale
5. Un sistema di negazioni simboliche
A questo punto, riteniamo opportuno presentare al visitatore di questa pagina alcuni
esempi delle negazioni simboliche ritrovate da Francesco Orlando nella tragedia raciniana.
Allinterno delle negazioni simboliche si riassumono la tematica della tragedia e
quindi, in concreto, il testo. Nella sua analisi delle negazioni Francesco Orlando
distingue due piani:
Repressione |
oblio |
Represso |
mito |
L'oblio che Teseo invoca sul mito tragico di Fedra si propone come la prima negazione simbolica ben riconoscibile nella Phèdre. Ma la repressione (oblio) non vince perchè altrimenti lopera non esisterebbe.
repressione |
Eroe |
Re |
represso |
mostri preistorici |
parenti ribelli |
Se la razionalità repressiva avesse potuto prevalere sul represso, in luogo
dellopera non ci sarebbe che silenzio. Ma lopera esiste e parla di mostri
morali e fisici. Il mito = represso è propriamente linsieme degli aspetti di essa
dove si manifestano i mostri fisici.
Una negazione è quella che corrisponde al tema delle gesta di Teseo; in essa i mostri
figurano come un represso soccombente che leroe civilizzatore ha progressivamente
eliminato dalla terra. Questa violenta razionalizzazione del mondo sembra imparentata con
il consolidamento del potere politico di Teseo(il re elimina i parenti ribelli).
Repressione |
Labirinto |
Minosse |
Represso |
Minotauro |
Pasifae |
Questa negazione simbolica richiama i miti dellisola di Creta, ossia i miti della
famiglia di Fedra.
Il minotauro era da raggiungere nelle profondità del labirinto che lo nascondeva; e
rappresenta il desiderio segreto di Fedra.
Repressione |
mostro marino |
Represso |
corpo di Ippolito |
E la sola negazione in cui un mostro viene prospettato nel presente anzichè nel lontano passato.
Il desiderio represso, incarnatosi attraverso la maledizione di Teseo in un mostro marino, si trasforma qui in repressione.
Passando ora al piano razionale, non mitico, le negazioni simboliche che ritroviamo nel testo sono:
Repressione |
autorità |
Represso |
trasgressione |
Questa prima negazione "razionale" è relativa alla figura di Teseo che, rappresentando l'autorità, condanna la trasgressione. L'eroe sterminatore dei mostri si tramuta nel suscitatore del mostro cioè nel giudice frettoloso e cieco.
Repressione |
Morte di Fedra |
suicidio di Enone |
Represso |
Desiderio di Fedra |
protezione e legittimazione del desiderio |
In questa negazione la morte di Fedra rappresenta la repressione del desiderio e il suicidio di Enone si configura di conseguenza come repressione della difesa e protezione del desiderio di Fedra.