Urano, il settimo pianeta del Sistema
Solare ha un diametro che è quattro
volte quello terrestre e una massa
pari a  14,6 volte quella del nostro
pianeta.

Urano è il settimo pianeta in ordine di distanza dal sole, compiendo attorno ad esso un orbita di 84 anni. Urano rappresenta la mitica personificazione del cielo della cosmologia greca, in quanto origine di tutte le cose.

 

Sebbene sia visibile anche ad occhio nudo come gli altri cinque pianeti noti fin dall'antichità, non fu mai riconosciuto come tale a causa della sua bassa luminosità e della sua orbita particolarmente lenta; venne scoperto infatti soltanto il 13 marzo 1781 da William Herschel. Il pianeta era stato osservato anche prima, ma era stato ignorato perché scambiato con una stella dall'astronomo inglese John Flamsteed. A occhio nudo è appena visibile sotto un cielo buio e terso; in ogni caso anche un modesto binocolo lo rivela come una piccola stella. Si muove intorno al sole a una distanza  circa doppia di quella di Saturno e ha un diametro che è il 45% di questo. Come già detto, impiega 84 anni a percorrere la sua orbita e pertanto si muove molto lentamente sullo sfondo delle stelle: è facile quindi, guardandolo a occhio nudo o con un modesto strumento, anche a distanza di giorni, scambiarlo con una stella. Ma anche attraverso u n piccolo telescopio, con un ingrandimento di almeno un centinaio di volte, Urano mostra un disco che incrementa con l'ingrandimento. Se nello stesso campo di vista vi sono delle stelle, il contrasto tra il disco e l'immagine puntiforme è evidente.

 

Urano facendo parte della famiglia dei pianeti gassosi, ha un sistema di anelli. Come quelli di Giove sono molto scuri, ma possiedono una composizione simile a quella degli anelli di Saturno con particelle di grandi dimensioni che superano i 10 metri di diametro miste a polvere finissima. Ad oggi sono noti 11 anelli, tutti molto deboli; il più brillante è conosciuto col nome di anello Epsilon. Gli anelli di Urano furono i primi ad essere stati scoperti dopo quelli di Saturno. Questa scoperta fu molto importante perché ci permise di capire che gli anelli sono una struttura comune nei pianeti, e non una peculiarità di Saturno.

 

I SATELLITI DI URANO


Oberon è il secondo satellite
di Urano per dimensioni



Titania, il più grande satellite
di Urano in una fotografia
del Voyager 2 che mette
in evidenzia le valli e i crateri
che ne segnano la superficie
di ghiaccio e roccia.


Come molti pianeti del sistema solare anche Urano possiede dei satelliti: quelli noti a noi sono 27, tra questi i cinque principali sono: Ariel, Umbriel, Titania, Oberon e Miranda. Diversamente dalle altre lune dei pianeti del sistema solare i cui nomi sono tratti da personaggi della mitologia greca, i nomi dei satelliti uraniani provengono da opere dei poeti inglesi William Shakespeare ed Alexander Pope. I satelliti di Urano possono essere a grandi linee distinti in due gruppi, i satelliti regolari e gli irregolari, a seconda del tipo di orbita e della loro origine. I cinque satelliti principali, già citati prima, fanno tutti parte del gruppo dei satelliti regolari: similmente a quando accade per la Luna con la Terra essi rivolgono sempre lo stesso emisfero verso la superficie di Urano. I satelliti irregolari,contrariamente al gruppo dei regolari, presentano orbite di maggiori dimensioni, più eccentriche e inclinate rispetto al piano equatoriale di Urano. A questo gruppo appartengono nove satelliti minori: Francisco, Calibano, Stefano, Trinculo, Sicorace, Margherita, Prospero, Setebos e Ferdinando. Si ritiene che questi satelliti, a differenza dei regolari, non si siano formati all'interno del sistema uraniano, ma siano stati catturati, in tempi successivi, dalla forza di gravità del pianeta.

 

 


Come dimostrano le immagini scattate dal Voyager 2,
l'inclinazione dell'asse del pianeta Urano è quasi
perpendicolare all'orbita.

Una particolarità di Urano è la sua inclinazione dell'asse: la maggior parte dei pianeti ruota attorno al proprio asse quasi perpendicolarmente al piano dell' eclittica, mentre l'asse di Urano è quasi parallelo all'eclittica. Al momento dell'incontro con il Voyager 2, il polo sud di Urano era puntato in direzione del Sole. Questo fatto faceva sì che le regioni polari ricevessero maggior radiazione solare rispetto a quelle equatoriali. Urano tuttavia è più caldo all'equatore rispetto ai poli: il meccanismo che dà luogo a questo riscaldamento è sconosciuto. Il motivo ti questa forte inclinazione (rispetto agli altri pianeti del sistema solare), ma è una ipotesi che è stata avanzata, è che il Pianeta abbia avuto una collisione, non centrale, durante la formazione del pianeta stesso, con un altro corpo di massa simile a quella Terrestre di provenienza esterna. Subito dopo la scoperta, diversi osservatori  cominciarono a scrutare il pianeta allo scopo di individuare dei particolari che potessero  fornire indicazioni sulle condizioni fisiche, sulla composizione e sul periodo di rotazione di Urano. Ma il lontano pianeta, che non si avvicina mai alla terra a meno di "soli" 2,6 miliardi di km, si dimostrò subito ostico agli osservatori terrestri. Il fatto è che Urano si trova a una distanza dal Sole circa 20 volte superiore a quella della terra e di conseguenza la luce della nostra stella vi arriva 400 volte più debole: un panorama così scarsamente illuminato non mostra facilmente i suoi particolari. Gli scienziati in generale e gli astronomi in particolare erano consci del fatto che le nostre conoscenze sul pianeta, scoperto da Hershel, sarebbero enormemente aumentate quando la sonda Voyager 2 avrebbe potuto esaminarlo da distanza più ravvicinata. Ma la debole luce del pianeta avrebbe richiesto lunghe esposizioni e rischi di immagini mosse. Per ovviare a tale inconveniente, alcuni ingegneri escogitarono un sistema per far ruotare la navicella intorno a un suo asse in modo da compensare lo spostamento dovuto all'alta velocità e consentire così pose fino a 15 secondi senza rischi di immagini degradate. La prima sorpresa derivò dall'atmosfera di Urano, che apparve priva completamente di dettagli: scrutare Urano era come guardare un oceano senza fondo. Ci si aspettava di ricevere dal voyager 2 immagini di Urano simili a quelle di Giove e Saturno. Invece, alle telecamere della sonda, è apparsa una sfera dalla tinta azzurrino-verdastra quasi completamente uniforme. Grazie a un trattamento alle immagini, nelle regioni equatoriali furono individuate nubi e altre informazioni. Si è scoperto uno strato nebbioso composto prevalentemente da cristalli derivati da goccioline di idrocarburi.