Marte, se osservato con uno strumento amatoriale appare come un disco rosso sul quale si distinguono regioni più chiare e più scure. Quarto pianeta in ordine di distanza del Sole, deriva il suo nome dal dio romano della guerra proprio per il suo colore rosso con cui risulta visibile in cielo |
Marte è il 4 pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole. Appartiene alla famiglia dei pianeti terrestri ed è agevolmente visibile in cielo ad occhio nudo; esso è il settimo pianeta del Sistema Solare in ordine di grandezza. All' osservazione si presenta di un caratteristico color rossiccio, dovuto alla composizione della sua superficie ricca di ossidi di ferro. Il pianeta rosso è noto fin dall'antichità e prende il nome dal dio romano della guerra, forse a causa del suo colore acceso. Marte è sempre stato indicato come il più probabile candidato ad accogliere la vita sulla sua superficie, perché le sue condizioni ambientali sono quelle che più si avvicinano a quelle terrestri, tra
Una rappresentazione artistica del Monte Olimpo che è l'altopiano più elevato del pianeta |
I "canali" fotografati dalla sonda orbitante Mars Global Surveyor. La foto sopra ricopre circa 1500 metri in tutto. |
Marte mostra anche segni che sembrano indicare il flusso di grandi masse d'acqua in un lontano passato : infatti nel secolo scorso vennero osservate sulla superficie del pianeta rosso delle striature scure dette canali, nonché delle macchie scure alla loro intersezione: Giovanni Schiaparelli compì nel 1877 una serie di osservazioni del pianeta approfittando della sua posizione favorevole. Egli tracciò alcune mappe che sembravano mostrare mari e terre, ma soprattutto ipotizzò l'esistenza di canali sulla superficie. Questi ultimi vennero infine interpretati come vie d'acqua strette e irregolari, poi come strutture artificiali navigabili. Tali osservazioni accesero un dibattito sulla possibile natura artificiale dei canali, e quindi l'ipotesi che il pianeta potesse ospitare forme di vita intelligenti, o per lo meno avanzate. Le polemiche cominciarono a smorzarsi con gli studi di un altro astronomo Italiano, Vincenzo Cerulli, che dimostrò come i canali in realtà non erano altro che risultati di un' illusione ottica, determinata dalla tendenza dell'occhio umano a collegare punti separati in modo da dare loro l'apparenza di linee e dai grandi spostamenti di masse di sabbia, spostate dai fortissimi venti che soffiano sul pianeta. Nel 1907 anche Schiaparelli, ammise il suo errore e confermò l'ipotesi di Cerulli, spegnendo così definitivamente ogni polemica. Secondo alcuni scienziati della Nasa invece vi è stata in passato vita, a livello solamente primitivo, batterico, sul pianeta. Sono stati condotti degli studi su alcune strutture microscopiche vermiformi ritrovate in un meteorite proveniente dal pianeta rosso che colpì la terra 13.000 anni fa. Queste strutture, secondo la Nasa, sono quasi certamente dei batteri fossili. La loro presenza sotto la superficie rocciosa dei frammenti di meteorite dimostrerebbe che questi batteri si trovavano sul corpo astrale prima dell'impatto con la Terra. Sempre dallo stesso meteorite si è potuto desumere che su Marte ci sia stata l'acqua.
SI POTRÀ RENDERE ABITABILE MARTE?
L'ipotesi di trasformare Marte in una seconda Terra, grazie a un lungo processo noto come "terraformazione", è futuribile ma al vaglio dei ricercatori. Si ipotizza di mettere a punto macchine che, poste sulla superficie di Marte, producano anidride carbonica. Dopo qualche decennio dalla loro funzione, l'effetto serra farebbe innalzare la temperatura del pianeta tanto da fare evaporare anche l'anidride carbonica contenuta nel suolo. Questo innalzerebbe ulteriormente la temperatura, dando inizio allo scioglimento dei ghiacciai e alla loro evaporazione, che intensificherebbe ulteriormente l'effetto serra. A quel punto, ma saranno pasati migliaia di anni, Marte avrà un'atmosfera simile a quella terrestre e ciò potrebbe permettere l'esistenza di forme di vita simili a quelle del nostro pianeta. Nessun altro corpo del sistema solare ha caratteristiche tali da poter ipotizzare trasformazioni che lo rendano abitabile nel giro di qualche migliaio di anni.