Questa immagine di Venere,
ripresa da Pioneer Venus, mostra
le nubi molto dense che
circondano il pianeta, che impediscono
la visione della superficie
Venere, la familiare stella della sera e del mattino, è il pianeta più  brillante di tutto il Sistema Solare. La sua luminosità supera quella di tutti gli altri oggetti celesti eccettuati il Sole e la Luna. Quando raggiunge la massima luminosità, talvolta, è addirittura visibile a occhio nudo in pieno giorno.

IL PIANETA FRA LE NUBI

Secondo pianeta in ordine di distanza dal Sole, Venere completa la sua rivoluzione ogni 225 giorni. La sua orbita è quasi perfettamente circolare tanto che essa appare come la meno eccentrica di tutte quelle dei pianeti. Contrariamente alle credenze del XVIII secolo, e sebbene assomigli alla terra per dimensioni, massa e distanza dal Sole, Venere è profondamente diverso dal nostro pianeta per l’altissima temperatura (attorno ai 477 C°!!),  pressione superficiale, 90 volte quella della Terra, e per la scarsità di ossigeno della sua atmosfera.

LA SUPERFICIE DI VENERE

La superficie del pianeta ci è totalmente nascosta da nubi; occasionali variazioni nella densità del


Venere visto da Magellano lanciata per
studiare la superficie del pianeta,
impossibile con strumenti tradizionali a causa
delle nubi che lo avvolgono.
 manto atmosferico possono talvolta essere scorte al telescopio; di conseguenza non si può determinare il periodo di rotazione con osservazioni visuali. Le immagini radar rivelano altipiani simili a quelli lunari ed evidenziano grandi aree craterizzate. L’analisi del suolo indica la presenza di rocce di tipo basaltico contenenti una sovrabbondanza di solfuro. La superficie  è cosparsa di ciottoli, mentre è stata riportata un’insignificante traccia di acqua. Non è stato misurato nessun campo magnetico. L’atmosfera di Venere è composta principalmente di anidride carbonica con azoto e ossigeno. Negli strati più bassi dell’atmosfera sono state rinvenute tracce di vapore d’acqua e acido solforico. La struttura delle nubi fu studiata in dettaglio dalla sonda Mariner  10, dai Pioneer Venus, dalle Venera sovietiche e dalla Magellano:  i venti equatoriali producono una rotazione dell’atmosfera esterna, in senso est-ovest, che dura 4 giorni a una velocità di 400 km/h. La causa di questa circolazione è dovuta al riscaldamento solare e non a Venere ce ruota assai lentamente.

La prima mappa radar della superficie di Venere  prodotta da sonde orbitanti mostrò che la maggior parte del pianeta è ricoperto da vaste pianure, sopra le quali, ad un’altezza di alcuni km, si elevano i diversi altipiani. Le due principali regioni elevate sono la terra di Ishtar,  nell’emisfero nord,  e la terra di Aphrodite, nella regione equatoriale. La parte più elevata è costituita dai monti Maxwell, che arrivano ad una quota di 11 km sopra il livello medio della superficie di Venere. Qualunque sia l’effettivo meccanismo di formazione delle montagne su Venere, quasi certamente esso non è collegato alla collisione dei continenti, che sulla Terra ha portato ha portato alla formazione delle Alpi e dell’ Himalaya. Le montagne di Venere sembrano piuttosto essere in relazione con la risalita della lava e con i fenomeni di vulcanesimo. Quando nel 1978 venne lanciata la Pioneer Venus, i responsabili del progetto stimarono che avrebbe funzionato per due anni: pochi si aspettavano che avrebbe funzionato per oltre una decina d’anni. Il Pioneer Venus fu la prima sonda spaziale che tracciò una mappa radar di Venere, rivelando uno straordinario paesaggio di montagne, pianure e valli: la mappa che tracciò aveva una scala simile a quella della Terra negli atlanti scolastici. Oltre allo scarso campo magnetico, essi trovarono una piccola differenza di temperatura tra l’emisfero illuminato dal Sole e l’altro. Come è noto, sebbene il pianeta ruoti molto lentamente, al contrario, le nubi “corrono” compiendo una rotazione intorno al globo in quattro giorni, una “super-rotazione”, che rimane uno dei misteri del pianeta.

Ai geologi, le mappe del Pioneer Venus procuravano più domande che risposte: vi era mai stata acqua sul pianeta? Il pianeta mostra segni di placche tettoniche, il processo responsabile dell’attività geologica della Terra? Che età ha la superficie? Infatti la mappa tracciata era troppo poco dettagliata per fornire tutte le risposte a queste domande: nel 1983, grazie alla sonde Venera 15 e 16 e da Orbiters vennero tracciate altre mappe ma a bassa risoluzione. Come risposta la NASA realizzò negli anni Ottanta una missione con un radar più potente e le diede il nome del primo esploratore che circumnavigò la Terra: Magellano. Lanciata da uno Space Shuttle nel maggio del ’89, la sonda Magellano arrivò in orbita intorno a Venere nell’agosto del 1990, un periodo piuttosto negativo per il programma saziale statunitense. Come testimonianza di questo stato basti ricordare che Magellano fu costruita assemblando parti recuperate da precedenti missioni spaziali: mentre l’antenna dei Voyager era stata usata per trasmettere immagini e dati, nel caso della Magellano venne usata per esaminare più a fondo toccando la superficie con fasci radar in grado di attraversare l manto nuvoloso, usando una tecnica nota come SAR (radar ad apertura sintetica). Questa tecnica potenziò notevolmente l’antenna della Magellano permettendole un notevole incremento della risoluzione e ciò rese possibile individuare caratteristiche di Venere fino ad una dimensione di 120 metri. Così dal 1990 la Magellano iniziò un programma di mappatura della superficie con una ricchezza di dettagli grandemente superiore a quanto ottenuto fino ad allora.

I VULCANI DI VENERE


Immagine della superficie venusiana, in cui si vede
un fiume di lava solidificata che potrebbe essere
fuoriuscita da poco tempo e quindi opaca ai radar.
La densa atmosfera del pianeta, erodendo velocemente
la parte superficiale del magma, rileva uno strato
di solfuro di ferro.
Dalle immagini della Magellano sono state riscontrate ampie tracce di attività vulcanica e di impatti avvenuti in un passato relativamente recente.  Rispetto a quella degli altri pianeti, la superficie di Venere si può considerare giovane; i crateri più vecchi datano infatti circa 800 milioni di anni; però non è stata trovata nessuna evidenza di un vulcanesimo ora attivo, nonostante il passato turbolento. Circa l’85% di Venere  appare coperto di flussi di lava, incluso un corso di lava disseccata lungo più del Nilo. Lo spessore dell’atmosfera e l’alta temperatura fanno sì che i crateri da impatto abbiano una forma differente da quella che si riscontra negli altri pianeti del Sistema Solare. L’assenza di crateri molto piccoli è giustificata dal fatto che i meteoriti piccoli, entrando a grandissima velocità nella densa atmosfera, si corrodono più velocemente. La Magellano ha individuato un gran numero di caratteristiche vulcaniche: flussi di lava, cupole dal diametro di 2-3 km, coni vulcanici del diametro di centinaia di km, corone e i cosiddetti “aracnoidi”. Le corone di Venere sono strutture vulcaniche circolari o ovali circondate da creste, solchi e linee radiali: si tratta infatti di cupole vulcaniche collassate prima ce si solidificassero. Gli aracnoidi , il cui soprannome deriva dall’aspetto simile ai ragni per i bastioni, hanno una forma simile a quelle delle corone, ma sono più piccoli: secondo una teoria gli aracnoidi possono essere i precursori delle corone.

Lo studio approfondito degli isotopi nell’atmosfera, effettuati dalle prime sonde, ha spinto a ipotizzare che in un lontano passato il pianeta possedesse vaste riserve di acqua, e prima della Magellano, i geologi speravano di trovare i letti di antichi mari. Ma l’età relativamente giovane della superficie ha cancellato queste speranze. Oggi nell’atmosfera venusiana si registra solo una piccola quantità d’acqua. La maggior parte di essa è stata dissociata nei suoi componenti, idrogeno e ossigeno, dalla luce ultravioletta del Sole; così il leggero idrogeno di è disperso nello spazio. Ma è probabile che all’origine, Venere e la Terra, avessero la stessa quantità d’acqua. La domanda sorge spontanea: perché , allora, i due pianeti si sono evoluti in modo così tanto differente? La risposta  può essere cercata nell’abbondanza di anidride carbonica nell’atmosfera odierna di Venere. La maggior parte dell’anidride carbonica della Terra è imprigionata nei carbonati delle rocce e disciolta negli oceani. Che cosa avvenne perché Venere potesse rilasciare l’anidride carbonica nell’atmosfera? Nelle prime fasi della formazione del Sistema Solare il Sole era probabilmente meno caldo e meno luminoso di oggi e Venere era simile alla Terra con un clima adatto allo sviluppo della vita e con oceani che ricoprivano la maggior parte della sua superficie. Ma quando il Sole divenne più caldo l’acqua di Venere iniziò ad evaporare nella sua atmosfera e il vapore acque produsse un effetto serra ancora più efficiente dell’anidride carbonica. Come la temperatura salì, l’anidride carbonica degli oceani fu rilasciata ed entrò a far parte dell’atmosfera dove accelerò  l’effetto serra facendo ulteriormente incrementare la temperatura del pianeta. Così gli oceani evaporarono completamente e l’atmosfera divenne quella di inferno dantesco che conosciamo.