ANTICHITA':
Nella mitologia mesopotamica il mondo era descritto come
un disco galleggiante nell’oceano e questa concezione fu la premessa per
le prime mappe come quelle di Anassimandro ed Ecateo di Mileto.
Poi in Grecia ,nel
periodo arcaico, si riteneva che
celesti, e Aristotele fornì le prove osservatrici notando che i
viaggiatori che vanno verso sud vedono le costellazioni meridionali salire più
in alto rispetto all’orizzonte di chi sta più a nord. Ma secondo diverse fonti
la scoperta di questa è da attribuire a Parmenide. Nel III secolo a.C. (intorno
al 240) Eratostene calcolò un’ottima approssimazione della circonferenza della
Terra. Egli sapeva che a Siene in Egitto (attuale Assuan), nel giorno del
solstizio d’estate il sole era allo zenit (l'intersezione della perpendicolare al
piano dell'orizzonte
passante per l'osservatore, con la superficie dell'emisfero celeste visibile) ed i raggi risultavano verticali, mentre ad
Alessandria formavano un angolo di 1/50 di giro (circa 7,2°). Un grado
corrispondeva a 700 stadi risultando così una circonferenza di 252.000 stadi. Le
sue misure non erano perfette, ma differivano dalle attuali solo del 2%/20%.
Raffigurazione della terra come se la
immaginavano gli antichi.
Già nel I secolo gli intellettuali del mondo occidentale accettavano l’idea
della forma sferica, infatti la moderna idea che nel medioevo si credesse che la
terra fosse piatta è sbagliata.
Nell’antichità
Tra le pagine della Bibbia emerge circa la sfericità della
terra l’opinione di Giobbe e Isaia. Il primo afferma (26,7 e 38,6: “Egli
distende il cielo sopra il vuoto, sospende la terra sopra il
nulla”. Il secondo invece (40,22) dice: “Egli è colui che sta seduto sul
globo della Terra”.
All’inizio della teologia cristiana, la conoscenza della sfericità della Terra
faceva ormai parte delle conoscenze del tempo, e solo una piccola minoranza si
trovava ancora in disaccordo. Si discuteva sulla possibile esistenza di abitanti
negli antipodi: era difficile riconciliare l’idea di popolazioni che si
immaginava abitassero territori irraggiungibili con la visione cristiana di
un’umanità discendente da un’unica coppia e redenta da un solo Cristo.
Sant’Agostino, il più importante e conosciuto teologo
medievale, scrisse: “Non v’è dimostrazione scientifica per ammettere l’esistenza
degli antipodi, cioè che uomini calcano piante dei piedi in senso inverso ai
nostri dall’altra parte della terra, ove il sole sorge quando da noi tramonta.
Non affermano infatti di averlo appreso in seguito a un’esperienza storicamente
verificatasi, ma sospettano con il ragionamento un’ipotesi, perché la terra
sarebbe sospesa nella volta del cielo e avrebbe lo stesso spazio in basso e al
entro. Suppongono perciò che l’altra faccia della terra, quella di sotto, non
può essere priva di abitanti. Non riflettono, anche se si ritiene per teoria o
si dimostra scientificamente che il pianeta è un globo e ha la forma sferica,
non ne consegue necessariamente, di punto in bianco, che è abitata dagli uomini.
Poiché queste persone devono discendere da Adamo, essi devono aver viaggiato
verso l’altro lato della terra ad un certo punto della storia. D’altronde è
troppo assurda l’affermazione che alcuni uomini, attraversata l’immensità
dell’oceano, poterono navigare e giungere da questa all’altra parte della terra
in modo che anche là si stabilisse la specie umana”.
Sant’Agostino non nega l’idea che
Solo pochi autori cristiani del tempo si opposero alla
teoria della sfericità della Terra.
IL MEDIOEVO:
I più importanti trattati dell’Alto Medioevo non andati
distrutti dopo la fine della civiltà romana o ricopiati in greco dai frati
benedettini (anche se semplificati), supportavano la sfericità della Terra:
molti scritti medievali contenevano mapper della terra che includevano gli
antipodi, le zone climatiche come descritte da Tolomeo e diagrammi del
cosmo rappresentati la sfera della terra al centro di tutti le altre
sfere celesti.
Mappa orbis terrae del XV secolo. Questo tipo di mappa medievale illustra solamente la parte raggiungibile della Terra: si riteneva infatti che nessuno potesse attraversare la parte torrida vicino all'equatore per raggiungere l'altra metà del globo. |
E’ difficile però dire cosa pensasse la maggior parte
della popolazione a riguardo della forma della Terra, o se si ponessero almeno
il problema.
Dall’XI secolo l’Europa aveva conosciuto l’astronomia
araba. Intorno al 1070 iniziò il Rinascimento del XII secolo che portò alla
rivitalizzazione intellettuale dell’Europa i e diede nuovo impulso allo studio
della natura. Da allora ogni possibile dubbio che gli europei potessero avere
sulla forma sferica della terra venne eliminato.
La diffusione di testi scritti in volgare fornisce la
prova che la sfericità della terra era conoscenza comune anche al di fuori degli
ambienti accademici, a quel tempo i testi di studio erano tipicamente scritti in
latino, mentre opere scritte in altre lingue come l’italiano o il tedesco, erano
destinate a un pubblica più vasto.
MONDO ISLAMICO MEDIEVALE
Molti studiosi mussulmani dichiararono che i corpi celesti
fossero sferici. Fra costoro vi furono Imn Hazm (morto nel 1069), Ibn al-Jawzi
(morto nel 1200) e Ibn Taymiyya (morto nel 1328). Quelli che ritenevano che
INDIA
Nell’antichità, la concezione cosmologica prevalente in
India era che
EPOCA MODERNA:
Immagine del logo ufficiale dell'associazione Flat Earth. |
Nel suo ‘Inventing the Flat Earth: Columbus and Modern
Historians, il professor Jeffrey Russel afferma che la teoria della Terra piatta
è una favola usata per criticare le società premoderne, specie quelle medievali
in Europa. Ormai tutti i medievalisti di professione sono d’accordo con Russell
che la ‘terra piatta medievale’ è un invenzione del XIX secolo e che i pochi
conosciuti sostenitori della pienezza della terra costituiscono solamente
un’eccezione.
Un ultimo gruppo conosciuto di sostenitori della teoria
della terra piatta è