I principali problemi interni degli stati del continente sudamericano sono costituiti da tensioni politiche ed in alcuni casi anche guerre civili. Queste sono anche favorite da un diffuso clima di criminalità legato soprattutto al traffico di droga, per esempio in Colombia.
Attualmente sono in corso due guerre civili in Perù e Colombia che hanno rispettivamente avuto inizio negli anni '80 e '60.

Il Perù fu spinto alla guerra civile da Sendero Luminoso, un organizzazione rivoluzionaria di ispirazione Maoista fondata nel 1970 da Abimael Guzmàn Reynoso, formatasi in seguito allo scioglimento del Partido Comunista Del Perù-Bandera Roja. Questo movimento si proponeva di sovvertire il sistema politico peruviano e di instaurare il socialismo attraverso la lotta armata. I primi conflitti ebbero luogo nel 1980 nella periferia di Ayacucho scatenando anche la reazione delle forze armate della polizia peruviana. Il conflitto proseguì tra continui attacchi terroristici o attacchi a punti strategici politicamente, senza però alcun attacco diretto allo stato da parte di Sendero Luminoso. Il 1° Ottobre 1992 l'italiano Giulio rocca, volontario dell'operazione Mato Grosso, fu ucciso da un gruppo di uomini appartenenti al movimento perche accusato di "addormentare" attraverso le sue opere di volontariato "le coscienze dei poveri". Nello stesso anno fu catturato Abimael Guzmàn, principale esponente del movimento e le azioni di terrorismo diminuirono. Nell' Ottobre del 1993 lo stesso Guzmàn propose al governo un accordo di pace che avrebbe messo fine alla sollevazione armata. La proposta provocò la scissione di sendero luminoso che non fece più parlare di sé fino al 2008, quando è tornato prepotentemente sulla scena con l'attacco ad una colonna militare che ha causato 19 morti.

Da quasi mezzo secolo si protrae invece in Colombia una massacrante guerra civile, alla base del quale c'è l'enorme disparità tra classi dirigenti e popolazione che aveva già causato disordini anni prima dell'inizio del conflitto. Si può dire che la guerra civile dura dal 1950, quando un conflitto tra conservatori e liberali metteva di fronte l' esercito, milizie paramilitari (come le Autodifese Unite della Colombia - AUC) e gruppi armati di opposizione. Durante la guerra si formarono 2 maggiori gruppi di guerriglia tuttora attivi: le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), che si calcola contino circa 20.000 combattenti, e l'Ejercito de Liberacion Nacional (ELN), con circa 4.000 combattenti. La reazione del governo contro i gruppi di guerriglia fu il prolungamento del decreto 3.398 del 1965, convertito nella Legge 48 tre anni dopo, che permetteva all'esercito di creare gruppi di civili armati per far fronte alla minaccia dell'insurrezione. Questi gruppi formarono le milizie paramilitari, la cui azione veniva spesso appoggiata dai grandi proprietari terrieri e dagli impresari agro-industriali poiché i loro possessi erano spesso minacciati dai gruppi di guerriglieri. Recentemente il governo di Uribe ha fatto solo brevi passi senza avvicinare il conflitto ad una vera soluzione. In Colombia la guerra civile si è intrecciata anche con la questione del narcotraffico. La Colombia è infatti il primo produttore mondiale di cocaina e i sicari dei principali cartelli vengono spesso incaricati di assassinare esponenti politici o leader dei gruppi armati in base al rapporto che questi avevano con uno o l'altro cartello. Il governo si sta impegnando relativamente su questo fronte poiché il narcotraffico è ritenuto alla base del conflitto ma è pur sempre la più grande risorsa economica del paese. Sono comunque stati distrutti molti dei più grandi campi e laboratori del paese, ma nonostante ciò i produttori e coltivatori riescono ad esportare la stessa quantità di droga grazie a moderne tecniche che gli consentono di ottenere la stessa quantità di merce in spazi molto più ridotti e nascosti. Questo conflitto a coinvolto anche gli interessi di altri paesi vista la posizione geografica strategica occupata dalla Colombia, che confina con Venezuela, Ecuador e Brasile ed è l'unico sbocco per Panama. Per questo attira soprattutto l'attenzione delle compagnie petrolifere. Il governo, aiutato appunto per questo motivo da molti governi stranieri (USA per primi), ha lanciato alla fine degli anni novanta il Plan Colombia, appoggiato tra il 2005 e il 2006 anche dal Plan Patriota, con lo scopo di sconfiggere il narcotraffico e la guerriglia, di appoggiare la politica nazionale, di difendere i diritti umani e di incentivare lo sviluppo economico.   

Inoltre vi sono numerosissimi altri problemi, in particolare economici, dovuti alla storia del continente. È necessario sapere innanzitutto che fino agli inizi del XIX secolo, l’America meridionale dovette subire la politica economica di rapina esercitata dalla Spagna e dal Portogallo; i due paesi europei sfruttavano miniere e piantagioni delle colonie traendone notevoli ricchezze, in genere senza investire capitali per aumentare la produttività o per migliorare le condizioni di vita della popolazione.

Nei primi decenni del XIX secolo, la maggior parte dei paesi ottenne l’indipendenza, però il lungo e violento dominio coloniale aveva impedito lo sviluppo degli stati. Allora i vari governi, nel tentativo di avviare il proprio sviluppo economico, chiesero ad altri stati, soprattutto gli U.S.A., ingenti finanziamenti, i quali tutt’oggi non sono riusciti a ripagare.

Infine la stessa politica di rapina aveva impedito anche la formazione di una classe borghese imprenditoriale e di una classe media capaci di guidare lo sviluppo economico del continente. Così il potere è rimasto nelle mani di pochi ricchi proprietari terrieri e minerari, creando dunque una specie di oligarchia economica.

 

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