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ARGENTINA
Cristina Elizabeth Fernandéz De
Kirchner
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L’Argentina è una repubblica federale il cui territorio è
politicamente suddiviso in 23 province ed un distretto federale. Per quanto
riguarda la politica interna, prima della crisi economica del 2001 esistevano
due partiti maggiori: Partito Giustizialista (PJ) di centro-sinistra e l’unione
civica radicale (UCR) di centro. Dopo la crisi questi partiti sono scomparsi
lascando il posto ad alcuni movimenti nati da questi ultimi, i cui principali
sono il Fronte Per La Vittoria (nato dal PJ), partito di sinistra formato
dall’attuale presidentessa della repubblica, e l’ Alternativa Per Una Repubblica
Egualitaria, partito di centro-sinistra nato dal UCR.
L’attuale presidente della repubblica è Cristina Elizabeth Fernandéz De
Kirchner. Per quanto riguarda la politica estera l’Argentina è parte del
Mercosur , dell’ Organizzazione Degli Stati Americani, del G15, e del Sistema
Economico Latino-Americano. La storia recente dell' Argentina ha vissuto, dopo
la crescita economica tra gli anni '50 e '70, un periodo molto concitato. A
partire dalla deposizione forzata di Isabel Peròn nel 1976 fino al 1983 le
forze armate detennero il potere per mezzo di una
giunta autoincaricatasi del Processo di
Riorganizzazione Nazionale. Il governo militare represse
l'opposizione e i gruppi di sinistra usando aspre misure illegali (la
"Guerra
Sporca"); migliaia di
dissidenti "scomparvero".
Erano i cosiddetti "desaparecidos"
giovani ragazzi che - stanchi di subire continuamente torture e volendo
rivendicare la giusta libertà di un paese messo in ginocchio - protestavano in
modo deciso; per tutta risposta, dietro l'ordine delle autorità dittatoriali,
venivano catturati e gettati nell'Oceano da un aereo. Problemi economici, accuse
di corruzione, la condanna dell'opinione pubblica nei confronti degli abusi dei
diritti umani e, infine, la sconfitta del 1982 inflitta dai britannici nella
Guerra delle Falkland, screditarono il regime militare argentino. La democrazia
venne ripristinata 1983. Da qui iniziò un periodo di crisi economica che il
governo tentò inutilmente di fermare. L'apice di questa recessione giunse con la
crisi economica in Asia del 1998, che comporto una fuoriuscita di capitale che
sfociò nella recessione e culminò nella crisi economica nel novembre del 2001.
In seguito, in mezzo a sanguinose rivolte, il presidente De la Rúa si
dimise. Nel giro di due settimane, 4 presidenti si avvicendarono in rapida
successione, fino alla nomina ad interim di Eduardo Duhalde come presidente
dell'Argentina, da parte dell'assemblea legislativa, il 2 gennaio 2002. Con un
tasso di cambio più competitivo e flessibile, tuttavia, la nazione implementò
nuove politiche basate su reindustrializzazione, sostituzione di importazione,
maggiori esportazioni e consistenti surplus fiscali e commerciali. Per la fine
del 2002 l'economia cominciò a stabilizzarsi. Nel 2003, Néstor Kirchner venne
eletto presidente. Durante la sua presidenza l'Argentina ristrutturò il suo
debito in default con un forte sconto (circa il 75%) su molte obbligazioni.
BOLIVIA
A Bolivia è una repubblica presidenziale, guidata dl presidente Evo Morales,
esponente del Movimento al
socialismo, eletto nel 2005. Il territorio è politicamente diviso in 9
Distretti, a loro volta divisi in un totale di 112 province.
Anche la storia politica della
bolivia è stata piuttosto movimentata, sopprattutto a partire dagli anni '70
Furono periodi contrassegnati da colpi di Stato militari, alcuni dei quali anche di sinistra. In quegli
anni, la Bolivia partecipò al piano continentale di repressione e assassinio
degli oppositori politici denominato Plan Condor, assieme a Cile,
Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (secondo molti anche con l'intervento
della CIA). Il potere finì in mano a García Meza
Tejada che instaurò l'epoca della narco-dittatura, in cui la cocaina e il
narcotraffico diventarono strumento di pianificazione economica dello Stato. Il
suo potere fu anche supportato da potenti organizzazioni neofasciste. Alla
caduta di Garcia Meza tornò la democrazia con il governo di Siles Zuazo
(1982-1985). Da allora la democrazia è sopravvissuta al governo con l'alternanza
di vari partiti che riuscirono a rallentare l'inflazione solo a tratti. Nel
febbraio del 2003 una sommossa della polizia ha fatto rimanere il Paese senza
forze dell'ordine per tre giorni ed ha portato ad uno scontro armato di alcuni
reparti della polizia con l'esercito. Nel 2002 è stato rieletto alla
presidenza Sanchez de Lozada, detto Goni. Nell'ottobre del 2003, la
sommossa si è estesa ed ha avuto come epicentro la città altipianica di El Alto,
cresciuta vertiginosamente negli ultimi anni, diventando la terza città della
Bolivia. El Alto ha bloccato i rifornimenti alla capitale La Paz, l'esercito ha
sparato sulla folla ed il bilancio è stato di una sessantina di morti. La
situazione per Sanchez de Lozada si è fatta insostenibile dopo che il
vicepresidente
Carlos Mesa ha ritirato il suo appoggio al Governo. Goni è così
fuggito negli USA.
BRASILE
Luiz Inacio "Lula" Da Silva, attuale presidente del Brasile
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Il Brasile è una repubblica federale
democratica divisa in 26 stati ed un distretto nel quale si trova la capitale
Brasilia. L'attuale presidente è Luiz Inàcio "Lula" Da Silva, esponente del
partito repubblicano ha vinto le elezioni del 2002 contro il candidato di centro
José Serra del Partido da Social Democracia Brasileira (PSDB).Il novecento è
stato un secolo difficile per il brasile, in particolare a partire dal
1930 quando Getúlio Vargas, candidato del partito liberal-progressista Alleanza
Nazionale Liberale, venne eletto presidente della Repubblica. Nel 1934, allora,
messo sotto pressione, fu costretto a promulgare una Costituzione democratica,
con la quale concesse il diritto di suffragio alle donne. Nel 1937 Vargas,
avendo sciolto il Congresso Nazionale e i partiti, e avendo revocato molte delle
libertà dei singoli individui, instaurò una dittatura (quella del cosiddetto
Estado Novo) di ispirazione fascista, che durò fino al 1945. Nel 1942, sotto
la pressione degli Stati Uniti d'America, Vargas dichiarò guerra alle potenze
dell'Asse e un corpo militare brasiliano fu inviato a combattere in Italia e in
Nordafrica. Nel 1945 Vargas fu deposto da un colpo di stato militare che impose
l'adozione di una nuova Costituzione, democratica e federale. Vargas fu rieletto
nel 1950 ma si suicidò nel 1954 viste le pressioni dei militari. Alla fine dell'eta
di Vargas ci fu un periodo di pace politica che durò fino al 1964 durante il
quale lo stato fu governato dai democratici. Nel gennaio del 1956 fu eletto il
social democratico Juscelino Kubitschek ed ebbe inizio un periodo di forte
industrializzazione e di imponenti lavori pubblici, come la costruzione della
nuova capitale, Brasilia, nel 1960. Si registrò tuttavia un netto peggioramento
della situazione finanziaria, con forte inflazione e raddoppio del debito
estero. Nel 1964 si verificò un colpo di stato militare che destituì l'allora
presidente João Goulart e instaurò un regime dittatoriale. Il primo presidente
militare ad essere eletto fu il maresciallo Humberto de Alencar Castelo Branco
che sciolse tutti i partiti politici e inaugurò la dittatura detta dei gorillas.
Dal 1974 al 1979 la presidenza passò a Ernesto Geisel che dichiarò legale solo
il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB). Dal 1979 al 1985 fu in
carica il presidente João Baptista de Oliveira Figueiredo: egli promulgò una
legge elettorale che rese legali tutti i partiti politici tranne quello
comunista, e praticò una forte riduzione dei salari atta a frenare la spinta
inflazionistica. Essa, però, portò allo scatenarsi di grandi manifestazioni di
piazza che furono represse con la forza (1980). Il periodo della dittatura
militare finì nel 1984, con le grandi manifestazioni di Rio de Janeiro e São
Paulo: il governo militare fu da esse costretto a concedere il ritorno ad
elezioni democratiche, che la popolazione reclamava. Nel 1985 fu eletto Tancredo
Neves, candidato dell'PMDB, ma morì tre mesi dopo. Il suo vice-presidente José
Sarney assunse la presidenza della repubblica. Nel 1989 si svolsero le prime
elezioni libere dopo 25 anni di dittatura, e furono vinte Fernando Collor de
Mello, leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale, tendenzialmente
liberal-conservatore. Nel 1991 il Brasile diede vita all'alleanza economica
chiamata Mercosur assieme ad Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1992 il
presidente Collor fu destituito con l'accusa di corruzione, evasione fiscale ed
esportazione di valuta. Per quanto riguarda l'attuale divisione amministrativa
il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che possiede anche le funzioni
di Capo di Stato e di Capo del Governo e viene eletto ogni quattro anni. In
concomitanza con le elezioni presidenziali si vota anche per il Congresso
nazionale, che detiene il potere legislativo ed è diviso in due camere
parlamentari: la Camera dei Deputati, quadriennale, e il Senato Federale, i cui
membri hanno un mandato di otto anni.
CILE
Il Cile è una repubblica presidenziale attualmente
governata da Verònica Michelle Bachelet Jeria, appartenente al Partito
Socialista vincitrice delle elezioni del 2006 con il 53 % dei voti. Per quanto
riguarda la storia politica recente sono due i personaggi di particolare
rilievo: Salvador Allende e Augusto Pinochet. Il primo faceva parte del partito
socialista e fu eletto nel 1970 con l'appoggio dell'Unità Popolare (UP). Durante
il suo mandato Allende dovette affrontare molti problemi economici e per giunta
l'opposizione del resto dello spettro politico di allora e del governo degli USA
di Richard Nixon che tentavano di bloccare le sue riforme. Egli riuscì comunque
a limitare l' inflazione e a rallentare la crisi economica. L' 11 Settembre 1973
ci fu un colpo di stato (il cosiddetto Golpe Cileno), organizzato anche con
l'intervento della CIA. Durante i disordini morì anche lo stesso Allende,
suicidatosi secondo la versione ufficiale. I militari consegnarono il potere in
mano allo spietato dittatore augusto Pinochet. Durante la sua dittatura, che
durò fino al 1998 furono fatte scomparire più di trentamila persone tra cui gli
uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti
comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come
Victor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai. Tutto si concluse,
apparentemente, con il "Plebiscito" del 1989, proposto dalla stessa giunta
pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una
farsa che portò ad una pseudo-democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la
carica di comandante supremo delle forze armate. Il 22 Settembre 1990 Pinochet
si recò a Londra per un operazione chirurgica e molte organizzazioni umanitarie
e governi (tra cui quello spagnolo) chiesero che il dittatore fosse arrestato
per violazione dei diritti umani. Il ministero dell'interno del Regno unito che
lo stava giudicando decise di rimandarlo in Cile il 22 Marzo 2000. Qui Pinochet
è riuscito ad evitare di essere portato nel tribunale del suo paese fino al 10
Dicembre del 2006 quando morì per un attacco di cuore all'età di 91 anni. Nel
2000 fu eletto presidente Ricardo Lagos. Le voci di corruzione danneggiarono la
sua immagine ma riuscì a recuperare il consenso popolare con delle buone azioni
di politica estera ed il risanamento dell'economia. Attualmente lo stato è
governato dai socialisti ed è amministrativamente diviso in 12 regioni.
COLOMBIA
Álvaro
Uribe Vèlez |
La Colombia è una repubblica presidenziale, divisa sul
piano amministrativo in 32 dipartimenti ed un distretto capitale che fanno tutti
riferimento al governo centrale attualmente presieduto da Álvaro
Uribe Vèlez. Il potere legislativo è controllato dal Congresso Nazionale
composto da Camera (163 membri) e senato (102 membri). Per quanto riguarda la
politica estera la Colombia è membro dell'ACS, dell'AP, dell'APPC, dell'AMCC,
dell'OAS e del Gruppo di Rio. Recentemente la Colombia è stata sconvolta dalla
crescita del mercato della droga, che provocò guerriglie e scontri anche a
livello politico poiché gli esponenti dei cartelli della droga più potenti
avevano una grande influenza sullo specchio politico di quel tempo. La mafia ha
ancora influenza politica anche se minore rispetto a quella degli anni '80.
Oltre a questo il governo non si impegna più di tanto per risolvere il problema
o lo fa solo in apparenza poiché il commercio della droga è la principale fonte
economica del paese e da lavoro a gran parte della popolazione attiva.
ECUADOR
L' Ecuador è una repubblica presidenziale attualmente
presieduta da Rafael Correa. Dal punto di vista amministrativo il territorio è
diviso in 24 province, divise a loro volta in cantoni. L' Ecuador ha avuto una
storia politica controversa fin dai primi decenni del novecento. Nel 1925
un gruppo di giovani militari effettuò un colpo di stato che aprì il cosiddetto
"periodo riformista". La dittatura cadde però nel 1930 non essendo stata in
grado di reggere alla crisi economica mondiale. La caduta della dittatura diede
inizio ad un periodo di forte instabilità, tensioni e guerriglia che durò fino
al 1948 con ben 23 cambiamenti di governo in 23 anni. Dal 1941 al 1942 l'Ecuador
fu in guerra con il Perù a causa di alcune tese questioni riguardanti il confine
tra i due stati. La questione fu risolta dalla conferenza di Rio che
ridimensionò i confini, riducendo di molto il territorio ecuadoregno. Nel 1972
ci fu una svolta in cambio economico: l' Ecuador iniziò ad esportare petrolio.
Questo rivoluzionò non solo i fondamenti economici della nazione ma anche quelli
politici: l'anziano leader populista Velasco Ibarra fu deposto per la quarta
volta dalle forze armate e il potere fu concesso al generale Guillermo
Rodríguez Lara.
PARAGUAY
Il
Paraguay è una repubblica presidenziale attualmente governata da Fernando Lugo,
eletto il 20 Aprile 2008 riportando la sinistra al potere dopo 61 anni di
dominio del partito Colorado. Nel XX secolo il Paraguay ha dovuto affrontare
eventi drammatici come la guerra del Chaco contro la Bolivia che ebbe inizio
negli anni venti. Il vero conflitto ebbe inizio con i violenti attacchi della
Bolivia nel 1932, che i Paraguayani riuscirono a respingere grazie alla maggior
conoscenza del territorio. Dopo tre anni si giunse ad una tregua ma il trattato
di pace definitivo fu firmato il 21 Luglio 1938. Nel 1936 Rafael Franco depose
l’allora presidente Ayala e fece una serie di importanti riforme economiche e
sociali ma fu rovesciato da un colpo di stato militare nel 1937. Partecipò alla
seconda guerra mondiale contro Germania e Giappone affianco degli Alleati.
Nel settembre del 1949 si insediò al potere il quarto
presidente in un anno, Federico Chávez, veterano dell’esercito e leader del
partito di governo: i colorados. Anche lui impose un regime autoritario e avviò
una politica populistica ispirata al modello argentino di Juan Domingo Perón:
nel 1951 svalutò la moneta per cercare di contenere l’inflazione e la perdita
delle riserve auree. Ma la crisi economica peggiorò ulteriormente l’anno
seguente quando l’Argentina revocò un accordo commerciale con il Paraguay.
Nonostante la difficile situazione, alle elezioni del 1953, Chávez venne
rieletto presidente senza alcuna opposizione. Nel maggio 1954 Chávez fu
rovesciato da un colpo di stato capeggiato dal giovane generale Alfredo
Stroessner, capo dell’esercito e massimo dirigente del Partito dei colorados.
Con una serie di elezioni con candidato unico Stroessner si garantì il potere
fino al 1989 quando venne rovesciato
da un golpe militare, guidato dal generale Andrés Rodríguez, che
ripristinò le libere elezioni. Nel 1996 si inasprì la lotta per il potere
all’interno dei colorados e si verificò un drammatico scontro politico, sfociato
in un tentativo di colpo di stato del generale Lino Oviedo, capo delle forze
armate, contro il presidente Wasmosy. La Lotta politica è ancora molto forte
oggi, soprattutto all’interno del partito dei Colorados. Oggi lo stato è
amministrativamente diviso in due regioni a loro volta divise in un totale di 17
dipartimenti più un dipartimento a parte per la capitale Assunciòn.
Alan Garcìa
Pérez |
PERU'
Il
Perù è una repubblica presidenziale e l’attuale capo del governo è Alan Garcìa
Pérez, esponente del Partito Aprista Peruviano, che esercita il suo secondo
mandato dopo quello ricoperto dal il 1985 al 1990. Nel XX secolo si sono
susseguite numerose dittature, la prima delle quali ebbe inizio nel 1919,
instaurata da Augusto Leguía y
Salcedo, e cadde nel 1939 quando salì al potere il banchiere
Manuel Prado y Ugarteche. Nel 1948 un colpo di stato militare portò al
potere Manuel Arturo Odría, che dichiarò fuorilegge i partiti politici.
(Sendero Luminoso). Nel 1990, sale eletto Alberto Fujimori, il quale fece
un "autocolpo" di stato il 5 aprile, 1992, dissolvendo il Parlamento e
instaurando la legge marziale. Per tutti gli anni ’90 Fujimori dominò il
panorama politico del Perù, amministrando anche un evento come la guerra con l’
Ecuador per il controllo di alcuni territori di confine. La guerra terminò nel
1998. Nel Novembre 2000, Fujimori viaggiò nel Brunei per partecipare nel summit
del Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), e non ritornò al Perù. Invece, si
fermò nel Giappone e rinunciò alla presidenza via fax. Le nuove elezioni del
2002 portarono al potere il moderato Alejandro Toledo Manrique. l Perù è
suddiviso in 25 regioni alle quali va aggiunta la provincia di Lima che non
appartiene a nessuna regione. Le regioni sono a loro volta suddivise in 195
province le quali sono composte da un totale di 1832 distretti.
URUGAY
L’Uruguay
è una repubblica presidenziale governata da
Tabaré Ramón Vázquez Rosas, la cui
vittoria nel 2004 fu storica poiché interruppe l’eterno bipartismo del
Partido Colorado e Partido Nacional, portando per la prima volta al potere un
presidente di sinistra. Nei primi cinquanta anni del ‘900 l’Uruguay ha formato
politicamente le basi della sua democrazia ed è invece stata colpita da una
crisi economica all’inizio della seconda metà del secolo. La crisi e
l’inflazione raggiunsero proporzioni preoccupanti e portarono alla formazioni di
gruppi di guerriglia di estrema sinistra diventati famosi come Tupamaros.
Nonostante i numerosi tentativi nessuno dei governi riuscì a proporre rimedi
efficaci. Il 27 giugno 1973 Bordaberry
guidò un colpo di stato militare non violento. Sciolto il parlamento e ottenuto
il supporto di una giunta militare, il dittatore represse le proteste, fomentate
soprattutto da sindacati e studenti, e mise fuori legge i partiti di sinistra. I
Tupamaros furono isolati nelle prigioni e sottoposti ad atti di tortura, ed il
regime non riuscì comunque a porre rimedio alla crisi. Bordaberry fu destituito
dagli stessi militari nel 1976 Il regime non violento dei militari non riscuoteva
comunque successo tra la popolazione. Nel 1984, dopo una protesta generale
durata 24 ore, i militari annunciarono il ritorno del potere ai civili. Per
quello stesso anno si indissero elezioni nazionali, vinte dal candidato dei Colorados Julio María Sanguinetti, che governò fino al 1990 puntando alla
ricostruzione del paese. Le sue riforme furono efficaci e ristabilizzarono
l’economia della nazione. L’Uruguay è oggi diviso amministrativamente in 18
distretti più uno per la capitale Montevideo.
VENEZUELA
Chávez mentre saluta Fidel Castro, da cui, come
dice, ha da sempre tratto ispirazione
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Il Venezuela è una repubblica federale presidenziale, governata dal 1999 da
Hugo Rafael Chávez Frías, che ha da sempre puntato durante il suo mandato, al
raggiungimento di una posizione di rilievo tra gli stati del Sudamerica facendo
soprattutto leva sulla principale risorsa economica del paese, il petrolio. In
politica interna, l'attività di Chàvez ha sempre suscitato opinioni discordanti:
gli imprenditori e i borghesi lamentano le crescenti intromissioni dello stato
nelle attività economiche e lo accusano di favorire eccessivamente gli strati
popolari, che invece lo acclamano. Il Venezuela fu il primo Stato
latinoamericano ad emanciparsi dalla Corona spagnola e proclamare la propria
indipendenza il 5 luglio 1811. Dopo aver partecipato alla seconda guerra
mondiale a fianco degli alleati, nel 1948 il presidente Rómulo Gallegos, eletto
democraticamente nel '47, fu esiliato da un’alleanza di conservatori ed
esercito, e al suo posto il potere fu assunto da una Giunta militare che sciolse
il parlamento e instaurò una dittatura. Negli anni cinquanta, Marcos Pérez
Jiménez accentrò su se stesso tutti i poteri della giunta militare diventando
dittatore. Egli favorì l'immigrazione, convinto che essa avrebbe aiutato
l'economia, portando in venezuela un milione di immigrati (tra cui 300.000
italiani). Nel 1958 Pérez Jiménez fu deposto dalla giunta militare capeggiata da
Wolfgang Larrazábal. Da allora il potere è stato sempre conferito da regolari
elezioni fino all'attuale Hugo Chàvez. Oggi il territorio Venezuelano è diviso
in 23 stati federati, più il Distretto della capitale (Distrito Capital)
e le 11 dipendenze federali (Dependencias Federales) costituite da un
insieme di isole ed isolotti al largo della costa caraibica venezuelana e per lo
più disabitati. Le isole raggruppate nelle dipendenze sono 72.