Ritratto dell'Argentino San Martin (1778-1850)

Nel corso del 1808 le pressioni dell'imperatore francese Napoleone scatenarono una serie di eventi che peggiorarono ulteriormente la già compromessa situazione spagnola: Carlo IV di Spagna, il 19 Marzo 1808, abdicò al trono in favore del figlio Ferdinando VII che in seguito, il 5 maggio 1808 fu costretto a cedere il trono a Napoleone che designò suo fratello, Giuseppe I, come il nuovo re di Spagna. Questo provocò una reazione popolare in Spagna, conosciuta come la Guerra d'indipendenza spagnola che, tanto in Spagna che in America, contribuì alla costruzione di commissioni regionali che promuovevano la lotta contro gli invasori francesi al fine di riconsegnare al legittimo monarca il trono. Tuttavia, molte di queste commissioni vennero viste con sospetto dalle autorità spagnole, in quanto si temeva che potessero essere di orientamento filo-francese.
Dopo quasi tre secoli di sfruttamento e dopo il successo della rivolta delle colonie in America Settentrionale, anche nelle colonie sudamericane si sviluppò un movimento indipendentista di carattere liberale guidato dai creoli (colonizzatori originari dell'Europa, esclusa la penisola iberica), assai simile a quello che si era precedentemente sviluppato in Spagna nei confronti di Napoleone.
Possiamo suddividere il processo di decolonizzazione in due fasi:

-La prima fase iniziò nel 1810 e si concluse nel 1816 con la conquista dell'indipendenza da parte degli odierni stati di Argentina, Uruguay e Paraguay, che allora costituivano il vicereame del Rio della Plata.

-La seconda fase durò dal 1816 al 1825, anno in cui raggiunsero l'indipendenza tutte le colonie spagnole.

Nel 1810, più precisamente il 25 Maggio, i creoli di Buenos Aires crearono un governo provvisorio per il Rio della Plata, proclamando l'indipendenza di questo dalla Spagna; successivamente, anche in Paraguay fu proclamata l'indipendenza dalla Spagna e dal governo provvisorio instaurato nel vicereame, il 14 Agosto 1811.
I protagonisti fondamentali della decolonizzazione sudamericana furono due: Josè de San Martin che, ponendosi a capo di un esercito nazionale in Argentina, liberò dapprima il Cile (12 Febbraio 1817) e in seguito, entrato a Lima, liberò anche lo stato del Perù(28 Luglio 1821), sebbene le forze  spagnole restarono in possesso della maggior parte del paese; e Simòn Bolivar che, a capo di un esercito di mercenari e patrioti inglesi, riportò una grande vittoria nella battaglia di Boyacà (7 Agosto 1819), ottenendo così l'indipendenza per la Colombia.
Mentre i combattimenti erano ancora in corso, ad Angostura (oggi Ciudad Bolívar, in Venezuela),in un congresso, veniva organizzata la Repubblica della Grande Colombia, che avrebbe compreso Colombia, Venezuela, Ecuador e Panamá. In seguito Bolívar assunse la carica di presidente e dittatore della Repubblica. Benché il Venezuela si fosse dichiarato indipendente il 7 luglio 1811, la colonia era ancora nelle mani degli Spagnoli; Bolívar li sconfisse a Carabobo il 24 giugno 1821, garantendo così l’indipendenza del paese. Il 24 Maggio 1822, sotto la guida di Antonio José de Sucre, uno dei luogotenenti di Bolívar, un esercito patriottico trionfò a Pichincha, liberando così anche l'Ecuador.

Di comune accordo, dopo la battaglia di Pichincha, Bolívar e Sucre prepararono una spedizione militare a sostegno dei patrioti peruviani assediati dalle forze europee. Un contingente d’assalto di questa spedizione fu sconfitto nel 1823, ma Bolívar e Sucre ottennero la vittoria il 6 agosto 1824 a Junín, e il 9 dicembre Sucre vinse lo scontro decisivo ad Ayacucho. Successivamente, l’Alto Perù proclamò l’indipendenza il 5 gennaio 1825 e, il 25 agosto dello stesso anno, prese il nome di Bolivia in onore del suo liberatore, Simon Bolivar.


Ritratto del Venezuelano Simòn Bolivar (1783-1830)


Diversa fu la vicenda che portò il Brasile all'indipendenza: infatti dopo le guerre napoleoniche, esso divenne un regno a parte all'interno del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, con capitale Rio de Janeiro. Ciò fu indispensabile per far emergere il Brasile come uno Stato Nazionale; al dissolversi pacificamente di questo regno fece seguito l'Impero del Brasile. L'indipendenza fu proclamata nel 1822 e Don Pedro I del Brasile stabilì una monarchia costituzionale fino a quando fu proclamata la repubblica nel 1889.

Alla fine delle guerre di indipendenza gli stati sovrani dell’America meridionale staccatisi dalla Corona spagnola erano Grande Colombia, Perù, Cile, Province Unite del Rio de la Plata (attuale Argentina), Paraguay e Bolivia. Fra il 1830 e il 1832 dalla Grande Colombia si formarono gli stati sovrani del Venezuela, dell’Ecuador e della Nuova Granada. Fino al 1903 la Nuova Granada, futura Colombia, comprese il Panamá. L’Uruguay, dopo un periodo di controllo portoghese e brasiliano, divenne uno stato sovrano nel 1828.

Nonostante avessero sviluppato una forte unità durante il periodo rivoluzionario, le ex-colonie spagnole non realizzarono il progetto di Bolivar, che intendeva creare una confederazione dell'America meridionale, a causa delle rivalità tra i paesi, dell’inesperienza politica dei vari leader, dell’assenza di tradizioni democratiche, della vastità del territorio e dell’inadeguatezza delle vie di comunicazione. Infatti le speranze di diffusione del benessere e della democrazia svanirono a causa della scarsa unione politica e del declino economico, che caratterizzarono i primi anni di vita di gran parte delle nuove nazioni. Alla metà del XIX secolo quasi tutti i paesi della regione erano dominati da dittatori conservatori chiamati con il nome dei capi militari delle lotte d’indipendenza: caudillos.

Inoltre, nella seconda metà del XIX secolo ci fu notevole aumento delle esportazioni di materie prime e di prodotti agricoli sudamericani verso i paesi europei, che fu favorito dallo sviluppo di questi. Allo stesso tempo, anche gli investimenti esteri nel continente, che avevano come obbiettivo la realizzazione delle infrastrutture necessarie all’esportazione delle merci, aumentarono notevolmente. In questo modo,i piccoli e poveri borghi iniziarono a espandersi e a modernizzarsi, grazie alla realizzazione di nuove infrastrutture, in buona parte finanziate dai paesi europei; di conseguenza, l'economia sudamericana sviluppò una forte dipendenza dall’Europa. Con l'affermarsi di nuove attività, si sviluppò l’esigenza di occupare e sfruttare il vasto territori, cosa che richiese l’importazione di mano d’opera qualificata. Ebbe così inizio un periodo di grandi immigrazioni di persone provenienti sia dall'Europa che dall'Asia.

Inoltre, durante questo periodo il Sudamerica venne sconvolto da due violenti conflitti. Il primo iniziò nel 1865 e si concluse cinque anni dopo con la sconfitta del Paraguay per opera della Triplice Alleanza costituita da Brasile, Argentina e Uruguay. Per il Paraguay, fino ad allora il paese più avanzato del continente, gli esiti della guerra furono disastrosi: infatti, non solo fu devastato dai combattimenti e fu costretto a cedere importanti territori, ma perse nel conflitto quasi la metà della popolazione. L’altra guerra, detta del Pacifico (1879-1883), si concluse con la vittoria del Cile sulla Bolivia e sul Perù.


 

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