Maurizio (nome ufficiale Republic of Mauritius, Repubblica di Maurizio), stato insulare indipendente nell’ambito del Commonwealth, situato nell’oceano Indiano occidentale, a est del Madagascar. Lo stato comprende l’isola Maurizio e altre isole minori, quali Rodrigues a est, le isole Agalega a nord e le Saint Brandon (note anche come Cargados Carajos) a nord-est. Lo stato ha una superficie complessiva di 2.040 km² e un’estensione costiera di 177 km. La capitale è Port Louis.

 


Paesaggio delle Mauritius, nota località marittima.

IL TERRITORIO

L’isola Maurizio è di origine vulcanica: il suo territorio è caratterizzato da un altopiano che occupa la sezione centrale e che a sud e a nord si innalza in modesti rilievi il cui punto più elevato è il Petite Rivière Noire (827 m). L’altopiano comprende numerosi laghi ed è attraversato da fiumi di portata modesta. Al largo dell’isola, la cui costa è alta e frastagliata, si trovano ovunque barriere coralline.
Il clima è tropicale-umido, con una temperatura media annua di 26,7 °C sulla costa e inferiore sull’altopiano centrale. Anche la media delle precipitazioni, portate dagli alisei, varia dai 2.000 mm delle zone costiere fino ai 4.000 mm della parte centrale. Durante la stagione estiva, da dicembre ad aprile, si verificano spesso cicloni.

LA POPOLAZIONE

Lo stato ha una popolazione complessiva di 1.260.781 abitanti (2008), con una densità media di 621 unità per km². Il gruppo etnico prevalente è quello indiano (68%), seguito dai creoli (27%) e da esigue minoranze di cinesi e di europei. Port Louis, la capitale, è il maggior centro urbano dello stato.
La religione maggiormente praticata è l’induismo e la lingua ufficiale è l’inglese; gli indiani parlano tuttavia l’hindi e tra gli indigeni è diffuso il morisyen, un linguaggio francese-creolo. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è dell’86,4%.

LA STORIA

Conosciuta da navigatori arabi già prima del X secolo, l’isola fu raggiunta nel 1511 dai portoghesi. Nel 1598 vi sbarcarono gli olandesi, che la chiamarono con il suo nome attuale in onore di Maurizio di Nassau. Solo dal 1638 gli olandesi vi crearono colonie stabili, che Abel Tasman utilizzò come base per le sue esplorazioni del Pacifico meridionale.
Abbandonata dagli olandesi nel 1710, nel 1715 divenne possedimento francese e fu ribattezzata Isle de France. Dal 1735 la colonia visse un periodo di forte sviluppo e Port Louis diventò un’importante base navale e una delle sedi della Compagnia francese delle Indie orientali, che ne curò l’amministrazione fino al 1767. La Francia sviluppò la coltura della canna da zucchero già introdotta dagli olandesi, utilizzando manodopera importata dalla vicina Réunion e dal Madagascar. Durante le guerre napoleoniche Port Louis diventò un rifugio della flotta corsara francese, che si rese protagonista di un’efficace guerra contro le navi commerciali britanniche. Espugnata nel 1810 dalle truppe britanniche, l’isola fu ufficialmente ceduta nel 1814 al Regno Unito, che le restituì il nome di Maurizio. Agli inizi del XIX secolo Maurizio contava meno di 100.000 abitanti. Dopo l’abolizione della schiavitù (1835), l’importazione di manodopera indiana ridisegnò il volto economico e demografico dell’isola; fino al 1910 vi giunsero infatti più di 400.000 indiani, che divennero la componente più numerosa della popolazione. Nella seconda metà degli anni Trenta tra la popolazione indiana e creola crebbe il malcontento, che sfociò in numerose rivolte. Nel 1936 il creolo Maurice Cure fondò il Partito laburista. Nel 1942 venne istituito un consiglio consultivo in cui erano rappresentate tutte le comunità.
In seguito a varie riforme costituzionali, nel 1948 il voto fu esteso a tutta la popolazione adulta letterata. Le riforme favorirono soprattutto la componente indiana, la più numerosa, tra cui si era radicato un forte movimento indipendentista. Negli anni Cinquanta una serie di conferenze svoltesi a Londra prepararono il distacco del paese dal Regno Unito.
Nel 1959 si svolsero le prime elezioni a suffragio universale. Devastata da un ciclone nel 1960, l’isola fu percorsa negli anni seguenti da forti tensioni e nel 1964 scoppiarono violenti scontri tra la comunità creola e quella indiana. Nel 1966 il governo britannico trasferì sull’isola i circa 2000 abitanti dell’atollo di Diego Garcia (isole Chagos), che diventò una base militare ceduta nel 1971 agli Stati Uniti.
Maurizio pervenne all’indipendenza (nell’ambito del Commonwealth britannico) il 12 marzo 1968. Nel dicembre 1991 il Parlamento di Maurizio approvò il passaggio alla repubblica, che venne proclamata il 12 marzo 1992. Nel 2000 il paese fu accolto nelle Nazioni Unite.
L’isola di Diego Garcia è da anni oggetto di una battaglia legale tra Maurizio, che ne rivendica il possesso, e la Gran Bretagna.

L’ ECONOMIA

Il prodotto interno lordo del paese è di 6.347 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 5.063,40 dollari (2006).
L’economia è sempre stata dominata dalla monocoltura della canna da zucchero, alla quale è destinata la quasi totalità dei terreni coltivabili (il 90% nel 2000); zucchero e melassa rappresentano infatti i principali prodotti esportati dal paese. Dal settore agricolo, che occupa il 10% della forza lavoro (2005) e fornisce il 5,6% del PIL (2006), si ricavano inoltre tè, arachidi, tabacco e ortaggi.
Il settore industriale occupa il 32% della popolazione attiva (2005) e fornisce il 26,9% del PIL (2006); si basa essenzialmente sulla raffinazione della canna da zucchero e dei prodotti da essa derivati, mentre altre produzioni di qualche rilievo sono costituite da fertilizzanti, bevande, componenti elettronici, oggetti in pelle e capi d’abbigliamento.
Il turismo ha avuto notevole impulso a partire dagli anni Ottanta; nel 2006 il paese ha registrato 788.000 arrivi. Il valore totale delle esportazioni fu, nel 2004, di 1.925 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 2.780 milioni di $ USA. L'unità monetaria del paese è la rupia di Maurizio.

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