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PIL: 619 milioni di dollari
PIL pro capite: 1.300 dollari
Tasso annuale di crescita: 3,5%
Inflazione: 2%
Settori/prodotti principali: trasporti marittimi, petrolio,
pellame e alcune piccole industrie, come quelle di prodotti caseari e acqua
minerale, frutta, verdura, capre, pecore, cammelli
Partner economici: Somalia, Yemen, Etiopia, Francia, Italia,
Arabia Saudita, Regno Unito, Paesi Bassi, Emirati Arabi
Il lago Assal a 155m sotto il livello del mare |
Il paese occupa una zona strategia nel corno d'Africa data dalla
vicinanza delle coste gibutiane alla penisola arabica.
La costa, costeggiata per molti chilometri da barriere coralline, si incunea
profondamente nel
golfo di Tagiura, venendo quasi a toccare la
depressione dove si trova
il
lago
Assal.
Nel nord del paese, in corrispondenza con il confine con
Etiopia
ed
Eritrea
si trova
Moussa Ali che con i suoi 2063 metri è il rilevo montuoso più alto del
paese.
In genereale la morfologia del territorio è irregolare: a cime che
raggiungono i 2.000
m s.l.m. si alternano profonde depressioni.
Poiché il clima è caldo e secco, non vi sono fiumi permanenti, ma solo
alcuni
uadi
(o uidian), e la vegetazione è composta da
steppe e
rade boscaglie.
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I suoli vulcanici e desertici di Gibuti sono tra
i più inospitali di tutta l’Africa. A causa della povertà del terreno e dei
lunghi periodi di
siccità, il paese produce solo una minima parte del fabbisogno alimentare
interno. La mancanza di risorse idriche rappresenta un altro grave problema cui
il paese deve far fronte; meno della metà della popolazione può usufruire di
acqua potabile.
Il governo ha ratificato accordi internazionali
sull’ambiente
in materia di
biodiversità,
desertificazione, specie in via d’estinzione
e protezione dell’ozonosfera.
Nel Gibuti sono presenti due principali gruppi etnici: gli afar, o danachili, e gli issa, strettamente imparentati con le popolazioni somale. Entrambi i gruppi parlano dialetti cuscitici e sono musulmani. Arabi ed europei rappresentano esigue minoranze. Le lingue ufficiali sono il francese e l’arabo. Il paese ha una popolazione di 506.221 abitanti (2008) con una densità media di 22 unità per km². L’unico agglomerato urbano di rilievo è Gibuti, capitale e porto principale.
Circa un quarto della popolazione della Repubblica di Gibuti è dedito alla pastorizia di sussistenza, basata soprattutto sugli ovini. Nella foto, una giovane nomade di etnia afar munge il latte da una capra. Gli afar si dedicano anche al trasporto carovaniero tra il Mar Rosso e l'altopiano etiopico. |
Solo un decimo della superficie del paese è adatto alle attività agropastorali, e il 2,3% della forza lavoro è occupato in attività agricole e nell’allevamento di capre, pecore e di un modesto numero di bovini. L’agricoltura è limitata a poche oasi e produce datteri, frutta e ortaggi, fornendo il 3,5% del PIL. Il paese dispone di piccoli giacimenti di rame, gesso idrato e minerale di ferro, che non sono tuttavia sfruttati; è ricco anche di risorse geotermiche, le cui tecniche di utilizzo sono in fase di sviluppo. Il settore industriale contribuisce per il 16,4% alla formazione del PIL.
Porto di Gibuti |
Nel 2006 il
prodotto interno lordo ammontava a 769 milioni di dollari USA,
corrispondente a un PIL di 939,50 dollari USA pro capite. L’economia nazionale
dipende dal porto di Gibuti che, collegato tramite la rete ferroviaria ad
Addis Abeba, viene utilizzato dall’Etiopia come scalo per i traffici
marittimi: i principali prodotti di esportazione sono caffè, pellame e bovini.
La città di Gibuti costituisce anche il centro dei trasporti aerei della
regione. L’unità monetaria nazionale è il franco del Gibuti.
-TURISMO
Buona parte del fascino del Gibuti è data dalla scarsità di
turisti. L'alba su un lago desolato pieno di fenicotteri in volo è uno
spettacolo indimenticabile. Le nere distese di lava, le bizzarre ciminiere
naturali fumanti e le sconfinate pianure deserte sono spettacoli da non perdere.
La mancanza di turisti va attribuita al recente passato, denso di conflitti. Le
speranze generate dalla fine della dominazione coloniale francese, infatti,
furono ben presto soffocate dai disordini della guerra civile, esplosa alla fine
degli anni '80; anche se nel paese è tornata la pace, le tensioni negli stati
vicini non favoriscono il cicatrizzarsi delle ferite lasciate dalla guerra.
La popolazione locale ha dovuto far fronte a decine di migliaia di profughi
provenienti dalla Somalia e dall'Etiopia; a questo si deve aggiungere la
presenza di numerosi dissidenti e oppositori lungo i confini nazionali. Per il
Gibuti, ciò significa la minaccia di un riaccendersi dei conflitti; per i
turisti, il rischio minore è quello di essere alleggeriti delle loro macchine
fotografiche.
Il ritiro delle truppe francesi ha significato una grave perdita di denaro.
L'economia è in ginocchio e i creditori esteri dovranno aspettare a lungo per
ottenere la restituzione dei capitali prestati.
Le carenze di attrattive turistiche di rilievo sono ampiamente compensate da una
vivace miscela di tracce del colonialismo francese e di modernità araba. Ai
visitatori, spesso osservati con curiosità, è riservata la tradizionale
ospitalità africana.
ORDINAMENTO DELLO STATO
Già colonia francese, il paese ha conquistato
l’indipendenza nel 1967. Al regime a partito unico istituito all’indomani
dell’indipendenza, la Costituzione del 1992 ha sostituito un sistema
semipresidenziale multipartitico, limitato inizialmente a quattro partiti tra
cui quello principale del Raggruppamento popolare per il progresso (RPP); nel
2002 è stato introdotta una liberalizzazione integrale del sistema politico. Il
presidente è eletto a suffragio universale ogni 6 anni ed è coadiuvato nelle sue
funzioni esecutive da un primo ministro. Il potere legislativo è affidato a un
Parlamento monocamerale, la Camera dei deputati, i cui 65 membri vengono eletti
a suffragio universale ogni cinque anni. Il sistema giudiziario si basa sul
diritto francese e islamico. La
pena di morte è stata totalmente abolita nel 1995.
-SUDDIVISIONI AMMINISTRATIVE
Come primo livello amministrativo Gibuti è diviso in cinque regioni
amministrative e una città; infatti la capitale,
Gibuti ha uno status autonomo.
Le
regioni del Gibuti sono:
Ali Sabieh,
Arta,
Dikhil,
Obock
e
Tagiura.
Come secondo livello amministrativo sono state creati 11
distretti, alcuni dei quali compresi in diverse regioni.
Si ritiene che la regione sia stata abitata sin dalla preistoria da popolazioni cuscite dedite alla pastorizia. La sua posizione strategica attirò a partire dal IX secolo i mercanti arabi, che vi diffusero la religione islamica. Importante crocevia tra Africa e Asia, Gibuti diventò sede di ricchi traffici commerciali.
-LA COLONIZZAZIONE FRANCESEIntorno alla metà del XIX secolo, nel tentativo di controbilanciare la presenza inglese ad Aden, la località dello Yemen posta all’ingresso del Mar Rosso, i francesi occuparono Obock, insediandosi due anni dopo a Gibuti, che trasformarono in un moderno porto. Nel 1884 la Francia nominò un governatore e nel 1896 il territorio divenne colonia francese con il nome di “Costa francese dei somali”; nello stesso periodo si intensificò nella regione l’insediamento somalo.
-L'INDIPENDENZANel 1946 la Costa francese dei somali divenne territorio francese d’oltremare. Le rivendicazioni nazionaliste dei somali indussero le altre due principali etnie degli Afar e degli Issa a confermare con due referendum (1958 e 1967) il rapporto con la Francia, suggellando la continuità con il regime coloniale con il nuovo nome di Territorio francese degli Afar e degli Issa. Nel 1975 la Somalia rivendicò il possesso del porto di Gibuti e delle aree abitate prevalentemente dai somali, accelerando il processo di indipendenza. Il 27 giugno 1977 nacque così il nuovo stato di Gibuti, accolto nello stesso anno nelle Nazioni Unite. Nel 1978 il presidente Hassan Gouled Aptidon instaurò un regime a partito unico, il Raggruppamento popolare per il progresso (RPP), tutelato da una forte presenza militare francese.
-UN PERIODO DI INSTABILITA'
L'attuale presidente Ismail Omar Guelleh |
L’ineguale ripartizione del potere tra le varie etnie causò nel 1991 l’insorgere della guerriglia del Fronte per la restaurazione dell’unità e della democrazia (FRUD= Fronte per La Restaurazione dell'Unità Democratica), che cessò solo nel 1994 in seguito a un accordo tra governo e ribelli. Nel 1992 una nuova Costituzione instaurò un regime parzialmente multipartitico, in cui tuttavia il potere rimase ben saldo nelle mani di Gouled e del RPP. Il conflitto politico si riaccese nel 1996, causando una profonda instabilità. Nel 1999 a Gouled successe alla presidenza del paese il suo capo di gabinetto Ismail Omar Guelleh.
Nel febbraio 2000 il governo e i ribelli del FRUD firmarono un accordo di pace, mettendo fine alla guerra civile; il mese seguente il leader del FRUD Ahmed Dini rientrò in patria dopo nove anni di esilio. Dopo l’attacco terroristico che colpì gli Stati Uniti l’11 settembre 2001, Gibuti offrì sostegno logistico all’operazione lanciata contro il regime afghano dei taliban. Nel 2002, con un emendamento alla Costituzione, vennero legalizzati tutti i partiti.
-SVILUPPI RECENTILe prime elezioni multipartitiche del 2003, contestate dalle opposizioni, registrano la vittoria dell’Unione presidenziale per la maggioranza, una coalizione creata per sostenere il presidente Guelleh. Nell’aprile 2005, unico candidato per via del boicottaggio delle opposizioni, Ismail Omar Guelleh è confermato alla presidenza del paese.