Verso il 1960 il cinema statunitense attraversò un momento di crisi, poiché subiva sia la concorrenza della televisione, sia il ricambio generazionale, ormai esaurito il boom di giovani nati immediatamente dopo la fine della guerra, insieme ad una serie di fattori contingenti che vedevano l'America aumentare il reddito pro capite, e l'industria impegnata a sedentarizzare la popolazione con intrattenimenti casalinghi. Anche in Europa le case di produzione, ancorate ad un sistema di generi consolidato che fino ad allora aveva dato buoni frutti, stentavano ad assecondare il cambiamento. Iniziarono perciò ad affermarsi alcuni nuovi registi indipendenti, già agguerriti critici cinematografici come: Alain Resnais e Jean-Luc Godard. Questi registi, fuori dagli schemi imposti dalle grandi case cinematografiche, girati con pochi mezzi ma con grande conoscenza del mezzo cinematografico, si rifacevano ad alcune esperienze di avanguardia del periodo classico. Oltre le tematiche la differenza più evidente fra il cinema classico, soprattutto americano, e il cinema moderno, è che mentre il film classico americano è pensato realizzato affinché lo spettatore "viva" la storia in modo continuo, immedesimandosi completamente e perdendo il più possibile la consapevolezza della finzione grazie ad un montaggio accurato e senza sorprese, nel cinema moderno allo spettatore non si chiede di annullarsi nella storia, bensì di essere sempre presente e conservare un certo distacco, interpretando ed elaborando quel che vede: esiste cioè la volontà di far capire che ciò che si sta guardando è una costruzione, una finzione.
Gli effetti speciali
Gli effetti speciali sono una serie di tecniche e tecnologie usate nel cinema, per simulare degli eventi altrimenti impossibili da rappresentare in maniera tradizionale, in quanto troppo costosi, pericolosi, o semplicemente contrari alle leggi della natura. Grazie agli effetti speciali, detti più semplicemente "trucchi" (ed indicati spesso con l'acronimo "SFX"), lo spettatore ha l'illusione ottica e/o acustica che un determinato evento stia accadendo, o sia accaduto, realmente. Gli effetti speciali sono una delle peculiari caratteristiche del cinema fin dal 1896, quando Georges Méliès scopri i primi effetti speciali come la "sostituzione" o "l'esposizione multipla".
Il personaggio di "Gollum" (Il signore degli anelli), quasi interamente creato virtualmente |
Gli effetti sono andati via via raffinandosi con l'introduzione di nuove tecniche di ripresa, come ad esempio "il passo ad uno" (Il termine "passo uno" si ricollega alla scelta di quadri per secondo: se i quadri, ovvero i fotogrammi, sono tutti differenti si parla di passo a uno; se invece i quadri si ripetono in coppie, come ad esempio nell'interlacciamento televisivo si parla di passo a due), che diede vita al primo "King-kong" del 1933. Altre tecniche vedevano l'uso di miniature, ossia riproduzioni in scala ridotta di un ambiente o di un oggetto di grandi dimensioni, questa tecnica, per esempio, venne usata nel grande kolossal "Odissea nello spazio". Negli anni '70 si diffuse l'uso degli "animatroni", sistemi meccanici ed elettronici molto complessi comandati a distanza ed in grado di compiere semplici movimenti. Gli animatroni divennero sempre più complessi e verosimiglianti, integrando le tecniche della robotica, vennero usati anche in film come "Terminator" e "RoboCop". Alla fine degli anni ottanta l'avvento della computer grafica rivoluzionò il mondo degli effetti speciali: con il film "Jurassic park" di Steven Spielberg, l'Industrial Light and Magic di George Lucas stupì il mondo, mostrando dei realistici dinosauri alle prese con gli attori in carne ed ossa. Grazie al computer e ad altre tecniche avanzate,come il blue screen, si dimezzano i costi di produzione, liberando di conseguenza la fantasia di sceneggiatori e registi. Si possono realizzare infatti enormi scenografie virtuali, epiche battaglie con migliaia di comparse digitali animate da appositi softwer (per animare le schiere del "Signore degli anelli" è stato sviluppato un programma chiamato "massive" in grado di fornire una rudimentale quanto efficace intelligenza artificiale ad ogni singola figura), mostri di tutte le dimensioni e sempre più realistici, duelli acrobatici sempre più spettacolari, nonché suggestive scene d'azione che coinvolgono attori reali e creature digitali. Tutto questo ha condotto alla fine dell'epoca dei kolossal in cui erano impiegate migliaia di comparse, anche se bisogna ammettere che molti degli effetti, ancora oggi, dipendono dall'estro di coreografi, controfigure, truccatori, disegnatori, etc. Non è un caso che alla realizzazione della trilogia de "Il signore degli anelli" abbiano lavorato circa mille persone. Gli effetti speciali si dividono in "visivi" e "sonori" (le categorie vengono premiate separatamente agli oscar) e un ulteriore categoria li divide in altre due categorie: effetti fisici ed effetti digitali. Gli effetti fisici sono stati l'unica risorsa fino alla fine degli anni '80 nei quali il soggetto o l'evento sono fisicamente costruiti o preparati per la ripresa (mostri di lattice, miniature in scala ridotta, esplosioni, sparatorie, incendi, etc.); rientrano in questa categoria anche molti degli effetti tipici dei film horror. Gli effetti digitali invece sono effetti generati da un computer.
Le colonne sonore
Il termine "colonna sonora" è nato in ambito cinematografico dove il suono spesso è registrato sulla pellicola cinematografica in senso longitudinale in un'area ben delimitata quindi in quella che può essere chiamata "colonna".
Ennio Morricone |
Per estensione poi per colonna sonora si intendono i contenuti sonori registrati in tale area, significato che in seguito è diventato quello più utilizzato e conosciuto e che si è esteso ad una qualunque opera composta da immagini e da suono. Molte colonne sonore hanno fatto la storia del cinema, si pensi infatti ad alcuni film come Psycho, Il signore degli anelli e Il gladiatore, dove la cantante e musicista irlandese Enya da prova di se, creando meravigliose opere musicali, "Star Wars" e "Blade Runner" o le grandi colonne sonore del premio oscar alla carriera Ennio Morricone: "Il mio nome è Nessuno" e "Per un pugno di dollari".