Gli stati americani uscenti dalla Guerra d'Indipendenza dovettero affrontare problemi assai più importanti dell'ormai scongiurata presenza inglese. Infatti il problema dei debiti di guerra da saldare imponeva al governo di tassare la popolazione già stremata dal conflitto che insorse in rivolte soprattutto nel Massachussets (nell'inverno tra il 1786 e il 1787) dove gli abitanti, impossibilitati a pagare le imposte bloccarono il funzionamento dei tribunali di giustizia che punivano i crimini di evasione. La Confederazione di colonie inoltre non avevano ancora una struttura governativa definita e l'unica istituzione funzionante era il Congresso. Il Secondo Congresso Continentale (lo stesso che si era riunito nel 1776 per redigere la Dichiarazione) si ritrovò nuovamente nel 1781 a guerra finita per confermare gli Articoli di Confederazione, ossia il primo vero documento di amministrazione delle colonie, già redatti nel 1777 agli inizi della guerra. Per sostituire gli Articoli fu organizzata una seconda Convenzione interstatale nel 1786 (la prima ad Annapolis era andata deserta) che in principio doveva solo contrapporre delle alternative agli Articoli, ma poi si trasformò in un vero e proprio laboratorio di quella che sarebbe stata la Costituzione degli Stati Uniti. La convenzione divenne argomento di discussione che si trasformò in una vera e proprio battaglia per la ratifica della nuova Costituzione. Alcuni stati come quello di New York o della Virginia, entrambi stati cruciali: il primo aveva il miglior porto sull' Atlantico probabilmente di tutto il Nord America mentre il secondo era stata una delle prime e di maggior successo colonie britanniche e aveva una popolazione rilevante. I pro-Costituzione, detti federalisti, guadagnarono presto consensi in tutta la popolazione anche grazie alle Carte federaliste: una serie di 85 saggi su tratti fondamentali della Costituzione, mentre gli anti-federalisti (ossia quelli contro la nuova Costituzione) redassero una serie di carte dette appunto anti-federaliste che però riscossero minor successo rispetto agli scritti dei federalisti. Thomas Jefferson che nel frattempo era in Francia nel ruolo di ambasciatore non si schierò né dall'una né dall'altra parte. Cominciò dunque una lotta sfrenata per far ratificare la nuova Costituzione (costituita dai dodici emendamenti) in tutti gli stati: i federalisti furono favoriti da Washington che li appoggiò e permise la ratifica in moltissimi stati tra i quali i più importanti (come la Virginia e il New York), mentre Jefferson non si schierò. Solo nel 1790 si giunse alla ratifica da parte di tutti gli stati e la Costituzione sostituì definitivamente gli Articoli di Confederazione. Nel 1789 Washington venne eletto a primo presidente degli Stati Uniti d'America praticamente senza opposizione e rimase in carica fino al 1797 adoperandosi per ampliare la federazione di Stati e per istituire il ramo esecutivo del governo mentre il congresso scriveva la nuova costituzione. Nel 1803, comprando la Louisiana, si diede accesso ai contadini dell'ovest sulle acque del Mississippi e la presenza francese dai confini statunitensi occidentali venne definitivamente rimossa. Nel 1812 scoppiò una seconda guerra detta "guerra del 1812" o "guerra americano britannica" per distinguerla dall'invasione della Russia da parte di Napoleone avvenuta nello stesso periodo. Le cause dello scontro furono il blocco dei porti francesi che maggiormente commerciavano con gli Stati Uniti da parte della marina britannica per tentare riappropriarsi delle ex colonie oltremare. L'esito però vide gli americani vincitori (che rafforzavano il loro ruolo di nazione sovrana) dopo la vittoria a New Orleans (1815) conseguita da Andrew Jackson (futuro settimo presidente). Quando poi finì l'alleanza tra inglesi e nativi americani gli statunitensi procedettero alla loro espansione verso l'interno del continente deportando le tribù di indigeni. Nel 1830 praticamente tutte le tribù di nativi delle regioni sud-orientali vennero trasferite in territori meno fertili ad occidente. Nel 1846, quando ormai l'espansione aveva raggiunto il Minnesota e il Texas, gli States dichiararono guerra al Messico e ottennero, con la pace di Guadalupe Hidalgo nel 1848, (che sanciva la sconfitta messicana) il Texas, la California  e il Nuovo Messico.

Le cause e lo scoppio della guerra


Cadaveri sul campo di battaglia (Brady)
L'anno dopo scoppiò la celeberrima corsa all'oro in California, ma ciò che caratterizzò quel periodo storico furono i dibattiti riguardanti la Clausola Wilmot che riguardava l'estensione della schiavitù all'interno degli Stati costituenti, la legge sugli schiavi fuggiti e il sezionalismo. Inoltre per ratificare lo status dei nuovi Stati entrati a far parte della Federazione il Congresso attuò un Compromesso detto del 1850: una serie di leggi che cercavano di placare e risolvere le controversie territoriali nate dopo la guerra messicano-americana. Nel 1854 con la proposta del Kansas-Nebraska Act (che abrogava il Compromesso del Missouri precedentemente adottato) ogni nuovo stato dell'Unione sarebbe stato libero di decidere la sua posizione per quanto riguardava lo schiavismo. Quando nel 1861 il Kansas entrò a far parte della Federazione questo provocò una rottura dell'equilibrio di potere (essendo esso maggiormente abitato da anti-schiavisti) che sfociò nella secessione di 11 Stati del Sud dall'Unione i quali costituirono un governo apertamente ribelle con capitale Montgomery e presidente Jefferson Davis.
Scoppiò la Guerra di Secessione.
Le cause sono però ben più complesse di quelle propinate dall'Unione piuttosto che dalla Confederazione: pochi storici ormai parlano ancora degli ideali antischiavismo che sembravano animare gli unionisti. E' infatti risaputo che anche dopo la vittoria del Nord la condizione degli schiavi neri non cambiò radicalmente come ci si era aspettato: infatti dopo la guerra le truppe unioniste restarono al Sud per qualche anno (dal 1865 al 1877) e durante questo periodo (chiamato l' Era delle Ricostruzione) il governo si impegnò per garantire i diritti dei neri che effettivamente potevamo votare e comportarsi da cittadini liberi. Ma dopo questo breve lasso di tempo, quando le truppe se ne andarono la situazione precipitò progressivamente: i neri venivano picchiati e impiccati per strada e le loro case bruciate. Nacque il K.K.K. (in realtà nuclei di questa organizzazione terroristica erano già presenti e attivi durante la guerra) un' organizzazione di uomini bianchi (costituita inizialmente per la maggior parte da ex-soldati dell'esercito confederato) le cui azioni erano finalizzate ad intimorire la popolazione di colore per indurla a non votare o semplicemente a ribadire la presunta superiorità dei bianchi. Si dovettero aspettare diversi decenni prima che il governo tornasse seriamente ad interessarsi del problema razziale. Quella che ad ogni modo si riconosce come causa principale del conflitto è il divario di opinioni in seno alla classe dirigente riguardo al modello di sviluppo economico da adottare per la nazione: il Sud era profondamente legato all'agricoltura di tipo latifondistico in netto contrasto con il processo di industrializzazione che era in atto al Nord. Il Sud, che era rimasto fedele a quel tipo di economia da sempre, non poteva cambiare improvvisamente direzione senza subire dei contraccolpi pesantissimi che ne avrebbero pregiudicato lo sviluppo per tutti gli anni successivi. La secessione venne ufficialmente proclamata quando Lincoln venne eletto presidente, ma questo era solo un pretesto. Secondo alcuni storici in realtà Lincoln era un abolizionista poco convinto, ma la lotta alla schiavitù divenne effettivamente una "bandiera" durante la guerra (a cominciare dall'arruolamento dei neri nell'esercito dell'Unione).

C'è però un altro espediente per spiegare la secessione che rimane relativamente poco approfondito e nascosto. Si tratta del divario fra le mentalità che si era andato sviluppando negli anni precedenti tra i cittadini del Nord e quelli del Sud. Lasciando da parte per un momento la schiavitù e le discussioni nate sulla linea di politica economica da seguire ci rendiamo conto che il Sud era un paese decisamente più arretrato del Nord anche dal punto di vista sociale.
Lo stereotipo del cittadino medio del Sud è un contadino o un piccolo proprietario terriero che odia la grande città e abita in una casa colonica circondata da piantagioni di tabacco o cotone lavorate dai suoi schiavi neri. Probabilmente è abituato alle battute di caccia con i figli o con gli amici, all'uso delle armi e degli attrezzi. Ne esce il ritratto di un uomo duro, segnato dal lavoro il cui posto nel mondo è relativamente poco legato al resto della società. L' ordine familiare è strettamente patriarcale in entrambe le situazioni: le donne non godono ancora dei diritti degli uomini (le prime lotte per l' emancipazione cominciarono solo agli inizi del '900).
Il nordista ha pochi punti in comune con lui: vive in un appartamento in città, magari è un politico o semplicemente un uomo d'affari, frequenta salotti dove si svolgono discussioni intellettuali oppure va in borsa (il New York Stock Exchange meglio conosciuto come NYSE o semplicemente Wall Street nasce nel 1792 e si chiama in questo modo perché all' epoca della colonizzazione, quando New York si chiamava ancora New Amsterdam, gli olandesi eressero un muro per difendersi dalle tribù indigene proprio in corrispondenza del luogo dove ora si decidono le sorti della finanza mondiale) si veste sempre elegante ed è profondamente legato ai valori della Costituzione.

Le connotazioni della guerra


Uno scatto ritraente cadaveri sul campo di battaglia di Antietam (Brady)
La Guerra di Secessione americana fu una delle prime a connotazione moderna e non una guerra "romantica" come quelle alle quali si era assistito in Europa negli anni precedenti: lo scontro era caratterizzato dal cozzare fragoroso tra le due ideologie adottato come schermo per gli interessi economici nascosti dietro di esse e alla base del conflitto: così lo scroscio degli applausi a Washington o a Montgomery al seguito del discorso di qualche insulso politico copriva il fuoco dei moschetti e le grida dei soldati feriti sui campi di battaglia. Inoltre le nuove armi con cui si combatté sulla terra e sul mare contribuirono a dare un che di innovativo ai massacri: i primi sottomarini, le corazzate, le mitragliatrici, i fucili a ripetizione, i pezzi d'artiglieria a lunga gittata e il largo uso dell' artiglieria navale. Le tattiche di battaglia tuttavia erano sostanzialmente le stesse delle schermaglie precedenti: scontri in campo aperto tra battaglioni di moschettieri supportati dal fuoco dei pezzi d'artiglieria navale o terrestre. La cavalleria (che, non penso ci sia bisogno di dirlo, aveva ormai perso il suo ruolo dominante sui campi di battaglia già dal Medioevo) era costituita ormai solo da cavalleggeri armati di sciabole e pistole e privati di ingombranti e inutili armature (le corazze in ferro erano facilmente penetrabili dai proiettili dei moschetti) che con le loro potenti cariche potevano ancora mandare in rotta le unità di fanteria anche se non potevano reggere un impatto frontale con uno schieramento di moschettieri.

Gli Stati Confederati partirono svantaggiati in partenza per quanto riguarda l'economia e la produzione interna: la popolazione degli unionisti era stimata attorno ai 22 milioni (di cui 3 milioni e mezzo in grado di portare le armi) mentre quella confederata era di 9 milioni (di cui 1 milione in grado di portare le armi). C'è poi da considerare dalla parte dell'Unione le formazioni di neri affrancati. Questo significa che i nordisti erano sempre in vantaggio numerico (gli effettivi unionisti erano sempre almeno il doppio di quelli confederati). Se poi vogliamo parlare delle ferrovie, degli animali da tiro, dei cavalli, degli stabilimenti industriali, degli investimenti di capitali, delle terre coltivate, ecc vedremo che i nordisti erano sempre in netto vantaggio rispetto alla nazione ribelle. Ma molti aspetti erano a favore della Confederazione, soprattutto in campo militare: al Sud infatti si erano stabiliti la maggior parte dei veterani della guerra del 1812-1815 che erano ancora nell'età di portare le armi o almeno di fungere da ottimi generali (come poi puntualmente si rivelarono) inoltre il Dixieland poteva contare su un equipaggiamento inglese (considerato a quell' epoca il migliore del mondo) e di ottimi cannoni napoleonici a canna liscia (che utilizzati dagli ufficiali Confederati causarono enormi perdite tra gli Unionisti).
Jefferson e Stephens puntarono su una guerra di tipo difensivo mirata a sfiancare l' esercito unionista per presentarsi all' armistizio in una posizione di forza che poteva  servire ai ribelli a far riconoscere ufficialmente al Nord la loro nazione.

Il Nord riuscì ad ottenere in fretta un esercito di volontari ben addestrati e ben equipaggiati (e quindi a soverchiare la Confederazione) grazie alla riserva di uomini nettamente superiore a quella del Sud. I nordisti potevano quindi permettersi di tenere in addestramento gli uomini per un periodo più lungo e quindi di recuperare in fretta lo svantaggio relativo all' esperienza. Inoltre gli Unionisti disponevano dei primi treni blindati, delle prime mitragliatrici Gatling e di fucili a ripetizione Smith&Wesson. Sebbene il generale nordista Winfield Scott avesse ideato un ottimo piano per "strozzare" la Confederazione e la sua economia (chiamato the Anaconda Plan) questo non risultò gradito né al popolo né ai politici che pretendevano (come spesso accade) una guerra rapida allo scopo di riannettere gli stati secessionisti il più velocemente possibile. I generali furono quindi costretti ad adottare una strategia di guerra offensiva allo scopo di vincere celermente la guerra e questo loro "servilismo" alla politica dimostra la loro inesperienza e la loro quasi totale incompetenza in campo militare. Il problema principale del Nord fu la mancanza di ufficiali, per sopperire alla quale lo stato maggiore dovette dare il via ad un' ondata di promozioni consapevole (almeno in parte) del fatto che questi uomini portavano sulle spalle più gradi di quanti in realtà ne meritassero.

La nascita della fotografia come strumento di condizionamento di massa


Mathew Brady
É importante ricordare che questa fu la prima guerra ad essere fotografata da veri e propri reporter sul campo, ma soprattutto da uno di questi: Mathew Brady. Quest'uomo tramite i suoi scatti (frutto di innumerevoli esperienze sul campo che più volte gli fecero rischiare la cattura) riuscì a far vivere alla società americana l'orrore del conflitto. Famosa è la sua mostra fotografica ("La morte ad Antietam" che si riferiva alla battaglia omonima) tenutasi a New York nell' ottobre del 1862 dove la maggior parte delle immagini ritraevano cadaveri sui campi di battaglia (resi irriconoscibili dalla brutalità dei massacri) prima che venissero raccolti. La mostra impressionò e arrivò molto vicina a scandalizzare il pubblico che mai prima d'allora si era ritrovato a così stretto contatto con la morte. Dopo i primi anni di lavoro in prima persona Brady incaricò altri di scattare mentre lui passò il resto della guerra a supervisionare il lavoro dei suoi reporter da uno studio a New York. Egli si aspettava che, a guerra finita, il governo gli avrebbe comprato tutte le fotografie (oltre 10.000 per la realizzazione delle quali Brady aveva speso una cifra che si aggirava intorno ai 100.000 dollari dell' epoca)  e quando questo non accadde fu costretto a dichiarare bancarotta e a vendere lo studio. Addolorato per la morte della moglie visse da solo fino 1896, quando in seguito ad un incidente d' auto morì nel Presbyterian Hospital. Dopo di allora le mostre fotografuche, come i film o i telegiornali o la radio, diventarono degli strumenti finalizzati a condizionare la massa, a commuoverla, ad emozionarla, a farla indignare o arrabbiare (è risaputo che la moltitudine, se opportunamente indirizzata, può tutto) e non sorprende che oggi chi ha in mano gli strumenti di comunicazione di massa è considerato fra le persone più potenti (e influenti) al mondo.

 

 

 

 

Gli italiani si schierano

L' emigrazione italiana verso l' America dal 1850 al 1860 aumentò a dismisura. I motivi erano tanti: molto sfuggivano dalla povertà, altri alla guerra che imperversava in quel periodo (erano gli anni di Garibaldi e dell' Unità d' Italia), altri ancora cercavano solo un luogo dove potessero professare liberamente la loro fede. C'erano poi quei garibaldini che dopo l' Unità andarono a diffondere la loro idea di uguaglianza e libertà altrove e molti scelsero proprio l' America, già in fermento per la questione della schiavitù. Dopo non molto tempo si crearono dei veri e propri quartieri italiani, completi di scuole e giornali (il più importante dei quali, l' Eco d' Italia, era diretto da Francesco Secchi de Casale, un attivista politico costretto a fuggire dall' Italia. Quando questi nostri compatrioti si ritrovarono nel bel mezzo della Guerra Civile decisero di schierarsi (almeno la maggior parte di loro) per l' Unione in cui vedevano la nazione garante delle libertà che a lungo erano state loro negate. Più di 11.000 italiani si arruolarono come regolari nell' esercito nordista e vennero messi sotto il comando di Francesco Spinola. Le formazioni di regolari al servizio degli Unionisti erano principalmente due: "The Italian Legion", che adottava come insegna la bandiera americana e un fiocco tricolore con la scritta "Vincere o Morire" e il 39° reggimento fanteria di New York meglio conosciuti come "The Garibaldi Guards" (un corpo scelto composto dai veterani delle campagne garibaldina). Le uniformi erano varie, ma i soldati italiani erano sempre riconoscibili dal cappello dei Bersaglieri e dalla camicia rossa tipica dei garibaldini.

Lo svolgimento del conflitto


Una scena della prima battaglia di Bull run (Brady)
Gli scontri iniziarono il 12 aprile 1861 quando un capitano confederato fece fuoco su Fort Sumter in quanto postazione occupata da truppe nemiche nel territorio della Confederazione. Da allora i sudisti attuarono una strenua difesa dei loro confini nazionali battendo gli unionisti nella prima e nella seconda battaglia di Bull Run. Spronati da quest' ultima vittoria, nel settembre 1862 i sudisti iniziarono l'invasione del Maryland:  al comando del generale Robert E. Lee, il più famoso e abile generale a disposizione della Confederazione, 45.000 uomini attraversarono il fiume Potomac ed entrarono nel territorio dell' Unione. Lee aveva basato la sua strategia sull' aiuto (in termini di truppe fresche, armi e rifornimenti) che supponeva gli abitanti del Maryland (stato schiavista e quindi simpatizzante della Confederazione) gli avrebbero dato. L' obiettivo che si prefiggeva il generale sudista con quest' azione militare tra l' altro decisamente azzardata dal punto di vista strategico (considerata la facilità con cui i nordisti potevano impedirgli gli approvvigionamenti) era esercitare una forte pressione psicologica sull' Unione tramite il blocco della linea ferroviaria Baltimore&Ohio che riforniva Washington passante per la Pennsylvania. Ma Lee non ottenne il tanto sperato soccorso da parte del Maryland né riuscì a raggiungere la ferrovia: infatti il 17 settembre l' Armata del Potomac forte di 87.000 uomini al comando del Maggior Generale McClellan (che peraltro era venuto in possesso dei piani di battaglia di Lee tramite un' ordinanza rinvenuta da un soldato unionista incartata intorno a tre sigari) assaltò le postazioni sudiste vicino alla cittadina di Sharpsburg (schermaglia di Harper's Ferry) dando inizio alla battaglia più sanguinosa di tutta la guerra, detta Battaglia di Antietam, che si concluse con una parziale vittoria tattica per l' Unione dopo che 23.000 giovani soldati persero la vita combattendo per l'una o per l'altra parte. In seguito alla battaglia terminata alle 17.30 Lee tornò in Virginia con ciò che gli era rimasto delle sue truppe. Lincoln decise di sollevare McClellan dall' incarico a causa della sua eccessiva cautela e del suo fallimento nel condurre la campagna. Il primo di gennaio dell' anno successivo (1863) Lincoln, approfittando della vittoria dell' Unione, emise il Proclama d' Emancipazione che dichiarava liberi tutti gli schiavi di colore del Sud (anche se in realtà perché questo fosse realmente attuato si dovette aspettare fino al 1865 con l' approvazione del tredicesimo emendamento della Costituzione): questa  azione portò la Gran Bretagna e la Francia a sostenere l' Unione e a non riconoscere la Confederazione uno stato a sé, ma una semplice ribellione.

Ma Robert E. Lee era un uomo deciso e non si arrese. L'anno successivo vinse a Chancellorsville fermando il tentativo di contrattacco dell' Armata del Potomac agli ordini del generale Hooker (il sostituto di McClellan). L' esercito confederato, che allora contava 60.000 uomini, stanco, peggio equipaggiato e sparpagliato su tutto lo stato della Virginia vinse contro i 130.000 uomini di McClellan infliggendo e subendo pesanti perdite (che però la Confederazione non poteva facilmente rimpiazzare al contrario dell' Unione). Lee perse "Stonewall" Jackson, uno dei suoi migliori generali, la cui mancanza si fece poi sentire a Gettysburg. I risultati di questa battaglia furono in primo luogo la convinzione di Lee di essere diventato imbattibile che lo spinse a cominciare la sua seconda invasione della Pennsylvania e in secondo luogo l'ondata di dimissioni da parte dei generali unionisti: Hooker chiese le dimissioni di Stoneman che si era rivelato un incompetente (come molti altri...), Couch fu talmente disgustato dal comportamento di Hooker che si dimise volontariamente. Lo stesso Hooker fu rilevato dal suo incarico il 28 giugno: poco prima della battaglia di Gettysburg.
L' invasione aveva ovviamente uno scopo sia politico che militare: da un lato l' avanzata sarebbe servita a sciogliere l'assedio a Vicksburg, a sconvolgere i piani dell'Unione per le campagne estive e a sostentare il Sud grazie alle fertili fattorie del Nord dall' altro un' azione militare di questo genere, se compiuta in modo deciso, avrebbe fomentato il movimento pacifista già attivo nell' Unione e quindi favorito la vittoria della Confederazione.


Il generale Robert E. Lee (Brady)
Verso la fine di giugno l' Armata della Virginia settentrionale, guidata da Lee, invase nuovamente il territorio della Pennsylvania e penetrò in profondità con l' intento di tagliare le vie di comunicazione e di rifornimento indispensabili all' unione per l'assedio di Vicksburg. Nel frattempo, appresa la notizia dell' avanzata sudista, il generale George G. Meade, nuovo comandante dell' Armata del Potomac, si diresse contro Lee con l'ordine di fermare a tutti i costi l' armata confederata. Il 1° luglio 1863 nei pressi di Gettysburg le avanguardie dei due eserciti si scontrarono dando vita ad una schermaglia di poco conto (neppure pianificata), mentre il secondo giorno, sopraggiunte sul campo il grosso delle forze, cominciò la vera battaglia. Gli unionisti, benché commisero qualche errore tattico iniziale riuscirono a tenere le posizioni. Il 3 luglio dopo altre sanguinose offensive e insensati massacri il generale Lee si ritrovò a dover prendere una decisione: ordinare un ennesimo attacco frontale contro le linee nordiste o intraprendere una difficile ritirata verso la Virginia. Optò per la prima. E sbagliò. Dopo un violento bombardamento d'artiglieria (poco efficace a causa della distanza da cui speravano i cannoni sudisti) il generale Pickett sferrò il suo assaltò con 12.500 valorosi contro il crinale di Cimitery Hill: perse più di tre quarti degli uomini tra morti, feriti e dispersi sotto il fuoco dell'artiglieria e dei moschetti unionisti. Il giorno successivo Lee modificò le sue linee in posizione difensiva sperando che Meade avrebbe attaccato, ma il cauto generale nordista non si mosse. Il 5 luglio Lee, temendo di venire accerchiato si ritirò. In tre giorni di combattimenti erano rimasti sul campo 51.000 uomini. Il giorno prima Vicksburg si era arresa agli yankees di Grant mettendo fine alla seconda invasione della Pennsylvania da parte delle forze confederate.

Un altro capitolo importante della storia della guerra di secessione fu sicuramente la battaglia di Chickamauga che portò poi alla presa della città di Chattanooga, Tennessee. Nel settembre del '63 l' Unione cominciò un' offensiva, guidata dal maggior generale Rosecrans, in Georgia  e in Tennessee per aprire un varco tra le linee difensive sudiste e prendere le importanti città del Sud e concludere la guerra il più in fretta possibile. Il combattimento si svolse tra l'armata del Cumberland (comandata appunto dal generale Rosecrans) e l'armata del Tennessee (agli ordini del generale confederato Braxton Bragg presso il torrente Chickmauga: una parola indiana che significa "fiume stagnante" o, più specificamente, "fiume della morte". Bragg si stava dirigendo verso Chittanooga e Rosecrans aveva ordine di seguirlo e di prendere la città di Chattanooga: un importantissimo centro non solo militare, ma anche manifatturiero, bancario e commerciale del Tennessee, forse addirittura il più importante dal punto di vista strategico tanto che Abraham Lincoln aveva dichiarato che "chi avesse controllato Chattanooga avrebbe vinto la guerra". La battaglia si articolò in realtà in una serie di schermaglie su un territorio semicollinare intorno al fiume Chickamauga che ebbero un esito negativo per l' Unione: l' Armata di Rosecrans si ritirò all'interno della città di Chattanooga inseguita dalle truppe di Bragg che si preparavano all'assedio. L' avanzata dell' Unione era quindi stata fermata.

Nel novembre dello stesso anno, subito dopo la deposizione di Rosecrans (avvenuta il 19 novembre) a favore del generale di brigata George H. Thomas, distintosi nella battaglia di Chickamauga, Il generale Ulysses Grant ricevette l'ordine di prendere il comando della Divisione militare del Mississipi (tutte le armate dell' Ovest) e di rompere l'assedio di Chattanooga: cosa che puntualmente fece. In primo luogo Grant escogitò un modo per rifornire la città assediata via fiume con un ponte di barche che difese durante numerosi scontri con le truppe di Bragg (accampate dall'altro lato della città)  e poi, ricevuti i rinforzi dal generale Willim T. Sherman (20.000 uomini), cominciò le operazioni offensive costringendo finalmente Bragg alla ritirata verso Chickamauga Station aprendo così la via per la campagna di Atlanta guidata da Sherman nel 1864. Una delle due più importanti armate confederate era in rotta e Grant aveva conseguito uno dei suoi più grandi successi.


Il generale dell'Unione William T. Sherman (Brady)
Il 7 maggio 1864 cominciò la campagna di Atlanta conclusasi solo nel settembre dello stesso anno. Il generale Sherman, riunito a Chattanooga un esercito imponente, si mise in marcia verso Atlanta: capitale della Georgia e uno degli snodi ferroviari più importanti della Confederazione. A difenderlo, il generale sudista Joseph E. Johnston con un numero di uomini assai inferiore a quello dell' esercito dell' Unione. Jonhston esitava ad attaccare e continuava a ritirarsi e costituire una linea di difesa sempre più vicina alla città che doveva difendere. Infine egli fu sollevato dall' incarico e al suo posto su messo il generale Hood che attaccò subito presso Peachtree Creek l' armata avversaria: la sconfitta fu pesantissima e Hood fu costretto a ritirarsi verso Atlanta e a combattere per essa nella battaglia di Atlanta. L'esercito di Hood venne sconfitto subendo più di 8.000 uomini di perdite, ma egli riuscì a tenere ugualmente la città che Sherman si preparò ad assediare tagliando la ferrovia proveniente da Macon che riforniva Atlanta. Il 7 settembre del '64 Hood uscì dalla città e facendo terra bruciata dietro di sé e si ritirò mentre una delegazione di cittadini simpatizzanti per l' Unione dichiarava la resa della città. Sherman ci rimase 2 mesi poi, dopo aver fatto evacuare la popolazione, la rase al suolo e cominciò la sua "Marcia verso il mare" ossia la Campagna di Savannah.

La Campagna di Sherman aveva un scopo preciso: sconvolgere l'economia del Sud a tal punto da indurlo alla resa, e per farlo il generale federale adottò una tattica brutale e alla lunga assai controproducente. La terra bruciata. Questa era un modo di avanzare nel territorio nemico senza preoccuparsi dei rifornimenti, ma saccheggiando le fattorie e i centri abitati che si incontravano sul cammino per assicurarsi i viveri. Così si danneggiava pesantemente se non permanentemente l'economia di uno stato che si vedeva sparire i raccolti e il bestiame (che come abbiamo detto nel Sud erano alla base della ricchezza del paese).
La Marcia verso il mare di Sherman, meglio conosciuta come Campagna di Savannah, iniziò il 15 novembre 1864. Presa e distrutta Atlanta il generale federale partì con 62.000 uomini alla volta di Savannah, Georgia. Questa era un’ altra importantissima città commerciale della Confederazione poiché dal porto della città partivano le partite di cotone provenienti dalle piantagioni del Sud (dove ancora lavoravano gli schiavi) che fruttavano ai sudisti moltissimo denaro col quale finanziare la guerra contro l’ Unione. Il generale confederato mandato a difendere la città era William J. Hardee che aveva combattuto durante la guerra Americano-Messicana e che aveva poi scelto di servire sotto Jefferson Davis allo scoppio della conflitto civile. Questi oppose a Sherman una dura resistenza in varie schermaglie sul cammino da Atlanta a Savannah, ma i suoi sforzi si rivelarono inutili: il 17 dicembre si ritrovò asserragliato dentro la città e Sherman gli chiese la resa, ma egli rifiutò e tre giorni dopo fuggì con i suoi uomini. C’è a questo punto da fare una riflessione perché il lettore si meraviglierà nel vedere i Confederati sempre sconfitti: cos’era cambiato dall’inizio della guerra, quando i sudisti erano più o meno allo stesso livello degli  yankees? Abbiamo detto in precedenza che gli armamenti del Sud erano i migliori in circolazione e che gli uomini a disposizione dei generali confederati (e i generali stessi) erano tutti veterani del conflitto col Messico e quindi avevano molta più esperienza dei loro “connazionali” del Nord. Ma se analizziamo con attenzione questi vantaggi scopriamo che sono solo momentanei e instabili: l’ Unione usò la sovrabbondanza di uomini di cui disponeva per far addestrare quelli lontani dal campo di battaglia e portò a termine trattative con gli stati europei per un approvvigionamento d’armi continuo. Vediamo quindi che la presunta forza della Confederazione va mano a mano scemando finché, già nel 1863, dopo appena due anni dall’ inizio del conflitto, l’ Unione riesce a sconfiggere i sudisti in modo sconvolgente e incredibile.

Nel frattempo, il 15 dicembre del ’64 a Nashville, Tennessee, si affrontarono George H. Thomas e il generale confederato Hood che si era ripreso dopo la sconfitta ad Atlanta. Thomas aspettò due settimane prima di attaccare le postazioni avversarie anche sotto minaccia di Grant e Lincoln di venir sostituito al comando. Infine Grant ordinò al generale Logan di recarsi presso Nashville e di prendere il comando delle truppe di Thomas se questo non avesse ancora attaccato Hood (Grant ovviamente non voleva perdere un brillante generale quale era Thomas). Quando il 15 Logan arrivò sul campo Thomas stava sferrando l’assalto. Hood aveva commesso un grave errore inviando pochi giorni prima la sua cavalleria al comando dell’ esperto Forrest, a Murfreesboro nel tentativo di accerchiare le forze dell’ Unione quindi l’ esercito confederato già di per sé numericamente inferiore a quello unionista era ulteriormente indebolito: la mattina dell’inizio dello scontro si affrontarono sul campo 49.000 nordisti contro 31.000 giubbe grigie. Thomas riuscì a sconfiggere Hood infliggendogli gravi perdite, ma l’inseguimento delle truppe in fuga fu reso difficile da una battente pioggia che coprì i confederati finché non arrivò Forrest a proteggere la ritirata dei commilitoni.

Il 19 gennaio del 1865 cominciò, dopo la presa di Fort Fisher, Carolina del Nord, da parte dell’ Unione, la Campagna delle Caroline. Questa fu l’ultima della guerra e si svolse fino a marzo senza grandi colpi di scena: le città del Sud caddero l’ una dopo l’ altra senza opporre una resistenza avente qualche possibilità di vittoria sull’ Unione che continuava imperterrita, tramite i suoi generali, la riunificazione del Paese. La vera fine del conflitto giunse in aprile, quando sia Richmond (che era stata designata capitale degli Stati Confederati il 3 aprile dello stesso anno) sia Petersburg (Virginia) caddero nelle mani degli yankees. Il 9 aprile, rassegnatosi alla sconfitta, il generale Lee si arrese, e con lui tutta la sua armata, ad Appotomax. Appena cinque giorni dopo (era Good Friday) Lincoln fu ucciso da John Wilkes Booth un simpatizzante della Confederazione che sperava di creare un chaos governativo assassinando anche il segretario di stato e il vice presidente, ma i suoi complici fallirono e lui stesso fu ucciso mentre veniva catturato. Pochi giorni dopo Johnston si arrese a Sherman insieme a molti altri generali sudisti.
Le ostilità cessarono nel giugno dello stesso anno.

Ulysses S. Grant


Il generale dell'Unione Ulysses S. Grant (Brady)
Ulysses Grant fu uno dei generali statunitensi di maggior successo e quindi ritengo sia doveroso approfondirne la figura. Grant nacque a Point Pleasant nell' Ohio il 27 aprile 1822 da due genitori originari della Spagna e, incredibile a dirsi, il miglior generale dell' Unione partì dal grado più basso della società: suo padre era conciatore di pelli. Visse fino a 17 anni nel villaggio di Georgetown. Nel 1839 entrò nell' accademia militare di West Point (che è ancora l' unica accademia degli Stati Uniti per gli ufficiali militari) e lì lo registrarono per errore col nome di Ulysses Simpson Grant (al posto di Hyram Ulysses Grant), ma il nome gli piacque talmente che decise di tenerlo. Si diplomò nel '43 e subito dopo si sposò ed ebbe quattro figli. Egli era un protestante metodista. Durante la sua carriera militare partecipò alla guerra Americano-Messicana sotto Zachary Taylor e Winfield Scott, ma non si distinse particolarmente. Nel '61 subito dopo l' inizio della guerra di secessione giunse nella capitale dell' Illinois con una compagnia di cento uomini organizzata da lui e il governatore dello stato pensò che un uomo uscito da West Point potesse dare di più all' Unione e lo fece salire in alto: egli diventò prima comandante del Ventunesimo Fanteria dell' Illinois e poi il 7 agosto venne promosso a Brigadier Generale dei volontari. Colse la sua prima grande vittoria conquistando Fort Henry nel 1862, ma fu solo la prima di una lunga serie di vittorie. Nel corso della guerra vinse a Shiloh, Vicksburg e Chattanooga e venne promosso dal presidente a Tenente Generale e gli venne affidato il comando di tutte le forze armate del Nord... e pensare che era uscito dall' accademia appena 20 anni prima ed era figlio di un conciatore. Nel 1865 venne sconfitto in Virginia da Lee a Cold Harbor ma si rifece ampiamente prendendo Petersburg e costringendo il miglior generale sudista ad arrendersi ad Appotomax Court House. Dopo la guerra si entrò nel Partito Repubblicano e nel 1868 si candidò alla carica di presidente praticamente senza oppositori e vinse grazie alla sua popolarità con circa 3 milioni di voti su 5 milioni e mezzo. Il suo governo fu caratterizzato da scandali e corruzione di cui però egli non era colpevole mentre lo erano i suoi subordinati. Il suo più grande errore fu non prendere una posizione decisa contro la corruzione. É però da ricordare che sotto il suo  governo fu fondato il Ministero di Giustizia, il Ministero delle Poste, fu formulato il Quindicesimo Emendamento della costituzione e, soprattutto, fu sciolto il Ku Klux Klan. Dopo la fine del secondo mandato Grant passò due anni a visitare il mondo e tornato in America venne eletto come ottavo presidente dell' NRA (National Rifle Association) nel 1883. Malato di cancro alla gola lottò per finire le sue memorie e garantire così alla famiglia un futuro economico (la sua ditta "Grant and Ward" era fallita). Aiutato da Mark Twain riuscì nel suo intento e morì il 23 luglio 1885. La sua salma riposa a NEw York nel mausoleo più grande del Nord America insieme alla moglie: the Grant's Tomb. Il suo ritratto oggi è sulle banconote da 50 dollari nella serie 2004.

 

 

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