Le cause del conflitto
Dal 1760 cominciarono a manifestarsi nelle colonie Britanniche d'America malcontenti dovuti alle pesanti tasse che la madrepatria inglese aveva imposto per riprendersi dopo la Guerra dei 7 anni che aveva decisamente logorato tutti gli stati che vi avevano partecipato. Lo stratagemma per riscuotere queste somme era semplice ed efficace: le colonie infatti, essendo legate alla madrepatria, avevano l'obbligo di comprare i beni solo dall' Inghilterra (o comunque dagli stati del Commonwealth). Questo gravoso dovere era inoltre stato appesantito dallo Sugar Act, che imponeva alti dazi sull'importazione dalla madrepatria, lo Stamp Act, che imponeva tasse sui documenti ufficiali e sui giornali, e infine il Tea Act che aveva permesso alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali di superare il blocco creato dal boicottaggio che i coloni avevano adottato in segno di protesta.
Un dipinto illustrante il Boston Tea Party |
La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America venne redatta da Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert Livingston e Roger Sherman (i principali Padri Fondatori) e fu ratificata nel 1776 a Philadelphia: un anno dopo lo scoppio della guerra. Quest'ultima infatti era iniziata nel 1775, quando il governo inglese, era venuto a sapere delle decisioni prese dal Congresso continentale delle Colonie, che stabilivano il boicottaggio anche con l'uso della forza delle merci inglesi importate da oltremare.
Tra le cause scatenanti del conflitto bisogna ovviamente citare gli ideali illuministici della Rivoluzione francese che già cominciava ad infuriare oltreoceano. Il più importante dei Padri Fondatori che ebbe relazioni con la Francia rivoluzionaria fu Thomas Jefferson. Egli fu governatore della Virginia dal 1779 al 1781: durante questo relativamente breve periodo di tempo, ispirandosi alla filosofia illuminista e ai principi della democrazia, sostenne la massima libertà di culto, promosse l'istruzione, riformò il codice penale (soprattutto le leggi riguardanti la proprietà privata), ma non riuscì ad impedire l'invasione inglese della Virginia durante la guerra. In seguito, dopo la fine della guerra, servì come ambasciatore in Francia dal 1785 al 1789 il che contribuì ad alimentare i suoi ideali di illuminista e i suoi ideali democratici che lo aiutarono diventare il terzo presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809.
Gli schieramenti
All' inizio del conflitto i coloni non disponevano di un esercito regolare, ma solo di milizie continentali composte da uomini poco addestrati e malamente equipaggiati: anche dopo l'inquadramento di questi ultimi nell' Esercito continentale la situazione non cambiò. l'Esercito inglese (the British Army) invece era costituito da professionisti forniti di ottime armi e supportati dalla flotta inglese, la cui rinomata potenza aveva permesso all' Inghilterra di creare il Commonwealth. Gli inglesi sbarcarono senza difficoltà dal momento che i coloni avevano deciso di organizzare la resistenza nell'entroterra, consapevoli di non poter contrastare gli inglesi sul mare. Gli americani disponevano di moltissimi uomini, la maggior parte dei quali però, non aveva mai alzato un fucile: quelli che si trovarono a combattere questa guerra dalla parte dei coloni non erano veterani (molti addirittura dalla Guerra dei 7 anni) come gli inglesi, ma semplici miliziani, arruolati tra i cittadini delle varie colonie e chiamati a difendere le loro case. I 20.000 regolari e i 230.000 miliziani americani non potevano quindi competere con i 12.000 regolari inglesi che sbarcarono su suolo americano i quali furono subito integrati ai 40.000 regolari mercenari assiani, ai 55.000 lealisti (ossia coloni del continente, leali alla Corona) e ai 5.000 guerrieri irochesi.
Moschetto a canna rigata Brown Bess in dotazione alle truppe della Corona |
Gli eventi
Le prime scaramucce non furono di molta importanza e miravano a saggiare la preparazione degli avversari e le loro tattiche. Si svolsero a Lexington e Concord dove i coloni avevano situato l'arsenale e i campi di addestramento delle milizie. Non furono vittorie o sconfitte particolarmente importanti anche perché impiegarono solo poche centinaia di uomini. Gli eventi più importanti durante la guerra furono:
Carriaggi francesi. Unendo le due ruote dietro ogni cannone con il cannone stesso si otteneva un veicolo semovente |
2 - L' assedio di New York fu una delle battaglie più importanti dei primi anni della guerra, a cui presero parte un'immensa quantità di uomini e di mezzi. Israel Putnam, generale americano al comando, aveva schierato 8.000 uomini a Long Island. Qui il 22 Agosto 1776 ebbe luogo un attacco frontale inglese in grande stile impegnante 15.000 anglo-tedeschi e supportato da quasi 500 cannoni navali. Gli americani resistettero qualche giorno per poi ripiegare su Harlem che gli inglesi diedero loro tempo di fortificare a causa dell'eccessiva prudenza dei comandanti della Corona e di un uragano scatenatosi in quei giorni a Manhattan. Il 16 Settembre dopo una sortita tatticamente riuscita attuata dagli assedianti Washington ordinò la ritirata verso il New Jersey lasciandosi però alle spalle i difensori di Fort Washington e di Fort Lee caduti in mano inglese.
3 - Dopo la ritirata dell' Esercito Continentale verso la Pennsylvania dove Washington prevedeva di trascorrere l' inverno e, nel frattempo addestrare i coloni affinché potesse affrontare gli inglesi "alla pari" l'anno successivo. Gli inglesi per tutta risposta ordinarono al generale Cornwallis di occupare la città di Princeton con 8000 uomini mentre 2500 assiani, facenti parte del nuovo contingente appena sbarcato per dar manforte agli inglesi, si assestarono negli avamposti di Trenton e Bordentown. Washington, accusato dal Congresso per le numerose sconfitte subite e preoccupato dall' esercito del Regno d' Assia, sfruttò l'effetto sorpresa per travolgere le forze avversarie e, così facendo, alzare il morale delle truppe continentali. Decise di agire il giorno dopo Natale, il 26 Dicembre 1776, sapendo che i tedeschi avrebbero festeggiato abbondantemente la sera prima e che quindi sarebbero stati per la maggior parte ubriachi o addormentati. E così fu. Alle 8:00 di mattina 2000 americani divisi in 2 colonne irruppero a Trenton e colsero di sorpresa gli assiani. Il risultato dello scontro fu una vittoria schiacciante: appena due morti americani contro i 1086 uomini persi dagli avversari (20 morti 84 feriti e 982 prigionieri). Washington ripiegò poi al di là del Delaware con il bottino e i prigionieri giudicando ormai inutile attaccare Bordentown venendo ormai a mancare l' effetto sorpresa.
4 - Venuto a sapere della sortita degli americani a Trenton, il generale Howe, stanziato a New York con il grosso delle forze inglesi, ordinò un immediato contrattacco. Il generale Cornwallis allora lasciò quasi sguarnita Princeton e inseguì gli amerciani fino al fiume Delaware che questi avevano già attraversato attestandosi in posizione sfavorevole. Proprio per questo motivo il generale inglese diede ai propri uomini il giorno di riposo che gli fu fatale. Washington infatti approfittò della nottata per raggirare le truppe avversarie lasciando accese tutte le lampade possibili nel campo abbandonato cosicché gli inglesi non si accorgessero della loro assenza e dirigendosi a Princeton. Lì sconfisse tre reggimenti di fanteria che si dispersero nei campi poi si diresse verso Morristown. Gli inglesi di Cornwallis intanto, dopo aver caricato delle postazioni completamente vuote, tornarono a Princeton dove persero tempo radunando i tre reggimenti di fanteria sbaragliati dagli americani. Questi ultimi nel frattempo avevano guadagnato ventiquattro ore di vantaggio ed erano diventati irraggiungibili.
Un dipinto intitolato "Delaware Crossing" (La traversata del Delaware) |
6
- Mentre Washington arrancava sul fronte meridionale, Benedict Arnold sul
settentrionale se la cavava decisamente meglio. Infatti Burgoyne, non essendo a
conoscenza delle recenti mosse di Howe, si addentrò con 9.000 uomini appesantiti
dai carriaggi e da 42 cannoni nella valle dell' Hudson esponendosi alle azioni di
guerriglia americane che non tardarono a verificarsi: appena a metà di agosto
aveva perso 2.000 uomini tra diserzioni e perdite. Nel frattempo Horatio Gates
era stato mandato sulle Bennis Heights per intercettare e dare il colpo di
grazia agli inglesi di Burgoyne. Questi ultimi però attaccarono prima che Gates
arrivasse con i rinforzi: Arnold e i suoi si difesero strenuamente, ma furono
costretti a ripiegare abbandonando le Bennis Heights. Nemmeno Burgoyne però
rimase sulle alture preferendo barricarsi all'interno della fattoria Freeman,
una grande tenuta con molti edifici facili da difendere. Il 7 ottobre, spinto
dallo scarseggiare dei viveri a sua disposizione, il generale inglese uscì allo
scoperto per tentare una sortita che venne efficacemente contrastata dalle forze
americane comandate da i generali Poor, Morgan e Arnold. Questi riuscirono con
una manovra a tenaglia a respingere gli inglesi che si diressero a Saratoga non
aspettandosi un attacco alle spalle dalle forze di Gates, arrivato nel frattempo
sul campo di battaglia. Le postazioni inglesi caddero una a una finché il 17
ottobre Burgoyne si arrese con soli 5.000 uomini, pochi dei quali in grado di
combattere contro i 16.000 schierati dagli americani. La battaglia di Saratoga
fu di un' importanza strategica fondamentale poiché non solo fu la prima
battaglia in cui i coloni sconfissero gli inglesi in campo aperto, ma contribuì
anche ad abbattere le ultime resistenze contro l' alleanza franco-americana che
venne ratificata il 6 gennaio del 1778.
7 - Per l' inverno del 1778 Washington si piazzo il campo base
dell' Esercito Continentale a Valley Forge, un luogo ben difendibile, ma scarso
di risorse. Vi confluì un esercito male addestrato a cui mancavano armi,
munizioni, legname, tende, vestiti, foraggio e viveri. Poco dopo arrivò dall'
Europa il barone Friedrich von Steuben che addestrò a dovere i soldati durante
tutto l' inverno. Il risultato fu che Washington si trovò ad avere ai suoi
comandi 11.000 uomini addestrati quanto quelli dell' esercito Britannico. Quando
il 17 febbraio del 1779 la fregata francese Belle-Poule disalberò nel Canale
della Manica l' Arethusa (una nave inglese) e la guerra sul mare fra le due potenze Europee
scoppiò, il generale Clinton si mise in marcia da Philadelphia per raggiungere
New York con 10.000 uomini e Washington cercò di sfruttare la lentezza degli
inglesi per intercettarli e sconfiggerli. Il 28 febbraio la colonna che
costituiva l' avanguardia di Washington, composta da 5.000 uomini e comandata
dal generale Lee, raggiunse ed attaccò subito la retroguardia inglese a
Monmouth: l' attacco fu respinto e all' ordine di ritirarsi impartito da Lee
molti soldati si dispersero o fuggirono. Quando Washington arrivò sul campo
dovette prima riorganizzare le sue forze e poi sfuggire all' accerchiamento che
gli inglesi stavano mettendo in atto. Tornato agli accampamenti invernali
Washington deferì Lee al tribunale militare, ma questo si difese accusando il
generale di averlo insultato con bestemmie, fatto gravissimo nell' America
puritana. I rapporti tra il comandante in capo delle forze statunitensi e i suoi
generali erano già molto tesi: solo von Steuben e La Fayette gli rimanevano
ciecamente fedeli. Qualcuno propose di sostituire Washington, ma questi
movimenti furono troncati di netto quando venne scoperta e sventata in quel
periodo la "congiura Conway" ossia un piano ideato da Thomas Conway per
destituire Washington con la forza.
L'arrivo dei rifornimenti francesi il 7 luglio a
Philadelphia non migliorò subito la situazione: Clinton sbarcò nel novembre del
1778 in Georgia con 6.000 uomini e prese facilmente la città di Savannah, dove
insediò un governo collaborazionista/lealista che giunse a proclamare un
distacco tra la Georgia e gli Stati Uniti. Intanto Clinton cominciò a minacciare la Carolina del Sud e in risposta gli americani
cominciarono a fortificare l' allora capitale di quello stato, Charleston,
preparandosi per un imminente attacco. Washington dal canto suo si trovò
impossibilitato a mandare rinforzi al Sud, avendo a malapena le truppe
necessarie per contrastare gli inglesi al nord: nell' inverno tornò negli
accampamenti a Valley Forge dove von Steuben continuava la sua opera di
addestramento.
8 - Tra la fine del 1778 e gli inizi del 1779 i britannici, essendo a conoscenza delle lotte interne tra nativi e coloni che vi erano state in passato, attirarono dalla loro parte numerose tribù di nativi e con il loro aiuto cercarono di impossessarsi di alcuni Stati di importanza vitale per i ribelli quali l' Ohio, l' Illinois e il Kentucky. I primi due caddero quasi subito nelle mani degli inglesi, ma il Kentucky resistette e fu teatro in quegli anni di violenti scontri. La milizia venne organizzata dal generale George Clark. Questi, dopo aver stretto alleanze con due tribù indiane e con i coloni francesi, compì numerose azioni militari mirate soprattutto a conquistare le piazzeforti inglesi di Vincennes e di Kaskaskia che gli avrebbero spianato la strada per Detroit a cui però non arrivò mai: i coloni e gli inglesi continuarono a contendersi lo stesso fazzoletto di terra finché lo scontro non si ridusse a pochi combattimenti isolati senza vere e proprie battaglie di sfondamento. La ferocia dei nativi, che in occasione di quello scontro praticarono razzie e massacri, diede agli statunitensi il pretesto per portare a termine il genocidio che perpetrarono nell' Ottocento a danni degli indigeni.
Il tenente colonello inglese Banastre Tarleton |
10 - La più controversa battaglia della Guerra di indipendenza americana fu senza dubbio quella di Waxhaws chiamata più frequentemente il massacro di Waxhaws. Questa si svolse il 29 maggio 1780, in una zona di confine tra la Carolina del Nord e quella del Sud, tra il 17° reggimento dragoni leggeri Legione Britannica di Banastre Tarleton e 2 reggimenti di fanteria del Virginia, il 7° e il 2° (che includevano un distaccamento di artiglieria) al comando di Abraham Buford. Quest' ultimo si era mosso con le sue truppe per soccorrere Charleston (che però era caduta mentre era ancora in marcia) ed era stato avvistato da Tarleton. Egli dapprima mandò un messaggero per intimare la resa al capitano Buford (tra l' altro esagerando il numero delle sue truppe), poi, ricevuta la conferma che Buford non si sarebbe arreso, ordinò la carica ai suoi dragoni, che sfondarono nelle linee statunitensi come un lama calda nel burro: gli americani si arresero quasi subito, ma gli inglesi non ebbero pietà e ne massacrarono gran parte con le loro sciabole. Alcuni dicono che vedendo cadere il loro comandante e credendolo morto i soldati della corona si abbandonarono ad atti di violenza sugli arresi; altri sostengono che fu lo stesso Tarleton ad ordinare il massacro. La verità sull' accaduto ci è ignota ancora oggi.
11 - Verso la fine del 1780 Benedict Arnold tradì gli americani e passò dalla parte degli inglesi. Washington non aveva mai visto di buon occhio Arnold il quale non era minimamente interessato all' indipendenza americana e aspirava soprattutto all' arricchimento, ma l' aveva tenuto tra le sue file perché dotato di un naturale talento tattico anche non avendo un addestramento militare. A seguito di una serie di eventi incresciosi causati appunto dal disinteressamento di Arnold (tra cui ruberie perpetrate nelle città di cui era governatore), Washington aveva deciso di intralciarlo al raggiungimento della carica di generale anche dopo la battaglia di Saratoga durante la quale questi aveva dimostrato un abilità strategica straordinaria garantendo la vittoria agli statunitensi e l' aveva relegato al comando delle truppe stanziate a West Point, caposaldo dell' accerchiamento di New York. Successe poi che un gruppo di soldati americani catturò un uomo che tentava di entrare furtivamente a New York. Quest' ultimo confessò di chiamarsi John André e di essere un maggior dell' esercito di sua maestà britannica. Raccontò inoltre che era uscito dalla città accerchiata col favore della notte per discutere con Arnold riguardò alla vendita dell' avamposto di West Point in cambio di 20.000 sterline (somma spropositata anche per il tempo ad indicare l' avidità dell' uomo in questione). Scattarono subito gli arresti per André, ma non si riuscì a trovare Arnold: si scoprì che era entrato a New York per rifugiarsi da Clinton il quale lo aveva nominato maggior generale e messo a capo di un reparto di lealisti. Il morale dei coloni andò in pezzi. Pochi mesi dopo si verificarono delle rivolte in Pennsylvania tra le truppe dell' Esercito Continentale che non ricevevano la paga e i viveri, ma vennero calmate o represse da Washington grazie al suo carisma. In febbraio dello stesso anno cadde la Carolina del Nord e cominciò l' invasione della Virginia mentre al Sud Greene cominciò la sua opera di sfoltimento delle truppe inglesi tramite imboscate, piccole schermaglie e attacchi a sorpresa coordinati con i generali Sumter e Marion. Durante la più celebre di queste schermaglie, a Kings Mountain, venne catturato addirittura Ferguson, l'inventore dei fucili a retrocarica, insieme ad altri 1.000 britannici. Cornwallis, per ottenere maggior controllo sulla Carolina del Nord, dove si era piazzato, chiese rinforzi a Clinton, che nonostante fosse in superiorità numerica schiacciante a New York, fu molto parco in termini di uomini e gli mandò solo 4.000 lealisti comandati da Philips e Arnold. Tra le file dell' Esercito Continentale intanto Rochambeau e Washington discutevano se fosse meglio attaccare prima Cornawallis e poi New York o il contrario. De Grasse partì per le Antille dove contava di racimolare almeno 3.000 regolari francesi.
La resa del generale Cornwallis a Yorktown |
La conclusione della guerra
La guerra non era effettivamente finita: gli inglesi disponevano ancora di moltissimi uomini su suolo americano e detenevano postazioni strategiche anche se non riuscivano a tenere sotto scacco i coloni. I problemi erano invece altri per l' Inghilterra. In primo luogo i britannici si erano resi conto che la popolazione statunitense, a cui erano state promesse vittorie facili e quindi una guerra veloce, non voleva e non poteva sopportare altri anni di scontri, e che, anche se avessero vinto, non sarebbero comunque riusciti a imporre nuovamente ed impunemente il loro dominio su della gente che ormai aspirava con tutta se stessa alla libertà nazionale o che aveva realizzato che già la possedeva e che quindi gli inglesi erano solo degli invasori e non dei liberatori come avevano voluto far credere agli inizi del conflitto. A causa delle enormi risorse (finanziarie e non solo) che erano state necessarie per sostenere la guerra oltremare la supremazia marittima britannica era in pericolo e minacciata dai Regni di Francia e di Spagna. Per questi motivi più che validi gli scontri sul continente terminarono, anche se quelli sul mare continuarono e vennero vinti dagli inglesi. Gli scontri cessarono de facto nell' estate del 1782, ma la firma della pace a Parigi avvenne solamente nel 1783.
La dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America |