Le cause del conflitto

Dal 1760 cominciarono a manifestarsi nelle colonie Britanniche d'America malcontenti dovuti alle pesanti tasse che la madrepatria inglese aveva imposto per riprendersi dopo la Guerra dei 7 anni che aveva decisamente logorato tutti gli stati che vi avevano partecipato. Lo stratagemma per riscuotere queste somme era semplice ed efficace: le colonie infatti, essendo legate alla madrepatria, avevano l'obbligo di comprare i beni solo dall' Inghilterra (o comunque dagli stati del Commonwealth). Questo gravoso dovere era inoltre stato appesantito dallo Sugar Act, che imponeva alti dazi sull'importazione dalla madrepatria, lo Stamp Act, che imponeva tasse sui documenti ufficiali e sui giornali, e infine il Tea Act che aveva permesso alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali di superare il blocco creato dal boicottaggio che i coloni avevano adottato in segno di protesta.


Un dipinto illustrante il Boston Tea Party
A questi soprusi i coloni risposero con il "Boston Tea Party" del 1773: l'assalto pacifico ad alcune navi provenienti dall'Inghilterra, che erano appunto ancorate nel porto di Boston, con a bordo una partita di tè da 45 tonnellate dal valore stimato intorno ai 10.000 dollari. Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre (quella subito prima del giorno in cui era previsto lo scarico) uno dei numerosi gruppi pro indipendenza creatisi in quel periodo, i Sons of Liberty (Figli della Libertà), travestitisi da indiani Mohawk, salirono a bordo delle navi inglesi e gettarono a mare la preziosa mercanzia. Questo gesto fu visto da molti come la scintilla che fece scoppiare il conflitto perché dopo Boston molti furono gli atti di quel genere in altre colonie.

La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America venne redatta da Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert Livingston e Roger Sherman (i principali Padri Fondatori) e fu ratificata nel 1776 a Philadelphia: un anno dopo lo scoppio della guerra. Quest'ultima infatti era iniziata nel 1775, quando il governo inglese, era venuto a sapere delle decisioni prese dal Congresso continentale delle Colonie, che stabilivano il boicottaggio anche con l'uso della forza delle merci inglesi importate da oltremare.

Tra le cause scatenanti del conflitto bisogna ovviamente citare gli ideali illuministici della Rivoluzione francese che già cominciava ad infuriare oltreoceano. Il più importante dei Padri Fondatori che ebbe relazioni con la Francia rivoluzionaria fu Thomas Jefferson. Egli fu governatore della Virginia dal 1779 al 1781: durante questo relativamente breve periodo di tempo, ispirandosi alla filosofia illuminista e ai principi della democrazia, sostenne la massima libertà di culto, promosse l'istruzione, riformò il codice penale (soprattutto le leggi riguardanti la proprietà privata), ma non riuscì ad impedire l'invasione inglese della Virginia durante la guerra. In seguito, dopo la fine della guerra, servì come ambasciatore in Francia dal 1785 al 1789 il che contribuì ad alimentare i suoi ideali di illuminista e i suoi ideali democratici che lo aiutarono diventare il terzo presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809.

Gli schieramenti

All' inizio del conflitto i coloni non disponevano di un esercito regolare, ma solo di milizie continentali composte da uomini poco addestrati e malamente equipaggiati: anche dopo l'inquadramento di questi ultimi nell' Esercito continentale la situazione non cambiò. l'Esercito inglese (the British Army) invece era costituito da professionisti forniti di ottime armi e supportati dalla flotta inglese, la cui rinomata potenza aveva permesso all' Inghilterra di creare il Commonwealth. Gli inglesi sbarcarono senza difficoltà dal momento che i coloni avevano deciso di organizzare la resistenza nell'entroterra, consapevoli di non poter contrastare gli inglesi sul mare. Gli americani disponevano di moltissimi uomini, la maggior parte dei quali però, non aveva mai alzato un fucile: quelli che si trovarono a combattere questa guerra dalla parte dei coloni non erano veterani (molti addirittura dalla Guerra dei 7 anni) come gli inglesi, ma semplici miliziani, arruolati tra i cittadini delle varie colonie e chiamati a difendere le loro case. I 20.000 regolari e i 230.000 miliziani americani non potevano quindi competere con i 12.000 regolari inglesi che sbarcarono su suolo americano i quali furono subito integrati ai 40.000 regolari mercenari assiani, ai 55.000 lealisti (ossia coloni del continente, leali alla Corona) e ai 5.000 guerrieri irochesi.


Moschetto a canna rigata Brown Bess in dotazione alle truppe della Corona

Le armi dei due schieramenti erano differenti: gli inglesi infatti possedevano moschetti a canna liscia, meno precisi e con meno gittata, ma che permettevano una maggiore velocità di fuoco rispetto ai moschetti a canna rigata, utilizzati dai miliziani americani, i quali però erano più precisi (ottimi quindi per le tattiche di guerriglia adoperate nelle prime fasi della guerra dai coloni). Per entrare nello specifico l'unico tipo di  moschetto utilizzato dagli inglesi era il "Brown Bess": un'arma di ottima qualità che sparava un proiettile calibro 0,75 inches (corrispondenti ad un calibro 19mm) oppure uno calibro 0,72 in in più 3 calibro 0,36 in (per un totale di 4 pallottole potenzialmente mortali) precisi entro 100 metri. I moschetti americani al contrario erano numerosi e di diverso tipo, ma quelli usati maggiormente erano lo stesso "Brown Bess" e il "Charleville" (non molto differente dal "Brown Bess") nella prima fase della guerra e, successivamente, il "Pennsylvania", che, a differenza dei suoi predecessori era molto più lento nel ricaricare, ma aveva una precisione di tiro garantita (nelle mani di un tiratore esperto) addirittura fino ai 365 metri di distanza. Gli inglesi misero per la prima volta in campo il fucile a retrocarica, ottima arma (basti pensare che poteva sparare 4-5 colpi al minuto e poteva essere ricaricato mentre i soldati marciavano), inventato dallo scozzese Andrew Ferguson, solo l' 11 settembre del 1777 nella battaglia di Brandywine. Quest' arma poteva rivoluzionare le battaglie e forse cambiare le sorti della stessa guerra, ma gli inglesi persero scioccamente interesse per l' arma quando Ferguson venne ferito e successivamente catturato dai coloni nel 1780. Le uniformi che apparivano principalmente sui campi di battaglia americani erano due: la giubba rossa (tradotto: "redcoat" da cui il soprannome dispregiativo affibbiato dagli americani ai soldati inglesi Redcoats) indossata dai regolari della Corona Britannica e la giubba di colore blu introdotta come uniforme ufficiale dei coloni con la creazione dell'Esercito Continentale. Il problema che più penalizzava gli americani era però la mancanza di pezzi d'artiglieria che invece gli inglesi possedevano in gran quantità e usavano in modo superbo sul campo di battaglia per mandare a pezzi il morale (e non solo quello) dei coloni.

Gli eventi

Le prime scaramucce non furono di molta importanza e miravano a saggiare la preparazione degli avversari e le loro tattiche. Si svolsero a Lexington e Concord dove i coloni avevano situato l'arsenale e i campi di addestramento delle milizie. Non furono vittorie o sconfitte particolarmente importanti anche perché impiegarono solo poche centinaia di uomini. Gli eventi più importanti durante la guerra furono:


Carriaggi francesi. Unendo le due ruote dietro ogni cannone con il cannone stesso si otteneva un veicolo semovente
1 - Il 31 Dicembre 1775 gli americani subirono una pesante sconfitta presso la città di Quebec, messa sotto assedio in condizioni sfavorevoli dal generale americano Richard Montgomery. Le colonne americane erano state infatti decimate durante l'avanzata e le ferme dei volontari sarebbero scadute il 31 Dicembre. Con il rischio che molti uomini non le rinnovassero Montgomery si decise ad attaccare la notte tra il 30 e il 31 Dicembre in formazioni serrate. Il risultato fu un massacro: i 50 cannoni nemici (in confronto ai 5 degli assedianti) spararono a mitraglia sullo schieramento mietendo 500 vittime, tra cui lo stesso Montgomery, e altri 200 nei giorni successivi per le ferite riportate. Il comandante in seconda, Benedict Arnold, commise l'errore di continuare l'assedio che venne spezzato poco tempo dopo dall'arrivo di rinforzi inglesi. Questi non si limitarono a cacciare i coloni da Quebec, ma li inseguirono fino a Montreal (conquistata dagli americani durante l'avanzata) e la riconquistarono spazzando via definitivamente i coloni dal Canada e troncando di netto la campagna canadese.

2 - L' assedio di New York fu una delle battaglie più importanti dei primi anni della guerra, a cui presero parte un'immensa quantità di uomini e di mezzi. Israel Putnam, generale americano al comando, aveva schierato 8.000 uomini a Long Island. Qui il 22 Agosto 1776 ebbe luogo un attacco frontale inglese in grande stile impegnante 15.000 anglo-tedeschi e supportato da quasi 500 cannoni navali. Gli americani resistettero qualche giorno per poi ripiegare su Harlem che gli inglesi diedero loro tempo di fortificare a causa dell'eccessiva prudenza dei comandanti della Corona e di un uragano scatenatosi in quei giorni a Manhattan. Il 16 Settembre dopo una sortita tatticamente riuscita attuata dagli assedianti Washington ordinò la ritirata verso il New Jersey lasciandosi però alle spalle i difensori di Fort Washington e di Fort Lee caduti in mano inglese.

3 - Dopo la ritirata dell' Esercito Continentale verso la Pennsylvania dove Washington prevedeva di trascorrere l' inverno e, nel frattempo addestrare i coloni affinché potesse affrontare gli inglesi "alla pari" l'anno successivo. Gli inglesi per tutta risposta ordinarono al generale Cornwallis di occupare la città di Princeton con 8000 uomini mentre 2500 assiani, facenti parte del nuovo contingente appena sbarcato per dar manforte agli inglesi, si assestarono negli avamposti di Trenton e Bordentown. Washington, accusato dal Congresso per le numerose sconfitte subite e preoccupato dall' esercito del Regno d' Assia, sfruttò l'effetto sorpresa per travolgere le forze avversarie e, così facendo, alzare il morale delle truppe continentali. Decise di agire il giorno dopo Natale, il 26 Dicembre 1776, sapendo che i tedeschi avrebbero festeggiato abbondantemente la sera prima e che quindi sarebbero stati per la maggior parte ubriachi o addormentati. E così fu. Alle 8:00 di mattina 2000 americani divisi in 2 colonne irruppero a Trenton e colsero di sorpresa gli assiani. Il risultato dello scontro fu una vittoria schiacciante: appena due morti americani contro i 1086 uomini persi dagli avversari (20 morti 84 feriti e 982 prigionieri). Washington ripiegò poi al di là del Delaware con il bottino e i prigionieri giudicando ormai inutile attaccare Bordentown venendo ormai a mancare l' effetto sorpresa.

4 - Venuto a sapere della sortita degli americani a Trenton, il generale Howe, stanziato a New York con il grosso delle forze inglesi, ordinò un immediato contrattacco. Il generale Cornwallis allora lasciò quasi sguarnita Princeton e inseguì gli amerciani fino al fiume Delaware che questi avevano già attraversato attestandosi in posizione sfavorevole. Proprio per questo motivo il generale inglese diede ai propri uomini il giorno di riposo che gli fu fatale. Washington infatti approfittò della nottata per raggirare le truppe avversarie lasciando accese tutte le lampade possibili nel campo abbandonato cosicché gli inglesi non si accorgessero della loro assenza e dirigendosi a Princeton. Lì sconfisse tre reggimenti di fanteria che si dispersero nei campi poi si diresse verso Morristown. Gli inglesi di Cornwallis intanto, dopo aver  caricato delle postazioni completamente vuote, tornarono a Princeton dove persero tempo radunando i tre reggimenti di fanteria sbaragliati dagli americani. Questi ultimi nel frattempo avevano guadagnato ventiquattro ore di vantaggio ed erano diventati irraggiungibili.


Un dipinto intitolato "Delaware Crossing" (La traversata del Delaware)
5 - Con l'inizio della primavera gli inglesi cominciarono i preparativi per un' offensiva su larga scala intenta a dividere il fronte ribelle. Lord Germain aveva dato ragione al generale Burgoyne riguardo alle accuse da questi mosse contro il governatore del Canada Guy Carleton a causa della presa del forte Ticonderoga e di conseguenza aveva nominato Burgoyne comandante unico affidandogli un contingente anglo-assiani di 6.000 che era stato subito aggregato a 4.000 nativi e lealisti canadesi. Il piano di Burgoyne era di discendere il Lago Champlain, nel Vermont, espugnare forte Ticonderoga e di lì marciare verso la valle dell' Hudson. Nel frattempo Howe avrebbe dovuto risalire il fiume per congiungersi con le forze di Burgoyne mentre una terza colonna composta da 3.000 uomini avrebbe dovuto partire da Montreal e sferrare un assalto alla valle del Mohawk chiudendo quindi la partita con i ribelli nel New England. Il piano avrebbe funzionato ma Howe non rispettò i piani cercando senza successo di avvertire Burogyne della sua impossibilità di risalire il fiume mentre questi prendeva forte Ticonderoga e Fort Edward. Howe decise quindi di attaccare Philadelphia. Il tentativo dello stesso Washington, affiancato dal marchese de la Fayette, di fermare i 18.000 inglesi a Chadds Ford fu inutile e costoso in termini di uomini. Il 22 settembre 1777 Philadelphia cade in mano inglese senza pesanti perdite americane, ma la successiva azione per riconquistarla fu un fallimento: delle quattro colonne una solo rispettò le tabelle di marcia mentre una si attardò e le altre due, finite l'una contro l'altra perché una aveva sbagliato strada, si bersagliarono per errore.

6 - Mentre Washington arrancava sul fronte meridionale, Benedict Arnold sul settentrionale se la cavava decisamente meglio. Infatti Burgoyne, non essendo a conoscenza delle recenti mosse di Howe, si addentrò con 9.000 uomini appesantiti dai carriaggi e da 42 cannoni nella valle dell' Hudson esponendosi alle azioni di guerriglia americane che non tardarono a verificarsi: appena a metà di agosto aveva perso 2.000 uomini tra diserzioni e perdite. Nel frattempo Horatio Gates era stato mandato sulle Bennis Heights per intercettare e dare il colpo di grazia agli inglesi di Burgoyne. Questi ultimi però attaccarono prima che Gates arrivasse con i rinforzi: Arnold e i suoi si difesero strenuamente, ma furono costretti a ripiegare abbandonando le Bennis Heights. Nemmeno Burgoyne però rimase sulle alture preferendo barricarsi all'interno della fattoria Freeman, una grande tenuta con molti edifici facili da difendere. Il 7 ottobre, spinto dallo scarseggiare dei viveri a sua disposizione, il generale inglese uscì allo scoperto per tentare una sortita che venne efficacemente contrastata dalle forze americane comandate da i generali Poor, Morgan e Arnold. Questi riuscirono con una manovra a tenaglia a respingere gli inglesi che si diressero a Saratoga non aspettandosi un attacco alle spalle dalle forze di Gates, arrivato nel frattempo sul campo di battaglia. Le postazioni inglesi caddero una a una finché il 17 ottobre Burgoyne si arrese con soli 5.000 uomini, pochi dei quali in grado di combattere contro i 16.000 schierati dagli americani. La battaglia di Saratoga fu di un' importanza strategica fondamentale poiché non solo fu la prima battaglia in cui i coloni sconfissero gli inglesi in campo aperto, ma contribuì anche ad abbattere le ultime resistenze contro l' alleanza franco-americana che venne ratificata il 6 gennaio del 1778.

7 - Per l' inverno del 1778 Washington si piazzo il campo base dell' Esercito Continentale a Valley Forge, un luogo ben difendibile, ma scarso di risorse. Vi confluì un esercito male addestrato a cui mancavano armi, munizioni, legname, tende, vestiti, foraggio e viveri. Poco dopo arrivò dall' Europa il barone Friedrich von Steuben che addestrò a dovere i soldati durante tutto l' inverno. Il risultato fu che Washington si trovò ad avere ai suoi comandi 11.000 uomini addestrati quanto quelli dell' esercito Britannico. Quando il 17 febbraio del 1779 la fregata francese Belle-Poule disalberò nel Canale della Manica l' Arethusa (una nave inglese) e la guerra sul mare fra le due potenze Europee scoppiò, il generale Clinton si mise in marcia da Philadelphia per raggiungere New York con 10.000 uomini e Washington cercò di sfruttare la lentezza degli inglesi per intercettarli e sconfiggerli. Il 28 febbraio la colonna che costituiva l' avanguardia di Washington, composta da 5.000 uomini e comandata dal generale Lee, raggiunse ed attaccò subito la retroguardia inglese a Monmouth: l' attacco fu respinto e all' ordine di ritirarsi impartito da Lee molti soldati si dispersero o fuggirono. Quando Washington arrivò sul campo dovette prima riorganizzare le sue forze e poi sfuggire all' accerchiamento che gli inglesi stavano mettendo in atto. Tornato agli accampamenti invernali Washington deferì Lee al tribunale militare, ma questo si difese accusando il generale di averlo insultato con bestemmie, fatto gravissimo nell' America puritana. I rapporti tra il comandante in capo delle forze statunitensi e i suoi generali erano già molto tesi: solo von Steuben e La Fayette gli rimanevano ciecamente fedeli. Qualcuno propose di sostituire Washington, ma questi movimenti furono troncati di netto quando venne scoperta e sventata in quel periodo la "congiura Conway" ossia un piano ideato da Thomas Conway per destituire Washington con la forza.
L'arrivo dei rifornimenti francesi il 7 luglio a Philadelphia non migliorò subito la situazione: Clinton sbarcò nel novembre del 1778 in Georgia con 6.000 uomini e prese facilmente la città di Savannah, dove insediò un governo collaborazionista/lealista che giunse a proclamare un distacco tra la Georgia e gli Stati Uniti. Intanto Clinton cominciò a minacciare la Carolina del Sud e in risposta gli americani cominciarono a fortificare l' allora capitale di quello stato, Charleston, preparandosi per un imminente attacco. Washington dal canto suo si trovò impossibilitato a mandare rinforzi al Sud, avendo a malapena le truppe necessarie per contrastare gli inglesi al nord: nell' inverno tornò negli accampamenti a Valley Forge dove von Steuben continuava la sua opera di addestramento.

8 - Tra la fine del 1778 e gli inizi del 1779 i britannici, essendo a conoscenza delle lotte interne tra nativi e coloni che vi erano state in passato, attirarono dalla loro parte numerose tribù di nativi e con il loro aiuto cercarono di impossessarsi di alcuni Stati di importanza vitale per i ribelli quali l' Ohio, l' Illinois e il Kentucky. I primi due caddero quasi subito nelle mani degli inglesi, ma il Kentucky resistette e fu teatro in quegli anni di violenti scontri. La milizia venne organizzata dal generale George Clark. Questi, dopo aver stretto alleanze con due tribù indiane e con i coloni francesi, compì numerose azioni militari mirate soprattutto a conquistare le piazzeforti inglesi di Vincennes e di Kaskaskia che gli avrebbero spianato la strada per Detroit a cui però non arrivò mai: i coloni e gli inglesi continuarono a contendersi lo stesso fazzoletto di terra finché lo scontro non si ridusse a pochi combattimenti isolati senza vere e proprie battaglie di sfondamento. La ferocia dei nativi, che in occasione di quello scontro praticarono razzie e massacri, diede agli statunitensi il pretesto per portare a termine il genocidio che perpetrarono nell' Ottocento a danni degli indigeni.


Il tenente colonello inglese Banastre Tarleton
9 - Dopo la sconfitta a Monmouth Washington schierò le sue truppe intorno a New York tra White Plains, Stony Point e West Point. Le prime importanti novità dal fronte bellico arrivarono il 9 maggio del 1779 quando il Regno di Spagna si unì all' alleanza franco-americana. Poi, l' 1 giugno dello stesso anno, da New York uscirono due colonne inglesi dirette rispettivamente a Stony Point e a West Point: Stony Point fu preso degli inglesi, riconquistato immediatamente con un assalto alla baionetta americano guidato dal generale Wayne e infine abbandonato a causa del rischio di accerchiamento da parte della colonna inglese che tornava indietro senza aver attaccato West Point. Poi, nell' autunno del '79, Clinton sferrò il suo attacco: 16.000 anglo-assiani si mossero da Savannah, appesantiti da 2.000 carri e da ben 500 cannoni, puntando su Charleston, arrivando ad assediarla solo agli inizi di marzo dell' anno successivo. L'assedio durò 2 mesi. Alla fine il 22 maggio Clinton espugnò, senza eccessive perdite, forte Sullivan (il punto di maggior importanza strategica per la difesa della città) che gli permise di prendere il controllo della città. Gli statunitensi avevano perso 6.000 uomini (tra cui sette generali) e avevano lasciato nelle mani 8.000 fucili e 300 cannoni. Dopo questa vittoria, attuando una manovra tempestiva, Clinton avrebbe potuto facilmente schiacciare l' intero Esercito Continentale agendo con le forze britanniche di New York, ma il generale Clinton preferì lasciare il comando a Lord Cornwallis e tornare al teatro settentrionale. Nel frattempo, il 12 giugno dello stesso anno, il generale francese Rochambeau sbarcò alle foci del Delaware al comando di 5.000 soldati regolari e prese Newport. Per risposta Cornwallis ricominciò l' avanzata verso nord con 2.200 uomini e, quando Washington raccolse 4.000 uomini e li mise al comando di Gates e di von Kalb per contrastarlo, questi vennero brutalmente sconfitti e lasciarono sul campo 2.000 uomini contro i 325 degli inglesi. A questa battaglia prese parte la Legione Britannica ("British Legion"), un reggimento di fanteria e cavalleria composto da lealisti, guidata dal feroce tenente colonnello Banastre Tarleton (da cui il primo nome dato al reggimento: "Tarleton's Raiders"). A seguito di questa battaglia Gates fu sostituito da Nathanael Greene, distintosi nelle battaglie di Trenton e Princeton, il quale riuscì veramente a far volgere a favore degli americani le sorti della guerra nel teatro meridionale.

10 - La più controversa battaglia della Guerra di indipendenza americana fu senza dubbio quella di Waxhaws chiamata più frequentemente il massacro di Waxhaws. Questa si svolse il 29 maggio 1780, in una zona di confine tra la Carolina del Nord e quella del Sud, tra il 17° reggimento dragoni leggeri Legione Britannica di Banastre Tarleton e 2 reggimenti di fanteria del Virginia, il 7° e il 2° (che includevano un distaccamento di artiglieria) al comando di Abraham Buford. Quest' ultimo si era mosso con le sue truppe per soccorrere Charleston (che però era caduta mentre era ancora in marcia) ed era stato avvistato da Tarleton. Egli dapprima mandò un messaggero per intimare la resa al capitano Buford (tra l' altro esagerando il numero delle sue truppe), poi, ricevuta la conferma che Buford non si sarebbe arreso, ordinò la carica ai suoi dragoni, che sfondarono nelle linee statunitensi come un lama calda nel burro: gli americani si arresero quasi subito, ma gli inglesi non ebbero pietà e ne massacrarono gran parte con le loro sciabole. Alcuni dicono che vedendo cadere il loro comandante e credendolo morto i soldati della corona si abbandonarono ad atti di violenza sugli arresi; altri sostengono che fu lo stesso Tarleton ad ordinare il massacro. La verità sull' accaduto ci è ignota ancora oggi.

 11 - Verso la fine del 1780 Benedict Arnold tradì gli americani e passò dalla parte degli inglesi. Washington non aveva mai visto di buon occhio Arnold il quale non era minimamente interessato all' indipendenza americana e aspirava soprattutto all' arricchimento, ma l' aveva tenuto tra le sue file perché dotato di un naturale talento tattico anche non avendo un addestramento militare. A seguito di una serie di eventi incresciosi causati appunto dal disinteressamento di Arnold (tra cui ruberie perpetrate nelle città di cui era governatore), Washington aveva deciso di intralciarlo al raggiungimento della carica di generale anche dopo la battaglia di Saratoga durante la quale questi aveva dimostrato un abilità strategica straordinaria garantendo la vittoria agli statunitensi e l' aveva relegato al comando delle truppe stanziate a West Point, caposaldo dell' accerchiamento di New York. Successe poi che un gruppo di soldati americani catturò un uomo che tentava di entrare furtivamente a New York. Quest' ultimo confessò di chiamarsi John André e di essere un maggior dell' esercito di sua maestà britannica. Raccontò inoltre che era uscito dalla città accerchiata col favore della notte per discutere con Arnold riguardò alla vendita dell' avamposto di West Point in cambio di 20.000 sterline (somma spropositata anche per il tempo ad indicare l' avidità dell' uomo in questione). Scattarono subito gli arresti per André, ma non si riuscì a trovare Arnold: si scoprì che era entrato a New York per rifugiarsi da Clinton il quale lo aveva nominato maggior generale e messo a capo di un reparto di lealisti. Il morale dei coloni andò in pezzi. Pochi mesi dopo si verificarono delle rivolte in Pennsylvania tra le truppe dell' Esercito Continentale che non ricevevano la paga e i viveri, ma vennero calmate o represse da Washington grazie al suo carisma. In febbraio dello stesso anno cadde la Carolina del Nord e cominciò l' invasione della Virginia mentre al Sud Greene cominciò la sua opera di sfoltimento delle truppe inglesi tramite imboscate, piccole schermaglie e attacchi a sorpresa coordinati con i generali Sumter e Marion. Durante la più celebre di queste schermaglie, a Kings Mountain, venne catturato addirittura Ferguson, l'inventore dei fucili a retrocarica, insieme ad altri 1.000 britannici. Cornwallis, per ottenere maggior controllo sulla Carolina del Nord, dove si era piazzato, chiese rinforzi a Clinton, che nonostante fosse in superiorità numerica schiacciante a New York, fu molto parco in termini di uomini e gli mandò solo 4.000 lealisti comandati da Philips e Arnold. Tra le file dell' Esercito Continentale intanto Rochambeau e Washington discutevano se fosse meglio attaccare prima Cornawallis e poi New York o il contrario. De Grasse partì per le Antille dove contava di racimolare almeno 3.000 regolari francesi.


La resa del generale Cornwallis a Yorktown
12 - Nel 1781 Cornwallis ricevette una lettera da Clinton, il quale, preoccupato per l'andamento dell' assedio di New York, gli chiedeva urgentemente rinforzi. Il generale inglese si trovò quindi costretto a inviare almeno 3.000 uomini a Clinton, e così fece, restando con solo 9.000 uomini nella Carolina del Nord. Rendendosi conto che non poteva difendere efficacemente tutto lo stato si vide costretto a ritirarsi a Yorktown: un piccolo villaggio fortificato sulla sponda di destra dello York River. Frontalmente alla città invece vi era una posizione meglio difendibile, la fortezza di Gloucester, dove però Cornwallis non aveva ritenuto necessario piazzare più di qualche centinaio di uomini poiché contava sulla supremazia marittima. Quest' ultima però (il generale inglese ne era ignaro) era già stata assicurata agli americani da parte dell' ammiraglio francese De Grasse, che, il 5 settembre '81, aveva sconfitto in un' imponente battaglia navale il suo avversario Graves. Nel frattempo erano giunti i rinforzi francesi grazie ai quali ora le truppe al comando di Washington contavano 26.000 uomini (3.200 francesi e 17.000 statunitensi). Il generale americano decise di lasciare a difesa dei punti nevralgici per l' accerchiamento di New York solo 3.000 uomini mentre segretamente si spostò con gli altri a Sud. Il 28 settembre, mentre Cornwallis fortificava Yorktown, Washington si incontrò con Rochambeau a Williamsburg per pianificare l' accerchiamento della città. Deciso lo schieramento i franco-americani cominciarono ad avanzare e Cornwallis, visto lo schieramento, ordinò ai suoi di retrocedere fino alla cerchia intermedia delle difese così che gli avversari riuscirono a comporre una linea offensiva a 600 metri dalle linee inglesi. Grazie poi a un cannoneggiamento intenso da parte sia dell' artiglieria americano sia di quella francese qualche giorno dopo la linea offensiva venne spostata da Washington 300 metri avanti per costringere gli inglesi a indietreggiare ancora di più, fino alla cerchia più interna di fortificazioni che però non era abbastanza ampia per proteggere tutti i difensori. Come se non bastasse il 14 ottobre caddero i due fortini scelti da Cornwallis come avamposti e un tentativo di contrattacco britannico fallì miseramente riportando ingenti perdite. Nella notte di quello stesso giorno il generale inglese provò a sottrarsi dall' accerchiamento attraversando il fiume York (presumibilmente per riparare a Gloucester), ma una tempesta e la supremazia marittima francese glielo impedì: il 17 si arrese formalmente alle forze franco-americane perdendo quasi 500 uomini tra morti e feriti e aggiungendo circa 8.000 uomini ai prigionieri di guerra statunitensi. Le perdite americane erano state relativamente insignificanti (270 tra morti e feriti) e questa battaglia segnò di fatto la fine della guerra.

La conclusione della guerra

La guerra non era effettivamente finita: gli inglesi disponevano ancora di moltissimi uomini su suolo americano e detenevano postazioni strategiche anche se non riuscivano a tenere sotto scacco i coloni. I problemi erano invece altri per l' Inghilterra. In primo luogo i britannici si erano resi conto che la popolazione statunitense, a cui erano state promesse vittorie facili e quindi una guerra veloce, non voleva e non poteva sopportare altri anni di scontri, e che, anche se avessero vinto, non sarebbero comunque riusciti a imporre nuovamente ed impunemente il loro dominio su della gente che ormai aspirava con tutta se stessa alla libertà nazionale o che aveva realizzato che già la possedeva e che quindi gli inglesi erano solo degli invasori e non dei liberatori come avevano voluto far credere agli inizi del conflitto. A causa delle enormi risorse (finanziarie e non solo) che erano state necessarie per sostenere la guerra oltremare la supremazia marittima britannica era in pericolo e minacciata dai Regni di Francia e di Spagna. Per questi motivi più che validi gli scontri sul continente terminarono, anche se quelli sul mare continuarono e vennero vinti dagli inglesi. Gli scontri cessarono de facto nell' estate del 1782, ma la firma della pace a Parigi avvenne solamente nel 1783.


La dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America

 

 

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