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L'oceano artico è circondato dalle masse di terra dell'Europa, dell'Asia, del Nord America e della Groenlandia e da un numero consistente di isole, come dai mari di Barents, Beaufort,Chukchi, Kara, Laptev, East Siberian, Lincoln, Wandel, e il mar di Norvegia. E' inoltre collegato all'Oceano Pacifico dallo stretto di Bering e al'Oceano Atlantico attraverso il mare di Groenlandia.
L'artico gioca un ruolo fondamentale nella circolazione delle correnti
oceaniche mondiali. Quando la calda, salata acqua del Nord Atlantico raggiunge le
freddissime acque della Groenlandia e dell'Islanda e giunge nel mar di Labrador,
si addensa e si raffredda, ed affonda nelle zone più profonde dell'oceano.
Questo ciclo d'acqua nelle zone più profonde ha luogo in un'enorme area ogni
inverno ed è responsabile del lento movimento di milioni di metri cubi d'acqua
lungo il fondale dell'Atlantico.
La ricerca oceanografica comprende una varietà di discipline. Gli argomenti di
studi recenti comprendono: la formazione, il movimento e il riciclo delle masse
d'acqua artiche; le caratteristiche biologiche e fisiche degli ecosistemi
marini; la vita sottomarina a basse temperature; la formazione e le dinamiche
della copertura di ghiaccio artica; lo scambio di sale e calore tra l'Oceano
Atlantico e il mare di Bering; e il ruolo dell'oceano artico ed i mari adiacenti
nel clima globale. Come in tutte le scienze oggi, i computer sono diventati
strumento chiave per la ricerca e lo studio dei sistemi dell'Oceano Artico e per
la previsione di futuri mutamenti ambientali.
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Con la fine della guerra fredda, scienziati americani e russi hanno collaborato in numerosi progetti di ricerca sottomarina. Lo straordinario raggio d'azione e mobilità dei sottomarini nucleari, come la loro caratteristica nel rimanere sommersi per mesi, ne hanno fatto una piattaforma ideale per la ricerca sottomarina.
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Rompighiaccio e oceanografi a bordo hanno esplorato i mari artici mai come nel passato. Strumenti tecnologici per il monitoraggio delle acque marine sono stati immersi per attingere campioni d'acqua a tutte le profondità oceaniche. Il progresso nella chimica ha permesso il rilevamento di ogni minuto di concentrazione delle sostanze naturali e provenienti dagli ambienti umani che possono essere utilizzate per tracciare i movimenti delle masse d'acqua. La conoscenza dei percorsi di queste masse d'acqua è un elemento chiave per determinare quanto l'oceano Artico sia sensibile ai mutamenti climatici.