MICRONESIA

STORIA


Veduta della Micronesia

 Seguendo le teorie più accreditate per quanto riguarda i micronesiani sappiamo che i primi abitanti arrivarono in canoa dalle Filippine e dall'Indonesia tra il quarto e il secondo millennio,  ma è abbastanza curioso il fatto che nessun micronesiano conosca le leggende dei popoli che avevano abitato precedentemente le isole. All'inizio della sua storia questo popolo non conosceva i metalli e lavorava prevalentemente la pietra che serviva per creare imponenti strutture che ci sono giunte fino ad oggi; sappiamo anche che erano abili navigatori e che avevano un patrimonio storico, tramandato oralmente, molto ricco, ma che è andato perso con le invasioni europee. Nel1521, durante il suo viaggio intorno al mondo, Ferdinando Magellano passò la Micronesia e negli anni a seguire le isole furono usate come porti di scalo, ma poichè la ricchezza delle isole era inferiore a quella dei paesi Europei non attirarono molto in quel periodo. Solo dal 1817 in poi si cominciò a tracciare le cartine della Micronesia e sempre in questo periodo arrivarono i cacciatori di balene britannici; in seguito quelli americani. L'arrivo dei cacciatori di balene ebbe però anche un lato negativo perchè questi portarono, oltre a malattie veneree, altre malattie come l'influenza e il morbillo,che causarono poi nel 1854 un'epidemia che uccise quasi la metà della popolazione di Pochnpei. In seguito all'arrivo dei cacciatori di balene vennero i missionari che imposero, oltre alla religione, abbigliamento, lingua e leggi occidentali. La Germania, volendo farne un importante centro della polpa di cocco, acquistò le isole dagli Spagnoli, così che i Micronesiani furono costretti a lavorare per i nuovi colonizzatori. All'inizio della Prima Guerra Mondiale però, la Germania abbandonò la Micronesia e ne approfittarono i Giapponesi, che svilupparono l'amministrazione e le infrastrutture necessarie ad annettere la Micronesia. Così, nel 1920, i Giapponesi ottennero un mandato sulle isole dalla Società delle Nazioni e mirarono a fare della Micronesia uno specchio della loro patria. Infatti i centri amministrativi furono edificati come fossero delle "piccole Tokyo" e con il tempo i Micronesiani furono ridotti ad essere cittadini di classe inferiore, anche se grazie ai nuovi conquistatori si creò un'economia forte in tutti i settori.
Seguì il famoso bombardamento a Pearl Harbor da parte del Giappone il 7 dicembre del 1941, che conquistò così anche l'isola di Guam.  Fu solo nel 1944 che gli Americani reagirono con un attacco sulla laguna di Chuuk, la più importante base della flotta giapponese nel Pacifico centrale.
Successivamente si susseguirono altri combattimenti in Micronesia e nelle isole circostanti.
La guerra distrusse quasi tutte le infrastrutture costruite in Micronesia dai Giapponesi e provocò la morte di molti Micronesiani.
Il risultato fu che alla fine della guerra l'occupazione continuò e gli Americani presero il posto dei Giapponesi. Una volta assunto il comando delle isole, la marina statunitense creò delle difese contro le piccole invasioni. Gli yankies avevano già numerosi progetti riguardanti la Micronesia: le isole Marshall  furono infatti utilizzate per esperimenti nucleari. Incuranti del fatto che stavano mettendo in gioco il patrimonio genetico delle popolazioni locali, tra il 1946 e il 1958 fecero esplodere ben 66 bombe nucleari. Nel 1947 le Nazioni Unite istituirono un territorio ad amministrazione fiduciaria nel Pacifico, includendovi anche Chuuk. Kosrae, Pohnpei e Yap. Gli Stati UNiti ottennero il controllo amministrativo del territorio che comprendeva le isole e vi installò una serie di basi militari per impedire a qualsiasi altro paese di fare la stessa cosa. Durante tutto questo periodo la Micronesia rimase in tutto per tutto sotto il controllo degli Stati Uniti. Gli A ,ericani tentarono di educare i micronesiani a una nuova forma di governo, ma quest'ultimi si opposero, decidendo quindi di rimanere in una condizione di sudditanza e dimostrando di non essre minimamente interessati all'attività politica. L'economia, completamente dipendente dal governo e dal flusso di denaro proveniente dagli Stati Uniti, non ebbe alcun sviluppo né industriale né agricolo. Nel 1965 l'America accettò di formare un corpo eletto dagli isolani per determinare il futuro delle isole, chiamato il Congresso della Micronesia. Il controllo esecutivo rimase comunque all?alta Commissione degli Stati Uniti. Inoltre, per evitare qualsiasi problema, la CIA si infiltrò negli uffici del Congresso. 
L'arrivo nel 1966 dei volontari di Peace Corps, un gruppo di giovani idealisti, fu inutile, poiché non aiutò minimamente la causa degli Stati Uniti. Pensando di diffondere le meraviglie americane, i volontari non si resero conto che finirono con l'istruire i micronesiani sui loro diritti legali e sociali, facendo di conseguenza nascere numerosi movimenti per l'indipendenza nel corso del tempo. Nel luglio del1978 Chuuk, Kosrae, Pohnpei e Yap votarono per costituire una libera associazione, e nel maggio 1979 divennero gli Stati Federati di Micronesia (FSM). In seguito ad un patto siglato con gli Stati Uniti nel 1982 e rinegoziabile ogni 15 anni, la Micronesia accettò di lasciare le proprie relazioni estere sotto il controllo statunitense e di concedere agli Americani l'esclusivo accesso militare alle isole. In cambio di ciò, gli Stati Uniti garantirono investimenti annuali e assistenza finanziaria. Il patto fu ufficialmente sancito nel 1986  in modo graduale gli Americani lasciarono spazio al governo indipendente.
Nel 1991 gli Stati Federati i Micronesia entrarono a far parte della Nazioni Unite. Nel 1997 il presidente Jacob Nena succedette al presidente Bailey Olter, colto da malore. Nel maggio 1999 Leo Falcam è stato eletto presidente con un incarico di due anni. Negli ultimi anni gli Stati Federati della Micronesia hanno tastato il terreno per creare nuove strategie per aumentare gli introiti. Le attuali fonti di ricchezza sono le licenze per la pesca, la vendita del proprio dominio in internet e nelle stazioni radio e la produzione di sakau (una bevanda narcotica prodotta con le radici degli arbusti di pepe.)

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