Il dominio coloniale francese ebbe inizio nella seconda metà del XIX secolo; con
la spedizione militare del 1893, durante la quale furono occupate le principali
città del paese, il territorio laotiano a est del fiume Mekong fu sottratto ai
siamesi e successivamente dichiarato protettorato francese cui, nel 1904, venne
annesso anche il territorio rimasto precedentemente sotto il controllo del Siam.
La Francia, attraverso l’autorità del re di Luang Prabang e la supervisione dei
francesi residenti nel Laos, riuscì, in maniera indiretta, a governare il paese.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’occupazione giapponese dell’Indocina,
il movimento nazionalista Lao Issarak (“Laos libero”) formò un governo
indipendente, subito rovesciato dai francesi che rioccuparono la regione nel
1946 dichiarando il Laos monarchia costituzionale sotto la dinastia di Luang
Prabang. La Costituzione venne promulgata l’11 maggio 1947 e nel 1949 il Laos
divenne uno stato autonomo nell’ambito dell’Unione francese. Un gruppo di
dissidenti, guidati dal principe Souphanouvong e alleati dei guerriglieri
comunisti vietminh, invase il Laos nell’aprile 1953 e diede inizio alla
guerriglia antifrancese del Pathet Lao (“Terra dei Lao”) contro il regime di
Luang Prabang, assicurandosi il controllo di gran parte del territorio.
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In base agli accordi di Ginevra del 1954, il Laos divenne indipendente e le
truppe francesi lasciarono il paese. Nel 1957, il primo ministro Souvanna Phouma
raggiunse un accordo con Souphanouvong, leader del Pathet Lao, per far entrare
questo movimento nella coalizione governativa. A questa soluzione si oppose una
formazione di destra che nell’agosto 1958 formò un nuovo governo; gli sviluppi
di questo conflitto causarono l’esplosione della guerra civile.
Con la ripresa degli scontri, le forze del Pathet Lao godettero dell’appoggio
dell’URSS, mentre gli Stati Uniti continuarono a sostenere il regime di destra
di Luang Prabang. In un clima di grande instabilità politica, nel 1960 il
comandante Kong Le riuscì a organizzare una rivolta contro le forze governative
di destra e a ottenere il pieno controllo della città di Vientiane, capitale
amministrativa del Laos; nel 1962 il principe Souvanna Phouma tornò al potere in
base a un accordo tra forze di destra, neutralisti e Pathet Lao, ma il suo
tentativo di coinvolgere nel governo anche i comunisti del Pathet Lao provocò,
nel 1964, una ribellione di militari che, con l’appoggio degli Stati Uniti,
presero il potere. Souvanna Phouma aderì alla formazione di un governo di
coalizione tra destra e neutralisti.
Nel 1965 ricominciarono gli scontri tra forze del Pathet Lao, che controllavano
una buona metà del territorio laotiano, e quelle governative, sostenute da
Thailandia e Stati Uniti. Nel 1970, costretto dai rapporti di forza favorevoli
ai guerriglieri comunisti, che erano arrivati molto vicini alla capitale,
Souvanna Phouma riprese le trattative con il Pathet Lao. I negoziati vennero
interrotti nel 1971 dall’intervento militare di truppe statunitensi, vietnamite
e thailandesi, che invasero il Laos nel tentativo di assumere il controllo del
cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh, la rete stradale utilizzata dai
nordvietnamiti per far giungere rifornimenti ai guerriglieri nel Vietnam del
Sud. L’operazione militare si risolse in una sconfitta delle truppe
anticomuniste e il Pathet Lao ne uscì ancora più forte.
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I comunisti laotiani, divenuti militarmente più potenti dalla fine del 1971,
costrinsero Souvanna Phouma a indire una serie di incontri che portarono
all’armistizio del 1973 e alla creazione, nell’aprile 1974, di un nuovo governo
nazionale, formato, a differenza della compagine governativa del 1962, solo da
aderenti al Pathet Lao.
La vittoria comunista in Cambogia e in Vietnam dell’aprile 1975 accrebbe il
potere del Pathet Lao; a dicembre dello stesso anno venne abolita la monarchia e
proclamata la Repubblica democratica popolare Lao. Souphanouvong, che sarebbe
rimasto in carica fino al 1986, fu proclamato presidente; Kaysone Phomvihan,
leader comunista, fu nominato primo ministro. Il nuovo regime stabilì buoni
rapporti economici e politici con il Vietnam e con l’URSS, mentre le relazioni
con la Thailandia e la Cina attraversarono un decennio di profonda crisi, che si
risolse solo alla fine degli anni Ottanta.
Fino a tutti gli anni Ottanta la crisi economica e la “politica di rieducazione”
adottata dal regime nei confronti degli oppositori provocarono un esodo di più
di 300.000 persone verso la Thailandia.
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Dopo la riforma costituzionale del 1991, che conferì maggiori poteri al capo
dello stato, la carica di presidente fu assunta da Kaysone e il governo optò per
un ritorno all’economia di mercato. Dopo la morte di Kaysone (novembre 1992),
Nouhak Phoumsavan fu proclamato presidente della Repubblica e il ruolo-guida del
Partito rivoluzionario del popolo Lao fu assunto dal generale
Khamtai Siphandon,
che assunse anche la carica di primo ministro. Il processo di apertura economica
e politica proseguì durante gli anni Novanta con il rientro di migliaia di
rifugiati, l’afflusso di investitori stranieri, in prevalenza thailandesi, e
soprattutto l’ammissione nell’ASEAN (luglio 1997). Nel 1998, Nouhak Phoumsavan
venne sostituito alla presidenza da Khamtai Siphandon, che si trovò ad
affrontare una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni e,
soprattutto, l’acuirsi delle contestazioni da parte di gruppi studenteschi che
chiedevano la liberalizzazione del regime.
Negli ultimi anni la situazione politica ed economica si è aggravata anche per
l’esplodere di numerosi attentati terroristici che, a partire dal 2000, hanno
colpito le infrastrutture turistiche, provocando un netto calo dell’afflusso dei
turisti, importante fonte di reddito per il paese. Rivendicati dai ribelli hmong,
che dal 1975 combattono contro il regime comunista, gli attacchi hanno provocato
nel 2003 la morte di decine di persone, tra le quali anche alcuni turisti
stranieri. La precarietà dell’equilibrio del regime ha portato a un
avvicendamento delle cariche politiche, con le dimissioni del primo ministro
Sisavath Keobounphanh, sostituito nel marzo 2004 da Boungnang Vorachit.