La giunta militare che ha attuato questo colpo di
Stato incruento ha promesso elezioni nell' ottobre 2007. Attuato il
golpe, il nuovo premier verrà istituito entro 15
Carro armato tailandese |
giorni e sono
state chiuse le frontiere nord con Birmania e Laos: lo ha detto il
capo dell'esercito, generale Sondhi Boonyaratkalin, in una
conferenza stampa a Bangkok dell'autoproclamato Consiglio per le
riforme politiche. Il generale ha inoltre affermato che il primo
ministro deposto, Thaksin Shinawatra, sorpreso dal golpe a New York
dove si trovava per l'inaugurazione dell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite è «il benvenuto» se vorrà rientrare in
Thailandia, anche se avvertito che potrebbe essere «inquisito» come
«tutti coloro che hanno infranto la legge». Boonyaratkalin è il
primo ufficiale di religione musulmana a prendere il potere in
Thailandia, nazione dove il 95% della popolazione è di religione
buddista.
La giunta militare thailandese ha inoltre chiuso le frontiere
settentrionali del Paese con Laos e Birmania, lo ha annunciato un
alto ufficiale dell’esercito.
Con un annuncio letto dalla tv thailandese, re Bhumibol Adulyadej ha
espresso il suo appoggio politico per la giunta militare. «Per
stabilire la pace nel Paese, il re investe il generale Sondhi
Boonyaratkalin come capo del Consiglio per le riforme
amministrative», afferma il comunicato reale. «Tutte le persone
devono restare in pace e i funzionari pubblici d’ora in poi dovranno
seguire gli ordini del generale Boonyaratkalin».
L’Unione europea ha condannato il golpe in Thailandia e chiesto il ritorno
del governo democraticamente eletto: «L’Ue chiede che le forze
militari si facciano da parte e permettano il ritorno del governo
politico democraticamente eletto». Condanna anche da Usa, Australia
e Nuova Zelanda; diverso l'atteggiamento della Cina: secondo Pechino
si tratta di questioni interne della Thailandia.
In Thailandia è in corso da qualche giorno un colpo di Stato
molto particolare che agli occhi di noi europei o occidentali in genere è
qualcosa di naturalmente inconcepibile, antidemocratico e quindi è da condannare
fermamente. Ma forse è il caso, prima di dare giudizi netti, di addentrarsi un
po’ più a fondo nella situazione politica thailandese degli ultimi tempi.
E’ noto che da cinque anni e mezzo il panorama politico di quel Paese è stato
dominato da un personaggio, Thaskin Shinawatra che è sceso in politica con tutta
la forza economica e mediatica di cui disponeva. E’ l’uomo più ricco della
Thailandia, e già dopo pochi mesi dalla sua prima elezione plebiscitaria a
premier, nel 2001, aveva dovuto affrontare un processo per irregolarità
finanziarie In Thailandia è in corso da qualche giorno un colpo di Stato molto
particolare che agli occhi di noi europei o occidentali in genere è qualcosa di
naturalmente inconcepibile, antidemocratico e quindi è da condannare fermamente.
Ma forse è il caso, prima di dare giudizi netti, di addentrarsi un po’ più a
fondo nella situazione politica thailandese degli ultimi tempi.
E’ noto che da cinque anni e mezzo il panorama politico di quel Paese è stato
dominato da un personaggio, Thaskin Shinawatra, che è sceso in politica con tutta la forza economica e
mediatica di cui disponeva. E’ l’uomo più ricco della Thailandia, e già dopo
pochi mesi dalla sua prima elezione plebiscitaria a premier, nel 2001, aveva
dovuto affrontare un processo per irregolarità finanziarie ...
... e corruzione che lo aveva messo a rischio di impeachment; ma l’aveva
scampata.
Contraddistinto da una politica populista, il suo primo impegno, dopo quello di
evitare l’esilio dalla politica ed eventualmente il carcere, è stato quello di
distruggere le mafie locali del narcotraffico; impegno che è costato la vita a
più di 2000 persone in circa un anno, e che è riuscito soltanto a sostituire
queste gang con altre, facendo nel frattempo triplicare i prezzi delle sostanze
proibite.
Ma il pugno di ferro Shinawatra l’ha usato anche nella lotta contro i
separatisti musulmani del sud, cittadini thailandesi di etnia malay; un
separatismo che non è una novità degli ultimi anni, e che si trascina
soprattutto dagli anni ’80, anche se a quell’epoca i gruppi separatisti erano
uniti sotto il simbolo del comunismo, ora sostituito dal fondamentalismo
musulmano. Dal Gennaio 2004 ad oggi altre 2000 persone circa sono morte nel sud
a causa di attentati e di omicidi mirati, soprattutto capi villaggi e insegnanti
buddisti e musulmani. E la settimana scorsa il primo turista occidentale, un
canadese, è morto in seguito ad un attentato dinamitardo.
Nell’ottobre 2004 nella provincia di Narathiwat (sud Thailandia), dopo una
manifestazione che chiedeva la liberazione di 6 uomini, arrestati con l’accusa
di aver passato armi ai ribelli, la polizia ha sparato sulla folla, arrestando
più di mille persone. Caricati e ammassati su camion dell’esercito, alla fine 78
di loro sono morte schiacciate e soffocate dal peso dei corpi. Shinawatra si è
rifiutato di aprire un’indagine in merito, richiestagli dalle Nazioni Unite.
Mentre solo sei mesi prima c’era stato un assalto della polizia e dell’esercito
ad una storica moschea nella provincia di Pattani, che era ritenuta un rifugio
dei ribelli armati; il bilancio era stato di 32 persone morte dentro la moschea,
più altre 100 morte negli scontri che ne erano conseguiti.
Carro armato nei dintorni della sede del governo Thailandese |
A essere contrari alla sua politica troppo repressiva nei confronti del sud
musulmano erano sempre più ampi settori dell’esercito, tra cui il Capo
dell’Esercito, il Generale Sonthi Boonyaratkalin, il primo musulmano ad assumere
tale carica nella Thailandia buddista, e attuale leader della giunta golpista.
Ma i disaccordi sulla questione erano via via cresciuti anche con la figura più
importante e amata della Thailandia, il Re Bhumibol Adulyadej.
Comunque, Thaskin ha vinto con successo le elezioni del febbraio 2005, grazie
anche all’effetto emotivo del dopo-tsunami, e ha confermato ancora una volta di
essere popolarissimo nelle zone rurali e povere del paese, ma di non essere
amato dalla classe media e imprenditoriale di Bangkok.
La goccia che però ha fatto traboccare il vaso è stata la vendita nel gennaio
scorso da parte della famiglia di Thaskin del proprio pacchetto azionario della
Shin Corp, l’impero delle telecomunicazioni fondato dallo stesso Thaskin, ad
un’impresa di Singapore, tre giorni dopo che il suo governo aveva fatto passare
una legge che aumentava la percentuale di azioni legalmente detenute da
stranieri nelle imprese di telecomunicazioni al 49%. La vendita ha fruttato alla
famiglia di Thaskin 1,9 miliardi di dollari esentasse, dimostrando che anche in
Thailandia il conflitto d’interessi è un grosso problema…..
Da quel giorno sono cominciate manifestazioni di piazza e presidi giornalieri
organizzati soprattutto da esponenti della classe media di Bangkok, e guidati da
un altro imprenditore del settore delle telecomunicazioni, ex amico di Thaskin -
Sondhi Limthongkul – e dal principale partito di opposizione, il Partito
Democratico. Proteste che hanno portato alle elezioni anticipate del 2 Aprile
indette da Thaskin, ma a cui ha partecipato solo il suo partito, vincendole
ovviamente.
I risultati di queste elezioni-farsa sono stati contestati da una piazza che era
già in fermento da mesi, costringendo Thaskin ad andare dal re per promettergli
che si sarebbe fatto da parte una volta che fosse stato convocato il nuovo
parlamento; nel frattempo cedeva i poteri di ordinaria amministrazione al vice
premier.
Il re allora chiedeva fermamente alla Corte Costituzionale di far uscire il
Paese da questo guazzabuglio, e la Corte infatti nel Maggio scorso invalidava le
elezioni, chiedendone la ripetizione entro pochi mesi. Thaskin ne approfittò
però per riprendere in mano le redini del governo, e fissare per il 15 Ottobre
la data delle nuove elezioni, che il re ha accettato.
Ma, sia il partito di Thaskin che quello democratico presentano denunce di abusi
elettorali alla Corte Costituzionale, che decide di prenderle in considerazione
dichiarando che se ritenuti colpevoli entrambi i partiti sarebbero stati sciolti
di autorità.
Insomma, la situazione si fa’ sempre più caotica, e a luglio il capo
dell’esercito fa’ un grosso ricambio nei ranghi medi dell’esercito, e molti
paventano una divisione all’interno delle forze armate tra fedeli e contrari a
Thaskin, con annesso rischio golpe
A fine agosto si comincia a mettere in discussione la data del 15 ottobre e si
parla di spostare le elezioni di almeno un mese, mentre Thaskin accusa alcuni
ufficiali della polizia di aver organizzato un piano per assassinarlo con un
autobomba.
In quel periodo ero a Bangkok e in effetti, anche se in superficie tutto era
tranquillo, la gente con cui parlavo non aveva molta voglia di entrare nei
dettagli della complicata situazione politica; preferiva non parlarne, sperando
che succedesse qualcosa che potesse sbloccare questo pericoloso impasse
politico.
Questo qualcosa è arrivato nei giorni scorsi e la stragrande maggioranza della
popolazione thailandese ha accolto positivamente l’intervento dei militari, che
è stato avallato dal re, persona dietro cui tutto il popolo thailandese si
unisce.
Certo per noi occidentali tutto ciò è molto difficile da comprendere, ma non lo
è affatto per un paese che ha subìto 18 colpi di stato in 70 anni, tutti cruenti
tranne quest’ultimo, in cui finora non si è sparato un solo colpo. Molti
abitanti di Bangkok ogni giorno portano cibo ai soldati, si fanno fotografare
davanti ai carroarmati, gli stessi turisti e i monaci buddisti lo fanno, e la
vita quotidiana sembra procedere normalmente.
Ovviamente finora tutto sta andando liscio, anche se sono sospesi i diritti
politici, la libera stampa e i più stretti collaboratori di Thaskin più alcuni
ex ministri sono stati arrestati. Si vedrà nei successivi giorni se il generale
Sonthi, leader dei golpisti e del CDRM (Consiglio per le Riforme Democratiche
sotto la Monarchia Costituzionale - la giunta militare golpista), manterrà la
promessa di nominare entro due settimane un nuovo premier ad interim che possa
portare il Paese a nuove elezioni entro 6 mesi (come chiede il partito
democratico), o un anno (come ha annunciato il generale Sonthi); la CDRM
vorrebbe nominare un esperto di diritto pubblico visto che la sua priorità è la
riforma della Costituzione del 1997, ma si fanno anche i nomi del Governatore
della Banca Centrale Thailandese, o dell’ex Direttore del WTO Supachai
Panitchpakdi a capo ora dell’UNCTAD, o del presidente della Corte Suprema
Amministrativa.
Tra breve quindi si capirà se questo golpe sarà veramente di seta o se
provocherà danni seri alla società tailandese; ma finora, per una realtà come
quella tailandese, il golpe ha positivamente smosso le acque che se fossero
restate stagnanti avrebbero potuto arrecare danni maggiori al Paese e
paradossalmente al suo stesso sistema democratico. Sembra incredibile a dirsi,
ma è così
e corruzione che lo aveva messo a rischio di impeachment; ma l’aveva
scampata.
Contraddistinto da una politica populista, il suo primo impegno, dopo quello di
evitare l’esilio dalla politica ed eventualmente il carcere, è stato quello di
distruggere le mafie locali del narcotraffico; impegno che è costato la vita a
più di 2000 persone in circa un anno, e che è riuscito soltanto a sostituire
queste gang con altre, facendo nel frattempo triplicare i prezzi delle sostanze
proibite.
Ma il pugno di ferro Shinawatra l’ha usato anche nella lotta contro i
separatisti musulmani del sud, cittadini thailandesi di etnia malay; un
separatismo che non è una novità degli ultimi anni, e che si trascina
soprattutto dagli anni ’80, anche se a quell’epoca i gruppi separatisti erano
uniti sotto il simbolo del comunismo, ora sostituito dal fondamentalismo
musulmano. Dal Gennaio 2004 ad oggi altre 2000 persone circa sono morte nel sud
a causa di attentati e di omicidi mirati, soprattutto capi villaggi e insegnanti
buddisti e musulmani. E la settimana scorsa il primo turista occidentale, un
canadese, è morto in seguito ad un attentato dinamitardo.
Nell’ottobre 2004 nella provincia di Narathiwat (sud Thailandia), dopo una
manifestazione che chiedeva la liberazione di 6 uomini, arrestati con l’accusa
di aver passato armi ai ribelli, la polizia ha sparato sulla folla, arrestando
più di mille persone. Caricati e ammassati su camion dell’esercito, alla fine 78
di loro sono morte schiacciate e soffocate dal peso dei corpi. Shinawatra si è
rifiutato di aprire un’indagine in merito, richiestagli dalle Nazioni Unite.
Mentre solo sei mesi prima c’era stato un assalto della polizia e dell’esercito
ad una storica moschea nella provincia di Pattani, che era ritenuta un rifugio
dei ribelli armati; il bilancio era stato di 32 persone morte dentro la moschea,
più altre 100 morte negli scontri che ne erano conseguiti.
Sede del governo tailandese |
A essere contrari alla sua politica troppo repressiva nei confronti del sud
musulmano erano sempre più ampi settori dell’esercito, tra cui il Capo
dell’Esercito, il Generale Sonthi Boonyaratkalin, il primo musulmano ad assumere
tale carica nella Thailandia buddista, e attuale leader della giunta golpista.
Ma i disaccordi sulla questione erano via via cresciuti anche con la figura più
importante e amata della Thailandia, il Re Bhumibol Adulyadej.
Comunque, Thaskin ha stravinto le elezioni del febbraio 2005, grazie anche
all’effetto emotivo del dopo-tsunami, e ha confermato ancora una volta di essere
popolarissimo nelle zone rurali e povere del paese. ma di non essere amato dalla
classe media e imprenditoriale di Bangkok.
La goccia che però ha fatto traboccare il vaso è stata la vendita nel gennaio
scorso da parte della famiglia di Thaskin del proprio pacchetto azionario della
Shin Corp, l’impero delle telecomunicazioni fondato dallo stesso Thaskin, ad
un’impresa di Singapore, tre giorni dopo che il suo governo aveva fatto passare
una legge che aumentava la percentuale di azioni legalmente detenute da
stranieri nelle imprese di telecomunicazioni al 49%. La vendita ha fruttato alla
famiglia di Thaskin 1,9 miliardi di dollari esentasse, dimostrando che anche in
Thailandia il conflitto d’interessi è un grosso problema…..
Da quel giorno sono cominciate manifestazioni di piazza e presidi giornalieri
organizzati soprattutto da esponenti della classe media di Bangkok, e guidati da
un altro imprenditore del settore delle telecomunicazioni, ex amico di Thaskin -
Sondhi Limthongkul – e dal principale partito di opposizione, il Partito
Democratico. Proteste che hanno portato alle elezioni anticipate del 2 Aprile
indette da Thaskin, ma a cui ha partecipato solo il suo partito, vincendole
ovviamente.
I risultati di queste elezioni-farsa sono stati contestati da una piazza che era
già in fermento da mesi, costringendo Thaskin ad andare dal re per promettergli
che si sarebbe fatto da parte una volta che fosse stato convocato il nuovo
parlamento; nel frattempo cedeva i poteri di ordinaria amministrazione al vice
premier.
Jeep con soldato di pattuglia nelle strade intorno alla
sede del governo |
Il re allora chiedeva fermamente alla Corte Costituzionale di far uscire il
Paese da questo guazzabuglio, e la Corte infatti nel Maggio scorso invalidava le
elezioni, chiedendone la ripetizione entro pochi mesi. Thaskin ne approfittò
però per riprendere in mano le redini del governo, e fissare per il 15 Ottobre
la data delle nuove elezioni, che il re ha accettato.
Ma, sia il partito di Thaskin che quello democratico presentano denunce di abusi
elettorali alla Corte Costituzionale, che decide di prenderle in considerazione
dichiarando che se ritenuti colpevoli entrambi i partiti sarebbero stati sciolti
di autorità.
Insomma, la situazione si fa’ sempre più caotica, e a luglio il capo
dell’esercito fa’ un grosso ricambio nei ranghi medi dell’esercito, e molti
paventano una divisione all’interno delle forze armate tra fedeli e contrari a
Thaskin, con annesso rischio golpe.
A fine agosto si comincia a mettere in discussione la data del 15 ottobre e si
parla di spostare le elezioni di almeno un mese, mentre Thaskin accusa alcuni
ufficiali della polizia di aver organizzato un piano per assassinarlo con un
autobomba.
In quel periodo ero a Bangkok e in effetti, anche se in superficie tutto era
tranquillo, la gente con cui parlavo non aveva molta voglia di entrare nei
dettagli della complicata situazione politica; preferiva non parlarne, sperando
che succedesse qualcosa che potesse sbloccare questo pericoloso impasse
politico.
Questo qualcosa è arrivato nei giorni scorsi e la stragrande maggioranza della
popolazione thailandese ha accolto positivamente l’intervento dei militari, che
è stato avallato dal re, persona dietro cui tutto il popolo thailandese si
unisce.
Certo per noi occidentali tutto ciò è molto difficile da comprendere, ma non lo
è affatto per un paese che ha subìto 18 colpi di stato in 70 anni, tutti cruenti
tranne quest’ultimo, in cui finora non si è sparato un solo colpo. Molti
abitanti di Bangkok ogni giorno portano cibo ai soldati, si fanno fotografare
davanti ai carroarmati, gli stessi turisti e i monaci buddisti lo fanno, e la
vita quotidiana sembra procedere normalmente.
Ovviamente finora tutto sta andando liscio, anche se sono sospesi i diritti
politici, la libera stampa e i più stretti collaboratori di Thaskin più alcuni
ex ministri sono stati arrestati. Si vedrà nei successivi giorni se il generale
Sonthi, leader dei golpisti e del CDRM (Consiglio per le Riforme Democratiche
sotto la Monarchia Costituzionale - la giunta militare golpista), manterrà la
promessa di nominare entro due settimane un nuovo premier ad interim che possa
portare il Paese a nuove elezioni entro 6 mesi (come chiede il partito
democratico), o un anno (come ha annunciato il generale Sonthi); la CDRM
vorrebbe nominare un esperto di diritto pubblico visto che la sua priorità è la
riforma della Costituzione del 1997, ma si fanno anche i nomi del Governatore
della Banca Centrale Thailandese, o dell’ex Direttore del WTO Supachai
Panitchpakdi a capo ora dell’UNCTAD, o del presidente della Corte Suprema
Amministrativa.