Slobodan Milosevic, ultimo dittatore della Yugoslavia

Slobodan Milosevic nasce il 20 agosto 1941 nella città di Pozarevac nella Repubblica di Serbia. Nel 1964 ottiene la laurea in legge all'università di Belgrado e inizia la propria carriera nei settori amministrativo e bancario.

Entra giovanissimo nella Lega dei comunisti. Mentre è a Belgrado a studiare il padre si suicida. Undici anni dopo, la madre farà lo stesso. Anche lo zio materno, ex generale, si suicida. Queste tragedie segnano profondamente il giovane Slobodan.
Terminata l'università si iscrive al Partito comunista: è il percorso obbligato per fare carriera nella Jugoslavia di Tito. Milosevic diventa funzionario della "Tehnogas" di Belgrado, una delle più grandi compagnie industriali della Serbia. Passa poi alla guida della Beobanka, il principale istituto di credito del Paese. Viaggia spesso e soggiorna a lungo negli USA. Impara i segreti della finanza e affina il suo inglese.

Sposato e con due figli, Marija e Marko, la moglie Mirjana Markovic, è un'affermata professoressa all'università di Belgrado ed è membro dell'Accademia Russa Delle Scienze Sociali.

Dopo essere entrato in politica Milosevic ricopre alcune delle più importanti cariche pubbliche della Repubblica di Serbia. È il fondatore ed il presidente del partito socialista serbo. Sia nelle elezioni nazionali del 1990 sia in quelle del 1992, Milosevic viene eletto presidente della Serbia dalla grande maggioranza degli elettori. Il 15 luglio 1997 viene eletto presidente della Jugoslavia mediante una votazione segreta svoltasi durante la riunione della Camera Della Repubblica e della Camera Dei Cittadini, facenti parte dell'Assemblea Federale.


Slobodan Milosevic mentre annuncia la sua candidatura alle elezioni presidenziali della Serbia nel 1989


Il suo mandato inizia il 23 luglio 1997, dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica durante la riunione dell'Assemblea Federale. Da allora Milosevic è rimasto per lungo tempo saldamente al potere, fino alla sconfitta alle elezioni presidenziali del settembre 2000.

Considerato uno dei maggiori responsabili del genocidio che è stato perpetrato in Serbia nei confronti dei kosovari, denunciato per crimini contro l'umanità, il satrapo balcanico viene arrestato come ordinato dal Tribunale Internazionale dell'Aja poichè, secondo l'accusa, "dal gennaio 1999 fino al 20 giugno 1999, Slobodan Milosevic, Milan Milutinovic, Nikola Sainovic, Dragoljub Ojdanic e Vlajko Stojiljkovic hanno pianificato, istigato, ordinato, eseguito o in qualunque altro modo sostenuto e favorito una campagna di terrore e violenza diretta verso civili albanesi abitanti nel Kosovo, all'interno della Repubblica Federale Yugoslava".

Muore per cause naturali, nella prigione di Scheveningen, il giorno 11 marzo 2006, mentre era ancora in corso il processo per crimini di guerra, apertosi nel febbraio 2002 al Tribunale penale internazionale dell'Aia.