LA STORIA
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La leggenda vuole che un gigante di nome
Menesk o Mincz avesse un mulino sulle rive del fiume vicino alla città. Egli
macinava le pietre per fare pane con cui nutrire i suoi guerrieri. Il nome "Minsk",
noto anche come Mensk in bielorusso, deriva più probabilmente dalla parola мена
(miena, "baratto" in italiano), basato sulla lunga storia di commerci della
città.
Attorno al X secolo, il principe Rahvalod (Ragnvald in norvegese, scritto anche
Rogvold, Rogvolod), di origine vichinga, governò un principato chiamato Polatsk,
che comprendeva Minsk. La prima menzione scritta di Minsk risale al 1066, ed è
correlata alle lotte dinastiche tra il principato di Polatsk e quello di Kiev.
In seguito Minsk cadde sotto l'influenza del Granducato di Lituania, uno stato
che in seguito formò parte della Polonia-Lituania.
Nel 1655 Minsk venne conquistata dallo Zar Alessio di Russia. Venne ripresa da Jan Kasimir, re di Polonia (1648-1668), e nuovamente annessa alla Russia nel
1773 (Partizione della Polonia).
Nel 1919 e nel 1920 la città fu controllata dalla Seconda repubblica polacca,
nel corso della Guerra Russo-Polacca. Successivamente venne ceduta all'Unione
Sovietica in base ai termini della Pace di Riga, e divenne la capitale della RSS
Bielorussa, una delle repubbliche costituenti dell'Unione Sovietica (per un breve periodo, nel 1919, fu
capitale anche della RSS Lituano-Bielorussa).
L'area di Minsk divenne un centro del movimento partigiano russo dietro le linee
nemiche, durante la grande guerra patriottica, e perciò a Minsk venne attribuito
il titolo di Città eroina nel 1974. Durante la guerra la città venne quasi
completamente distrutta e solo pochi edifici storici sono rimasti.
Dal 1991 la città è diventata la capitale dello stato indipendente bielorusso.