Lech Walesa proclamato dal Time "Man of the Year" nell'uscita del 4 gennaio 1982 |
Di particolare rilievo è la componente etico religiosa che ha formato l’insieme dell’azione sociale e politica di Lech Walesa a partire dalla sua esperienza di leader di Solidarnosc. Fra l’altro non può passare sotto silenzio il senso cristiano della speranza come base di operosità per ogni buon cristiano.
Lech Walesa, sindacalista e politico polacco, nasce a Popov nel 1943 mentre suo padre si trova prigioniero in un campo nazista, dove muore quando il figlio ha appena compiuto un anno. Negli anni Cinquanta, quando il comunismo imprime una rapida industrializzazione della Polonia, molti contadini lasciano la campagna per andare a lavorare in città e Lech abbandona Popov per andare a studiare in una scuola tecnica commerciale. Diplomatosi nel 1961, nel 1963 viene chiamato nell’esercito.
1967 - mentre si dirige a Gdynia, si
ferma per un contrattempo a Danzica dove inizia a lavorare nei cantieri
navali Lenin.
1970 - prese parte ad uno sciopero illegale nei cantieri navali di Gdańsk.
Dopo la fine nel sangue dello sciopero (più di 80 lavoratori uccisi dalla
polizia) fu arrestato, accusato di "comportamento antisocialista", e
condannato ad un anno di prigione.
1976 - perse il lavoro ai cantieri navali per aver raccolto firme per una
petizione per la costruzione di un monumento per i lavoratori uccisi.
Essendo ormai il suo nome sulla lista nera dello Stato non trovò un altro
lavoro e visse grazie all'aiuto dei suoi amici.
1978 - assieme a Andrzej Gwiazda e Aleksander Hall organizzò
un'organizzazione segreta, considerata illegale dalle autorità, la Wolne
Związki Zawodowe Webrzeża (Sindacati liberi di Pomerania).
1979 - arrestato più volte per aver organizzato un'associazione con finalità
anti statali, tuttavia non fu mai dimostrata la sua colpevolezza, e fu
rilasciato all'inizio del 1980.
agosto 1980 - dopo l'inizio dello sciopero con l'occupazione nei cantieri
navali di Gdańsk, scalò illegalmente il muro dei cantieri e divenne leader
dello sciopero. Lo sciopero fu spontaneamente seguito da manifestazioni
simili in tutta la Polonia. Molti giorni più tardi fermò i lavoratori che
intendevano lasciare i cantieri di Gdańsk e li persuase ad organizzare il
Międzyzakładowy Komitet Strajkowy (Comitato di sciopero interaziendale) per
condurre e supportare lo sciopero generale in Polonia.
settembre 1980 - il governo comunista firmò un accordo con il
Międzyzakładowy Komitet Strajkowy per permettere la nascita di una
organizzazione legale di sindacati veramente liberi. Międzyzakładowy Komitet
Strajkowy si legalizzò è divenne il NSZZ Solidarność (Associazione sindacale
indipendente ed autogestita). Wałęsa fu scelto come presidente e mantenne
questa posizione fino al dicembre 1981.
Dopo che il segretario del partito comunista polacco Wojciech Jaruzelski
dichiarò uno stato di legge marziale, Wałęsa fu internato per 11 mesi nella
Polonia del sud-est, vicino alla frontiera sovietica fino al 14 novembre
1982.
1983 - Wałęsa chiese di ritornare nei cantieri navali di Gdańsk alla sua
precedente posizione come semplice elettricista. Trattato formalmente come
"semplice lavoratore" fu praticamente agli arresti domiciliari dal 1987.
1983 - gli fu conferito il Premio Nobel per la pace. Non poté ricevere il
premio per il pericolo che il governo non lo avrebbe lasciato rientrare in
patria. Sua moglie Danuta ritirò il premio al suo posto. Wałęsa donò il
premio in denaro ai quartieri generali di Solidarnosc temporaneamente in
esilio a Bruxelles.
1987/1990 - organizzò e guidò "semi-legalmente" il Comitato Esecutivo
Temporaneo di Solidarnosc.
1988 - organizzò uno sciopero nei cantieri navali di Gdańsk. L'unica
richiesta era la legalizzazione di Solidarność. Dopo lo sciopero che durò
ottanta giorni il governo accettò di cominciare le discussioni.
settembre 1988 - le "Trattative a tavola rotonda" cominciarono. Wałęsa fu
ufficiosamente il leader della parte "non governativa" delle trattative.
Durante le trattative il governo firmò un accordo per riabilitare il
sindacato Solidarność e organizzare elezione "semi libere" per il parlamento
polacco.
1989 - Wałęsa organizza il comitato civile di presidenti del sindacato
Solidarność, teoricamente un organismo consultorio, ma praticamente una
specie di partito politico, che vinse le elezioni parlamentari del 1989
(guadagnò il 48% dei posti nel Sejm dei 49% che furono soggetti alle libere
elezioni e tutti i posti meno uno del Senato appena ristabilito; il restante
51% dei posti del Sejm furono automaticamente conferiti al partito comunista
secondo gli accordi della tavola rotonda).
1989/1990 - Walęsa era formalmente presidente del sindacato Solidarność, ma
di fatto giocò un ruolo importante nella politica polacca alla fine del
1989 persuase i leader dei partiti precedentemente alleati ai comunisti di
formare una coalizione di governo non comunista, il primo governo non
comunista del blocco sovietico. Dopo un accordo "semi-segreto", con grande
sorpresa del partito comunista, il parlamento scelse Tadeusz Mazowiecki come
primo ministro polacco. La Polonia, pur rimanendo formalmente un paese
comunista, cominciò a cambiare la sua economia verso il sistema di libero
mercato.
1990 - Wałęsa vinse le elezioni e diventò presidente della Polonia per i
successivi 5 anni. Durante la sua presidenza cominciò la cosiddetta "guerra
ai vertici", che ebbe come conseguenza svariati cambiamenti di governo. La
sua presidenza fu fortemente criticata dalla maggior parte dei partiti
politici e perse molto dell'iniziale appoggio alla fine del 1995. Comunque,
durante la sua presidenza, la Polonia cambiò radicalmente, da paese
comunista oppresso dallo stretto controllo sovietico e con una debole
economia, a paese indipendente e democratico con un'economia di mercato in
rapida crescita.
1995 - Wałęsa perse le elezioni presidenziali. Successivamente annunciò il
proprio ritiro dalla politica, ma rimase ancora attivo, cercando di creare
un proprio partito.
1997 - Wałęsa aiutò ad organizzare il nuovo partito Azione Elettorale
Solidarność (Akcja Wyborcza Solidarność) che vinse le elezioni parlamentari.
In realtà il suo contributo rimase di minore importanza e Wałęsa detenne
solamente una posizione defilata all'interno del partito. Il vero leader del
partito e il principale organizzatore era il nuovo leader del sindacato
Solidarność, Marian Krzaklewski.
2000 - Wałęsa si candidò di nuovo alle elezioni presidenziali, ma ricevette
meno dell'1% dei voti decidendo così il ritiro dalla politica e da allora ha
dato lezioni di storia e politica in varie università estere dell'Europa
centrale.
A parte il premio Nobel, egli ricevette molti altri premi internazionali.
Nonostante non abbia un diploma di scuola superiore gli è stato conferito
una laurea honoris causa da parte di molte università europee e
statunitensi.
Intervista
Come si sente ad essere definito un combattente per la libertà? “Mi sento molto responsabile per la libertà, ma allo stesso tempo sono conscio del prezzo che abbiamo dovuto pagare per raggiungerla... Tuttavia, sono fermamente convinto di aver fatto la scelta giusta...”
Perché la libertà è così preziosa per la gente? “E’ sempre difficile rispondere a domande che comportano tali tematiche... Ad esempio, non ci domandiamo mai perché abbiamo bisogno dell’aria per respirare?”
Penso che la libertà sia una conquista di tutti i giorni... “La libertà è un obiettivo... Non è mai data per certa e per sempre... Dovrebbe essere rispettata e tutelata ogni giorno... E’ un valore imprescindibile...”
Viviamo tempi veramente liberi? “Il mondo contemporaneo è sulla via della libertà... Ma la libertà assoluta non è possibile! In realtà viviamo in un mondo pieno di incognite e paure... Non lo possiamo immaginare senza regole... Tuttavia, credo nelle libertà politiche delle nazioni...”
Lei ha vissuto tre periodi storici molto importanti: il comunismo, il post-comunismo e la globalizzazione... Alcune sue riflessioni su questi tre periodi? “Dalla prospettiva del mio paese posso dire che abbiamo raggiunto la libertà grazie alla solidarietà e all’unità... E’ stata la prima fase del nostro viaggio... Tuttavia, per costruire una vera e propria democrazia ci siamo dovuti disunire... Oggi stiamo entrando in una terza fase per costruire un’unione basata su una solidarietà globale... Questo è un obiettivo e un incarico per ognuno di noi!”
Perché ha deciso di essere un oppositore al comunismo? “E’ stato un percorso che mi ha portato a prendere questa decisione... Il tutto trova la sua ragione fondante sulla necessità di solidarietà e di venire incontro ai bisogni della gente... Il mio desiderio per la libertà e per una vita dignitosa sono stati così forti e presenti che non ho avuto tempo per considerare i pro e i contro della mia chiamata all’azione!”
Com’era la situazione della Polonia agli inizi degli anni ottanta? “Nell’agosto del 1980 è iniziato il rinascimento della Solidarietà...la festa della libertà che ci ha dato grandi speranze... Eravamo milioni contro un solo ed unico nemico... Questo stato di fatto non poteva durare all’infinito e, infatti, non si replicò mai...”
Un veloce ricordo dei primissimi istanti di vita di Solidarnosc? “La zona di Danzica era un’area di reale libertà in quel momento... Potevamo sentirlo... Noi vivemmo quei momenti come in un sogno per realizzare cose importanti...”
Come mai non abbiamo assistito in Polonia ad un cambio di regime politico violento come in Romania? “Sapevo che era pericoloso sostituire un monopolio con un altro... C’era una tensione evidente in noi di sviluppare azioni dedite alla vendetta... Per chiudere definitivamente i conti con il comunismo... Ma il buon senso vinse... Grazie al senso cristiano del perdono e della speranza che ha aperto un nuovo capitolo della storia della nostra nazione senza dover ricorrere al sangue...”
Cosa ne pensa del periodo post-comunista? “Essenzialmente è un periodo dove stiamo pagando alcune conseguenze... Il prezzo per la libertà è stato davvero molto alto per noi... Nuovi problemi come disoccupazione, crimine organizzato hanno aperto nuove ferite qui da noi... Ma dall’altra parte ci siamo integrati nel resto del mondo.”
Siamo sicuri che tutti i paesi post-comunisti sono realmente democratici e liberi? “Non tutti questi paesi sono democratici e neanche liberali... C’è in corso, al dir il vero, un lungo, penoso e contorto processo verso la democrazia e la liberalizzazione...”
Non si accorge che si da troppo importanza all’economia e poco ai valori morali e religiosi? “Nessuna casa può stare in piedi senza fondamenta certe e forti... Tuttavia stiamo tutti attraversando un periodo di dimissioni dal punto di vista dei valori universali e ciò potrebbe rivolgersi contro di noi... L’umanità tutta deve stare attenta a questo pericoloso letargo morale...”
Come giudica la situazione presente del sua patria? “Come una novella democrazia con problemi che sorgono naturalmente proprio in base a questa circostanza... Ma, al tempo stesso, con moltissime opportunità...”
Cosa le piace nella Polonia contemporanea e ciò che non le piace? “Ci sono moltissime cose che non gradisco, ma non mi dilungherò certo in un elenco noioso... Quello che abbiamo urgente bisogno è una chiara determinazione e non rassegnazione...”
Qual'é la sua opinione sulla globalizzazione? “Non c’è nessuna possibilità di ritornare indietro... Cosicché non dovremmo domandarci proprio questo... Piuttosto dobbiamo lavorare affinché diventi un’occasione per il mondo e non una corsa all’affarismo... 2
Come bilanciare la globalizzazione con gli interessi nazionali dei singoli paesi? “Chi saprà rispondermi vincerà senza dubbio il premio Nobel per la Pace... Io sto ancora cercando la giusta soluzione... Vedo come opportunità da cogliere la collaborazione fra paesi al fine di costruire un mondo che si fondi sulla solidarietà e il senso di responsabilità... In passato le nazione si sono combattute... Oggi tutto dipende dal loro grado di collaborazione e di sviluppare sinergie...”
La globalizzazione non è un modo di dominare il mondo organizzato dal capitalismo? “Dovremo lavorare per creare un sistema di regolamentazioni e di organizzazione al fine d evitare questo... Il libero mercato è senza dubbio il motore dei processi di globalizzazione.”
Forse avremo bisogno di più valori e credo per salvare il mondo dal materialismo? “Senza dubbio... E' questa la questione di fondo... Questo mondo dovrebbe essere costruito a partire da valori morali...”
Qual'è stato il ruolo della religione cattolica nella sua vita? “Fondamentale... E’ il mio punto di riferimento.”
In che modo la religione cattolica l’ha aiutato a superare momenti terribili? “Mi ha dato speranza certa in momenti dove non c’erano ragioni per l’esistenza della stessa speranza...”
La preghiera non è forse un aiuto al momento di prendere decisioni importanti? “E’ il pane quotidiano che mi aiuta almeno a sentirmi un po’ meglio come persona...”
Come persona lei è ottimista o realista? “Senza dubbio una persona realista che spera in un migliore futuro.”
Il futuro di Lech Walesa? “Tutto è nella mani di Dio e del suo volere...”
Ci vuole presentare le attività della sua Fondazione? “E’ una organizzazione non governativa che è stata fondata per tutelare le nostre tradizioni democratiche e preservare la memoria storica di Solidarnosc... Inoltre, si caratterizza per sviluppare studi e ricerche sulla recente storia della Polonia. La Fondazione contribuisce, inoltre, a tutta una seria di dibattiti sul mondo contemporaneo e alla sfide della modernità. Infine, supporta l’attività dei giovani ed è diretta da persone molto giovani.”
Un personale ricordo di Papa Giovanni Paolo Secondo? “Un ricordo imperituro... Gli incontri che ho avuto con Giovanni Paolo Secondo mi hanno dato la forza e l’energia di continuare il lavoro intrapreso. Senza Giovanni Paolo Secondo non avremmo mai potuto avere una Polonia libera.”