Prima dell'arrivo degli europei la regione era abitata da indios guaraní. L'esploratore portoghese Aleixo García visitò per la prima volta il paese intorno al 1524. Tra il 1526 e il 1530 il navigatore italiano Sebastiano Caboto, al servizio di Carlo V di Spagna, risalì il corso dei fiumi Paraná e Paraguay, addentrandosi nel territorio.

 

 

Caboto

   

Fiume Paranà

 

 

Nel 1537 gli spagnoli crearono un insediamento sul Rio Paraguay e lo chiamarono Nuestra Señora de Asunción, diventato, nel 1551, la capitale della colonia con il nome di Asunción. Gli spagnoli sottomisero i guaraní creando la provincia del Paraguay, che in un primo tempo fu il fulcro dei possedimenti spagnoli meridionali. Il territorio fu governato congiuntamente a quello dell'odierna Argentina fino al 1620, quando entrambi diventarono dipendenze distinte del vicereame del Perú.

 

Asuncion

     

 

Fin dal 1610 i gesuiti iniziarono a fondare le cosiddette reducciones, comunità di indios convertiti gestite dai religiosi, all'interno delle quali tuttavia venivano rispettati lo stile di vita e le tradizioni autoctone. Grazie alla libertà che veniva loro garantita dalle autorità civili ed ecclesiastiche, i gesuiti presto divennero la potenza più influente della colonia e le reducciones godettero di autonomia politica e amministrativa. Nel 1750 Ferdinando VI di Spagna, con il trattato di Madrid, cedette al Portogallo una parte del territorio del Paraguay in cui erano incluse sette reducciones; i gesuiti sostennero la rivolta degli indigeni contro il trasferimento, ma nel 1767 vennero espulsi dal Paraguay e da tutta l'America spagnola. Con la loro cacciata, le missioni vennero presto distrutte e gli indigeni, privi ormai di ogni protezione, furono annientati.Nel 1776 la Spagna creò il vicereame del Río de la Plata, comprendente Argentina, Paraguay, Uruguay e Bolivia.Il Paraguay divenne così un'ininfluente colonia dipendente da Buenos Aires, capitale del vicereame,  e cadde in un relativo isolamento fino agli inizi del XIX secolo.  

Ferdinando VI

 

 

Quando nel 1810 l'Argentina proclamò la sua indipendenza dalla Spagna, il Paraguay non aderì al nuovo stato e nel 1811 proclamò a sua volta l'indipendenza. Nel 1813 il paese si diede un ordinamento repubblicano, ma l'anno successivo José Gaspar Rodríguez Francia s'impadronì del potere e impose una politica autoritaria e autarchica. A Rodríguez Francia nel 1844 succedette Carlos Antonio López. Anche López governò il paese con metodi dittatoriali, ma lo riaprì ai rapporti commerciali con l'estero, promosse diverse riforme e intraprese la costruzione della prima ferrovia del continente. Sotto il suo governo, la popolazione del Paraguay crebbe fino a superare il milione di abitanti.

 

 

Rodriguez

 

Lopez

                                                  

  A López succedette nel 1862 il figlio Francisco Solano. Costui, perseguendo mire espansionistiche, nel 1865 entrò in conflitto contro Argentina, Brasile e Uruguay (Triplice Alleanza). La guerra, che ebbe termine nel 1870 con la morte di López, costò la vita a metà della popolazione paraguayana e distrusse l'economia nazionale. Per di più la sconfitta comportò la cessione di territori al Brasile e all'Argentina e il pagamento di pesanti indennità di guerra. Il Paraguay restò sotto l'occupazione dell'esercito brasiliano fino al 1876.

Solano

   

 

Il periodo postbellico fu segnato da prolungati sforzi per ricostruire il paese; venne così incoraggiata l'immigrazione e agevolata con sovvenzioni governative la creazione di colonie agricole. Verso il 1870 nacque l'Asociación National Republicana (detta anche Partido Colorado), di stampo conservatore, che avrebbe influito sulla vita politica del paese fino a tutto il XX secolo. Sul piano costituzionale, fu introdotto il mandato presidenziale di quattro anni, che tuttavia, dal 1870 al 1912, nessun presidente riuscì a portare a termine a causa dell'instabilità dovuta alla continua interferenza dei militari.Negli anni Dieci e Venti del XX secolo, sotto le amministrazioni di Schaerer, Gondra, Eusebio Ayala ed Eligio Ayala, il paese godette di un periodo di prosperità e di crescita economica, rimanendo neutrale durante la prima guerra mondiale. I continui incidenti tra Paraguay e Bolivia lungo il confine del Gran Chaco, che non era mai stato ufficialmente delimitato, degenerarono alla fine degli anni Venti nella guerra del Chaco. Il conflitto, conclusosi nel 1935, fu vinto dal Paraguay che, al termine dei negoziati, nel 1938, ottenne i tre quarti del territorio contestato.

     

Schaerer

 

Gondra

 

Eusebio Ayala

 

Eligio Ayala

 

 

Nel 1936, Rafael Franco, leader del Partito della Riforma, depose Ayala e avviò una serie di importanti riforme, ma venne rovesciato dai militari nel 1937.

Nel 1940 ebbe inizio la dittatura del generale Higinio Morínigo, proclamatosi presidente con l'appoggio del partito dei colorados. Nel 1945, il Paraguay dichiarò guerra alla Germania e al Giappone, schierandosi con gli Alleati, e da lì a poco diventò membro delle Nazioni Unite. Sventato un tentativo di insurrezione dei liberali nel 1947, Morínigo fu rovesciato da un colpo di stato militare l'anno seguente.

Nel settembre del 1949 si insediò al potere il quarto presidente in un anno, Federico Chávez, veterano dell'esercito e leader del partito di governo: i colorados. Anche egli impose un regime autoritario e avviò una politica populistica ispirata al modello argentino di Juan Domingo Perón. Alle elezioni del 1953, con un

 

Franco

  paese sprofondato in una grave crisi economica, Chávez venne rieletto presidente.  

Morinigo

 

 

Nel maggio 1954 Chávez fu rovesciato da un colpo di stato capeggiato dal generale Alfredo Stroessner. Le elezioni del 1954, a candidato unico, suggellarono il golpe del dittatore, che avrebbe detenuto il potere per ben trentacinque anni, reprimendo duramente ogni forma di opposizione. Furono queste le prime di una lunga serie di elezioni che confermarono Stroessner al potere fino al 1983. Nel 1967 il dittatore fece promulgare una nuova costituzione, con la quale concedeva all'opposizione moderata un terzo dei seggi della Camera, ottenendo così una copertura formale al suo governo.Sul finire degli anni Sessanta il Paraguay strinse relazioni economiche con i paesi vicini. Nel 1968 i ministri degli esteri di Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay firmarono il patto del bacino de la Plata, che prevedeva un piano di sviluppo congiunto dei paesi associati, in modo da stimolare l'economia dell'intera regione.Dopo un decennio di sviluppo, agli inizi degli anni Ottanta la situazione economica del paese ebbe un brusco peggioramento per effetto dellarecessione internazionale. A partire dal 1984 l'opposizione riuscì a organizzare manifestazioni e scioperi in tutto il paese, contro la

Stroessner

  grave condizione di povertà delle masse popolari e per il ritorno delle libertà civili e politiche.

 

Rieletto per l'ottava volta nel 1988, Stroessner venne rovesciato nel 1989 da un golpe militare. Il generale Andrés Rodríguez, legalizzati i partiti, fu eletto presidente nel febbraio 1989 come candidato del partito dei colorados. Il nuovo governo, ancora fortemente condizionato dall'oligarchia militare ed economica, non attuò alcuna riforma sociale e varò un programma di privatizzazioni che non conseguì gli effetti sperati, per cui perse in breve tempo il consenso della popolazione.

 

Alle elezioni del 1993 i colorados vinsero, sebbene di stretta misura, portando alla presidenza della repubblica Juan Carlos Wasmosy, che cercò di limitare l'ingerenza dei militari nella politica paraguayana e di migliorare l'immagine internazionale del paese.

Nel gennaio 1995 entrò in vigore il Mercosur (Mercato comune del Sud), a cui aderirono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Nel 1996 si inasprì la lotta per il potere all'interno dei colorados e si verificò un drammatico scontro politico, sfociato in un tentativo di colpo di stato del generale Lino Oviedo, capo delle forze armate, contro il presidente Wasmosy.

 

 

Wasmosy

 

 

 

Mercosur

 

Il conflitto tra i colorados esplose in seguito, condizionando la vita politica del paese, già di per sé molto convulsa. Per ostacolare l’ascesa di Oviedo alla presidenza, nel 1997 Wasmosy lo fece arrestare, aprendo la strada alla candidatura di Raúl Cubas Grau, che nel 1998 vinse le elezioni. Nel 1999 lo scontro di potere si fece più serrato, quando Oviedo, processato per il tentativo di colpo di stato del 1996, fu condannato a dieci anni di prigione ma immediatamente graziato da Cubas Grau, mentre il vicepresidente Luis María Argana veniva assassinato in circostanze misteriose. I due avvenimenti provocarono violentissimi scontri tra i sostenitori delle varie fazioni dei colorados: Cubas Grau si dimise e riparò in Brasile (denunciando un complotto della corrente stroesseriana); Oviedo, indicato come il mandante dell’assassinio di Argana, fuggì a sua volta dal paese, ottenendo asilo in Argentina. In un clima di forte tensione, la guida del paese venne assunta dal presidente del Congresso, Luís González Macchi. Per affrontare la gravissima crisi politica, Macchi coinvolse nel governo due partiti dell’opposizione, escludendone invece la fazione “oviedista” dei colorados.

 

Grau

     

Macchi

 

Il paese è tuttora percorso da forti tensioni, che continuano ad agitarne la vita politica; nel maggio del 2000 alcuni ufficiali e deputati vicini a Oviedo hanno effettuato un tentativo di colpo di stato, che non ha però incontrato il favore di gran parte della gerarchia dell’esercito. A far fallire il tentativo di golpe è stato anche il monito rivolto ai ribelli dagli altri paesi del Mercosur, preoccupati per un aumento dell’instabilità e della violenza in America latina.

Nell’agosto 2000 il Paraguay è andato alle urne per eleggere il vicepresidente; le elezioni hanno visto la vittoria di Julio César Franco, il candidato del Partito liberale radicale autentico. Il paese è tuttavia ancora afflitto da una grave instabilità: agli inizi del 2001 diversi ministri si sono dimessi per protesta contro gli scandali finanziari che hanno coinvolto il governo, mentre nel 2002 si sono susseguite numerose manifestazioni di piazza contro le privatizzazioni che hanno indotto il governo a instaurare lo stato d’emergenza.

Nell’aprile del 2003 Nicanor Duarte Frutos, candidato del Partido colorado, vince le elezioni presidenziali con il 37,1% dei voti e nello stesso giorno il partito di governo s’impone anche alle elezioni legislative, senza ottenere però la maggioranza in Parlamento.

 

 

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