Gli indiani carib, abitanti originari della costa guyanese, avevano sospinto i pacifici arawak verso nord e verso ovest fino al centro delle Antille. I primi europei non si stabilirono nel luogo che nel 1615, quando la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali costruì un forte e un magazzino lungo il basso corso del Fiume Essequibo. Utilizzando il lavoro degli schiavi importati dall'Africa gli olandesi, che commerciavano con le popolazioni indiane dell'interno, crearono piantagioni lungo i fiumi di cui lo zucchero in breve tempo costituì il prodotto dominante. Mentre la costa rimaneva saldamente nelle mani degli olandesi, gli inglesi si davano da fare a fondare piantagioni di zucchero e di tabacco a ovest del Fiume Suriname e i conflitti tra i due paesi causavano il frequente passaggio di mano di parti della regione; tuttavia alla fine del 1796 gli inglesi erano ormai a tutti gli effetti i padroni della situazione.

 Deportazione di schiavi

 

 

 

Nel 1834, con l'abolizione dello schiavismo, molte piantagioni furono costrette a chiudere o a cercare un'altra fonte di manodopera e gli inglesi risolsero il problema con spedizioni dall'India di operai sotto contratto. L'arrivo in Guyana di quasi 250.000 lavoratori tra il 1846 e il 1917 trasformò in maniera irreversibile l'equilibrio demografico del paese ponendo le basi di persistenti tensioni etniche. La Guyana ottenne l'indipendenza nel 1966 e quattro anni più tardi divenne una repubblica cooperativa nell'ambito del Commonwealth. L'industria dello zucchero fu nazionalizzata e il paese si diede a diversificare la sua base economica con la produzione di riso e di bauxite. Tuttavia, a causa di una crescente perdita di collegamento con l'economia mondiale e l'esodo di gran parte della classe intellettuale, il sistema produttivo della Guyana sperimentò fino al 1990 un costante stato di recessione, cui contribuirono pesantemente le continue controversie di frontiera con gli stati confinanti di Venezuela e Suriname.

 

 

Le elezioni presidenziali del 1992 portarono al potere il Dott. Cheddi Jagan, un dentista ormai avanti negli anni, laureato negli Stati Uniti e di tendenze marxiste che pareva ai più un autentico anacronismo. Tuttavia la rinascita economica della Guyana rivelò che l'anziano dottore faceva senza dubbio riferimento più di frequente al Fondo Monetario Internazionale che non agli insegnamenti di Karl Marx. Tra un mare di proteste la moglie di Jagan, Janet, divenne presidente della Guyana nel 1997; nell'estate del 1999 Jagan lasciò la presidenza e nominò suo successore Bharrat Jagdeo. Nel corso del 2000 la Guyana ha sostenuto varie tensioni con i paesi confinanti. Da un lato con il Venezuela che ha ripreso a rivendicare il possesso di un'area ricca di risorse mineararie, compreso il petrolio.

 Cheddi Janet Jagan

   

Il presidente Jagan

 

Dall'altro con il Suriname, con il quale si è aperta invece una disputa (iniziata nel 1999) riguardante i confini marittimi: il Suriname avrebbe autorizzato una compagnia canadese a costruire una piattaforma per l'estrazione petrolifera, la quale compagnia avrebbe però poi rinunciato all'impresa a causa di un mancato accordo fra i due paesi. La globalizzazione e le teorie economiche neoliberiste inducono senz'altro a pensare che l'ambiente incontaminato della Guyana sarà sottoposto in un futuro prevedibile a forti pressioni da parte delle grandi società transnazionali alla ricerca di concessioni minerarie e di sfruttamento delle foreste e questi problemi hanno ovviamente costituito il principale tema di dibattito in occasione delle elezioni nazionali tenutesi il 19 marzo 2001. Tali elezioni sono state vinte dal People's Progressive Party del presidente Bharrat Jagdeo, ma molti hanno impugnato l'esito della consultazione che avrebbe privato migliaia di persone del diritto di voto, non iscrivendole nei registri elettorali.

 

   

Bharrat Jagdeo

 

 

Ancora nel 2002 vi sono stati frequenti e violenti scontri tra la popolazione di origine africana e di quella di origine indiana (come il presidente Jagdeo). La popolazione nera lamenta discriminazioni ed emarginazione, mancanza di lavoro, esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze di polizia. Moltissime persone, a causa della violenza, hanno lasciato il paese. L'ex presidente statunitense Carter è intervenuto esortando Jagdeo a compiere ogni sforzo affinché il paese non piombi nell'abisso.

Nonostante il programma di “impegno costruttivo”, numerosi problemi attanagliano la vita politica della Guyana: la discontinuità nell’attuazione delle riforme previste e l’alto tasso di criminalità rendono sempre più difficile il dialogo tra governo ed opposizione. Gli aiuti economici del FMI e della Banca Mondiale hanno dato un po' di sollievo e scongiurato una seria recessione, lasciando intravedere una lenta ripresa.

 

Presidente Carter

     

Popolazione

 

 

 

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