La Bolivia ha una popolazione di 8.724.156 abitanti, con una densità media di 8 unità per km² (2004). Elevata la percentuale di popolazione urbana: il 63% nel 2002. Come gli altri paesi andini, la Bolivia ha un’alta percentuale di popolazione di amerindi: oltre il 50% dei boliviani è infatti costituito da indios aymará (25%) e quechua (30%), il 30% da meticci e circa il 15% da bianchi, in gran misura discendenti degli antichi coloni spagnoli. Sono inoltre presenti esigui gruppi di indios amazzonici. Il paese registra un alto tasso di crescita demografica (1,56%, 2004), dato cui si contrappone un’elevata mortalità infantile (55 per mille nel 2004).
Le lingue ufficiali sono lo spagnolo e gli idiomi indios quechua e aymará; diffuso in alcune aree anche il tupí-guaraní. Circa il 40% degli indios non parla spagnolo. Il cattolicesimo, praticato da circa il 95% della popolazione, è la religione ufficiale nonché quella maggiormente professata. Esigua la minoranza di protestanti (metodisti evangelici) e animisti. |
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Una donna boliviana |
L'istruzione è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 14 anni di età, ma la maggior parte delle scuole si trova nei distretti urbani e non possono quindi essere frequentate da chi vive nelle zone rurali. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta raggiunge l'87,8% (2004). Nel paese ci sono numerosi atenei pubblici e privati, tra i quali l'Università di San Francesco Saverio (1624) a Sucre, una delle più antiche d'America, e quella di San Andrés (1830), la più grande del paese, situata a La Paz.
La Bolivia è suddivisa in nove dipartimenti: Beni, Chuquisaca, Cochamamba, La Paz, Oruro, Pando, Potosí, Santa Cruz e Tarija. Il cuore della vita politica e amministrativa è La Paz, capitale effettiva del paese, alla quale si affianca Sucre, la capitale legale. Altri centri importanti sono Santa Cruz, Cochabamba, Oruro e Potosí.
La capitale La Paz |
Santa Cruz |
In tempi recenti i governi boliviani hanno incoraggiato lo sviluppo dell'industria privata e l'investimento di capitali stranieri. Nel 2002 il prodotto interno lordo ammontava a 7.801 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 890 dollari.
Coltivazione di mais |
L'agricoltura ricopre un ruolo fondamentale nell'economia del paese, contribuendo per il 14,6% (2002) al prodotto interno lordo e occupando il 5% (2000) della forza lavoro. Lo sviluppo del settore è però compromesso dall'arretratezza dei mezzi, dalla disomogenea distribuzione della popolazione e da un sistema dei trasporti inadeguato. Anche se autosufficiente nella produzione di zucchero, riso e carne, la Bolivia è costretta a importare molti beni alimentari; altre importanti colture, oltre a quelle citate, sono costituite da patate, soia, cotone, caffè, mais e frumento.
L'allevamento di bovini, ovini, lama e alpaca rappresenta una risorsa importante mentre l'insufficienza del sistema dei trasporti ha impedito lo sfruttamento delle pur cospicue risorse forestali. Uno dei maggiori proventi del settore agricolo è rappresentato dalla coltivazione illegale delle foglie di coca, da cui viene prodotta la cocaina.
L'attività mineraria è senz'altro la ricchezza principale del paese, uno dei maggiori produttori mondiali di stagno, oltre che di bismuto, zinco e antimonio, seguiti, in misura minore, da piombo, tungsteno, rame e argento. Inoltre, alla fine degli anni Ottanta, la Bolivia ha raggiunto l'autosufficienza per quanto riguarda la produzione di petrolio e gas naturale. Di discreta rilevanza sono le lavorazioni artigianali, soprattutto nel settore tessile.
L’industria, il cui peso nell’economia del paese è a tutt’oggi modesto, fornisce il 33,3% (2002) del prodotto interno lordo e impiega il 28% (2000) della popolazione attiva. L'industria manifatturiera, ancora piuttosto arretrata, occupa solo il 9% della forza lavoro; i settori principali sono quelli alimentare, tessile, conciario, chimico e metallurgico.
I principali prodotti di esportazione sono gas naturale, minerali, caffè, zucchero, soia, pelli e bestiame; le importazioni, invece, riguardano perlopiù macchinari, automobili, apparecchiature elettroniche e manufatti. Nel 2001 il valore totale delle esportazioni fu di 1.351 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 1.707 milioni di $ USA. I maggiori partner commerciali sono gli Stati Uniti, l'Argentina, il Brasile e il Giappone. L'unità monetaria è il boliviano, suddiviso in 100 centavos, emesso e controllato dal Banco Central de Bolivia.
Porto di Angofasta |
Il paese, che dispone di scarse vie di comunicazione, possiede 3.163 km di ferrovie (1999) che collegano il territorio boliviano, privo di sbocco al mare, con i porti sull'oceano Pacifico e sull'Atlantico; la linea principale collega La Paz ai porti di Arica e Antofagasta, in Cile.
Sono inoltre presenti 53.790 km di strade, di cui solo il 7% è asfaltato e percorribile in ogni periodo dell'anno.
Le compagnie aeree Aerosur e Lloyd Aéreo Boliviano garantiscono i collegamenti nazionali e internazionali.
Il paese dispone inoltre di 14.000 km di vie navigabili interne.
Indipendente dal 1825, la Bolivia è una repubblica presidenziale. La vita politica del paese è estremamente instabile ed è stata ricorrentemente soggetta alle interferenze dell’esercito. L’ultima dittatura militare è durata quindici anni. Dal 1985 il potere è tornato ai civili. La Costituzione del 1947 è stata rivista più volte: l’ultimo emendamento è del 1994.
Il paese è diviso in nove dipartimenti governati da prefetti di nomina presidenziale e suddivisi a loro volta in province.
Le principali forze politiche sono: l’Alleanza democratica nazionalista (Alianza democrática nacionalista, ADN; destra autoritaria); il Movimento nazionalista rivoluzionario (Movimiento nacionalista revolucionario, MNR; centristi); il Movimento della sinistra rivoluzionaria (Movimiento de la izquierda revolucionaria, MIR, socialdemocratici); l’Unione civica di solidarietà (Unión cívica solidaridad, UCS; conservatori) e Coscienza della patria (Conciencia de Patria, CONDEPA; progressisti).