Ubicazione e Notizie Geografiche

A 27° di latitudine sud, con una superficie di circa 163 metri quadrati, 60 km di coste sorge la mitica e, in parte misteriosa Isola di Pasqua. Dista circa 3800 km dal Cile, stato di cui fa parte. Si trova inoltre a quasi 4263 Km da Tahiti, mentre il centro abitato più vicino ad essa è l'Isola di Pictarin, che si trova a circa 2250 km in direzione Ovest. La sua origine è chiaramente vulcanica, ne sono testimoni le scogliere ripide e scure che ne caratterizzano il paesaggio. Sull'Isola che gode di un tipico clima sub tropicale, si trovano due spiagge. Di queste una è caratterizzata da una fine sabbia bianca, l'altra presenta invece una sabbia dall'affascinante colorazione lievemente rosata. Secondo i geologi l'isola sarebbe sorta dalle acque milioni di anni fa. Il rilievo più alto è il monte MAUNGA TEREVAKA, che raggiunge 507 metri sul livello del mare. (Se l'oceano fosse asciutto, l'intera isola sarebbe un immenso monte di oltre 3000 metri).

La Scoperta, Pasqua 1722

Sembrerebbe che l'isola di Pasqua fosse conosciuta fin dal 1686, ma la poca ospitalità degli isolani, le loro abitudini antropofaghe, tennero lontani i curiosi per un bel po' ti tempo. Il giorno di Pasqua del 1722, l'ammiraglio olandese Roggeveen scorse quest'isola e decise di condurre una dettagliata esplorazione. egli annotò, fra i suoi scritti, che la terra che aveva avvistato era un'isola la cui vegetazione arborea non superava i tre metri di altezza il resto dell'isola gli risultò essere ricoperto da vaste distese di aride praterie. L'impavido ammiraglio, durante il suo soggiorno, non ebbe contatti con l'esterno, non rinvenne alcun oggetto probabilmente introdotto da altre popolazioni e si accese -così - subito un importante mistero, in che modo gli abitanti approdarono sull'isola?

Le Origini

Un contributo importante, volto a chiarire l'origine della popolazione dell'Isola di Pasqua è pervenuto dall'Antropologia. Gli antropologi, hanno riscontrato tracce di insediamenti umani nella Polinesia già a partire dal 1200 a.C. Dell'arcipelago Polinesiano (parte della Polinesia Francese) fa parte un gruppo di Isole chiamate Isole Marchesi. Esse risultano abitate dal 300 d.C., un secolo dopo pare fosse abitata anche l'Isola di Pasqua. La struttura politica e sociale dell'isola conobbe diverse fasi, una prima fase tra il V ed il IX secolo d.C., tale fase fu seguita da un periodo di estremo sviluppo, in cui la popolazione arrivò a circa 15.000 unità.

La Leggenda di Hotu-Matua

Isola di Pasqua

Un'antica leggenda dell'Isola di Pasqua, racconta che i primi abitanti vennero da un'isola chiamata Marae-rengo o Hiva, molto più a Ovest. Questo gruppo di colonizzatori erano guidati da un capo, un certo Hotu-Matua che portò sull'isola anche animali e vegetazione. La leggenda racconta che il viaggio per mare si svolse per mezzo di una canoa. La tribù di Hotu-Matua si stanziò sull'isola, questi alla sua morte divise il regno tra i figli ed è così che iniziarono i primi conflitti. Tutto il regno, era però pervaso da una forte e rigida gerarchia che vedeva al primo posto il Re, al quale si attribuivano poteri divini. Vi erano poi sacerdoti, custodi della scrittura, dell'arte di divinare e di propiziare gli eventi. Poi vi erano i Nobili e quindi i guerrieri. Gli artigiani erano una classe a se stante, si deve ad essi la costruzioni dei mitici ed inquietanti Moai. Qui si apre - però - un'altra leggenda che incarna, indipendentemente dalla valenza storica che essa può avere, la natura delle popolazioni dell'isola. Una natura caparbia, forte ed orgogliosa.

Hagatee moai

Racconta la leggenda che l'isola Rapa-Nui, era, un tempo, dominata dai Lunghi Orecchi che fecero costruire i Moai e gli Ahu (le piattaforme cerimoniali) dai Corti Orecchi. La leggenda continua dicendo che un giorno, inspiegabilmente, i Lunghi Orecchi ordinarono ai Corti Orecchi di gettare le pietre (I Moai?) in mare (era forse una ribellione alle antiche istituzioni? Un rifiuto degli antichi credi e delle antiche certezze?). I Corti Orecchi, probabilmente superstiziosi, si opposero a tale ordine in quanto secondo loro erano proprio le pietre a permettere un proficuo raccolto di patate e canna da zucchero 8fonti di sostentamento locali di primaria importanza). I Lunghi Orecchi decisero allora di uccidere tutti Corti Orecchi e di banchettare con le loro carni (la leggenda vuole forse essere una giustificazione al cannibalismo dell'Isola di Pasqua? vedi più avanti declino dell'isola e cannibalismo). Ma il piano dei despoti padroni fallì miseramente ed i Corti Orecchi riuscirono a sconfiggere gli oppressori e a divenire i padroni dell'isola. I Lunghi Orecchi furono trucidati e bruciati in una fossa comune. A sostegno della probabile radice storica della leggenda, durante una campagna di scavi condotta sull'isola, fu trovata una trincea con numerosi resti di ossa umane e carbonella, potrebbe essere quindi il luogo dove finirono bruciati i Lunghi Orecchi.

Le Origini storiche

Leggende a parte, la domanda che si fa più pressante è come, ma soprattutto da dove arrivarono gli abitanti di quest'isola? Il dibattito nacque all'indomani dell'esplorazione e rimase vivo ed a toni molto forti per oltre 250 anni. La discussione era particolarmente accesa su alcuni punti. Molti erano scettici riguardo al fatto che i primi coloni fossero Polinesiani. A questi, infatti, era da sempre attribuita una tecnologia alquanto primitiva che non avrebbe permesso loro di raggiungere la sperduta isola di Pasqua, né tantomeno potevano essere i Polinesiani gli scultori delle immense statue simbolo dell'isola. Sulla base di queste premesse che sembrano volere escludere l'origine polinesiana della civiltà dell'isola, si mosse negli anni cinquanta il norvegese Thor Heyerdal, proponendo una originale teoria secondo la quale i colonizzatori dell'isola di Pasqua furono indios americani. Questi sarebbero emigrati - secondo Thor - dalle regioni vicine al lago Titicaca (Bolivia/Perù), verso la Polinesia ed anche verso l'Isola di Pasqua. Egli per avvalorare la sua tesi, per darle una giusta dose di credibilità tentò un'analoga traversata del pacifico.

Il Kon Tiki

Ranu raraku moai

Il Kon-Tiki era una zattera costruita con 7 tronchi di balsa, ideata da Thor per emulare le gesta degli antichi indios della sua teoria. Il nome Kon-Tiki, era il nome secondo le leggende, del mitico condottiero di questi temerari trasmigatori di oceani. In 101 giorni di navigazione Thor, riuscì effettivamente ad approdare in un atollo, l'atollo Raroia delle Isole Tuamotu. Questa traversata poteva dimostrare, in effetti, che gli antichi colonizzatori dell'isola erano indios ma, gli studi medico-legali ed antropologici condotti sui resti umani più antichi rinvenuti nell'isola dimostrano ineluttabilmente che gli antichi abitanti dell'Isola di Pasqua erano Polinesiani. Essi presumibilmente avanzarono dall'Asia muovendosi verso Oriente. del resto anche il capitano Cook che ebbe modo di entrare in contatto con indigeni dell'isola notò che il ceppo linguistico era palesemente polinesiano. In più le rudimentali armi rinvenute nell'Isola, gli ami da pesca, altri strumenti sono di foggia spiccatamente polinesiana. Qualche anno fa, nel 1994 per l'esattezza, gli studi condotti sul DNA dei resti umani dei primi abitanti dell'Isola di Pasqua, hanno dimostrato una grande compatibilità tra il DNA delle ossa rinvenute nell'Isola e quello dei moderni polinesiani. Questi esami, per altro difficilmente confutabili, hanno messo a tacere - forse definitivamente - le voci fantasiose circa l'origine della popolazione dell'Isola. Anche quelle che chiamarono in causa gli Extraterrestri.

Gli studi Moderni

Gli studi moderni stanno offrendo grosse soddisfazioni e, finalmente, ampie certezze grazie al contributo di alcune scienze fondamentali. Tra esse un contributo eccezionale è venuto dalla Palinologia (= lo studio dei pollini fossili). La palinologia è una scienza particolarmente efficace. Le sue applicazioni sono molteplici. Ricorrendo ad essa è possibile avanzare ipotesi circa abitudini alimentari, flora, condizioni climatiche ed ambientali di antiche civiltà. Essenzialmente deve trovarsi uno stagno, una palude, in cui scavare verticalmente per poter misurare con il carbonio 14 l'età geologica dei sedimenti. Questi poi si analizzano al microscopio cercando di capirne la natura.

Le scoperte della Palinologia

Vista del Rano raraku

Secondo la Palinologia, circa 30.000 anni fa, l'Isola di Pasqua era ricoperta da una fitta vegetazione di tipo subtropicale. Vi erano piante a basso fusto, diversi tipi di erba e miriadi di felci. sono stati trovati pollini di "hau hau", l'albero della corda, e di "toromiro" albero per ardere. E' stata inoltre rinvenuta una quantità immensa di polline di palme tropicale, che però adesso è totalmente scomparsa dall'isola. La presenza della palma suggerisce anche alcune ipotesi alimentari degli antichi indigeni. In alcune fosse sono state trovate delle ossa di delfini. Il delfino è un mammifero che si muove in mare relativamente aperto, raggiungibile con delle imbarcazioni agili e veloci e, ovviamente, resistenti come quelle che è possibile ricavare dal legno della palma. La palinologia, ha continuato le sue sorprendenti scoperte dando anche delle datazioni che possono ritenersi più che attendibili. Circa dall'anno 800 d.C., pare che sia iniziata la scomparsa della fitta vegetazione. Nei sedimenti analizzati, vi è infatti proprio in corrispondenza dello strato relativo a quel periodo, una grande quantità di tracce di alberi bruciati. Man mano che si sale come data, i pollini delle palme e degli alberi ad alto fusto cominciano a diminuire, si registra contemporaneamente un progressivo e, quasi, proporzionale aumento di pollini di erbe varie. Nei sedimenti successivi al 1400 circa, non vi è più traccia di Palma. E' diminuita di parecchio, sempre relativamente al sedimento datato 1400, la presenza sull'isola dell'albero Hau hau e del Toromiro. In definitiva la palinologia ha evidenziato come nel corso del 1400 (XV secolo), sull'isola di Pasqua si sia persa una intera foresta sub tropicale.

Un Sinistro presagio

Da quanto esposto si può ipotizzare una rottura della catena alimentare cristallizzata da secoli. Il continuo fomentare di nuove guerre, ha dato largo impulso alla produzione di armi. Queste venivano fatte con i legni dell'isola. Il consumo di tali legni in modo eccessivo produsse una improvvisa scarsità di cibo per alcune specie volatili. Queste, cominciarono in parte a emigrare in parte a morire e quindi ad estinguersi. Tali specie erano anche le principali responsabili della impollinazione fra le piante, che quindi accentuarono il loro processo di scomparsa. L'eco sistema dell'isola era già compromesso. Una improvvisa quanto inaspettata proliferazione di topi diede il colpo di grazia al già compromesso equilibrio dell'isola. Infatti tali topi non ebbero a disposizione molto cibo - mentre l'uomo continuava la sua attività di cacciatore e guerriero non curante di quanto accadeva - spostarono quindi la loro famelica attenzione sui teneri e appetitoso frutti della palma, impedendo di fatto che questa potesse produrre nuovi germogli. Così, in breve, le palme sparirono dall'isola. A quel punto l'uomo dovette cambiare radicalmente le sue abitudini alimentari. La palinologia ancora una volta ci dice che intorno al 1500, nei sedimenti non vi sono più ossa di delfino. Proprio per l'impossibilità di costruire nuove barche con la Palma. Gli indigeni, allora, intensificarono gli allevamenti di pollame ma, infine, dovettero abbandonarsi alla Antropofagia. E' ancora una volta la palinologia a venirci incontro e a svelarci questo sinistro epilogo. Nei sedimenti dell'ultimo periodo sono state trovate molte ossa umane. Anche alcune tradizioni orali, peraltro bisogna dirlo per dovere di cronaca, sconfessate e non riconosciute dai discendenti degli isolani, parlano proprio di questa pratica, in uso presso i pasquensi. Che sia un ammonimento per noi? Che sia un modo di avvertirci di chi prima di noi ha provato sulla propria pelle i nefasti esiti di una indiscriminata deforestazione del suolo?

Il culto dell'uomo uccello

Tongariki

Il passaggio da una fase all'altra, pesantemente segnato dai disastri ecologici, ha fatto si che anche la religione dell'Isola di Pasqua subisse una drastica rivoluzione. Dal culto dei Moai (di questi si dirà tra poco) si passò al culto dell'uomo uccello, il cui simbolo era l'uovo. L'uovo, secondo la religione di Rapa-Nui, era l'incarnazione de dio Make-Make, proprio ad esso era dedicata la cerimonia dell'Uomo uccello. Centro nevralgico del rituale era il villaggio chiamato Orongo, esso era situato sul bordo di un cratere chiamato Rano-Kao. Il rituale era simile ad una battuta di caccia e seguiva, più o meno, questi tempi. Dapprima i guerrieri aspiranti al titolo di Uomo Uccello, mandavano un loro osservatore su uno scoglio perché questi si accorgesse del momento in cui gli uccelli Manu-Tara deponevano il primo uovo. Appena uno dei servi si accorgeva della deposizione raggiungeva a nuoto l'isola con l'uovo legato sulla fronte e schivando le onde e i famelici squali posava questo uovo sul capo del suo padrone che diveniva, di fatto, l'uomo uccello. L'uomo uccello godeva di tanti privilegi, tra essi quello di essere mantenuto per tutto l'anno (fino alla successiva cerimonia) a spese della tribù e quello di dare all'anno il suo nome. Dopo tutte le feste, un simpatico rituale vedeva protagonisti i pulcini nati da alcune di quelle uova. Questi erano allevati e quindi liberati con una profonda e dunque sentita missione, che si concretizzava con queste parole di rito: <<...vola via, lontano, su altre terre...>>. La cerimonia dell'uomo uccello, segnò profondamente nel periodo di declino dell'isola gli animi e soprattutto la cultura dell'intera popolazione. La prima di queste cerimonie, pare risalisse al 1500 circa, mentre l'ultima cerimonia documentata risale al 1878.

L'isola di Pasqua è famosa soprattutto per le sue titaniche sculture, i Moai. Ma tanti e vari sono i misteri che fanno dell'Isola di Pasqua uno dei luoghi più mitici del pianeta. Prima di passare ad esaminare i misteri dell'Isola, un accenno merita senz'altro un'oscura profezia, che definisce l'Isola di Pasqua come "ombelico del mondo" (n.b.: il nome dell'isola, Te pito o te henua, può essere tradotto come Ombelico del mondo). Tale profezia dice più o meno queste parole: <<...grandi sconvolgimenti devasteranno la terra, costringendo l'uomo a ricominciare da capo. Soltanto un'isola resterà, nel centro del mondo resterà. E quando anch'essa sarà inghiottita dall'oceano, allora quella sarà la fine dei Tempi...>>

 

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