Nel 1919 Augusto Leguía y Salcedo, che era già stato presidente dal 1908 al 1912, si insediò con l'appoggio dei militari alla guida del paese, instaurando una dittatura.

Nel 1924, alcuni intellettuali in esilio fondarono l'Alleanza popolare rivoluzionaria americana (APRA), un movimento nazionalista e populista. L'APRA – che chiedeva la nazionalizzazione delle risorse e una riforma agraria che favorisse la popolazione indigena – pur essendo stata bandita nel 1932 divenne uno dei movimenti politici più influenti del paese.

Nel corso degli anni Trenta il Perù fu soggetto all'alternarsi di dittature militari e colpi di stato fino a quando, nel 1939, divenne presidente il banchiere Manuel Prado y Ugarteche.

Durante il secondo conflitto mondiale il paese ruppe i rapporti diplomatici con le potenze dell'Asse nel 1942 ed entrò nel 1945 ufficialmente in guerra. Nello stesso anno, una coalizione di partiti liberali e di sinistra, inclusa l'APRA, elesse presidente José Luís Bustamante y Rivero. Il nuovo presidente inaugurò una stagione di timide riforme, che tuttavia provocarono la reazione dell'oligarchia e dei militari; questi ultimi, nel 1948, rovesciarono Bustamante con un colpo di stato, insediarono alla presidenza Manuel Arturo Odría e misero fuorilegge i partiti politici.

Alle elezioni del 1956 l'ex presidente Prado y Ugarteche ottenne la maggioranza. In seguito, dittature militari si alternarono a governi liberali. Nel 1968 il caos politico ed economico in cui versava il paese portò a far emergere, sempre attraverso un colpo di stato, il generale Juan Velasco Alvarado, che promosse una riforma agraria tra le più avanzate del Sud America e nazionalizzò le principali risorse del paese, togliendo il controllo del petrolio alle compagnie statunitensi.

Nel 1975 Velasco Alvarado fu sostituito dal generale Francisco Morales Bermúdez. Dopo la revoca di tutte le misure di riforma promosse da Velasco Alvarado, nel 1980 i militari consentirono lo svolgimento di elezioni presidenziali, che furono vinte da Fernando Belaúnde Terry, già presidente nel 1963.

Il programma di austerità portato avanti da Belaúnde Terry gli alienò presto il sostegno popolare. Contemporaneamente prendeva piede l'azione guerrigliera e terroristica di Sendero Luminoso nelle regioni andine e del Movimiento Revolucionario Túpac Amaru (MRTA) nelle aree urbane.

Nel 1985 il candidato dell'APRA, Alan García Pérez, succedette a Belaúnde Terry. García Pérez cercò di affrontare la disperata situazione economica del paese con misure drastiche, arrivando persino a sospendere il pagamento del debito estero, tranne che per una quota del 10% delle esportazioni del paese.

 

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