Profilo economico

AMBIENTE

Le Tuvalu sono un gruppo di nove piccoli atolli, disseminati nella regione occidentale dell'Oceano Pacifico. La superficie totale del gruppo più densamente popolato è di soli 26 kmq, mentre le isole sono estese su una superficie di 1,3 milioni di kmq di Oceano tra le Kiribati e le Samoa.


Veduta di Vaiaku

 Alcune isole sono atolli corallini (più precisamente cinque)  la cui altitudine è poco al di sopra del livello del mare. Il punto di massima elevazione (e il più alto delle Tuvalu) è di soli 4,6 m sopra il livello del mare. Le altre quattro isole sono piccole strisce di terra che emergono dall'oceano. Sulle isole vi sono molte barriere e specchi di acqua salata (che crescono a una velocità preoccupante con l'aumento del livello del mare), mentre sull'isola di Nanumea vi è anche una pozza di acqua fresca, assai rara per un atollo. Queste isole sono principalmente costituite da corallo eroso, le Tuvalu hanno un sottosuolo povero, sono prive di corsi d'acqua e di fiumi, coperte da qualche specie di arbusti forestali. Le palme da cocco sono un'essenza che cresce in abbondanza su tutte le isole, il cui suolo permette  un'agricoltura di sussistenza in grado di sfamare circa i tre quarti della popolazione. Per soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione, le isole ricorrono all'importazione. Per far fronte al fabbisogno idrico viene raccolta l'acqua piovana e vengono costruite delle cisterne, in quanto gli atolli, porosi e a filo dell'acqua, sono nell'impossibilità di trattenere l'acqua del suolo. alcuni  animali terrestri sono presenti sull'arcipelago,  quali il topo polinesiano, la gallina, il cane e il maiale, tutte specie introdotte. Il clima è di tipo tropicale, con una temperatura media di 30°C e scarse variazioni stagionali. La stagione delle piogge è tra ottobre e marzo con  precipitazioni  veramente copiose! In un anno normale cadono circa 350 cm di acqua. L'attività dei cicloni (uragani) è rara. In questo secolo vi sono stati solamente quattro uragani violenti (ma tutti dal 1972 in poi). Il suolo delle Tuvalu è così fragile che nel 1997 i cicloni Gavin e Hina hanno eroso circa il 7% della superficie totale degli atolli. I marinai che si spostano con imbarcazioni proprie sono invitati a tenersi al largo delle isole o a riparare in un porto sicuro durante la stagione delle piogge.

CULTURA

I ni-vanuatu sono molto orgogliosi dei loro strumenti musicali, di cui il tamtam - anche chiamato tamburo o gong fessurato - è un buon esempio. E' uno strumento usato tradizionalmente nelle cerimonie,  formato da un tronco intagliato con una cassa di risonanza sporgente. Anche i flauti sono comuni nella musica locale, così come le conchiglie marine.. A Santo suonano un flauto a tre fori, mentre ad Ambrym si suona una lunga canna musicale intagliata. Amrym è anche il luogo dove ci sono i più elaborati disegni di sabbia, che i locali usano per illustrare leggende, canzoni, cerimonie o per lasciare messaggi. Una forma d'arte di queste isole è l'intaglio di pietre, legno e legno di felce grazie all'abbondanza di materiale disponibile; nel nord gli scultori usano a volte il corallo per intagliare piccole statue. Pietre magiche intagliate nella pomice sono parte della vita nascosta di Vanuatu e non sono di solito esposte. Il tatuaggio era un tempo una forma di arte elevata ma sta diventando sempre più raro, mentre la pittura di pietre e corpi è ancora largamente praticata. Il territorio frazionato di Vanuatu ha dato origine a un caleidoscopio di culture e a più di 100 lingue indigene. Isolati gli uni dagli altri dal mare o da montagne invalicabili, sparuti gruppi di isolani hanno avuto centinaia o migliaia di anni per proteggere gelosamente le loro culture e lingue o per mescolarle con i vicini. La popolazione indigena è un insieme di melanesiani - i neri del Pacifico occidentale con legami con i papua e gli  aborigeni australiani - polinesiani, il popolo dalla pelle più chiara del Pacifico orientale, e varie tonalità in mezzo. Mentre il bislama è il fattore linguistico unificante, sono anche comunemente parlati inglese e francese. In un paese che si riconosce prevalentemente cristiano, le credenze tradizionali vengono mantenute da una buona parte della popolazione. I missionari sono riusciti a imporre una fede aliena a un popolo che aveva già forti credenze, ma questo successo può essere in parte dovuto ad alcune notevoli similitudini tra la cristianità e le credenze locali. Molti isolani credevano in un creatore, Tahara, non molto diverso da Jehovah, in un Giardino dell'Eden dove il primo uomo e la prima donna mangiavano il frutto proibito dell'albero di mele e cadevano in disgrazia, e in un demone Saratau, del tutto simile a Satana. Il mondo dei ni-vanuatu è ancora popolato da spiriti e demoni, nonostante gli sforzi dei missionari per rimuoverli. Ogni tabù è sacro o santo, e la parola è di uso comune - sulle insegne può semplicemente voler dire "vietato l'accesso". Cerimonie e danze tradizionali hanno ancora un ruolo importante nella vita dei villaggi, con i partecipanti che recitano la parte di figure mitiche degli antenati. Il sistema Nimangki, o "prendere i gradi", è importante per molti isolani del nord. I partecipanti regalano pubblicamente le ricchezze attraverso una serie di cerimonie, incluso un sanguinoso massacro di maiali. Il naghol o "tuffo a terra" sull'isola di Pentecoste è un significativo rito di fertilità.


La kava

 Circa l'80% della popolazione vive in villaggi rurali la cui principale attività è l'agricoltura. Cibi e piatti base possono essere infinitamente combinati tra di loro e variati. Radici di igname, manioca e taro sono i più importanti raccolti nella vita della popolazione.Il laplap, una pesante pasta di manioca, taro o igname con spinaci selvatici e noce di cocco grattugiata è il piatto nazionale di Vanuatu. Possono essere aggiunti maiale, manzo, pesce, pollame, frutti di mare o selvaggina;il tutto è avvolto in foglie di banana e cotto in una specie di forno scavato nella terra. Il nalot, un misto piacevole di taro, banana o frutto dell'albero del pane, mescolato con cocco grattugiato e acqua, è ottimo per i vegetariani. Quando arrivarono i francesi, naturalmente, portarono cibi familiari da casa, e cibi "esotici" come cosce di rana, lumache e croissant sono ora inseriti in molti menu. La kava (Piper methysticum) "l'erba contro l'ansia", è sia bevanda che ossessione nazionale. La kava di Vanuatu è ritenuta la migliore e la più forte del Pacifico, e affermazioni fantasiose sono state fatte a proposito delle sue proprietà antistress, (nel caso foste stressati da spiagge, barriere coralline, foreste, montagne e altri piaceri di Vanuatu). Era tradizionalmente raccolta e preparata da ragazzini, ma ora l'industria moderna include piantagioni anche di kava (in polvere) istantanea, nakamal, o bar kava (sempre polveri rilassanti).

STORIA

Alcune isole sono abitate da migliaia di anni e altre sono ancora oggi disabitate. Una tra le prime isole che furono abitate fu l'isola Malo, dove si ritrovarono vasi in terracotta di almeno 4000 anni fa. Le culture preistoriche di Vanuatu furono tormentate dalle guerre tribali. La vita spirituale delle tribù attribuiva tutte le sfortune naturali e umane alla stregoneria, e si organizzavano generosi riti per placare le divinità. Sull'isola Eretoka, al largo della costa di Efate, è stata portata alla luce l'elaborata camera mortuaria di un nobile sepolto nel 1265 d.C., in cui sono stati rintracciati segni evidenti di sacrifici umani. Lo spagnolo Pedro Fernandez de Quiros mise per la prima volta gli occhi sulle isole nel 1606, chiamando la prima Nuestra Señora de Australia del Espirtu Santo, nota oggi semplicemente come Santo. Il suo obiettivo primario era di fondare una Nuova Gerusalemme nel Pacifico sulle rive di un fiume che chiamò Giordano. Ma le popolazioni locali non volevano essere salvati e impedirono i vari tentativi di sbarco degli spagnoli. De Quiros vagabondò nel Pacifico, credendo che il suo fallimento avesse condannato gli ignari abitanti dell'isola a bruciare per l'eternità all'inferno. Fra i successivi esploratori, spagnoli, portoghesi e francesi, ci fu Louis Antoine de Bougainville, che scrisse di essere stato "trasportato nel giardino dell'Eden". La storia più recente di Vanuatu è fatta di un gran numero di preti, volgari schiavisti e goffi burocrati coloniali. Alle calcagna degli esploratori arrivarono i cacciatori di balene, i raccoglitori di legno di sandalo e i missionari per raccogliere anime. Gli europei portarono epidemie di influenza e morbillo, malattie veneree e il mercato degli schiavi, e la popolazione di alcune isole, soprattutto al nord, non si è mai ripresa. Gli inglesi e i francesi, spesso in guerra fra di loro nel XIX secolo, coabitarono con molto disagio nelle Nuove Ebridi, come era conosciuto l'arcipelago fino all'indipendenza, e diedero vita probabilmente all'amministrazione coloniale più strana che il mondo abbia mai visto. Nemici dichiarati, stabilirono alla fine un mandato congiunto con un protocollo Anglo-Francese (il "Condominio" a cui ci si riferisce ogni tanto come "Pandemonium") stabilendo pari influenza per entrambi i poteri. La più grande sofferenza inflitta agli isolani fu sicuramente la tratta degli schiavi, pratica perseguita fino ai primi anni del ventesimo secolo. Migliaia di ni-vanuatu vennero convinti o rapiti per lavorare nelle piantagioni di zucchero e cotone del Queensland e delle Fiji, e molti non tornarono più. La seconda guerra mondiale portò un massiccio afflusso di personale militare americano a Efate e Santo, che diventarono basi cruciali della guerra del Pacifico. Alla fine della seconda guerra mondiale il paese fu invaso dal costume e dai dollari americani e molti ni-vanuatu guadagnarono vere paghe per la prima volta nella loro vita. Inoltre gli isolani osservarono i neri americani beneficiare dei beni e dei lussi permessi ai bianchi, e questo non ebbe un ruolo da poco nel loro desiderio di indipendenza.  Nei tardi anni '60 il movimento Nagriamel cominciò ad attirare migliaia di persone, in maggioranza nelle isole settentrionali. Il suo leader era il presidente Moses (Jimmy Tupou Patuntun Stevens), che si limitò inizialmente a richiedere i diritti per la "boscaglia scura", la terra che gli europei non avevano mai reclamato o su cui non si erano mai stabiliti. Nagriamel divenne sempre più politicizzato e, nel 1971, fece una petizione alle Nazioni Unite per un "atto di libera scelta" a proposito dell'indipendenza dell'arcipelago. L'Inghilterra e la Francia concordavano che sotto le leggi del Condominio nessuno dei due avrebbe potuto ritirarsi senza l'altro, e ciò divenne un motivo per l'inattività. Furono alla fine trascinati alla riforma costituzionale nel 1974-75, e, siccome gli isolani si agitavano per ottenere più diritti, stabilirono che venisse concessa l'autorizzazione dai burocrati del posto. I burocrati si erano ormai resi conto che la vergogna del colonialismo non avrebbe resistito ma furono costretti a concedere le elezioni nel mondo moderno. L'indipendenza fu raggiunta nel 1980: le truppe anglo-francesi non poterono fermare la violenza e le razzie che ebbero luogo anche nelle città più grandi, e il governo locale alla fine chiamò le truppe da Papua Nuova Guinea per riportare l'ordine e dichiarare l'indipendenza il 30 luglio 1980. Gli anni '90 furono anni di instabilità politica. Nel 1996 fu ostacolato un piano da parte dei paramilitari della Vanuatu Mobile Force per rovesciare il governo e instaurare la legge marziale. Quello stesso anno furono diffuse accuse di frodi alle maggiori banche da parte dei membri del governo di Carlot Korman, e la continua instabilità politica portò una flessione dell'economia e una diminuzione degli investimenti stranieri, nonostante il costante flusso di capitale straniero grazie allo stato di paradiso fiscale del paese. Nel febbraio del 1997 il governo firmò un accordo con la Banca di Sviluppo Asiatico per ristrutturare in modo significativo l'economia con fondi di investimenti privati e nel novembre 1997 il presidente di Vanuatu, Jean-Marie Leye, sciolse il parlamento e indisse nuove elezioni. Nonostante le elezioni del marzo 1998 e un nuovo governo, ci fu un nuovo cambio alla fine del 1999. Più o meno nello stesso periodo Vanuatu fu colpita da un terremoto e da una mareggiata che causarono ingenti danni nell'isola di Pentecoste.