Profilo economico

La Papua Nuova Guinea è una terra selvaggia, incontaminata e variegata che spazia dalle paludi alle frastagliate rocce calcaree, dal caldo soffocante al freddo delle Highlands, dagli abitanti dei villaggi coperti di piume e perle alle poco fantasiose popolazioni delle colline, dal minuscolo canguro arboreo alla gigantesca farfalla Attacus atlas (Queen Alexandra Birdwing). È proprio questa varietà che da sempre attira folte schiere di esploratori, antropologi e viaggiatori. Oggi, tuttavia, molti giornali tendono a dare un'immagine poco rassicurante del paese e anche se molte delle notizie fornite sono dettate da un eccesso di allarmismo, è bene ricordare che Papua Nuova Guinea è colpita dagli stessi problemi (disoccupazione, aumento del tasso di criminalità e sfruttamento dell'ambiente) che affliggono molte nazioni emergenti. Tenete anche presente che l'industria del turismo sta ancora muovendo i primi passi e che gli alberghi sono costosi, i trasporti sono scarsi e la cucina non è molto allettante.

AMBIENTE

La Papua Nuova Guinea si trova a sud dell'equatore e a nord dell'Australia. Occupa la metà orientale della Nuova Guinea, l'ultima di una serie di isole che dal Sud-Est Asiatico si estende nel Pacifico, e comprende anche una serie di isole circostanti. Al centro si erge una catena di monti, l'Owen Stanley Range, con molte vette che superano i 4000 m. Tre quarti del territorio sono coperti da foreste tropicali pluviali e la parte restante è costituita da pianure alluvionali, praterie e mangrovie.


Il monte Manam

I fiumi principali sono il Fly, il Sepik e il Ramu. Nuova Irlanda, Bougainville e Nuova Britannia, le isole più importanti, sono circondate da sorprendenti formazioni coralline e spesso sono colpite da imprevedibili quanto violenti fenomeni naturali (nel 1994 la città di Rabaul, in Nuova Britannia, fu distrutta dall'eruzione del Tuvurvur). In Papua Nuova Guinea esistono quasi 9000 specie di piante, per la maggior parte concentrate nelle foreste pluviali. Le isole sono popolate da 250 specie di mammiferi, prevalentemente pipistrelli e topi ma anche marsupiali quali il canguro arboreo. Ci sono anche due tipi di echidna. Il vero patrimonio dal punto di vista faunistico è costituito dalle 700 specie di uccelli: la quantità e la varietà di pappagalli, colombe e martin pescatori (dalla grande colomba coronata al delicato pappagallo nano) non ha eguali in nessun'altra zona del mondo. Altri uccelli degni di nota sono i grandi casuari, i kokomo (buceri) e i cacatua. Per quanto riguarda il regno degli insetti le specie più sensazionali sono la Attacus atlas (Queen Alexandra Birdwing), la farfalla più grande del mondo (il primo esemplare osservato venne abbattuto con un fucile), e gli scarabei, usati sovente come ornamento. La Papua Nuova Guinea ha solo quattro parchi nazionali, tra cui il Varirata National Park e il McAdam National Park, ma è stato proposto di istituirne altri. I problemi principali che affliggono la flora e la fauna sono l'abbattimento degli alberi e l'inquinamento da metalli pesanti provocato dalle miniere di rame come quelle di Panguna o dell'isola di Bougainville (attualmente chiuse) e di Ok Tedi, nelle Star Mountains. La Papua Nuova Guinea ha un clima tipicamente monsonico, caldo, umido e piovoso per tutto l'anno. Ci sono una stagione delle piogge (da dicembre a marzo) e una stagione secca (da maggio a ottobre), ma sono entrambe soggette a variazioni regionali (specialmente sulle isole). Le precipitazioni per esempio variano molto: a Port Moresby possono cadere fino a1000 mm di pioggia all'anno, mentre a Lae ne cadono più di 4500 mm. Nelle zone più piovose, come la Nuova Britannia occidentale, le precipitazioni possono superare i 6 metri l'anno. Sulla costa le temperature sono abbastanza stabili per tutto il corso dell'anno (tra i 25 e i 30°C), ma il tasso di umidità e il vento sono mutevoli. Alle altitudini più elevate la temperatura è più bassa e sulle Highlands può fare molto freddo.

CULTURA

La Papua Nuova Guinea è suddivisa in quattro gruppi regionali, culturali e politici: i Papuani (del sud), gli abitanti delle Highland, i Guineani (del nord) e gli abitanti delle isole. Alcuni dividono la popolazione in Papuani (discendenti prevalentemente dai primi popoli giunti sull'isola) e Melanesiani (imparentati più strettamente con i popoli del Pacifico sudoccidentale),


Port Moresby

 ma i confini che separano queste definizioni sono molto labili. In Papua Nuova Guinea esistono più di 750 lingue (pari circa a un terzo delle lingue indigene del mondo), il che ha reso necessaria l'istituzione di una lingua franca. Negli ultimi anni il pidgin (o neomelanesiano) ha acquisito importanza e prestigio. È una lingua molto divertente da imparare; si tratta di un idioma derivato principalmente dall'inglese e dal tedesco con parole prese da molte altre lingue, ma possiede solo 1300 vocaboli. Le persone istruite in genere preferiscono che ci si rivolga loro in inglese perché ritengono il pidgin una sorta di gergo. Un'altra lingua diffusa è il motu (o 'police motu'), la seconda lingua della zona di Port Moresby. La chiesa cristiana esercita una forte influenza in Papua Nuova Guinea e la maggior parte degli abitanti afferma di praticare il cristianesimo (le cui forme più diffuse sono il cattolicesimo, la chiesa evangelica luterana e la chiesa riformata); hanno anche un folto seguito le credenze panteistiche. I riti tradizionali sono parte integrante della cultura locale; per esempio i gruppi che vivono in zone dove si rischia di essere aggrediti dai coccodrilli in genere assegnano un ruolo importante al coccodrillo nella propria cultura, mentre le comunità agricole attribuiscono molta importanza alle condizioni meteorologiche e celebrano rituali per la fertilità e il raccolto. Un tema dominante nelle credenze tradizionali è l'esigenza di placare lo spirito degli antenati ed è anche diffusa la paura nei confronti di pratiche quali la magia e la stregoneria. A meno di non viaggiare fuori dalle piste più battute, non saranno molte le opportunità di provare il cibo locale, peraltro estremamente povero di proteine. Ottimi i frutti di mare e il pesce fresco disponibili sulla costa. Per il resto, il succo della palma di sagù, la patata dolce, l'igname e le banane costituiscono la base dell'alimentazione. La carne di maiale viene in genere consumata in occasione di feste, mentre il pollo sta divenendo ora abbastanza popolare. Nel paese si producono due birre, la più forte delle quali è riservata all'esportazione. Il caffè è eccellente.

STORIA

Gli storici ritengono che 50.000 anni fa la Papua Nuova Guinea fosse abitata da popolazioni asiatiche. Il primo contatto con l'Europa fu stabilito tra il 1526 e il 1527 dall'esploratore portoghese Jorge de Meneses, che battezzò questo luogo Ilhas dos Papuas ('isole dei capelli crespi'). Lo spagnolo Inigo Ortiz de Retes, in seguito, cambiò il nome in Nuova Guinea perché le popolazioni locali gli ricordavano quelle africane della Guinea. Seguirono altre esplorazioni, tra cui quelle di Bougainville, Cook, Stanley e John Moresby. Per vari secoli quest'isola così grande e inquietante non venne presa in considerazione dalle potenze coloniali, fatta eccezione per l'Olanda. Nel 1824 gli Olandesi, ansiosi di rafforzare il proprio Impero delle Indie Orientali, formalizzarono infine le loro richieste di sovranità sulla parte occidentale dell'isola, seguiti dalla Prussia che nel 1884 si impossessò della zona settentrionale. Il quadro si completò alcuni giorni dopo, quando la Gran Bretagna impose un protettorato nella regione meridionale, annettendola poi quattro anni più tardi. Nel 1906 la Nuova Guinea Britannica, diventata nel frattempo 'Papua', venne ceduta all'Australia, che aveva da poco ottenuto l'indipendenza. Allo scoppio della prima guerra mondiale gli Australiani si assicurarono prontamente il quartier generale tedesco di Rabaul e in seguito si impossessarono anche della Nuova Guinea Tedesca. Nel 1920 la Società delle Nazioni affidò ufficialmente l'isola in mandato all'Australia. Durante la seconda guerra mondiale le isole settentrionali e gran parte della costa del nord caddero sotto il controllo dei Giapponesi, che proseguirono la loro avanzata verso sud, fino a quando vennero bloccati dalle forze alleate. Nel 1945 gran parte del territorio sottratto venne riconquistato, ma i Giapponesi mantennero saldamente le loro posizioni in Nuova Irlanda e in particolare a Rabaul, in Nuova Britannia, dove scavarono 500 km di gallerie; queste ultime roccaforti si arresero solo alla fine della guerra. Dopo il conflitto la metà orientale della Nuova Guinea fu restituita all'Australia e diventò il Territorio di Papua e Nuova Guinea. Nel 1963 l'Indonesia assunse il controllo della Nuova Guinea Olandese incorporandola nello stato indonesiano con il nome di Irian Jaya. La Papua Nuova Guinea ottenne l'autogoverno nel 1973 e la piena indipendenza nel 1975. Il primo problema che la Papua Nuova Guinea dovette affrontare dopo l'indipendenza fu quello dei rapporti con lo stato confinante, la potente Indonesia. Dopo che questa si era impadronita di Irian Jaya, molti Papuani dell'ovest organizzarono un movimento di resistenza armata (l'Organisasi Papua Merdeka, OPM) che combatté le forze indonesiane con scarso successo. Le tensioni si allentarono notevolmente dopo il 1985, in seguito al rallentamento del flusso di profughi (stimati oltre le 10.000 unità) tra Irian Jaya e la Papua Nuova Guinea. Ora nei campi profughi della Western Province vivono ancora 7500 rifugiati dell'Irian Jaya, che costituiscono il più grande gruppo di stranieri nel paese. Successivamente cominciò a profilarsi una nuova fonte di problemi sull'isola di Bougainville, i cui abitanti si ritenevano diversi per razza e cultura dalle popolazioni dell'isola principale. In particolare essi erano esasperati dalle distruzioni ambientali causate dall'enorme miniera di rame di Panguna, di proprietà australiana, e dal fatto che, sebbene i suoi proventi contribuissero per un terzo al bilancio nazionale, l'isola non ne ricevesse alcun beneficio. Nacque così un esercito rivoluzionario denominato Bougainville Revolutionary Army (BRA), che nel 1989 costrinse la miniera a chiudere; questo fatto, unitamente alla richiesta di secessione, innescò un grave scontro militare che determinò una lunga serie di violazioni dei diritti umani. Dopo enormi spargimenti di sangue (tra cui il noto massacro di San Valentino del 1990, quando le forze di sicurezza della Papua Nuova Guinea sferrarono un attacco con le navi da guerra fornite dall'Australia) vennero tentati i primi colloqui di pace, ma la massiccia offensiva lanciata contro i ribelli nel 1992 dall'allora primo ministro Wingti esacerbò nuovamente la situazione. All'inizio del 1997 i comandanti militari della Papua Nuova Guinea si rifiutarono di collaborare a un'operazione occulta dal costo di 35 milioni di dollari con la quale una truppa di mercenari sudafricani avrebbe dovuto riconquistare l'isola con la forza;


Lo tsunami

 i mercenari furono rimandati in patria e il primo ministro Julius Chan dovette dimettersi. Con le elezioni tenutesi nella metà dello stesso anno la carica di primo ministro passò a Bill Skate. La guerra di Bougainville è terminata ufficialmente nell'aprile del 1998. Nel corso di questo conflitto durato 10 anni, circa 40.000 abitanti dell'isola sono passati alla condizione di profughi e sono morte circa 20.000 persone. Attualmente il cessate il fuoco è monitorato da una forza di pace e si discuterà per stabilire quale forma di indipendenza verrà concessa all'isola. L'ottimismo generato dal cessate il fuoco è ben presto scemato di fronte a uno scandalo per corruzione che ha coinvolto Bill Skate e al catastrofico periodo di siccità (provocato da El Niño) che ha colpito in modo particolarmente grave le province della zona centrale. Si ritiene che 500 persone siano morte di fame e malattie e che altre 650.000 abbiano pesantemente risentito delle conseguenze di questi fenomeni. Come se ciò non bastasse, nel luglio del 1998 tre giganteschi tsunami si sono abbattuti sulla costa nordoccidentale, provocando la morte di almeno 3000 persone e distruggendo completamente i villaggi del litorale. Nel luglio del 1999 il primo ministro Bill Skate si è dimesso dopo aver provocato un incidente diplomatico, per aver riconosciuto Taiwan quale entità politicamente separata dalla Cina. Dopo i tentativi falliti di riformare un esercito sedizioso fatti dal successore, sir Mekere Morauta, nell'agosto 2002 è stato eletto per la terza volta primo ministro sir Michael Somare. Le elezioni sono state caratterizzate da violenze e da brogli. A causa della difficile situazione economica lo stato ha abolito l'istruzione gratuita e anche il sistema sanitario è a pagamento. Inoltre, per mancanza di denaro, lo stato non può dislocare poliziotti e soldati su tutto il territorio per contenere l'alto indice di criminalità.