Capitale: Suva
Popolazione: circa 800.000
Religione: cristianesimo, induismo, islamismo e sikh
Valuta: dollaro delle Fiji
Documenti d'ingresso: passaporto. Il visto viene fatto direttamente all'aeroporto, è valido per quattro settimane (ma lo si può estendere senza problemi) ed è gratuito
Vaccinazioni: nessuna obbligatoria
Clima: tropicale senza temperature estreme. La stagione temperata va da maggio a ottobre, quella piovosa e calda da novembre ad aprile
Abbigliamento: vestiti freschi e informali con qualcosa di caldo per le sere più fresche
Aeroporti principali: Suva e Nadi

AMBIENTE

Le Isole Fiji sono situate nel Pacifico meridionale, in mezzo tra Melanesia e la Polinesia e a sud dell'Equatore, immediatamente a nord del Tropico del Capricorno e a ovest dell'International Dateline (la linea internazionale di cambiamento di data). I confini territoriali dello stato racchiudono una superficie di 1.300.000 kmq, di cui soltanto l'1,5% è formato da terre emerse. L'arcipelago è costituito da circa trecento isole.


Una spiaggia delle Fiji

 Viti Levu, con una superficie di 10.390 kmq, e Vanua Levu, con 5538 kmq, sono le isole principali dell'arcipelago. Suva, la capitale, è situata sulla costa sud-occidentale di Viti Levu, l'isola su cui si trova anche la cima più elevata delle Fiji - il Monte Tomanivi alto 1323 m. Delle oltre tremila specie di piante individuate in queste isole, un terzo circa sono endemiche, cioè si sviluppano solamente alle Fiji. La popolazione locale ha imparato nei millenni a utilizzare la flora nativa nella preparazione del cibo, delle medicine, delle tinture per tessuti, degli utensili e dei materiali da costruzione. Circa 3500 anni anni fa i primi abitanti dell'arcipelago portarono con sé pollame, cani e maiali, causando l'estinzione di alcune delle specie indigene di avifauna. I pipistrelli sono stati gli unici a sopravvivere tra i mammiferi originari, mentre le specie introdotte si sono perfettamente adattate al nuovo habitat, per esempio i cani selvatici, i gatti, i maiali, le capre e i topi. Nelle venti specie di rettili di terra sono incluse le tartarughe e i serpenti di mare. Esistono inoltre circa un centinaio di specie di avifauna, ventitré delle quali originarie dell'arcipelago. Anche la fauna marina è varia e abbondante e nelle acque delle Fiji vivono molte specie di pesci, coralli, spugne, corallini, razze, squali, delfini e balene. Le Fiji hanno un clima mite e costante per la maggior parte dell'anno, grazie alle vaste distese oceaniche che circondano le isole. I venti prevalenti nell'arcipelago soffiano da est e sud-est, mentre le catene montuose delle isole maggiori causano nuvolosità e piogge intense sui versanti sopravento. La stagione umida vera e propria va da novembre ad aprile, anche se in realtà piove tutto l'anno. Le temperature diurne si attestano sulla media dei 25°C e il tasso di umidità è generalmente elevato. I cicloni tropicali possono verificarsi tra novembre e aprile, ma raramente sono pericolosi.

CULTURA

Le Fiji sono celebri per le loro ceramiche sin da quando i Lapita (antica popolazione polinesiana) iniziarono a commerciare i loro prodotti in tutto il Pacifico meridionale, migliaia di anni fa. Anche la scultura lignea riveste tuttora una notevole importanza nel panorama artistico dell'arcipelago, soprattutto per la grande richiesta di souvenir da parte dei turisti: gli scultori delle Fiji realizzano mazze da guerra, lance e forconi da cannibali, mentre le ciotole dette tanoa, sono tuttora usate dalla popolazione locale. La scultura delle regioni che hanno subito l'influenza polinesiana (esercitata dagli insediamenti di popolazioni provenienti da Tonga e Samoa) è caratterizzata da intarsi in conchiglia e osso. I tessuti di corteccia, noti a Fiji con il nome di masi, erano prodotti in tutta l'area del Pacifico e si chiamavano tapa. Un tempo gli abiti da cerimonia, le cinture, gli strascichi e i turbanti erano tutti eseguiti con il masi e il tessuto veniva decorato con motivi simbolici in ocra e nero carbone:


Un fijiano durante una danza

questo tipo di stoffa, la cui lavorazione è molto laboriosa, si realizza con la corteccia del gelso. Secondo la tradizione gli abiti masi, ampi e riccamente decorati, fungevano in realtà da doni cerimoniali e il loro possesso era segno di grande prestigio. La tessitura delle foglie del pandano in stuoie e cestini vanta anch'essa una lunga tradizione: quasi tutte le fanciulle dei villaggi imparano ancora questa tecnica. Le bordature delle stuoie di pandano venivano in genere decorate con delle piume di pappagallo, mentre di questi tempi si preferisce usare la lana e i filati in tonalità sgargianti. La danza è ancora un'arte praticata di frequente e gli spettacoli di meke si avvalgono di una tradizione orale molto sentita. Queste danze sono state tramandate di generazione in generazione e si dice che gli spiriti dell'oltretomba si impossessino dei corpi di coloro che ballano. I meke accompagnano gli eventi più importanti nella vita dell'uomo, come la nascita, la morte, la chiamata alla guerra, il matrimonio ed altre faccende riguardanti le proprietà. In tempo di guerra gli uomini eseguono le danze con lance e mazze, al contrario le donne si esibiscono nelle wate o nelle dele, danze che intendono umiliare il nemico prigioniero. I figiani amano molto il cibo pesante e robusto, la carne di manzo e di maiale. La carne o il pesce spesso sono fritti e molti piatti vengono preparati con il latte di cocco, che ha delle grandi qualità nutritive. La gente del luogo mangia enormi quantità di cibo a ogni pasto: un tipico pasto figiano di un giorno qualsiasi può consistere in manzo o pesce fritto, foglie di taro bollite (assomigliano agli spinaci) ricoperte di crema di cocco con contorno di radici di manioca o di taro. I mercati figiani sono sempre preparati dagli uomini in dei forni scavati nel terreno chiamati lovo, dove i cibi, avvolti in foglie di banano, vengono cotti al vapore su pietre incandescenti.

STORIA

I primi insediamenti dei Lapita nelle Fiji ebbero luogo intorno al 1500 a.C.: queste popolazioni provenivano da altre regioni della Melanesia e vivevano in un primo tempo di pesca, poi si dedicarono all'agricoltura verso il 500 a.C. Intorno al 1000 d.C. i polinesiani provenienti da Tonga e Samoa invasero l'arcipelago, ingaggiando con i melanesiani delle guerre su larga scala. Il cannibalismo era a quell'epoca molto diffuso e la gente viveva nei mataqali (gruppi famigliari estesi) all'interno di villaggi fortificati presieduti da capi ereditari e poligami (turaga-ni-koro). Anche se i matrimoni tra i membri delle varie tribù erano un importante veicolo di unione tra le diverse comunità, rivalità e dispute erano comunque all'ordine del giorno e i conflitti tra i clan spesso vedevano schierati su fronti opposti i membri di una stessa famiglia. Il primo europeo ad avere contatti con le Fiji (almeno secondo quanto tramanda la storia) fu Abel Tasman, passato dall'arcipelago nel 1643 durante la sua spedizione verso l'Indonesia: Fu poi la volta di James Cook, che fece scalo a Vatoa, nel gruppo delle isole Lau, nel 1774.  Nei primi annii del secolo seguente, alcuni mercanti iniziarono a frequentare l'arcipelago alla ricerca del legno di sandalo e del bêche-de-mer (oloturia, molto pregiata in Asia) e in breve tempo gli abitanti delle Fiji conobbero gli utensili di metallo, il tabacco, i tessuti e le armi da fuoco. L'impatto di queste scoperte fu enorme: tra i clan esplosero delle violente guerre e la società locale mutò rapidamente, grazie anche al ruolo svolto da naufraghi, marinai disertori e criminali fuggiti dalle colonie penali inglesi dell'Australia. Cominciarono quindi a giungere verso la metà del XIX sulle coste dell'arcipelago anche i  missionari inglesi per convertire i capi locali ma ebbero uno scarso successo: il missionario-reverendo Thomas Baker fu mangiato nel 1867 ed ancor'oggi la sua scarpa è esposta nel Fiji Museum. Levuka, sull'Isola Ovalau, divenne un importante centro commerciale del Pacifico meridionale dove americani, francesi e inglesi difendevano astiosamente i propri interessi, sospettandosi a vicenda di macchinazioni imperialiste. Levuka divenne dunque una località turbolenta e i dissidi con la gente del posto raggiunsero il culmine nel 1847, quando l'insediamento fu distrutto da un incendio doloso. Cakobau, autoproclamatosi re delle Fiji, tentò, nel 1871, di instaurare un governo di tipo occidentale, che crollò appena due anni dopo, e nel 1873 il vice console britannico J. B. Thurston chiese l'annessione delle Fiji all'Inghilterra: il 10 ottobre 1874 l'arcipelago fu ufficialmente proclamato colonia inglese con capitale Suva. Giunsero poi nell'arcipelago gli australiani, che dominarono l'economia locale tramite la produzione dello zucchero e le miniere d'oro, mentre gli europei manipolarono le tensioni razziali tra gli aborigeni delle Fiji e gli indiani per continuare a mantenere il controllo dell'economia e della politica.


La caccia alle tatarughe degli europei

 Dopo la seconda guerra mondiale (a cui le Fiji parteciparono inviando un contingente di 8000 uomini per combattere i giapponesi nelle Isole Salomone) si fece strada una maggiore consapevolezza politica nelle comunità aborigena.  Le Fiji divennero indipendenti il 10 ottobre 1970 e si introdusse un sistema politico simile a quello inglese. I vari partiti politici si distinguevano su basi razziali. Le elezioni del 1987 furono vinte da un'incerta coalizione e, nonostante il primo ministro e la maggioranza del gabinetto fossero di matrice aborigena, il nuovo governo venne considerato a predominanza indiana. In tutto il paese esplosero immediatamente tensioni razziali e il movimento estremista Taukei avviò deliberatamente una campagna di destabilizzazione. Contro le società gestite da indiani furono lanciate delle bombe e si verificarono violenti attacchi alla comunità indiana. Un mese dopo, il 14 maggio 1987, il colonnello Sitiveni Rabuka occupò il parlamento e con un colpo di stato si impadronì del potere con un colpo di stato e nell'ottobre le Fiji uscirono dal Commonwealth. Il colpo di stato fu un evento sorprendente per la realtà del paese e molte sono le teorie enunciate in proposito: secondo alcuni, la CIA volle in tal modo proteggere gli esperimenti nucleari degli Stati Uniti nel Pacifico meridionale, mentre altri studiosi ritengono che la responsabilità dell'evento spetti alla Chiesa metodista. Nonostante il perdurare delle discordie in seno al governo, Rabuka è stato rieletto nel 1991 e ha abbandonato la carriera militare per dedicarsi a tempo pieno a quella politica; il leader ha anche cercato di riabilitare la propria immagine facendo delle concessioni ai gruppi laburisti e ai sindacati. Nel 1999 le Fiji hanno eletto il loro primo ministro di origine indiana, Mahendra Chaudhry. Chaundry ha attuato riforme agricole che sono apparse una minaccia agli indiani e ai loro possedimenti; inoltre, ha abbozzato un progetto di legge sociale che riduce l'ampiezza dei programmi governativi a favore degli indigeni. Il risentimento di questi ultimi si è raccolto attorno al movimento Taukei, e dopo alcuni mesi di proteste il governo di Chaundry è stato rovesciato con un colpo di stato organizzato da George Speight nel maggio 2000. Appoggiato da un esercito privato di 100 uomini, Speight è entrato nel Parlamento e ha preso in ostaggio più di 30 membri del MP, richiedendo una costituzione a favore della supremazia della minoranza indigena. A causa delle pressioni interne e internazionali a sfavore dei ribelli, Speight e i suoi seguaci sono stati arrestati. Nel marzo del 2001 la Corte d'Appello delle Fiji ha riaffermato l'illegalità del governo provvisorio guidato dal banchiere Laisenia Qarase. Le elezioni 2001 si sono concluse senza che alcun partito abbia ottenuto la maggioranza. Tuttavia, poiché il suo partito è prevalso in 31 su 71 seggi, Qarase ha prestato giuramento il 10 settembre ed è tuttora in carica. Il suo governo è interamente formato da nativi delle Fiji, mentre per legge anche gli indiani devono essere rappresentati dal governo.