La caccia alle foche è il più
grande e crudele massacro di mammiferi marini nel mondo: ogni anno vengono
uccise tra le 400.000 e il mezzo milione di foche, assai oltre il numero
legalmente consentito.
La stagione della caccia è aperta dal 15 novembre al 15 maggio, ma si
intensifica tra l'inizio di marzo e la fine di maggio, sia perché in
questo periodo c'è un clima più favorevole, sia perché nascono i cuccioli,
vittime preferite dai cacciatori sia per la morbidezza del manto sia per la
facilità di cattura. Questi piccoli ancora non sanno
nuotare, per cui non hanno possibilità di fuggire davanti ai cacciatori e le
loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio corpo come scudo.
L'uccisione dei cuccioli di foca viene giustificata con motivazioni economiche, sociali ed ecologiche, affermando che la maggioranza delle foche viene uccisa nel modo più indolore possibile e che la loro specie non è a rischio di estinzione. Ricerche scientifiche, studi e rapporti dimostrano che la realtà è un'altra. La morte che viene loro inflitta è violenta e crudele : dagli esami condotti su un campione di foche uccise dai cacciatori, circa il 42% delle foche esaminate vengono scuoiate vive, e un altro 40% viene colpito ripetutamente prima di morire. Ogni anno giornalisti e associazioni animaliste documentano gli abusi che avvengono durante la caccia. Negli ultimi cinque anni l’IFAW ha filmato più di 660 violazioni della legge, documentando la pratica di scuoiare vive le foche, di trascinarle sul ghiaccio con uncini di acciaio, lasciarle agonizzare diversi minuti prima di ucciderle.
Un'altra delle giustificazioni della caccia alle foche è che fornirebbe una fonte di reddito e cibo necessari alla sopravvivenza delle popolazioni aborigene. In realtà il contributo economico dato da questa pratica alla regione è marginale. Un'alternativa per valorizzare il territorio in modo non soltanto più equo ma anche economicamente più redditizio, è invece quella di puntare sulle foche come risorsa per incentivare l’ecoturismo e il SealWatch.
Inoltre
lo scorso anno si è deciso di permettere a tour operator specializzati di
accompagnare a caccia di foche "turisti" provenienti dall'estero: ora è stata
emanata l'autorizzazione ufficiale che permetterà l'inizio della caccia. Si insiste
sul fatto che ci sono troppe foche, che
danneggiano l'industria nazionale della pesca e le foche stesse, quindi si
è fissato a circa 2100 all'anno il numero di uccisioni regolamentate di questi
animali:
"Troppe foche mangiano troppo pesce e diffondono malattie anche all'interno
della propria stessa specie: adesso i cacciatori stranieri possono aiutarli a
ridurre la popolazione di foche norvegesi. Comunque la caccia alle foche rimarrà
strettamente proibita nel periodo della riproduzione e che i cuccioli non
dovranno essere toccati" .
Numerose organizzazioni si battono contro questa crudele pratica, come la “Campagna Internazionale a favore delle Foche”; inoltre gli ambientalisti continuano a sollevare cori di proteste contro quello che definiscono: «un massacro organizzato, compiuto con aggressività e crudeltà fortuite».