
A ovest come a est, la propaganda politica anticomunista da una parte e dall’altra la condanna del capitalismo, di cui si prevedeva il prossimo declino, assunse una posizione di grande rilievo: in entrambi i blocchi , paure irrazionali e cecità politica sfiorarono il fanatismo. Vediamo ora come nei due blocchi si sono sviluppati questi "fanatismi" e come hanno cominciato a prendere piede politiche di spionaggio e di eliminazione degli avversari politici. Mi soffermerò inoltre sui problemi interni all'URSS che, a partire dal '56, sconvolsero il blocco orientale.
   
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Sviluppi interni al blocco occidentale :  
   
Ad Ovest, e soprattutto negli USA , potenti interessi industriali premevano 
affinché le spese militari fossero incrementate.
Al nome del senatore americano McCarthy, sono legate pesanti misure repressive 
che portarono all’estromissione dal pubblico impiego tutti i sospetti 
simpatizzanti comunisti (una vera "caccia alle streghe" appunto) e alla repressione 
delle minoranze, a partire dai  
 neri, potenzialmente sovversive. Per alcuni anni 
fu addirittura vietata la proiezione dei film di Chaplin rei di tendenze filo 
comuniste. Tale fenomeno prese il nome di "Maccartismo". Quasi ad 
emblema di quegli anni, è rimasta la condanna a morte e l’esecuzione di due 
innocenti, i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dei sovietici.
neri, potenzialmente sovversive. Per alcuni anni 
fu addirittura vietata la proiezione dei film di Chaplin rei di tendenze filo 
comuniste. Tale fenomeno prese il nome di "Maccartismo". Quasi ad 
emblema di quegli anni, è rimasta la condanna a morte e l’esecuzione di due 
innocenti, i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dei sovietici.
   
In Germania occidentale inoltre, gli alleati abbandonarono ben presto i loro 
programmi di denazificazione e adottarono una silenziosa politica di 
reintegrazione degli ex collaboratori del regime nazista in modo tale da poterne 
sfruttare le conoscenze contro il nuovo pericolo comunista: un caso eclatante fu l’accoglienza che gli americani riservarono all’ingegner Werner von Braun, l’inventore dei famigerati V2, i missili con i quali Hitler 
aveva bombardato Londra durante la II guerra mondiale.
    Inoltre, nel caso in cui partiti comunisti o comunque filo sovietici fossero 
saliti al potere nei paesi del blocco occidentale, gli americani avrebbero 
provveduto al sabotaggio di tale governo (mediante organizzazioni di spionaggio 
come la Cia) avvalendosi anche, se necessario, dell’uso delle armi (come 
accadde ad esempio a Panama). In Germania il partito comunista venne posto 
fuorilegge, mentre in Gran Bretagna, Francia e Italia i partiti comunisti 
presero il sopravvento. 
 
- Sviluppi e primi segnali dall'arme interni al blocco orientale:
   
Nel blocco orientale, i partiti comunisti, persino laddove erano in maggioranza, 
mortificarono la loro egemonia imprigionandola in forme di governo autoritarie, 
povere di dialettica politica, criminalizzando le manifestazioni di dissenso, 
dietro le quali si sospettava l’esistenza di trame destabilizzatrici 
capitaliste. Per quasi un decennio, si sgranò un’interminabile serie di processi 
contro oppositori interni veri o presunti tali, non di rado le confessioni 
estorte a vittime innocenti furono funzionali alla lotta politica interna agli 
apparati politi comunisti. Ogni tentativo di riforma fu duramente represso, fulgido esempio ne furono gli scontri avvenuti a Budapest nel 1956. Le frange 
comuniste più democratiche, attraverso l’insurrezione popolare, 
riuscirono ad imporre un nuovo governo guidato da Imra Nagiy, il quale si staccò 
dal patto di Varsavia proclamando la neutralità dell’Ungheria: le truppe sovietiche presenti sul territorio furono costrette ad uscire dai 
confini ungheresi.
Cogliendo il pretesto dell’incapacità del Governo Nagiy di far fronte ai 
tentativi di controrivoluzione in atto, Kadar, Segretario del Partito, egli pure 
antistalinista ed inizialmente favorevole a Nagiy, costituì un uovo governo; una 
delle prime misure fu la richiesta di intervento delle truppe del Patto di 
Varsavia che soffocarono nella violenza il tentativo di liberalizzazione del 
socialismo ungherese.
 
fulgido esempio ne furono gli scontri avvenuti a Budapest nel 1956. Le frange 
comuniste più democratiche, attraverso l’insurrezione popolare, 
riuscirono ad imporre un nuovo governo guidato da Imra Nagiy, il quale si staccò 
dal patto di Varsavia proclamando la neutralità dell’Ungheria: le truppe sovietiche presenti sul territorio furono costrette ad uscire dai 
confini ungheresi.
Cogliendo il pretesto dell’incapacità del Governo Nagiy di far fronte ai 
tentativi di controrivoluzione in atto, Kadar, Segretario del Partito, egli pure 
antistalinista ed inizialmente favorevole a Nagiy, costituì un uovo governo; una 
delle prime misure fu la richiesta di intervento delle truppe del Patto di 
Varsavia che soffocarono nella violenza il tentativo di liberalizzazione del 
socialismo ungherese. 
    Nel 1968 inoltre ci fu la famosa "Primavera di Praga": << Non erano la Cina di Mao né la Cuba di Castro, i modelli e i simboli che 
mobilitarono le masse cecoslovacche, ma il maturo convincimento che era 
necessario andare avanti nell’umanizzazione della società >>, questo era 
l’aneddoto bruscamente interrotto dopo il 1968, << Combattevano per mettere l’uomo al centro 
della Società e non certo interessi del capitale o del partito >>. 
 Tutto cominciò nel gennaio del ’68 quando il nuovo segretario del Partito 
Comunista Dubcek cercò di rinnovare il sistema economico e politico del suo 
Paese. Egli si proponeva di affermare un socialismo più aperto rispetto agli 
altri socialismi dell’epoca. C’era voglia di giustizia, libertà e democrazia e 
per questo si accettò la presenza di nuovi partiti e si incentivò la libertà di 
stampa e di opinione. 
Grazie a questo nuovo socialismo dal volto più umano la Cecoslovacchia conobbe 
un periodo di grande fermento intellettuale, anche se le proposte governative 
non vollero mai mettere in discussione la posizione del Paese all’interno del 
Sistema Sovietico. L’URSS però preoccupata degli effetti contagiosi che questa 
nuova situazione avrebbe potuto portare negli altri Paesi del blocco, decise di 
inviare in Cecoslovacchia le proprie truppe: il 21 agosto del ’68 truppe sovietiche entrarono a Praga, arrestarono prima e 
isolarono politicamente poi dirigenti del Governo e gran parte degli 
intellettuali che lo avevano appoggiato. Reinstallarono poi un Governo comunista 
di stampo tradizionale. Questa azione contribuì ulteriormente all’appannamento dell’immagine dell’URSS. 
Essa infatti venne duramente contestata da gran parte dei partiti comunisti del 
mondo.
   
Tutto cominciò nel gennaio del ’68 quando il nuovo segretario del Partito 
Comunista Dubcek cercò di rinnovare il sistema economico e politico del suo 
Paese. Egli si proponeva di affermare un socialismo più aperto rispetto agli 
altri socialismi dell’epoca. C’era voglia di giustizia, libertà e democrazia e 
per questo si accettò la presenza di nuovi partiti e si incentivò la libertà di 
stampa e di opinione. 
Grazie a questo nuovo socialismo dal volto più umano la Cecoslovacchia conobbe 
un periodo di grande fermento intellettuale, anche se le proposte governative 
non vollero mai mettere in discussione la posizione del Paese all’interno del 
Sistema Sovietico. L’URSS però preoccupata degli effetti contagiosi che questa 
nuova situazione avrebbe potuto portare negli altri Paesi del blocco, decise di 
inviare in Cecoslovacchia le proprie truppe: il 21 agosto del ’68 truppe sovietiche entrarono a Praga, arrestarono prima e 
isolarono politicamente poi dirigenti del Governo e gran parte degli 
intellettuali che lo avevano appoggiato. Reinstallarono poi un Governo comunista 
di stampo tradizionale. Questa azione contribuì ulteriormente all’appannamento dell’immagine dell’URSS. 
Essa infatti venne duramente contestata da gran parte dei partiti comunisti del 
mondo.
    In quegli anni fu costituito il KGB (Komitet 
Gosudarstvennoi Bezopasnosti, Comitato per la Sicurezza dello Stato, 1954-1991), 
organizzazione per lo spionaggio e il controspionaggio con il compito di 
controllare sia gli sviluppi del blocco occidentale sia gli altri stati 
dell'URSS, eventualmente eliminando oppositori politici.