COMMERCIO E FINANZA: La valuta americana è il dollaro, diviso in 100 cents, il cui principale istituto di emissione è il Federal Reserve System, a cui fanno capo tutte le banche nazionali degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono la prima nazione al mondo per quanto riguarda il commercio con l'estero, con un volume di scambi che alla fine degli anni Novanta era superiore ai 1500 miliardi di dollari. Il totale delle esportazioni di merci nel 2000 ammontava a 781 miliardi di dollari e le importazioni a 1.258 miliardi di dollari. A partire dalla metà degli anni Settanta le gravose importazioni di petrolio dall'estero e di prodotti industriali dal Canada e dall'Asia (specialmente dal Giappone) hanno creato un disavanzo nella bilancia commerciale. Dal 1984 al 1990 il deficit annuo ha sempre superato i 100 miliardi di dollari; la bilancia commerciale è tuttora passiva, con un valore di -33,1% (1998-2000). I principali prodotti di esportazione sono macchinari e mezzi di trasporto, che coprono il 45,3% (1995) del valore totale delle esportazioni, prodotti chimici (11,2%), generi alimentari (7,9%), minerali e metalli (1,8%), prodotti agricoli (2,1%). Il paese intrattiene rapporti commerciali massimamente con Canada, Giappone, Messico, Germania, Cina, Taiwan, Regno Unito e Corea del Sud. Nel 2003 gli Stati Uniti sono stati meta turistica di 50,9 milioni di persone. Il settore rappresenta quindi una risorsa importante per l'economia del paese, che ha sviluppato valide strutture ricettive in ogni stato. Il turismo negli Stati Uniti, facilitato dall'estesissima rete stradale e dall'efficienza dei trasporti, è attratto in particolare dalle metropoli di New York, Chicago, Los Angeles e San Francisco e dai numerosi luoghi di grande interesse paesaggistico, quali i parchi e le riserve naturali.
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TRASPORTI E VIE DI COMUNICAZIONE: Lo sviluppo delle reti di comunicazione ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita degli Stati Uniti. Allo sviluppo dei collegamenti via terra, che prima del 1790 era rappresentato essenzialmente da strade non asfaltate, seguì nella prima metà del XIX secolo la creazione di numerosi canali per collegare tra loro i fiumi navigabili e i laghi negli Stati Uniti orientali, in particolare nella regione dei Grandi Laghi. La prima ferrovia transcontinentale fu costruita tra il 1862 e il 1869 dalle compagnie Union Pacific e Central Pacific, che usufruirono a tale scopo di consistenti finanziamenti del governo federale. Le ferrovie transcontinentali furono i principali mezzi di trasporto usati dai coloni europei che popolarono l'Ovest alla fine del XIX secolo. Il sistema ferroviario fu incrementato fino al 1917, quando l'estensione della rete ferroviaria in funzione raggiunse il valore massimo di circa 407.165 km. Ulteriori sviluppi hanno interessato soprattutto la rete stradale, oggi maggiormente utilizzata per il trasporto sia di merci sia di passeggeri. Il trasporto aereo iniziò a competere con gli altri mezzi dopo la prima guerra mondiale. Il servizio passeggeri ebbe un certo sviluppo nei tardi anni Venti, mentre il trasporto merci via aerea si affermò soltanto dopo la seconda guerra mondiale. Oggi il trasporto delle merci avviene principalmente per ferrovia e, in misura minore, per vie d'acqua. Il trasporto aereo è riservato ad articoli di alta priorità e valore. Per quanto riguarda il trasporto di passeggeri, circa l'81% del traffico avviene su automobili private, il 17% per via aerea, l'1,1% su autobus e lo 0,6% per ferrovia. La rete dei trasporti si estende su tutto il paese, ma è molto più fitta nella parte orientale degli Stati Uniti, dove si trovano le maggiori concentrazioni urbane e industriali. Nel 1999 gli Stati Uniti avevano circa 6.304.193 km di strade e autostrade, di cui il 59% asfaltate. Le quattordici maggiori compagnie ferroviarie gestiscono il 76% del totale della rete ferroviaria, con 272.761 km di linee in funzione. Amtrak, un'azienda sovvenzionata a livello federale, gestisce quasi tutti i treni che collegano le maggiori città, trasportando più di 22 milioni di passeggeri l'anno (dati dei primi anni Novanta). Gli Stati Uniti possiedono una marina mercantile relativamente ridotta (5.824 navi nel 2001). Il principale porto statunitense è quello di New Orleans, in Louisiana. Altri porti di rilievo, alcuni dei quali specializzati in traffici particolari, sono quelli di New York, Houston, Valdez Harbor in Alaska, Baton Rouge in Louisiana, Corpus Christi in Texas, Long Beach in California, Norfolk Harbor in Virginia, Tampa in Florida e Los Angeles. Le vie d'acqua interne sono rappresentate dal fiume Mississippi che, insieme ai suoi tributari, costituisce una rete importantissima per il traffico commerciale; dalla Saint Lawrence Seaway, l'estesa rete di canali di collegamento creata tra il San Lorenzo, i Grandi Laghi e l'oceano Atlantico; e, infine, dai canali costieri su cui si svolge il 17% dei trasporti. Il sistema fluviale del Mississippi è lungo più di 24.140 km e fa capo al porto di Saint Louis, in Missouri. Il porto più importante dei Grandi Laghi è invece Duluth, in Wisconsin, dove convergono i traffici delle Grandi Pianure. L'Intracoastal Waterway è una trafficata rete di canali navigabili che si snoda per 1740 km lungo la costa atlantica e per 1770 km lungo quella del golfo del Messico. Le compagnie aeree degli Stati Uniti trasportano ogni anno più di 460 milioni di passeggeri: si tratta in prevalenza di voli interni effettuati da viaggiatori americani. In totale esistono nel paese circa 5100 aeroporti pubblici e 12.400 privati; tra i più frequentati si ricordano l'aeroporto di Chicago-O'Hare, il William B. Hartsfield ad Atlanta, il John F. Kennedy e il Fiorello La Guardia di New York, l'aeroporto di San Francisco, quello di Los Angeles e quello di Miami.
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