Nel 1861 i repubblicani portarono alla presidenza Abraham Lincoln, un figlio dell’ovest rurale, di poverissime origini, ma salito in alto con la forza dell’ingegno e l’altissima umanità e nobiltà morale del carattere. Lincoln si dichiarò contrario alla schiavitù, e questo rinforzò nel Sud l'opinione che per tutelare i propri interessi non esistesse altra via se non l'indipendenza: nel marzo 1861, sette stati del sud proclamarono la loro secessione, organizzandosi in una confederazione separata, sotto la presidenza di Jefferson Davis. Un attacco sudista ad un forte presidiato da truppe federali (12 aprile 1861) scatenò subito dopo una micidiale guerra civile (1861-65), che fu il più lungo e sanguinoso conflitto verificatosi tra le guerre napoleoniche e la I Guerra Mondiale. La guerra civile americana ebbe un carattere anzi già preludente a quest’ultima, sia per le enormi masse mobilitate dall’una e dall’altra parte e per l’impiego di moderni mezzi tecnici, sia per l’altezza delle perdite umane e l’accanimento con cui furono condotte le operazioni.

La confederazione sudista riportò notevoli vittorie iniziali, grazie ai talenti del generale Lee, che ne comandava l’esercito, ed alla mancanza del nord alla preparazione o tradizioni militari. Più volte quindi le forze nordiste, che tentarono di raggiungere la capitale sudista Richmond, nella Virginia, furono sanguinosamente battute. Ma l’indomita decisione di Lincoln di salvare l’Unione dallo sfacelo e la superiorità industriale del nord contennero i successi militari sudisti. La confederazione inoltre, scarseggiando di industrie, era costretta a dipendere dall’estero per i propri rifornimenti. Molta importanza venne quindi ad avere per ambedue i belligeranti l’atteggiamento dell’Europa.

Le simpatie delle corti reazionarie d’Europa, che mai avevano nascosto la loro avversione alla democrazia repubblicana degli Stati Uniti, andavano logicamente al sud aristocratico e schiavista. Inoltre la Confederazione presentava la propria lotta come una difesa del diritto degli stati meridionali a rendersi indipendenti dall’unione e del libero scambio contro il protezionismo industriale del nord. Guadagnava perciò anche il favore del governo inglese, interessato a procurare alle proprie industrie un importante mercato e ad assicurare loro cotone a buon prezzo. Nel contempo, Napoleone III profittava della crisi interna degli Stati Uniti per mettere piede in Messico, cointeressando a quest’impresa anche la corte austriaca. Intromettendosi, infatti, nella lotta che là imperversava tra la fazione clericale e conservatrice a quella anticlericale e democratica, inviava una spedizione ad occupare il Messico e vi insediava come imperatore l’arciduca Massimiliano d’Asburgo. Lincoln però decretava l’abolizione della schiavitù in tutti gli Stati Uniti, senza compenso alcuno per i proprietari, e quindi presentava la guerra come una lotta per la democrazia contro lo schiavismo latifondista. A lui perciò andavano le simpatie entusiastiche dei democratici d’Europa, il cui fermo atteggiamento impediva ai propri governanti di tradurre in intervento le loro simpatie per la Confederazione. Intanto le navi nordiste bloccavano le coste del sud impedendo a quest’ultimo di vendere il proprio cotone e procurarsi rifornimenti dall’estero.

Un importante successo fu ottenuto dal generale nordista Grant, con la presa di Vicksburg (1863) sul Mississippi, che assicurò all’Unione il controllo del fiume, isolando viceversa una parte della confederazione. Contemporaneamente un tentativo sudista di invadere il nord veniva arrestato con terribili perdite nella battaglia di Gettysburg. Grant, assunto al comando in capo delle forze nordiste, cominciò ad investire Richmond, mentre un altro generale, Sherman, iniziava una travolgente avanzata verso la Georgia, accompagnata dalla devastazione delle piantagioni sudiste, per fiaccare le risorse della confederazione. Infine anche Lee era costretto alla resa di Appomattox (9 aprile 1865). Lincoln avrebbe voluto riconciliare vincitori e vinti con una intelligente politica di generosità. Ma cadde assassinato quasi subito da un fanatico sudista, ed i suoi successori alla presidenza, fra cui Grant, si dimostrarono inetti, esasperando il sud con una politica di ricostituzione, che fu spesso politica di oppressione. La liberazione stessa di milioni di schiavi creò difficili problemi di convivenza fra bianchi e neri.

Il superamento della guerra civile avveniva però per il concentrarsi delle energie del paese verso l’avvenire, piuttosto che verso i rancori del passato. La fine del conflitto era seguita dalla conquista del Far West, grazie anche ad una legge che favoriva l’insediamento in quei luoghi dei veterani della guerra di Secessione. Essa era accompagnata dalla costruzione della gigantesca ferrovia transcontinentale New York – San Francisco (1862-69), allacciante l’Atlantico al Pacifico, attraverso territori pochi anni prima solo dai selvaggi Pellirossa.

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