Quando la II guerra mondiale finì, la Germania era ridotta da un enorme campo di macerie. I tedeschi erano come paralizzati dall’incubo del passato e dalle insicurezze del futuro, sarebbero stati i vincitori della guerra a decidere il loro futuro. La volontà delle potenze vincitrici era di impedire alla Germania, una volta per sempre, di diventare nuovamente una forza politica ed economica che potesse trascinare il mondo in un'altra guerra mondiale. Il primo compromesso cui esse arrivarono perciò fu di dividere la Germania in quattro zone occupate ed amministrate da americani, russi, inglesi e francesi. L’URSS cominciò immediatamente a ricostruire la Germania secondo i suoi piani di “riparazione”; gli americani invece, cominciarono ad organizzare aiuti per la Germania secondo il piano Marshall, affinché questa potesse diventare l’avamposto USA contro l’Unione Sovietica. Anche la Germania diventò quindi oggetto della guerra fredda e non ebbe né la forza né la possibilità di sottrarsi alla dominazione e alla concorrenza delle due superpotenze.
    La vita quotidiana dei tedeschi era dominata dalla fame e dalla miseria, i soldi avevano perso qualsiasi valore ed i prezzi non si calcolavano più in marchi ma in sigarette americane. Per rafforzare economicamente i territori tedeschi da loro controllati, americani, inglesi e francesi decisero di sorpresa di introdurvi una nuova moneta: il nuovo Marco. Le potenze occidentali però non si erano accordate con l’amministrazione russa riguardo alla nuova valuta tedesca. In risposta a ciò, i russi, nel luglio del ‘48, bloccarono ogni accesso alla parte occidentale di Berlino controllata dagli ex alleati. Per dieci mesi gli occidentali organizzarono allora un ponte aereo per rifornire Berlino ovest di viveri e beni di prima necessità. Alla fine i sovietici si arresero, ma avevano perso più di una battaglia: gli USA ora erano diventati i garanti della sicurezza mondiale mentre i sovietici cominciarono a perdere le simpatie internazionali nei loro confronti.
    Il blocco di Berlino fu il colpo di grazia per chi sperava ancora nell’unità della Germania. Pochi mesi dopo la fine del blocco, furono creati due stati tedeschi: la Repubblica Federale (RFT) ad ovest e la Repubblica Democratica (DDR) ad est. La divisione era il prezzo che la Germania doveva pagare per aver scatenato la più grande guerra che l’umanità avesse mai visto.
    Nel corso degli anni ’50 la Germania Ovest conobbe un fortissimo boom economico, mentre la parte orientale faceva molta fatica a riprendersi. Per tutti gli anni ’50 quindi centinaia di migliaia di persone, specialmente giovani tecnici e laureati fuggirono dall’Est all’Ovest aumentando così le difficoltà economiche della DDR.
    Nelle prime ore del 13 agosto del ’61, le unità armate della DDR interruppero tutti i collegamenti tra le due Berlino e costruirono un muro insuperabile che attraversava tutta la città. Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania, il confine diventò una trappola mortale. I soldati ricevettero l’ordine di sparare su tutti quelli che cercavano di attraversare il confine. Negli anni a venire quest’ultimo venne attrezzato con macchinari sempre più terrificanti: mine antiuomo, filo spinato con corrente ad alta tensione ed addirittura impianti che sparavano automaticamente su tutto ciò che si muoveva attorno a loro. La costruzione del muro, che diventò ben presto il simbolo della guerra fredda, destò grande scalpore ovunque ma le reazioni del mondo politico tedesco ed internazionale furono molto strane. La costruzione del muro dopotutto era vista come una soluzione brutta ma tutto sommato accettabile, vista la situazione creatasi a Berlino, che negli anni precedenti era diventata sempre più instabile e pericolosa.

La guerra fredda

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