Tempio Maya

Il nome di Guatemala venne dato all'inizio del XVI secolo dai conquistadores spagnoli alle terre del Nord dell'America Centrale. Le prime manifestazioni delle culture autoctone, associate alla vita di piccoli villaggi agricoli urbani sulle coste del Pacifico dalle terre dell'Altopiano alle terre basse del Petén, compaiono fin dal 2000 aC. Tra il 250 e il 900 dC si affermò la civiltà maya, che possedeva tecniche agricole molto sviluppate: canali d'irrigazione, terrazze artificiali, e lo sviluppo di reti di commercio a grande distanza con la conseguente influenza tra diverse culture.

 

 

Nel 1523 Pedro de Alvarado, luogotenente di Cortès, proveniente dal Messico al comando di 300 soldati spagnoli, iniziò la conquista dell’impero maya, saccheggiandone il territorio conquistato. Nel 1524 venne fondata la città di Santiago de los Caballeros de Guatemala. Gli indigeni vennero dominati, sfruttati al limite delle loro forze e subirono una decimazione che li portò vicini alla scomparsa totale. Lo sfruttamento degli indigeni è continuato anche dopo l'indipendenza per il susseguirsi di governi rappresentativi solo della minoranza ladina nelle cui mani erano e sono concentrate le ricchezze locali.

            Schiavi indios


Il Guatemala proclamò la propria indipendenza il 15 settembre 1821, nominando una giunta provvisoria, che però favorì la sua annessione all’ impero messicano l’ anno successivo. Ritornato indipendente nel 1823, l'anno seguente entrò a far parte della federazione delle Province Unite dell'America Centrale con Costa Rica, Honduras, Nicaragua e San Salvador, e stabilì la capitale a Guatemala. Si costituì ufficialmente in repubblica nel 1825, e il 28 novembre fu promulgata la prima costituzione.

Una delle figure dominanti del XIX secolo fu quella del colonnello J. R. Barrios, che governò con poteri dittatoriali dal 1855 fino al 1873; egli confiscò i beni del clero, costrinse gli Indios al lavoro, e iniziò la costruzione della rete ferroviaria. Tornato al potere nel 1892 fu ucciso sei anni dopo. Prima di lui il governo dittaturiale fu sotto il conservatore Carrera, emerso nel 1844 da una dura lotta col liberale Morazàn. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale il Guatemala dopo essersi dichiarato neutrale, entrò in guerra a fianco degli Stati Uniti nel 1941 sotto il generale Ubico e nazionalizzò le piantagioni di caffè trasformandole in coltivazione a regime cooperativistico. Ubico però fu costretto a dimettersi in seguito alla sospensione delle libertà costituzionali nel 1944, reinserite nella nuova costituzione approvata sotto J.Arèvalo l’anno successivo.

Nel 1954 la United Fruit Company sostenne un colpo di stato armato, spalleggiato dagli Stati Uniti, che depose il Presidente Jacobo Arbenz. L'amministrazione Arbenz era considerata pericolosamente comunista, perchè aveva suddiviso le grande proprietà rurale per dare terra agli Indios, e dopo che il colonnello Castillo Armas lo depose il potere rimase nelle mani dei militari. Quest’ultimo abolì gran parte delle riforme del periodo di Arbenz, e fu assassinato nel 1957.

La politica interna durante questo periodo fu caratterizzata dal contrasto tra forze di destra e di sinistra, queste ultime organizzate in nuclei di guerriglieri apparsi nel 1960. La guerriglia in Guatemala non nasce da motivazioni ideologiche, ma dal malcontento nei confronti di un regime corrotto per cui l'origine del conflitto va ricercato nella situazione di violenza, corruzione, fame, sfruttamento e mancanza di rispetto della vita umana. Il 31 gennaio 1980 un gruppo di manifestanti occupò pacificamente l'ambasciata spagnola dopo aver inutilmente chiesto un incontro con il presidente della Repubblica per denunciare la feroce repressione nel Quiché, ma la polizia incendiò l'edificio; nel rogo perirono tutti i manifestanti e gli addetti all'ambasciata. Dopo questo episodio gli indigeni entrarono nella guerriglia. Gli anni ottanta sono caratterizzati da una feroce repressione. La politica estera invece tra l’ opposizione assoluta al movimento castrista e le controversie con l’ inghilterra per il possesso del Belize, che ottenne poi l’ indipendenza nel 1981, ponendo così fine ad un conflitto durato 150 anni.

Nel 1984, in seguito a una lunga guerra civile e al continuo alternarsi di governi democratici di breve vita, sotto le pressioni delle istituzioni internazionali e di molti paesi che minacciano di interrompere gli aiuti economici, il governo militare decise di riaprire ai civili. Nel 1985 per la prima volta un civile fu eletto presidente della repubblica, dopo sedici anni: Vinicio Cerezo. Questi cominciò a smantellare alcuni apparati repressivi come la polizia segreta, ma gli omicidi politici non cessarono. L'aumento dei prezzi in seguito alla sua rigida politica economica portò ad agitazioni sociali e di fatto i militari continuarono a controllore la vita politica del paese.

Chiuse del lago Gatun nel Canale di Panama

Nel 1991 il presidente Jorge Serrano lanciò un piano di pace totale che, grazie anche all'intermediazione dell'ONU, riuscì a lasciar finalmente intravedere uno spiraglio di una possibile composizione di questa guerra civili ormai endemica. La firma della pace avvenne il 29 Dicembre 1996 nella capitale guatemalteca.

Un riconoscimento alla difficile situazione degli indios fu l’ assegnazione del premio Nobel per la pace a R.Menchù nel 1992.

 

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