MIXTECHI, TOLTECHI, CHICHIMECHI
Col IX sec. ha inizio il periodo postclassico, caratterizzato dal sopraggiungere
e dal diffondersi di popolazioni di lingua nahuatl; nel sud-ovest del paese
comparvero i Mixtechi che seppero imporsi quale nuova aristocrazia in molte
Città-Stato; i Toltechi, che invasero il paese nell'856, si stanziarono dapprima
nella valle del Messico, ricacciando verso sud i Mixtechi, e più tardi si
spinsero verso sud penetrando anche nell'area maya (fine del IX sec.). Sotto la
pressione dei Toltechi, i Mixtechi invasero i territori degli Zapotechi
ricacciandoli verso la costa del Pacifico. I Toltechi, bellicosi e attivi,
seppero imporsi sulle più antiche popolazioni; diffusero i culti di Quetzalcóatl
e di Chac Mool, al quale venivano sacrificati i prigionieri; inoltre,
istituirono le aristocrazie militari, edificarono grandiosi templi e notevoli
dimore per i nobili. [Nell'immagine:Chac Mool, 1390 circa]
Ai Toltechi subentrarono i Chichimechi, di stirpe otomí-nahua, che distrussero
quasi totalmente Tula (1168) e unificarono il paese a eccezione degli Stati
degli Huaxtechi, Olmechi, Mixtechi, Totonachi, Zapotechi; la loro unità fu però
di brevissima durata poiché già nel XIII sec. erano divisi in Città-Stato
rivali.
I TOLTECHI
Organizzati in clan militari, i toltechi si sovrapposero, a partire dalla fine
dell'VIII secolo, alle altre genti di stirpe nahua delle quali assimilarono la
cultura; ben presto, sotto il governo tolteco (secoli IX-X, prima dinastia
tolteca) l'antico centro di Tula divenne il massimo centro culturale e religioso
del paese; il culto di Quetzalcóatl fu diffuso fino all'area zapoteca. Verso la
fine del X sec. a Tula s'instaurò una nuova dinastia (seconda dinastia tolteca):
gli oppositori migrarono in territorio maya e nello Yucatán diedero origine a
clan aristocratici tolteco-maya, introducendo quelle nuove usanze (culto di
Kukulkan, sacrifici cruenti, ecc.) che caratterizzarono il secondo Impero maya.
[Immagine a sinistra: Tula, gigantesche colonne scolpite]. A Tula vennero
introdotti un culto più sanguinario, quello di Tezcatlipoca, e l'usanza, ripresa
dagli Aztechi, di condurre razzie di uomini per i sacrifici cruenti. La seconda
dinastia tolteca durò fino al 1168, quando Tula fu presa e saccheggiata dai
Chichimechi che tolsero ai Toltechi l'egemonia sul Messico centrale. Tipiche
della cultura tolteca sono le grandi costruzioni: templi, piramidi, campi da
gioco; notevole la statuaria, in gran parte raffigurante giaguari e serpenti
piumati; meno importante la loro produzione di ceramica, ispirata a soggetti
zoomorfi.
I CHICHIMECHI
Cacciatori semibarbari, i Chichimechi assimilarono la cultura tolteca e maya
diventando agricoltori. Sotto la guida del capo Xolotl unificarono, all'inizio
del XII secolo, la regione che successivamente fu divisa in numerosi staterelli
(Texcoco, Culhuacán, Chalco, Cuautitlán ecc.), in continua lotta per l'egemonia
sul paese.
Nel XIV secolo i Chichimechi avevano raggiunto un elevato grado di civiltà: a
loro si devono i grandiosi monumenti di Texcoco e di Tenayuca e il culto della
Venere messicana Tlazolteolt. Più tardi, indeboliti dalle guerre tra città,
finirono con l'essere assoggettati dal nuovo Stato di México-Tenochtitlán
(1425-1440) e il loro territorio divenne parte dell'Impero azteco.
.
Alcune divinità azteche [vedi anche: le religioni delle popolazioni del Messico
precolombiano]
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I MAYA
Per i Maya, il cosiddetto nuovo Impero, o secondo Impero o epoca postclassica,
si fa iniziare col 987, data della nuova occupazione e ricostruzione di Chichén
Itzá da parte dei Maya-Itzá appoggiati dai Toltechi. La genuina civiltà maya
ebbe termine intorno alla metà del X secolo a seguito dell’intervento dei
Toltechi. Considerati i distruttori dell'antico Impero, i Toltechi furono invece
gli artefici dell'unificazione politica delle disperse popolazioni maya. Sotto
il loro influsso, i Maya acquistarono non solo i costumi religiosi e guerreschi
caratteristici delle civiltà più propriamente messicane, ma costituirono una
vera e propria civiltà urbana ed ebbero centri politici unitari. Sede della
nuova cultura fu lo Yucatán.
Col nuovo Impero ha inizio l'epoca maya-tolteca, che viene divisa in tre
periodi: il primo periodo, detto Puuc (dal nome di un tipo di ceramica e di
decorazione), dal 987 al 1194, fu caratterizzato dall'egemonia di Chichén Itzá,
dalla costituzione della cosiddetta lega di Mayapán (città fondata nel 941 o nel
987) e dalla cacciata dell'aristocrazia Itzá da Chichén Itzá a opera dei Cocom,
clan aristocratico di Mayapán. [Nelle iimmagini: a sinistra, Resti di un
edificio maya con decorazioni Puuc, Labná; a destra: Pitture murali maya a
Mayapán]
Il secondo periodo durò dal 1194 al 1441 e vide l'estendersi dell'egemonia di
Mayapán su tutti i centri dello Yucatán settentrionale.
Il terzo periodo ha inizio con la distruzione di Mayapán e con il progressivo
abbandono di gran parte delle città dello Yucatán; tale periodo fu
caratterizzato da una serie di calamità (uragani, pestilenze, vaiolo) e
dall'arrivo degli spagnoli che raggiunsero la costa settentrionale dello Yucatán
una prima volta nel 1518.
Dal "Codice Boturini": La migrazione dei Mexica
GLI AZTECHI-MEXICA
Sul finire del XIII sec. sorse e si affermò una nuova potenza, quella degli
Aztechi, una popolazione giunta in successive ondate da una mitica terra del
nord a partire probabilmente dall'VIII sec.
Alla fine del XII sec. l'unità culturale costituitasi a Teotihuacán intorno ai
Toltechi si disgregò in seguito alle lotte fra diverse tribù e alle invasioni
dei Chichimechi, venuti dal nord. Il periodo di torbidi causò il declino della
civiltà tolteca e il suo frazionamento politico in numerose Città-Stato che si
combatterono a vicenda.
Già in quell'epoca tutte le popolazioni di tali centri erano azteche e, oltre
alla lingua, il nahuatl, avevano in comune con i Toltechi anche l'arte e i
costumi tribali.
Fra quelle popolazioni emerse presto la bellicosa tribù dei Mexica, che si
diceva venuta dall'Aztlán, regione del Messico nordoccidentale, il Michoacán
attuale, che fu in un primo tempo governata da Colhuacán
e poi da Atzcapotzalco.
Rifugiatasi in seguito sulle isole del lago di Texcoco, la tribù dei Mexica vi
fondò un regno che ebbe come capitale Tenochtitlán (1325), la cui dinastia
regnante fu quella fondata da Acamapichtli, nel 1375. [Nelle immagini: a
sinistra, Attività artigianali a Tenochtitlán, affresco di Diego Rivera, Palazzo
Nazionale, Città del Messico; sotto: La grande Tenochtitlán in un affresco di
Diego Rivera, Palazzo Nazionale, Città del Messico]. I Mexica di Tenochtitlán
vinsero i Tepanechi di Atzcapotzalco e, unendosi alle città di Texcoco e di
Tlacopán, su cui mantennero sempre un certo predominio, posero le basi di un
grande impero.
Con Montezuma I (1440-1469) la guerra si estese verso sud; suo figlio Axayacatl
avanzò vittoriosamente fino a Oaxaca, poi venne a conflitto a occidente con i
Matlazinca e i Taraschi, ma proprio questi ultimi, ritiratisi sul lago Pátzcuaro,
gli inflissero una sanguinosa sconfitta. Dopo Axayacatl (1469- 1481) e Tizoc
(1481-1486), nel 1486 salì al trono Ahuitzotl che estese i suoi domini fino al
Guatemala.
Il suo successore, Montezuma II (1503-1520), figlio di Axayacatl, dovette far
fronte all'invasione spagnola. Partiti da Veracruz, i conquistadores si
diressero verso l'altopiano e furono accolti favorevolmente dagli abitanti di
Tlaxcala, in quel periodo in guerra con i Mexica. Gli spagnoli, guidati da
Cortés, dopo varie vicende s'impadronirono di Tenochtitlán e catturarono
Montezuma II, che morì in prigionia, mentre il fratello e il nipote del re,
Cuitlahúac e Cuauhtèmoc tentavano inutilmente di organizzare un'estrema
resistenza, venendo a loro volta imprigionati e in seguito impiccati dagli
spagnoli nel 1525. Lo stesso Cortés narrerà in cinque lettere indirizzate al re
di Spagna i dettagli della conquista e in particolare le caratteristiche
dell'organizzazione sociale e politica dei Mexica.
Gli Aztechi-Mexica avevano un'organizzazione politica democratica; le famiglie
erano divise in clan patrilineari o calpulli. Tenochtitlán contava venti clan
riuniti in quattro fratrie, occupanti ognuna un quartiere della città. Il clan
aveva una certa autonomia e aveva un proprio dio protettore, un proprio tempio,
terre proprie e un proprio funzionario. Ogni clan inviava un delegato al
consiglio supremo con attribuzioni amministrative, politiche e giuridiche. I
delegati dividevano le terre fra i vari gruppi, ed eleggevano i quattro
ufficiali che comandavano i contingenti militari delle quattro fratrie. Fra
questi ufficiali veniva scelto il capo supremo, che aveva quasi esclusivamente
funzioni militari, mentre un secondo dignitario dirigeva la politica interna e
generalmente succedeva poi al re. Teoricamente il consiglio aveva il potere di
dimettere i due massimi funzionari, ma di fatto non esercitava mai questo
diritto, sicché a poco a poco il regime politico del paese si trasformò in una
monarchia ereditaria.
I Mexica, abili agricoltori, conoscevano il maggese, praticavano l'irrigazione,
costruivano giardini galleggianti e, periodicamente, ripartivano le terre.
Coltivavano mais, fagioli, meloni, vaniglia, peperoni, pomodori, cotone, cacao;
l'agave, di cui facevano fermentare la linfa, e il tabacco, che veniva fumato
durante le cerimonie religiose.
L'allevamento del bestiame era limitato a una particolare razza di cani
destinati al consumo, e ai tacchini. Come generi di alimentazione venivano
utilizzate anche pernici, anatre e oche selvatiche. Il commercio era molto
florido e si effettuava mediante scambio di merci poiché la moneta non esisteva;
il rapporto dei valori era calcolato in grani di cacao. Infine, i Mexica
conoscevano i metodi di lavorazione dei metalli, specialmente dell'oro,
dell'argento, del rame e dello stagno, ma ignoravano l’utilizzazione del ferro e
della ruota.