Con la fine della seconda guerra mondiale, il Messico è entrato in una fase di grande sviluppo commerciale (negli ultimi anni il prodotto nazionale lordo è cresciuto del 7% e il reddito medio pro-capite è attualmente circa di 8000 dollari l'anno). Il grande boom economico del Messico è stato vissuto tra il 1977 e il 1981, grazie all'aumento del prezzo del petrolio esportato, ma è stato seguito da un ugualmente rapido crollo, causato soprattutto dal grave debito pubblico, aggravato anche dal catastrofico terremoto che colpì città del Messico nel 1985. Solo negli anni Novanta, grazie alla politica di privatizzazione e liberalizzazione adottata dal presidente Carlos Salinas de Gortari, e al trattato di libero commercio da lui stipulato con USA e Canada nel 1992 e in vigore dal 1994 (accordo NAFTA* = North American Free Trade Agreement) si ebbe un'apparente ripresa. Nemmeno la politica di Salinas è riuscita a riportare alla normalità la situazione, non risolvendo il debito estero del Messico: il paese ha subito una gravissima crisi finanziaria (1995), con fughe di capitali e l'inflazione al 52%, oltre che un arricchimento di una piccolissima fascia sociale della popolazione e il totale impoverimento delle altre.

*(Testo dell'accordo NAFTA in lingua originale)

SETTORE PRIMARIO
SETTORE SECONDARIO
SETTORE TERZIARIO
 

  • L'AGRICOLTURA

L'agricoltura nel Messico è principalmente di sussistenza; piccoli contadini (più di un quarto della popolazione attiva che contribuisce a meno del 10% del PIL a dimostrazione dell'ineguale ripartizione delle ricchezze tra campagna e città) producono piccole quantità di mais e legumi e allevano uno o pochi più animali.
L'agricoltura commerciale, che produce soprattutto cotone e frumento, pomodori, meloni, caffè, canna da zucchero, caco, banane e ananas, ma anche piante da fibra come l'agave il cotone e il lino, è sviluppata nelle zone irrigate dell'arido Nord, lungo i fiumi Mayo, Yaquí e Fuerte e nelle pianure più calde e negli altipiani meridionali.
La rivoluzione del 1910, per quanto sia riuscita a far distribuire le grandi proprietà terriere (haciendas), divise in piccoli lotti, tra i piccoli contadini, non è comunque riuscita a far attuare la riforma agraria.
La grande proprietà privata si è invece modernizzata, fornendo più della metà della produzione agricola nazionale, ma l'esodo dei piccoli contadini in città aumenta continuamente il tasso di disoccupazione. 

  • L'ALLEVAMENTO

Nella parte più nordica del Messico sono particolarmente sviluppati allevamenti di suini (circa 10 milioni) e di bovini (circa 25 milioni). Nelle zone invece più aride dell'altipiano si trovano più facilmente pecore e capre (in totale circa 14 milioni).

  • LA PESCA

Il pesce, che ha un ruolo secondario nell'alimentazione messicana, è un prodotto principalmente d'esportazione. Tra i più noti pesci esportati si hanno: gamberi (provenienti dal Golfo della California, dalla Baia di Campeche, dal Golfo di Tehuantepec), i tonni e le sardine (pescate al largo della Baja California, nel Pacifico) e i pesci tropicali (dal Golfo del Messico).

  • LE FORESTE

La produzione, ancora sottosviluppata, offre soprattutto: pino, cedro rosso, leccio e oyamel. L'80% del prodotto è destinato al legname, il 20% alla polpa.

  • LE RISORSE MINERARIE

Le risorse minerarie, prima prodotto unicamente d'esportazione mentre ore si stanno sviluppando industrie di lavorazione interna, sono di ingente quantità. Il Messico è infatti il principale produttore di argento mondiale (giacimenti di Pachuca e Parral), ma è ricco anche di oro, piombo, zinco, rame, ferro, antimonio, mercurio, manganese, tungsteno, bismuto, zolfo, fosfati e petrolio.

 

Un mercato a Città del Messico

 


Il settore industriale, basato non più sulle piccole imprese, oggi in crisi, ma sulle grandi imprese, è il più importante dell’economia messicana.
Di notevole importanza sono le Maquilladoras (industrie di montaggio), che dal 1965 lavorano, soprattutto nei settori tessile e elettronico, per imprese del Nord America.
L’industria siderurgica è molto sviluppata (complesso di Ciudad Làzaro Càrdenas-Las Truchas) come d’altro canto anche l’industria metallurgica dello stagno, dell’alluminio, del rame e del piombo.
In continua crescita sono invece l’industria chimica e petrolchimica che da breve tempo sfruttano le risorse nazionali di idrocarburi.
Le industrie più antiche rimangono comunque quella tessile, soprattutto del cotone (Puebla, Città del Messico, Guadalajara) e quella manifatturiera che produce svariati beni: carte, legno, tabacchi, vetro, ceramica, calzature, pelli conciate e prodotti alimentari (birra).

Tessuti tipici messicani


Per quanto riguarda il settore terziario, ha ovviamente particolare rilevanza il turismo. Il Messico è infatti una delle maggiori mete del turismo europeo, attratto dai siti archeologici di scavi precolombiani come Teothuaca, Malinalco, Teotenango, Palenque, Chichén Iztà.
Notevole è anche la bellezza delle chiese e dei monumenti spagnoli, oltre che delle città d’arte di Morella, Puebla e Veracruz.
Altra grande attrattiva sono i centri balneari che si susseguono numerosi sulle coste, in particolare quelli di Puerto Vallarta, Bahia Santiago, Cabo San Lucas, Acapulco.
Anche gli interni naturali del paese sono ricordati come attrattiva di grande bellezza.
Con lo scopo di favorire i commerci, la rete ferroviaria si è molto sviluppata e mette in contatto numerose città del Messico con gli altri stati confinanti.
Allo stesso modo si è sviluppata anche la rete stradale.
I porti principali sono Veracruz, Tampico, Acapulco, Coatzacoalcos, Progresso.

Un'antica piantina del porto di Acapulco

Un immagine della ferrovia messicana
piegata da un terremoto nel 1985

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