Francisco Hernandez
de Cordoba

Nel 1517, F. Hernàndez de Còrdoba, giunse per primo, da Cuba, alle coste messicane. L’esplorazione di Juan de Griijalva fu la seconda a toccare il Messico, seguita poi dalla conquista di Hernan Cortès, che nei soli due anni compresi tra il 1519 e il 1521 riuscì a sottomettere una civiltà antica come quella degli Aztechi, sconfiggendo la popolazione, sbarazzandosi con l’inganno del re Montezuma II e, il 5 agosto del 1521, costringendo Tenochtitlan a capitolare.

Bartolomeo de Las Casas


Cortès, nominato governatore del Viceregno (che durò quasi 300 anni) della Nuova Spagna, dall’imperatore Carlo 5, resse la sua carica per 6 anni, fino al 1527, quando, in seguito a difficoltà crescenti quali una sua sfrenata ambizione e un’innumerevole quantità di abusi commessi dai suoi collaboratori, il governo fu affidato a una prima Audiencia (un tribunale superiore per l’amministrazione della giustizia che si affiancava alla figura del vicerè) , a cui ne subentrò un’altra nel 1535. Con esse si tentò di ristabilire la situazione precedente alla conquista, cercando di ripristinare le condizioni della pastorizia e dell’agricoltura e di porre un freno ai massacri della popolazione locale che stavano colpendo tutto il territorio messicano, sui quali fu inviata una famosa relazione da padre Bartolomeo de Las Casas a Madrid (“Brevissima relazione della distruzione delle Indie”).
Eccone un breve estratto:

“Sarebbe invero difficile riferire la quantità e valutare caso per caso la gravità delle ingiustizie, dei danni, degli oltraggi e degli abusi che le genti di quella costa hanno subito dagli spagnoli, a partire dall'anno 1510 fino a oggi.”
 

Copertina de “Brevissima Relazione
della distruzione delle Indie”


Tuttavia, soltanto verso il 1550, quando venne stabilizzato e reso più regolare il governo della Nuova Spagna, la situazione politica interna, ancora molto travagliata, cominciò a migliorare.

Tra il 1596 e il 1608, mentre l’opera di conquista, partita dal centro del Messico, proseguiva, con Juan de Oñate i domini della Nuova Spagna furono estesi fino agli attuali New Mexico e Kansas, Michoacàn e Jalisco, e anche verso la regione zapoteca e mixteca per poi passare alla conquista della penisola dello Yucatan, allora abitata dai Maya, sconfitti dopo una strenua difesa. Fu proprio in questi anni che la Nuova Spagna raggiunse la sua massima estensione, equivalente circa al doppio del Messico attuale (4.000.000 km2).
Col secolo XVII cominciarono però a sentirsi i primi cedimenti della struttura sociale e governativa della Nuova Spagna a causa delle conversioni al cristianesimo (campo in cui erano particolarmente attivi i gesuiti) a cui erano
fortemente sottoposti gli indigeni dai frati spagnoli, a causa dei ricorrenti contrasti tra gli indigeni e le varie etnie di origine coloniale (creoli, meticci in dura crescita e duramente discriminati, indios, neri) e infine a causa della riforma amministrativa, attuata tra il 1756 e il 1776, che rese ancora più opprimente il controllo degli spagnoli e che prevedeva la divisione del paese in 12 intendenze e in una comandancia.
Nonostante ciò fu solo nel 1786 che i confini della Nuova Spagna cominciarono a stabilizzarsi.

 

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