L’agricoltura, favorita dal fertile terreno
vulcanico e dal clima, resta la base dell’economia, anche se risente
dell’eredità del passato: alla fine dell’ ‘800 le grandi società statunitensi
ottennero nel paese grandi concessioni di terreno. Fra queste in particolare la
United Fruit Company, oggi United Brand, avviò il regime delle monocolture con
vaste piantagioni di banane. Dopo lo sviluppo degli anni ’60 e ’70 il Guatemala
ha condiviso con il resto dell’ America Latina la crisi degli anni ’80, cui il
governo ha tentato di porre freno con la diversificazione della produzione
agricola e lo sviluppo del settore industriale. Tuttavia l’economia continua ad
essere legata ai finanziamenti esteri, con la conseguenza di un pesante debito
estero e uno tra i redditi pro capite fra i più bassi dell’ America Latina,
nonostante la situazione politica sia migliorata negli anni ’90.
Con un’ esportazione basata esclusivamente su alcuni prodotti, la bilancia
commerciale è costantemente in forte passivo. Si importano macchinari e mezzi di
trasporto, combustibili, lubrificanti e prodotti chimici. Gli scambi avvengono
innanzi tutto con gli Stati Uniti, seguiti da altri paesi latino-americani.
La moneta è il quetzal
Sulla costa del Pacifico le grandi e moderne piantagioni producono i generi d’ esportazione: caffè(il principale prodotto del paese), canna da zucchero e banane, mentre è in decadenza la coltura del cotone, un tempo importantissima. Altre colture industriali sono il tabacco, il cacao e gli agrumi. Nelle terre alte si producono, con tecniche arcaiche, generi destinati al consumo: mais, riso. Patate e fagioli. Un ruolo rilevante hanno l’ allevamento bovino (con esportazione di carne), lo sfruttamento delle foreste che coprono più della metà del territorio e la pesca, in particolare delle aragoste. Le risorse minerarie sono scarse, vi è solo una limitata produzione di petrolio, zinco, piombo, antimonio e tungsteno.
In espansione è il settore industriale. Importanti le industrie tessili (cotonifici nella capitale e a Cantèl-Quetzaltenango) e l'agroalimentare. Vi sono inoltre raffinerie di petrolio a Hescuintla e Puerto Barrios, impianti chimici e petrolchimici, cementifici, manifatture del tabacco e della carta.
Il turismo sfrutta gli stupendi paesaggi, soprattutto quelli montani, e i monumenti Maya ha registrato una ripresa negli anni ’90 con la fine dei conflitti armati. In via di sviluppo è il sistema di comunicazione interno; il paese è percorso dalla Carretera Panamericana. Notevole è il traffico fluviale, e quello marittimo può contare sui porti di Puerto Barrios, Santo Tomàs, de Castilla e Livingston sul mar delle Antille e su quelli di Champerico e San Josè sul Pacifico.