La tradizionale fonte di reddito del Panama sono gli introiti del canale, che ha registrato una certa flessione negli anni 70 e 80. L'economia del paese è così oggi soprattutto legata al suo ruolo di paradiso fiscale e all'attività bancaria. Il primo è basato sulla concessione agevolata dell'iscrizione al registro panamense alle navi di tutto il mondo, grazie alla cui presenza la flotta panamense è oggi la seconda più grande al mondo e la prima per tonnellaggio. Il secondo sfrutta l'assenza di ogni controllo da parte dello stato, anche se ha risentito dell'instabilità politica e dell'immagine negativa derivante dal fatto che gran parte dell'attività consiste nel riciclaggio di denaro proveniente dal traffico internazionale di droga. La bilancia commerciale è sempre fortemente deficitaria; si esportano soprattutto generi alimentari e prodotti tessili, e si importano petrolio grezzo, macchinari e prodotti industriali. Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale, seguiti da Germania, Giappone e altri stati centro-americani.

La moneta nazionale è il Balboa.

Ha relativamente poca importanza l'agricoltura (solo l'8% del territorio è coltivato) che produce caffè, banane, canna da zucchero, cacao per l'esportazione, riso, mais, manioca per il consumo interno. Più sviluppati sono l'allevamento, soprattutto bovino e la pesca, soprattutto di crostacei destinati all'esportazione. Discreta è anche la produzione di legname, in particolare mogano, di cui sono ricche le foreste che coprono gran parte del territorio. E' praticamente inesistente il settore minerario nonostante la presenza di depositi di carbone e soprattutto di rame di Cerro Colorado, il cui sfruttamento fu definitivamente abbandonato negli anni '80.

Poco sviluppata è l'industria, che conta impianti alimentari, in particolare birrifici e zuccherifici (rilevante è la produzione di alcool ricavato dalla canna), tabacchifici, cementifici e cartiere, nonchè una raffineria di petrolio. Il settore più vitale è quello degli impianti manifatturieri (tessili e elettronici) della zona franca di Colon, in mano a imprenditori stranieri che sfruttano il basso costo della manodopera. La produzione energetica, per lo più di origine idrica, copre appena il 13,5% del fabbisogno.

Una certa rilevanza ha il turismo, il cui sviluppo è stato però ostacolato dalle instabilità politiche del paese. E' abbastanza sviluppato il sistema di trasporti, che può contare su 354 km di strade, per 1/3 asfaltate. Importantissimo, ovviamente, è il traffico marittimo: i porti principali sono quelli di Balboa, Cristobal, Almirante e Vacamonte. Nei pressi della capitale sorge un aeroporto internazionale.

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