Costa Rica: bandiera e inno

 

INTRODUZIONE

La República de Costa Rica, che è una repubblica presidenziale di 51.100 kmq, confina a nord con il Nicaragua e a sud-est con Panama; è bagnato a ovest e a sud-ovest dall'oceano Pacifico, a nord-est dal mar dei Caraibi e comprende le disabitate isole Cocos, situate circa 480 km a sud-ovest della costa, nell'oceano Pacifico. Ha una superficie di 51.060 km² e un’estensione costiera di 1.290 km. La capitale è San José, con quasi 4000 abitanti. Il 94% della popolazione è di origine e lingua spagnola(lingua ufficiale)

BRAVE STORIA

A differenza delle grandi civiltà dell'America precolombiana, la popolazione del Costa Rica non era numerosa né aveva sviluppato delle strutture sociali complesse; riuscì comunque a opporre una strenua resistenza ai conquistatori provenienti dalla Spagna.

LA CONQUISTA SPAGNOLA

Il simbolo di Cartago,capitale fino al 1823... ...e di San Josè, quella attuale

Nel 1502 Cristoforo Colombo raggiunse la regione e la denominò "costa ricca". La conquista spagnola ebbe luogo solo in un secondo tempo rispetto agli altri stati dell'America centrale; il primo a colonizzare il paese fu Juan de Cavallón (1561), seguito da Vásquez de Coronado che, tra il 1562 e il 1565, vi stabilì l'insediamento di Cartago, capitale fino al 1823. Integrata nel viceregno della Nuova Spagna, dal 1569 divenne una provincia della capitania generale del Guatemala. La distanza dalle maggiori città dell'impero coloniale e la scarsità di risorse consentirono al Costa Rica di sviluppare una maggiore autonomia rispetto alle altre province dell'America centrale. Solo alla fine del XVIII secolo, quando il paese avviò una fiorente attività di coltura ed esportazione del tabacco, la colonia interessò le autorità spagnole.

 

L'INDIPENDENZA

 ritratto di Wiliam Walker

La crescita economica, nel corso del XIX secolo, favorì la nascita di una leadership culturale e politica tra le più consapevoli dell'America centrale, che condusse nel 1821 all'indipendenza del Costa Rica, divenuto dal 1824 al 1838 parte delle Province Unite dell'America centrale. Durante il governo conservatore di J. Rafael Mora (1849-1859), il paese rappresentò il punto di riferimento per questa zona del continente nell'opposizione all'avventuriero americano William Walker, che si era impossessato del Nicaragua (1855).

Dopo che Mora fu spodestato da un colpo di stato nel 1859, seguì un governo di orientamento liberale, guidato da Tomás Guardia (1870-1882), il quale aprì il paese agli investimenti stranieri, rilasciando la concessione per la coltura delle banane all'uomo di affari americano Minor Keith , tra i fondatori della United Fruit Company. La multinazionale sviluppò le colture negli altipiani e costruì una rete ferroviaria destinata al trasporto di banane, rendendo però il paese sempre più dipendente dai mercati e dai capitali stranieri.       

L'INIZIO DEL  XX SECOLO E GLI ANNI 80

 José Figueres Ferrer  

Dalla fine del XIX secolo, pur conoscendo periodi di relativo disordine, il Costa Rica si avviò verso una progressiva stabilità basata sulla scelta di incrementare l'istruzione e la crescita economica, piuttosto che la potenza militare.

Oscar Arias Sánchez

La crescente consapevolezza delle classi medie, che si opponevano all'élite dei latifondisti delle piantagioni di caffè, favorì la nascita di moderni partiti politici. Il Partito repubblicano nazionale vinse le elezioni nel 1936 e nel 1940. Nel 1948 si impose invece il Partito di liberazione nazionale (guidato da José Figueres Ferrer) che divenne la formazione dominante nel paese fino al 1978, quando Rodrigo Carazo, alla testa di una coalizione di centro-destra, vinse le elezioni. Dal 1982 il PLN tornò al potere, con Monge Alvarez come presidente, al quale succedette Oscar Arias Sánchez, sempre del PLN, nel 1986. Alla fine degli anni Ottanta, Arias, promotore di un piano per ristabilire la pace in Centro America, ottenne il premio Nobel per la pace.

                                                                                                                                                                                                                                    

 

PLN E PUSC

Miguel Angel Rodríguez Echeverría

 

Dopo una parentesi di governo del Partito di unità cristiano-sociale (PUSC), nel febbraio del 1994 il PLN tornò alla guida del paese con José María Figueres Olsen, che nel corso del suo mandato si trovò ad affrontare, senza peraltro riuscire a risolverli, i gravi problemi di carattere economico, dovuti principalmente al fortissimo deficit fiscale del paese.

Il PUSC riconquistò la presidenza del paese nel 1998 con Miguel Angel Rodríguez Echeverría. Il suo programma di privatizzazioni, mirato a porre freno al debito pubblico e all’inflazione, trovò una forte opposizione nella società costaricana, che nel 2000 riuscì a bloccare la dismissione dell’Istituto dell’elettricità, già votata dal Parlamento. Le elezioni presidenziali svoltesi agli inizi del 2002, che vedevano il PLN nettamente favorito nei sondaggi, si conclusero invece con la vittoria del candidato del PUSC, Abel Pacheco de la Espriella, un popolare conduttore televisivo.

LA SITUAZIONE ECONOMICA ATTUALE

 

 

   

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